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ADALAT CRONO 14CPR 20MG RM Produttore: BAYER SPA

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

ADALAT CRONO COMPRESSE A RILASCIO MODIFICATO

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Calcio antagonisti selettivi con prevalente effetto vascolare. Derivati diidropiridinici.

PRINCIPI ATTIVI

Adalat Crono 20 mg compresse a rilascio modificato. Ogni compressa a rilascio modificato contiene: 20 mg di nifedipina. Adalat Crono 30 mg compresse a rilascio modificato. Ogni compressa a rilascio modificato contiene: 30 mg di nifedipina. Adalat Crono 60 mg compresse a rilasciomodificato. Ogni compressa a rilascio modificato contiene: 60 mg di nifedipina. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Polietilene ossido, ipromellosa, magnesio stearato, sodio cloruro, ferro ossido rosso (E172), cellulosa acetato, macrogoli, idrossipropilcellulosa, titanio diossido, glicole propilenico

INDICAZIONI

Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo). Trattamento dell' ipertensione arteriosa.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Adalat Crono non deve essere assunto nei casi di ipersensibilita' alla nifedipina o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafi 4.4e 6.1). Gravidanza: accertata (fino alla 20^a settimana) o presunta ed allattamento (vedere paragrafo 4.6). Adalat Crono non deve essere assunto nei casi di shock cardiovascolare. Adalat Crono non deve essere usato in pazienti con tasca di Kock (ileostomia dopo proctocolectomia). La nifedipina non deve essere usata in combinazione con la rifampicina perche' a causa dell'induzione enzimatica non vengono raggiunti livelli plasmatici efficaci di nifedipina (vedere paragrafo 4.5).

POSOLOGIA

Modo di somministrazione: uso orale. Posologia. Il trattamento va possibilmente adattato alle necessita' individuali in funzione della gravita' della malattia e della risposta del paziente. Inoltre, in relazione al quadro clinico, la dose deve essere raggiunta gradualmente. Salvo diversa prescrizione medica, per l'adulto valgono le seguenti direttive posologiche: cardiopatia ischemica - angina pectoris cronica stabile 1 cpr al di' (angina da sforzo). La dose puo' essere gradatamente aumentata, in accordo con le esigenze individuali dei pazienti, fino adun dosaggio massimo di 120 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. Ipertensione arteriosa - 1 cpr di Adalat Crono 30 mg al di'. In alcuni casi puo' risultare opportuno incrementare gradualmente la dose, secondo le esigenze individuali, fino ad un dosaggio massimo di 60mg somministrato una volta al giorno, al mattino. In generale la terapia deve essere iniziata con 30 mg una volta al giorno. Una dose iniziale di 20 mg al giorno puo' essere presa in considerazione quando clinicamente indicato. Dosi intermedie es. 40 mg, 50 mg possono essere date da combinazioni, per esempio di compresse da 20+20 mg o 20+30 mg. Incaso di somministrazione contemporanea di inibitori o induttori del CYP 3A4, puo' essere necessario adattare il dosaggio della nifedipina oaddirittura evitarne l'uso (vedere paragrafo 4.5). Qualsiasi aggiustamento ai dosaggi superiori o inferiori deve essere effettuato solo sotto controllo medico. Durata del trattamento: la durata del trattamentodeve essere stabilita dal medico. Modalita' d'uso Le compresse non devono essere masticate o rotte! La compressa a rilascio modificato deveessere inghiottita intera con un po' di liquido, indipendentemente dall'orario dei pasti. Evitare il succo di pompelmo (vedere paragrafo 4.5). Informazioni supplementari per categorie particolari di pazienti. Popolazione pediatrica: la sicurezza ed efficacia di Adalat Crono al di sotto dei 18 anni di eta' non e' stata dimostrata. I dati ad oggi disponibili per l'uso della nifedipina nell'ipertensione sono descritti al paragrafo 5.1. Pazienti anziani: poiche' la farmacocinetica della nifedipina e' modificata nei soggetti anziani, in questi soggetti possono essere necessarie dosi di nifedipina minori rispetto ai pazienti eta' piu' giovani. Pazienti con compromissione della funzionalita' epatica: nei pazienti con lieve, moderata o grave compromissione della funzionalita' epatica puo' rendersi necessario un accurato controllo dellasituazione pressoria e una riduzione del dosaggio (vedere paragrafo 4.4 e 5.2). Pazienti con compromissione della funzionalita' renale: poiche' la nifedipina viene eliminata in forma non modificata dal rene inpiccola percentuale rispetto alla dose somministrata (0,1%), non e' necessario un adattamento della dose in pazienti con compromissione della funzionalita' renale.

CONSERVAZIONE

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'.

AVVERTENZE

Si raccomanda prudenza in caso di marcata ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90 mmHg), nei casi di manifesta insufficienza cardiaca e in quei pazienti con stenosi aortica grave. E' necessario un attento controllo della pressione arteriosa anche quando si somministri nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, perla possibilita' di un'eccessiva caduta pressoria, che puo' nuocere sia alla madre che al feto. La nifedipina non deve essere utilizzata durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con nifedipina. Il trattamento con nifedipina deve essere riservato alle donne con ipertensione grave che non rispondono alle terapie standard (vedere paragrafo 4.6). Le informazioni disponibili non consentono di escludere la possibilita' di effetti indesiderati sul nascituro e sul neonato. Pertanto, l'impiego in gravidanza dopo la 20^a settimana richiede una valutazione molto accurata del rapporto rischio/beneficio e deve essere preso in considerazione solo qualora tutte le altre opzioni terapeutiche non siano indicate o si siano rivelate inefficaci. L'uso della nifedipina non e' raccomandato durante l'allattamento perche' e' stato dimostrato che la nifedipina viene escreta nel latte materno e gli effetti dell'assorbimento orale di piccole quantita' di nifedipina non sono noti (vedere paragrafo 4.6). In situazioni di emergenza ipertensiva, quali ad esempio l'eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilita' e lo stretto controllo del medico. In Adalat Crono il farmaco e' contenuto all'interno di un guscio non assorbibile che rilascia lentamente il principio attivo da assorbire. Una volta completato il processo, la compressa vuota viene eliminata e puo' essere notata nelle feci. Come per altri materiali non deformabili (vedere paragrafo 6.6) deve essere usata prudenza qualora si somministri Adalat Crono a pazienti con gravi stenosi del tratto gastrointestinale poiche' possono insorgere sintomi ostruttivi. In casi molto rari puo' verificarsi formazione di bezoari, concrezionisferiche di materiale estraneo ingerito che si formano nello stomaco e non riescono a transitare attraverso l'intestino, che possono richiedere la terapia chirurgica. In singoli casi sono stati descritti sintomi ostruttivi anche senza riscontro anamnestico di disturbi gastrointestinali. Nel corso di indagini radiologiche con contrasto di bario, Adalat Crono puo' produrre falsi positivi (come dei difetti di riempimento interpretabili come polipi). Nei pazienti con lieve, moderata o grave compromissione della funzionalita' epatica compromessa puo' rendersi necessario un accurato controllo e anche la riduzione del dosaggio (vedere paragrafo 4.2 e 5.2). Poiche' la farmacocinetica della nifedipina non e' stata studiata in pazienti con grave compromissione della funzionalita' epatica il medicinale deve essere somministrato con cautela in questo target di pazienti. La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4. Tutti i farmaci che inibiscono o inducono questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina (vedere paragrafo 4.5). Farmaci inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, che quindi possono dare luogo ad un incremento nelle concentrazioni di nifedipina, sono ad esempio: antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina), inibitori delle proteasi anti-HIV (ad es. ritonavir), antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo), gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina, quinupristin/dalfopristin, acido valproico, cimetidina. In caso di somministrazione contemporanea di questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina. Questo medicinale contiene sodio nelle seguenti quantita': 8,3 mg (compresse da 20 mg), 9,4 mg (compresse da 30 mg) o 18,8 mg (compresse da 60 mg) per compressa. L'assunzione del dosaggio massimo giornaliero di 120 mg comporta un apporto massimo di sodio di 37,6 mg al giorno. Questo equivale all'1,88% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto. Per l'uso in categorie particolari di pazienti vedere paragrafo 4.2.

INTERAZIONI

Effetti di altri farmaci sulla nifedipina: la nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4, localizzato sia a livello della mucosa intestinale che del fegato. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio (dopo somministrazione orale) o la clearance della nifedipina (vedere paragrafo 4.4). Si deve tenere conto dell'entita' e della durata delle interazioni qualora si somministri nifedipina in associazione ai seguenti farmaci: Rifampicina La rifampicina, per il suo spiccato effetto d'induzione enzimatica sul sistema del citocromo P450 3A4, riduce sensibilmente la biodisponibilita' della nifedipina, riducendone la sua efficacia. Per tale motivo l'impiego di nifedipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato (vedere paragrafo 4.3). In caso di somministrazione contemporanea dei seguenti farmaci, deboli o moderati inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario,deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina (vedere paragrafo 4.2). Antibiotici macrolidi (es. eritromicina): non e' stato condotto nessuno studio specifico sull'interazione tra nifedipina ed antibiotici macrolidi. E' noto come alcuni macrolidi (es. eritromicina) inibiscano il metabolismo di altri farmaci mediato dal citocromo P450 3A4 per cui non si puo' escludere un potenziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito di somministrazione contemporanea dei due farmaci (vedere paragrafo 4.4). L'azitromicina, sebbene strutturalmente correlata alla classe degli antibiotici macrolidi, e' priva di attivita' inibente il CYP3A4. Inibitori delle proteasi anti-HIV: non e' ancora stato condotto uno studio clinico per indagare la potenziale interazione tra la nifedipina e certi inibitori delleproteasi anti-HIV (es. amprenavir, indinavir, nelfinavir, ritonavir osaquinavir). E' noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4. Inoltre e' stato dimostrato che essi inibiscono in vitro il metabolismo della nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4. Quando siano somministrati insieme con la nifedipina non puo'essere escluso un sostanziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina dovuto ad un ridotto metabolismo di primo passaggioed a ridotta eliminazione (vedere paragrafo 4.4). Antimicotici azolici Uno studio specifico sulla possibile interazione tra nifedipina e certi antimicotici azolici (es. ketoconazolo, itraconazolo o fluconazolo) non e' stato ancora eseguito. E' noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4. Quando tali farmaci vengano somministrati per via orale con la nifedipina non si puo' escludere un sostanziale incremento della biodisponibilita' della nifedipina legato ad un ridotto metabolismo di primo passaggio (vedere paragrafo 4.4). Fluoxetina: non e' ancora stato condotto uno studio clinico per indagare la potenziale interazione tra la nifedipina e la fluoxetina. E' stato dimostrato che la fluoxetina inibisce in vitro il metabolismo della nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4. Percio' non puo' essere escluso un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina aseguito della somministrazione contemporanea dei due farmaci (vedere paragrafo 4.4). Nefazodone: uno studio clinico sulla possibile interazione tra nifedipina e nefazodone non e' stato ancora eseguito. E' notocome il nefazodone inibisca il metabolismo di altri farmaci, mediato dal citocromo P450 3A4. Pertanto, non si puo' escludere un incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina, in seguito alla somministrazione concomitante dei due farmaci (vedere paragrafo 4.4). Quinupristin/dalfopristin: la simultanea somministrazione di quinupristin/dalfopristin e nifedipina puo' determinare elevazione delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina (vedere paragrafo 4.4). Acido valproico: non sono stati condotti degli studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra la nifedipina e l'acido valproico. Tuttavia, dato che quest'ultimo si e' dimostrato in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso inibizione enzimatica, non si puo' escludere un aumento delle concentrazioni plasmatiche, e quindi d'efficacia, anche per la nifedipina (vedere paragrafo 4.4). Cimetidina: la cimetidina peril suo effetto di inibizione sul sistema del citocromo P450 3A4 elevai livelli plasmatici di nifedipina e puo' potenziarne l'effetto antiipertensivo (vedere paragrafo 4.4). Altri studi. Cisapride: la contemporanea somministrazione di cisapride e nifedipina puo' condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di nifedipina. Antiepilettici induttori del sistema del citocromo P450 3A4, come la fenitoina, la carbamazepina e il fenobarbitale: la fenitoina induce il sistema del citocromo P450 3A4. La contemporanea somministrazione di fenitoina e nifedipina determina una riduzione della biodisponibilita' e quindi dell'efficacia della nifedipina. Qualora i due farmaci vengano somministrati contemporaneamente, la risposta clinica alla nifedipina dovrebbe essere controllata e, se necessario, la sua dose aumentata. Analogamente, qualora ildosaggio della nifedipina venga incrementato durante la somministrazione contemporanea dei due farmaci, andra' considerata una riduzione nella dose di nifedipina quando venga interrotto il trattamento con la fenitoina. Non sono stati condotti degli studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra nifedipina e carbamazepina o fenobarbitale. Tuttavia, dato che questi ultimi si sono dimostrati in grado di ridurre le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso un processo d'induzione enzimatica, non si puo' escludere una riduzione delle concentrazioni plasmatiche, e quindi dell'efficacia, anche per la nifedipina.

EFFETTI INDESIDERATI

Vengono elencate di seguito le reazioni avverse al farmaco (ADRs) segnalate nel corso degli studi clinici condotti con nifedipina verso placebo, e classificate secondo le categorie di frequenza CIOMS III (datitratti dal data base di studi clinici: nifedipina n = 2.661; placebo n = 1.486; status: 22 febbraio 2006 - e dati tratti dallo studio ACTION: nifedipina n = 3.825; placebo n = 3.840). Le reazioni avverse classificate come "comuni" sono state osservate con una frequenza inferioreal 3%, con l'eccezione dell'edema (9,9%) e della cefalea (3,9%). Le frequenze delle reazioni avverse segnalate con i prodotti a base di nifedipina sono riassunte nella tabella seguente. All'interno di ciascunaclasse di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravita'. Le frequenze sono definite come: comune (>=1/100, <1/10); non comune (>= 1/1.000, <1/100) e raro (>= 1/10.000, <1/1.000). Le reazioni avverse identificate solo durante la sorveglianza post-marketing e per le quali non e' stato possibile definire la frequenza, sono riportate sotto "Non nota". Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: agranulocitosi leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazione allergica edema allergico / angioedema (incl. edema laringeo, potenzialmente pericoloso per la vita); Raro: prurito orticaria eruzione cutanea; Non nota: reazione anafilattica/anafilattoide. Disturbi psichiatrici. Non comune: reazioni ansiose disturbi del sonno. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non nota: iperglicemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; Non comune: vertigine emicrania capogiro tremore; Raro: parestesia / disestesia; Non nota: ipoestesia sonnolenza. Patologie dell'occhio. Non comune: disturbi visivi; Non nota: dolore oculare. Patologie cardiache. Non comune: tachicardia palpitazioni; Non nota: dolore toracico (angina pectoris). Patologie vascolari. Comune: edema (incluso edema periferico) vasodilatazione; Non comune: ipotensione sincope. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: epistassi congestione nasale; Non nota: dispnea edema polmonare*. Patologie gastrointestinali.Comune: costipazione; Non comune: dolore gastrointestinale e addominale nausea dispepsia flatulenza bocca secca; Raro: iperplasia gengivale; Non nota: bezoari disfagia ostruzione intestinale ulcera intestinalevomito insufficienza dello sfintere gastroesofageo. Patologie epatobiliari. Non comune: incremento transitorio degli enzimi epatici; Non nota: ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: eritema; Non nota: necrolisi epidermica tossica reazione fotoallergica porpora palpabile. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: crampi muscolari gonfiore articolare; Non nota: artralgia mialgia. Patologie renali e urinarie. Non comune: poliuria disuria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizionirelative alla sede di somministrazione. Comune: sensazione di malessere; Non comune: dolore aspecifico brividi. *sono stati segnalati casi nell'impiego come farmaco tocolitico in gravidanza (vedere paragrafo 4.6). Nei pazienti in dialisi con ipertensione maligna ed ipovolemia sipuo' verificare, a seguito della vasodilatazione, una marcata caduta della pressione arteriosa. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazioneavversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: la nifedipina e' controindicata nelle prime 20 settimane di gravidanza (vedere paragrafo 4.3). La nifedipina non deve essere utilizzata durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche delladonna richiedano un trattamento con nifedipina. Il trattamento con nifedipina deve essere riservato alle donne con ipertensione grave che non rispondono alle terapie standard (vedere paragrafo 4.4). Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza. E' stato osservato edema polmonare acuto con la somministrazione di farmaci calcio-antagonisti, tra cui nifedipina, come agenti tocolitici durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.8), soprattutto in casi di gravidanza multipla (gemellare o plurigemellare), per via endovenosa e/o in associazione a beta-2 agonisti. Le informazioni disponibili sono insufficienti per poter escludere effetti avversi a carico del nascituro e delneonato. Negli studi sugli animali la nifedipina ha dimostrato di provocare embriotossicita', fetotossicita' e teratogenicita' (vedere paragrafo 5.3). La nifedipina si e' dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto, nel topo e nel coniglio, quali anomalie digitali, malformazioni delle estremita', palatoschisi, schisi sternale, malformazioni costali. Le anomalie digitali e le malformazioni delle estremita' sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino, ma sono state osservate anche in animali trattati con nifedipina solo dopo il periodo dell'organogenesi. La somministrazione del principio attivo ha comportato una varieta' di effetti tossici a carico dell'embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni e dei feti(ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto; non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici o fetotossici erano tossici per l'organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori alla posologia massima indicata per l'impiego umano. Dalle evidenze cliniche disponibili non e' stato identificato uno specifico rischio prenatale. Sebbene sia stato riportato un aumento di asfissia perinatale, parti cesarei in aggiunta a prematurita' e ritardo nella crescita intrauterina, non e' chiaro se questi casi siano dovuti all'ipertensione di fondo, al suo trattamento o ad un effetto specifico del farmaco. Allattamento: la nifedipina e' escreta nel latte materno. La concentrazione di nifedipina nel latte e' quasi paragonabile alla concentrazione sierica nella madre. Per le formulazioni a rilascio immediato si consiglia di ritardare l'allattamento o il tiraggio del lattedi 3 o 4 ore dopo l'assunzione del farmaco in modo da diminuire l'esposizione del lattante alla nifedipina (vedere paragrafo 4.4). Poiche' non esistono dati sui possibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo, l'allattamento deve essere interrotto. Fertilita': in singoli casi di fecondazione in vitro i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetuto insuccesso della fecondazione in vitro , non riconducibili ad altri motivi, i calcio-antagonisticome la nifedipina devono essere considerati come possibile causa.

Codice: 027980034
Codice EAN:

Codice ATC: C08CA05
  • Sistema cardiovascolare
  • Calcio-antagonisti
  • Calcio-antagonisti selettivi con preval.effetto vascolare
  • Derivati diidropiridinici
  • Nifedipina
Temperatura di conservazione: al riparo dall'umidita'
Forma farmaceutica: COMPRESSE RILASCIO MODIFICATO
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: BLISTER OPACO

COMPRESSE RILASCIO MODIFICATO

36 MESI

BLISTER OPACO