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ADRIBLASTINA INIET FL 50MG Produttore: PFIZER ITALIA SRL

  • FARMACO OSPEDALIERO
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

ADRIBLASTINA

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antibiotici citotossici - antracicline.

PRINCIPI ATTIVI

ADRIBLASTINA 10 mg/5 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile,1 flaconcino da 10 mg contiene; principio attivo: doxorubicina cloridrato 10 mg. Eccipiente(i) con effetti noti: metil-paraidrossibenzoato.ADRIBLASTINA 50 mg polvere per soluzione iniettabile, 1 flaconcino da50 mg contiene; principio attivo: doxorubicina cloridrato 50 mg. Eccipiente con effetti noti: metil-paraidrossibenzoato. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

ADRIBLASTINA 10 mg: metil-paraidrossibenzoato, lattosio. Solvente: soluzione fisiologica salina. ADRIBLASTINA 50 mg: metil-paraidrossibenzoato, lattosio.

INDICAZIONI

Adriblastina ha dato risultati positivi inducendo regressione in varie malattie neoplastiche quali: carcinoma della mammella, del polmone, della vescica, della tiroide, dell'ovaio; osteosarcoma e sarcoma dei tessuti molli, linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin, neuroblastoma, tumore di Wilms, leucemia linfoblastica acuta, leucemia mieloblastica acuta. Adriblastina ha dato risultati positivi nei tumori superficiali della vescica, quando somministrata per via endovescicale, sia dopo resezione transuretrale (trattamento precauzionale), sia a scopo terapeutico. Risultati positivi si sono ottenuti anche in altri tipi di tumori solidi, ma lo studio e' ancora troppo limitato per giustificare indicazioni specifiche.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; ipersensibilita' ad altre antracicline o antracenedioni. Uso endovenoso: mielosoppressione persistente, graveinsufficienza epatica, grave insufficienza miocardica, infarto miocardico recente, aritmie gravi, pregresso trattamento con le massime dosicumulative di doxorubicina, daunorubicina, epirubicina, idarubicina e/o di altre antracicline e antracenedioni (vedere paragrafo 4.4). Uso endovescicale: infezioni delle vie urinarie, infiammazione della vescica, ematuria.

POSOLOGIA

Posologia. Via endovenosa: quando Adriblastina e' impiegata come unico agente antiblastico la dose consigliata negli adulti e' di 60-75 mg/m^2 di superficie corporea da somministrarsi per iniezione E.V. a intervalli di 21 gg. compatibilmente con le condizioni ematomidollari. La dose inferiore (60 mg/m^2) e' raccomandata per i pazienti con riserve midollari ridotte dovute ad eta' avanzata, terapie precedenti, o infiltrazione neoplastica midollare. La dose di 60-75 mg/m^2 puo' essere somministrata in una unica iniezione o suddivisa in 2-3 gg. consecutivi.Specialmente per l'eta' pediatrica e' stata suggerita una posologia alternativa di 30 mg/m^2/die E.V. per tre gg. consecutivi; tale ciclo e' da ripetersi ogni 4 settimane. La dose cumulativa di Adriblastina per via E.V., indipendentemente dallo schema di somministrazione, non deve superare i 550 mg/m^2 di superficie corporea (vedere paragrafo 4.4). Adriblastina e' attualmente impiegata estensivamente anche in polichemioterapia a dosi usuali di 25-50 mg/m^2 ogni 3-4 settimane in combinazione con altri agenti dotati di azione mielodepressiva e a dosi di 60-75 mg/m^2 se combinata con altri farmaci che non presentano tossicita' midollare. Il dosaggio di Adriblastina deve essere ridotto in quei pazienti che presentano una compromissione della funzionalita' epatica, onde evitare un aumento della tossicita' globale. In linea di massima quando i livelli ematici di bilirubina si aggirano su 1,2-3 mg/100 ml e la ritenzione della bromosulfonftaleina e' del 9-15% si raccomandadi somministrare meta' della normale dose di Adriblastina. Se i livelli di bilirubinemia sono ancora piu' elevati, si raccomanda di somministrare un quarto della normale dose. Una moderata compromissione dellafunzione renale non sembra essere un motivo per modificare le dosi raccomandate, data la bassa escrezione di Adriblastina attraverso l'emuntorio renale. Via endovescicale : la dose consigliata per il trattamento topico endovescicale e' di 30-50 mg per instillazione, da somministrarsi ad intervalli variabili da una settimana ad un mese. A seconda che si tratti di un trattamento precauzionale o terapeutico, il ritmo di somministrazione e la durata del trattamento dovranno essere di volta in volta stabiliti dal medico. Le limitazioni relative al trattamento con Adriblastina per via endovenosa non sono valide per la somministrazione per via endovescicale, in quanto l'assorbimento e il passaggiodel farmaco nella circolazione generale sono molto limitati. Modo di somministrazione; via endovenosa: Adriblastina non e' attiva per via orale e non deve essere somministrata per via intramuscolare o intratecale. La somministrazione viene fatta per iniezione endovenosa e, nel caso di trattamento locoregionale dei tumori, per infusione endoarteriosa lenta, o per via topica endovescicale per mezzo di catetere. Adriblastina si scioglie completamente e rapidamente sia in acqua che in soluzione fisiologica salina. Quest'ultima e' preferibile perche' permette di ottenere una soluzione isotonica notoriamente meglio tollerata. E' opportuno eseguire la somministrazione endovenosa nell'arco di 5-10 minuti attraverso il tubolare di una fleboclisi di soluzione fisiologica in corso, dopo essersi accertati che l'ago sia perfettamente in vena. Questa tecnica riduce il pericolo di trombosi e di stravaso perivenoso, evento che puo' condurre a grave cellulite o necrosi. Una sclerosi venosa puo' essere osservata quando l'iniezione sia eseguita in piccoli vasi o venga ripetuta in vena. Questa tecnica riduce il pericolo di fuoriuscita del farmaco ed assicura il lavaggio della vena al termine della somministrazione. Via endovescicale: la somministrazione endovescicale non e' adatta per il trattamento di tumori invasivi che hannoinfiltrato lo strato muscolare della parete vescicale. Per il trattamento endovescicale si suggerisce di somministrare il farmaco alla concentrazione di 1 mg/ml. Il farmaco deve essere infuso utilizzando un catetere e trattenuto all'interno della vescica per 1-2 ore. Durante l'infusione il paziente deve essere ruotato in modo da aumentare la superficie di contatto della mucosa della vescica e della pelvi con la soluzione. Al fine di evitare un'eccessiva diluizione con le urine, si deve dare istruzione al paziente di non bere alcun liquido nelle 12 ore che precedono l'infusione e di svuotare la vescica alla fine dell'infusione.

CONSERVAZIONE

Non pertinente. Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione, vedere paragrafo 6.3.

AVVERTENZE

Generali: Adriblastina deve essere somministrata sotto la supervisione di medici esperti nella chemioterapia antitumorale. Prima di iniziare il trattamento con Adriblastina, i pazienti devono recuperare dalla tossicita' acuta da precedente terapia citotossica (stomatite, neutropenia, trombocitopenia e infezioni generalizzate). La clearance sistemica di doxorubicina risulta ridotta nei pazienti obesi. Funzionalita' cardiaca: la cardiotossicita' e' un rischio del trattamento con le antracicline che si puo' manifestare con eventi acuti o ritardati. Tossicita' acuta: la cardiotossicita' immediata della doxorubicina si manifesta principalmente con tachicardia sinusale e/o alterazioni del tracciato ECG, come alterazioni non specifiche del tratto ST-T. Sono stati inoltre segnalati: tachiaritmia, incluse contrazioni ventricolari premature e tachicardia ventricolare, bradicardia, blocco atrioventricolare e blocco di branca. Tali effetti solitamente non anticipano il successivo manifestarsi di cardiotossicita' ritardata, hanno raramente rilevanza clinica e generalmente non determinano l'interruzione del trattamento con doxorubicina. Tossicita' ritardata: la cardiotossicita' ritardata solitamente si manifesta tardi nel corso del trattamento o entro i2-3 mesi successivi alla fine del trattamento, ma sono stati anche segnalati eventi che si manifestano piu' tardi, dopo diversi mesi o annidalla fine della terapia. La cardiomiopatia ritardata si manifesta mediante una ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) e/o segni e sintomi di scompenso cardiaco congestizio quali dispnea, edema polmonare, edema dipendente, cardiomegalia, epatomegalia, oliguria, ascite, versamento pleurico e ritmo di galoppo. Sono stati inoltre segnalati effetti subacuti come pericardite/miocardite. Lo scompenso cardiaco potenzialmente fatale rappresenta la forma piu' grave di cardiomiopatia indotta da antracicline e rappresenta la tossicita' che limita le dosi cumulative del medicinale. La funzione cardiaca deve essere valutata prima di iniziare il trattamento con doxorubicina e deve essere monitorata durante la terapia per minimizzare il rischio di un grave danno cardiaco. Tale rischio puo' essere ridotto con un monitoraggioregolare della LVEF durante il trattamento e l'immediata sospensione della terapia al comparire del primo segno di compromissione della funzionalita' cardiaca. I metodi quantitativi indicati per il controllo regolare della funzionalita' cardiaca (valutazione della LVEF) sono il MUGA scan (multi-gated radionuclide angiography) o l'ecocardiografia. La valutazione della funzionalita' cardiaca al basale con ECG e MUGA scan, o ecocardiografia, e' raccomandata soprattutto nei pazienti con fattori di rischio per un'aumentata cardiotossicita'. La valutazione ripetuta della LVEF mediante ecocardiografia o MUGA deve essere effettuata soprattutto con dosi cumulative elevate di antracicline. La tecnicadi monitoraggio utilizzata deve essere coerente durante il periodo difollow-up. La probabilita' di sviluppare scompenso cardiaco congestizio, valutata intorno all'1-2% con una dose cumulativa di 300 mg/m^2, aumenta lentamente fino alla dose cumulativa totale di 450-550 mg/m^2. Superata tale dose, il rischio di sviluppare scompenso cardiaco congestizio aumenta considerevolmente. Si raccomanda pertanto di non superare la dose cumulativa totale di 550 mg/m^2. I fattori di rischio per latossicita' cardiaca comprendono una malattia cardiovascolare in atto o silente, una terapia radiante precedente o concomitante sull'area mediastinica pericardica, un precedente trattamento con antracicline o antracenedioni e l'uso concomitante di medicinali che sopprimono la contrattilita' cardiaca o di medicinali cardiotossici (ad es. il trastuzumab). Le antracicline, compresa la doxorubicina, non devono essere somministrate in associazione ad altri agenti cardiotossici a meno che lafunzionalita' cardiaca del paziente non venga attentamente monitorata(vedere paragrafo 4.5). I pazienti che assumono antracicline dopo l'interruzione del trattamento con altri agenti cardiotossici, ed in particolar modo con quelli che hanno una lunga emivita come il trastuzumab, possono essere anche esposti ad un aumentato rischio di comparsa di cardiotossicita'. E' stato riportato che il trastuzumab ha una emivitavariabile. Trastuzumab puo' persistere nel sistema circolatorio fino a 7 mesi. Pertanto, se possibile, i medici devono evitare una terapia a base di antracicline fino a 7 mesi dopo la fine del trattamento con trastuzumab. Se vengono utilizzate antracicline prima di questo tempo,la funzionalita' cardiaca del paziente deve essere attentamente monitorata. La funzionalita' cardiaca deve essere attentamente monitorata nei pazienti che assumono dosi cumulative elevate e in quelli con fattori di rischio. Tuttavia, la cardiotossicita' con doxorubicina puo' verificarsi con dosi cumulative piu' basse in presenza o in assenza di fattori di rischio per la tossicita' cardiaca. Popolazione pediatrica: ibambini e gli adolescenti, in seguito a somministrazione di doxorubicina, risultano esposti ad un rischio maggiore di comparsa ritardata della cardiotossicita'. In particolare, quelli di sesso femminile possono essere esposti a un rischio maggiore rispetto a quelli di sesso maschile. Si raccomanda di effettuare periodicamente esami cardiaci per monitorare tale effetto. E' probabile che la tossicita' di doxorubicina e delle altre antracicline e antracenedioni sia additiva. Tossicita' embrio-fetale: la doxorubicina puo' causare genotossicita'. I pazienti di sesso maschile e femminile devono usare un metodo contraccettivo efficace durante e per un periodo successivo al trattamento con doxorubicina. I pazienti che desiderano avere figli dopo il completamento della terapia devono essere informati di richiedere una consulenza genetica, se opportuno e possibile (vedere paragrafi 4.6 e 5.3). Tossicita' ematologica: doxorubicina, come tutti gli altri medicinali citotossici,puo' indurre mielodepressione. Prima e durante ogni ciclo di terapia con doxorubicina deve essere valutato il profilo ematologico, incluso la conta differenziale dei globuli bianchi (WBC). La tossicita' ematologica si manifesta prevalentemente con leucopenia e/o granulocitopenia(neutropenia) reversibili e dose dipendenti che rappresentano le manifestazioni piu' comuni di tossicita' acuta dose-limitante di questo medicinale. La leucopenia e la neutropenia raggiungono il nadir solitamente tra i 10 ed i 14 giorni successivi alla somministrazione del medicinale; tuttavia, la conta dei globuli bianchi/neutrofili torna generalmente ai livelli normali entro il ventunesimo giorno.

INTERAZIONI

La doxorubicina e' un importante substrato del citocromo P450 CYP3A4 e CYP2D6 e della glicoproteina P. Sono state riportate delle reazioni clinicamente significative con gli inibitori del CYP3A4, del CYP2D6, e/o della P-gp (come il verapamil), che hanno determinato un aumento della concentrazione e dell'effetto clinico della doxorubicina. Gli induttori del CYP3A4 (ad es. il fenobarbitale, la fenitoina, l'Erba di SanGiovanni) e gli induttori della glicoproteina P possono ridurre la concentrazione della doxorubicina. L'aggiunta della ciclosporina alla doxorubicina puo' comportare un incremento dell'area sotto la curva concentrazione-tempo (AUC) sia per la doxorubicina che per il doxorubicinolo, forse dovuto ad una riduzione della clearance del farmaco precursore e ad una riduzione del metabolismo del doxorubicinolo. Dati di letteratura suggeriscono che l'aggiunta della ciclosporina alla doxorubicina causa una tossicita' ematologica piu' intensa e prolungata rispettoa quella osservata con la sola doxorubicina. Sono stati inoltre descritti coma e attacchi epilettici associati a somministrazione concomitante di ciclosporina e doxorubicina. Adriblastina non deve essere mescolata con eparina in quanto questi farmaci presentano incompatibilita' chimica ed in certe proporzioni formano un precipitato. Adriblastina viene usata anche in associazione ad altri chemioterapici antitumorali.E' possibile che gli effetti tossici si sommino a quelli degli altri farmaci soprattutto per quanto concerne gli effetti sul midollo osseo/ematologici e gastrointestinali (vedere paragrafo 4.4). E' necessario monitorare la funzionalita' cardiaca durante il trattamento quando doxorubicina viene somministrata in combinazione chemioterapica con altrimedicinali potenzialmente cardiotossici, o con altri composti cardioattivi (ad es. i calcioantagonisti). E' assolutamente sconsigliabile mescolare contemporaneamente piu' farmaci nella stessa siringa. Il paclitaxel, quando e' somministrato prima di Adriblastina, puo' causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di doxorubicina e/o dei suoi metaboliti. Dati certi mostrano che, quando Adriblastina e' somministrata prima del paclitaxel, questo effetto e' minore. Durante il trattamento concomitante con sorafenib 400 mg due volte al giorno, sono statiosservati sia degli aumenti (21% e 47%) sia nessuna modifica dell'AUCdi doxorubicina. Il significato clinico di questi risultati non e' noto.

EFFETTI INDESIDERATI

Mielodepressione e cardiotossicita' sono i due effetti collaterali dimaggiore importanza (vedere paragrafo 4.4). L'alopecia rappresenta ilsintomo collaterale piu' frequente comparendo in circa l'86% dei casitrattati. E' accompagnata da arresto della crescita della barba nel maschio, ma e' reversibile al termine del trattamento. Una stomatite puo' comparire dopo circa 5-10 giorni dall'inizio del trattamento; essa e' caratterizzata da aree di erosione dolenti e localizzate particolarmente lungo i margini laterali della lingua ed a livello della mucosa sublinguale. La sua frequenza e gravita' sono risultate maggiori con gli schemi di dosaggio che prevedono la somministrazione di Adriblastina per tre giorni consecutivi. Durante la somministrazione per via endovescicale, possono comparire ematuria, bruciori vescicali e uretrali, disuria, stranguria, pollachiuria. Questi sintomi sono in genere di modesta entita' e di breve durata. Se durante la somministrazione Adriblastina fuoriesce dalla vena, cio' comporta gravi lesioni tissutali fino alla necrosi. Una sclerosi venosa e' stata osservata specialmente quando vengono utilizzati piccoli vasi o quando la stessa vena sia impiegata per somministrazioni ripetute (vedere paragrafo 4.2). Le reazioniavverse riportate in associazione con la terapia con doxorubicina sono elencate qui sotto in base alla classificazione per sistemi e organisecondo MedDRA e alla frequenza. Le frequenze sono cosi' definite: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Infezioni ed infestazioni. Molto comune: infezione; comune: sepsi, setticemia. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Non nota: leucemia linfocitica acuta, leucemia mieloide acuta. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: leucopenia, neutropenia, anemia, trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazione anafilattica, shock anafilattico. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: appetito ridotto; non nota: disidratazione, iperuricemia. Patologie dell'occhio. Comune: Congiuntivite; non nota: cheratite, lacrimazione aumentata. Patologie cardiache. Comune: insufficienza cardiaca congestizia, tachicardia sinusale; non nota: blocco atrioventricolare, tachiaritmia, blocco di branca. Patologie vascolari. Non comune: embolia; non nota: shock, emorragia, tromboflebite, flebite, vampate di calore. Patologie gastrointestinali. Molto comune: Infiammazione della mucosa/stomatite, diarrea, vomito, nausea, colite; comune: esofagite, dolore addominale; non nota: emorragia gastrointestinale, gastrite erosiva, colite, alterazione del coloredella mucosa. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, alopecia; comune:orticaria, eruzione cutanea, iperpigmentazione della cute, iperpigmentazione delle unghie; non nota: reazione di fotosensibilita', reazionidi richiamo, prurito, patologia della cute. Patologie renali e urinarie. Non nota: cromaturia^a. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non nota: amenorrea, azoospermia, oligospermia. Patologiesistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Moltocomune: piressia, astenia, brividi; comune: reazione in sede di infusione; non nota: malessere. Esami diagnostici. Molto commune: frazione di eiezione ridotta, elettrocardiogramma anormale, transaminasi anormali, peso aumentato^b. ^a per uno o due giorni dopo la somministrazione. B^ riportato in pazienti con carcinoma mammario iniziale trattate con terapia adiuvante a base di doxorubicina (studio nsabp b-15). Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioniavverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Fertilita': Adriblastina puo' causare infertilita' nelle donne durante il trattamento. Adriblastina puo' causare amenorrea. L'ovulazione e le mestruazioni sembrano tornare dopo la fine del trattamento, sebbenepuo' verificarsi la comparsa di menopausa prematura. Adriblastina e' mutagena e puo' determinare un danno cromosomiale negli spermatozoi umani. L'oligospermia o l'azospermia puo' essere permanente; tuttavia, e' stato riportato che in alcuni casi la conta degli spermatozoi torna ad essere nella norma. Questo puo' accadere diversi anni dalla fine del trattamento. Gli uomini che sono in trattamento con Adriblastina devono fare uso di metodi contraccettivi efficaci. Prima del trattamento,sia gli uomini che le donne devono richiedere una consulenza sui metodi che consentono di preservare la fertilita'. Gravidanza: studi in vivo ed in vitro hanno dimostrato il potenziale embriotossico di doxorubicina. Doxorubicina, somministrata nei ratti femmina prima e durante l'accoppiamento, la gravidanza e l'allattamento, si e' dimostrata tossica sia per la madre sia per il feto. Doxorubicina, somministrata durante la gravidanza, e' stata associata a danno fetale. Le pazienti che assumono doxorubicina durante la gravidanza o che rimangono incinte durante il trattamento con doxorubicina, devono essere informate circa ilpotenziale rischio per il feto. Donne in eta' fertile/contraccezione nei pazienti di sesso maschile e femminile: le donne in eta' fertile devono essere informate della necessita' di evitare una gravidanza durante il trattamento e di utilizzare metodi contraccettivi efficaci durante tale periodo e per almeno 6 mesi e 10 giorni dopo l'ultima dose. Gli uomini con partner di sesso femminile in eta' fertile devono essereinformati sulla necessita' di utilizzare un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento con doxorubicina e per almeno 3 mesi e 10giorni dopo l'ultima dose (vedere paragrafo 4.4). Allattamento: la doxorubicina e' escreta nel latte materno (vedere paragrafo 5.2). A causa delle potenziali reazioni gravi nei lattanti determinate dalla doxorubicina, le donne non devono allattare al seno durante il trattamento con doxorubicina e per almeno 10 giorni dopo l'ultima dose.

Codice: 022393045
Codice EAN:

Codice ATC: L01DB01
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Citostatici
  • Antibiotici citotossici e sostanze correlate
  • Antracicline e sostanze correlate
  • Doxorubicina
Temperatura di conservazione: nessuna particolare condizione di conservazione
Forma farmaceutica: POLVERE PER SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FLACONE

POLVERE PER SOLUZIONE INIETTABILE

36 MESI

FLACONE