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CAPITAL INIET 3F 4MG/1ML Produttore: LAB.FARMACOLOGICO MILANESE SRL

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

CAPITAL

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Corticosteroidi sistemici, non associati.

PRINCIPI ATTIVI

Desametasone sodio fosfato 4,37 mg.

ECCIPIENTI

Creatinina, sodio metabisolfito, sodio citrato, metile p-ossibenzoato, propile p-ossibenzoato, sodio idrossido, acqua per preparazioni iniettabili

INDICAZIONI

Per iniezione endovenosa o intramuscolare, quando la terapia orale non sia possibile. Insufficienza corticosurrenale: il medicinale possiede un'attivita' prevalentemente glicocorticoide e scarsa attivita' mineralcorticoide. Non permette quindi una completa terapia di sostituzione ed il suo impiego deve essere integrato con sali o desossicorticosterone o ambedue. Cosi' integrato, e' indicato in tutti i tipi di insufficienza corticosurrenale, per esempio nel morbo di Addison o nei casi di surrenectomia bilaterale che richiedono la sostituzione dell'attivita' sia glicocorticoide che mineralcorticoide. Insufficienza corticosurrenale relativa: nell'insufficienza corticosurrenale relativa che puo' verificarsi in seguito alla sospensione di una terapia prolungata con dosi soppressive di ormoni corticosurrenali, l'attivita' mineralcorticoide puo' mantenersi integra. La sostituzione con un ormone ad azione prevalentemente glicorticoide puo' quindi essere sufficiente per riportare alla norma la funzione corticosurrenale. Quando si imponga la necessita' di un effetto immediato, il medicinale puo' essere di importanza vitale, dato che la sua efficacia puo' manifestarsi entro pochi minuti dalla somministrazione. Trattamento preoperatorio e postoperatorio di sostegno nei pazienti sottoposti a surrenectomia bilaterale o a ipofisectomia: in ogni altra situazione chirurgica in cui si sospetti una inadeguata riserva corticosurrenale; nei casi di shock postoperatorio che non rispondono alla terapia convenzionale. Tiroidite non suppurativa: per iniezione endovenosa o intramuscolare, quando, nella crisitiroidea, la terapia orale non sia possibile. Shock: il medicinale e'utile come terapia supplementare dello shock quando sono necessarie alte dosi (farmacologiche) di corticosteroidi: per esempio, grave shockemorragico, traumatico, chirurgico. Il trattamento con il farmaco costituisce un complemento e non una sostituzione delle misure specificheo di sostegno che possono essere necessarie: per esempio, reintegrazione del volume circolatorio, correzione del bilancio idrico ed elettrolitico, sommistrazione di ossigeno, misure chirurgiche, terapia antibiotica. Malattie reumatiche: come terapia supplementare per un breve periodo di tempo (per aiutare il paziente durante un episodio acuto o nella riacutizzazione) nelle seguenti forme: osteoartrosi post-traumatica, sinovite da osteoartrosi, artrite reumatoide, borsite acuta e subacuta, epicondilite, tenosinovite acuta aspecifica, artrite gottosa acuta, artrite psoriasica, spondilite anchilosante, artrite reumatoide giovanile. Malattie del collagene: durante la riacutizzazione o per la terapia di mantenimento in casi selezionati di lupus eritematoso sistemico e di cardite reumatica acuta. Malattie dermatologiche: pemfigo, eritema polimorfo grave (sindrome di Stevens-Johnson), dermatite esfoliativa, dermatite bollosa erpetiforme, dermatite seborroica grave, psoriasi grave, micosi fungoide. Stati allergici: per il controllo iniziale delle gravi forme allergiche: asma bronchiale, incluso lo stato asmatico, dermatite da contatto, dermatite atopica, reazione da siero, rinite allergica stagionale o perenne, reazioni di ipersensibilita' a farmaci, reazioni orticarioidi a trasfusioni, edema laringeo acuto non infettivo (il farmaco di prima scelta e' l'adrenalina), edema angioneurotico, in associazione all'adrenalina nell'anafilassi. Oftalmologia: gravi processi allergici ed infiammatori acuti e cronici a carico marginale dell'occhio ed annessi, quali: congiuntivite allergica, cheratite, ulcere marginali allergiche corneali, herpes zoster oftalmico, irite, iridociclite, corioretinite, uveite posteriore diffusa e coroidite, neurite oftalmica, neurite retrobulbare, oftalmia simpatica, infiammazione del segmento anteriore dell'occhio. Malattie gastrointestinali: coadiuvante durante periodi critici della malattia nella colite ulcerosa (terapia sistemica), enterite regionale (terapia sistemica). Malattie dell'apparato respiratorio: sarcoidosi, sindrome di Loeffler non trattabile con altri mezzi, berilliosi, tubercolosi polmonare fulminante o disseminata (in associazione all'appropriata chemioterapia antitubercolare), polmonite da aspirazione, enfisema polmonare nei casi in cui il broncospasmo o l'edema bronchiale svolgano un ruolo significativo, fibrosi polmonare interstiziale diffusa (sindrome di Hamman-Rich). Malattie ematologiche: anemia emolitica acquisita (autoimmune), porpora trombocitopenica idiopatica e' secondaria negli adulti (solo per via endovenosa; la somministrazione intramuscolare e controindicata), eritroblastopenia, anemia ipoplastica congenita (eritroide). Malattie neoplastiche: per il trattamento palliativo dell'ipercalcemia associata a cancro, per le leucemie e linfomi negli adulti e per la leucemia acuta nei bambini. Stati edematosi: per provocare la diuresi o la remissione della proteinuria nella sindrome nefrotica senza uremia, del tipo idiopatico o dovuta a lupus eritematoso. In associazione a diuretici, per indurre la diuresi in: cirrosi epatica con ascite refrattaria, scompenso cardiaco congestizio refrattario. Edema cerebrale: puo' essere impiegato nel trattamento dei pazienti con edema cerebrale di varia eziologia:associato a tumori cerebrali primari o metastatici; associato a disturbi vascolari cerebrali (apoplessia acuta) che coinvolgono la corteccia cerebrale; associato alla neurochirurgia; associato a lesioni craniche o a pseudo tumori cerebrali. Il farmaco puo' inoltre essere impiegato per la preparazione all'intervento chirurgico nei pazienti con ipertensione endocranica secondaria a tumori cerebrali; come palliativo nei pazienti con neoplasie cerebrali inoperabili o recidive. L'impiego nell'edema cerebrale non elimina la necessita' di un'attenta valutazione neurologica e di trattamenti radicali, quali interventi neurochirurgici o di altre terapie specifiche. Per iniezione intrasinoviale o nei tessuti molli. Terapia supplementare per un breve periodo di tempo nelle forme seguenti: sinovite da osteoartrosi, artrite reumatoide, borsite acuta e subacuta, artrite gottosa acuta, epicondilite, tenosinoviteacuta aspecifica, osteoartrosi post-traumatica, artrite traumatica, malattie di Dupuytren, fibromiosite, nevrite e nevralgia intercostale, tendinite, peritendinite, malattie di De Quervain, dito a scatto. Varie: meningite tubercolare con blocco o minaccia di blocco subaracnoideo(in associazione all'appropriata chemioterapia antitubercolare). Croup: puo' alleviare entro poche ore il laringospasmo, l'edema, la tosse o lo stridore e determina in genere un persistente miglioramento entro12 ore dalla somministrazione della prima dose. Contemporaneamente, deve essere attuata la terapia antidifterica convenzionale, comprendente antibiotici. Prova diagnostica dell'iperfunzionalita' corticosurrenale.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Infezioni micotiche sistemiche. Ipersensibilita' a qualsiasi componente del prodotto.

POSOLOGIA

Il preparato puo' essere iniettato direttamente senza miscelare o diluire. Se si preferisce, si puo' aggiungerlo, senza perdita di efficacia, al cloruro di sodio iniettabile, al destrosio iniettabile o al sangue adatto per la trasfusione e si puo' somministrarlo per infusione venosa goccia a goccia. Quando il farmaco viene aggiunto ad una soluzione per infusione, la miscela deve essere utilizzata entro 24 ore. Vannoosservate le misure di asepsi normalmente adottate per le iniezioni. La posologia iniziale puo' variare in genere da 0,5 mg a 20 mg al giorno a seconda della malattia specifica da trattare. Nelle situazioni diminore gravita' sono generalmente sufficienti dosi ridotte, mentre indeterminati pazienti possono essere necessarie dosi iniziali piu' elevate. Di norma la posologia parenterale varia da un terzo ad un mezzo della dose orale somministrata ogni 12 ore. Tuttavia, in certe situazioni acute di emergenza, nelle quali la vita del paziente sia in pericolo puo' essere giustificata la somministrazione di dosi superiori allaposologia abituale, che possono raggiungere valori multipli rispetto alle dosi orali. La posologia iniziale dovrebbe essere mantenuta invariata o dovrebbe essere modificata in modo adeguato fino al raggiungimento di una risposta soddisfacente. Se dopo un ragionevole periodo di tempo non si osserva una risposta clinica soddisfacente, si dovrebbe interrompere il trattamento e passare ad altra terapia appropriata. Ottenuta una risposta favorevole, determinare l'appropriata posologia di mantenimento riducendo, a piccole quantita' e a intervalli di tempo adeguati, la posologia iniziale del farmaco fino a raggiungere la dose minima sufficiente per mantenere la risposta clinica desiderata. Regolare la posologia in base a un costante controllo clinico del paziente. Quando il farmaco e' stato somministrato per un periodo di tempo superiore a qualche giorno, la sospensione del trattamento deve essere attuata gradualmente e non in modo brusco. Iniezione endovenosa e intramuscolare: qualora possibile, si impieghi la via endovenosa sia per la dose iniziale che per tutte le dosi somministrate successivamente mentre il paziente e' in stato di shock. Se si osserva una risposta pressoria, si impieghi la via intramuscolare fino a quando si potra' passare alla terapia orale. Non si dovrebbero iniettare per via intramuscolare piu' di 2 ml per ogni punto di iniezione. Nei casi di emergenza, la dose abituale per l'iniezione endovenosa o intramuscolare e' di 1-5 ml (da 4 a 20 mg) a seconda della gravita' della malattia. Tale dose puo' essere ripetuta fino a quando si osserva una risposta adeguata. Una volta ottenuto il miglioramento iniziale, possono essere sufficienti dosisingole di 0,5-1 ml (da 2 a 4 mg) ripetibili qualora necessario. La posologia giornaliera complessiva non deve generalmente superare i 20 ml (80 mg), anche nelle forme gravi. Quando si desidera un effetto massimo costante, la somministrazione deve essere ripetuta ad intervalli di 3-4 ore o deve essere effettuata mediante infusione venosa goccia a goccia. Le iniezioni endovenose ed intramuscolari sono indicate nelle malattie acute. Superata la fase acuta, si passi non appena possibile alla terapia steroidea orale. Shock: la dose abituale e' di 2-6 mg/kg di peso corporeo somministrati in un' unica iniezione endovenosa. Quando lo shock persista, tale dose puo' essere ripetuta entro 2-6 ore. Quale alternativa, il farmaco puo' essere somministrato alla dose di 2-6mg/kg di peso corporeo in un' unica iniezione endovenosa immediatamente seguita da un'infusione venosa di una dose uguale. La terapia con il farmaco costituisce un complemento e non una sostituzione della terapia convenzionale. La somministrazione di corticosteroidi a dosi elevate dovrebbe essere protratta solo fino a quando si osserva la stabilizzazione delle condizioni del paziente ed in genere per un periodo non superiore alle 48-72 ore. Si eviti la terapia protratta con queste dosi elevate, al fine di prevenire eventuali complicanze quali insufficienza surrenale o ulcera gastrointestinale. Edema cerebrale associato alla apoplessia acuta: inizialmente 10 mg (2,5 ml) di per via endovenosae in seguito per via intramuscolare 4 mg (1 ml) ogni 6 ore per 10 giorni. La dose dovrebbe essere ridotta a zero entro i 7 giorni successivi. Edema cerebrale associato al trattamento di tumori cerebrali primitivi o metastatici, interventi neurochirurgici, traumi cranici, pseudo tumori del cervello o preparazioni ad intervento di pazienti che presentano aumento della pressione endocranica dovuta a tumore cerebrale: inizialmente 10 mg (2,5 ml) per via endovenosa ed in seguito per via intramuscolare 4 mg (1 ml) ogni 6 ore fino a quando regrediscono i sintomi dell'edema cerebrale. Si osserva in genere una risposta entro 12- 24 ore: la posologia puo' essere ridotta dopo 2-4 giorni e gradualmentesospesa nel corso di 5-7 giorni. Per il trattamento palliativo dei pazienti con tumori recidivi o inoperabili: la posologia di mantenimentodeve essere adattata ai singoli casi impiegando la soluzione iniettabile o la soluzione iniettabile compresse. Puo' essere adeguata una posologia di 2 mg due o tre volte al giorno. E' opportuno impiegare la posologia minima necessaria per il controllo dell'edema cerebrale. Si devono seguire le abituali precauzioni associate alla terapia corticosteroidea. Si deve prendere in considerazione l'eventuale opportunita' diprescrivere antiacidi, anticolinergici e misure dietetiche per prevenire la comparsa di ulcere grastrointestinali o emorragie. - Croup: la posologia abituale comporta in genere una dose singola variabile da 0,5 a 1,25 ml (da 2 a 5 mg) a seconda dell'eta' e del peso corporeo del bambino. Contemporaneamente deve essere attuata la terapia antidifterica convenzionale, comprendente dosi adeguate di antibiotici. Nei casi particolarmente gravi la terapia steroidea puo' essere continuata a basse dosi per 2 o 3 giorni quale misura precauzionale per prevenire l'insorgenza di ulteriori attacchi acuti. Iniezioni intrasinoviali e nei tessuti molli: le iniezioni intrasinoviali e nei tessuti molli vengonogeneralmente impiegate quando le articolazioni e le sedi colpite non sono piu' di una o due. Non eliminano la necessita' di attuare le misure convenzionali abitualmente adottate. Pur agendo favorevolmente sui sintomi, non costituiscono assolutamente una cura, dato che l'ormone non svolge alcun effetto sulla causa dell'infiammazione. Dosi normalmente impiegate. Grandi articolazioni: 0,5-1 ml; piccole articolazioni: 0,2-0,25 ml; borse: 0,5-0,75 ml; guaine tendinee: 0,1-0,25 ml; calli e duroni: 0,05-0,25 ml; plantare: 0,1-0,25 ml; digitale: 0,05-0,2 ml; infiltrazione tessuti molli: 0,5-1,5 ml; gangli: 0,25-0,5 ml. La frequenza dell'iniezione varia da una volta ogni 3-5 giorni ad una volta ogni2-3 settimane.

CONSERVAZIONE

Nessuna speciale precauzione per la conservazione.

AVVERTENZE

I corticosteroidi possono esacerbare le infezioni fungine sistemiche e quindi non dovrebbero essere usati in presenza di tali infezioni a meno che siano necessari per controllare le reazioni da farmaco dovute all'anfotericina B. Sono stati riportati dei casi in cui l'uso concomitante di anfotericina B e idrocortisone fu seguito da ipertrofia cardiaca congestizia. La piu' bassa dose possibile di corticosteroidi dovrebbe essere usata per controllare la patologia e quando e' possibile lariduzione nel dosaggio, questa dovrebbe essere fatta in maniera graduale. In corso di terapia prolungata puo' essere opportuno a titolo precauzionale un regime anti-ulceroso comprendente un antiacido. E' opportuno impiegare la posologia minima necessaria per il controllo della malattia, attuando una graduale riduzione posologica non appena questa sia possibile. Posologie medie o elevate di idrocortisone o di cortisone possono provocare un aumento della pressione arteriosa, ritenzione idrica e salina, o eccessiva deplezione di potassio. Possono rendersi necessari un regime povero di sale e supplementi di potassio. Tutti i corticosteroidi aumentano l'escrezione del calcio. Nei pazienti sotto terapia corticosteroidea esposti a notevole stress e' indicato un aumento posologico dei corticosteroidi a rapida azione, prima, durante e dopo la situazione di stress. Si deve tener conto del piu' lento tasso di assorbimento determinato dalla somministrazione intramuscolare. Un'insufficienza corticosurrenale secondaria indotta dal farmaco potra' essere minimizzata riducendo gradualmente la posologia. Questo tipo di insufficienza relativa puo' tuttavia persistere per qualche mese dopo la sospensione della terapia: in qualsiasi situazione di stress che siverificasse durante questo periodo, e' quindi opportuno reinstituire la terapia ormonale. Se il paziente e gia' sotto trattamento steroideo, puo' rendersi necessario un aumento della posologia. Dato che la secrezione dei mineralcorticoidi potrebbe essere inadeguata, e' opportunala contemporanea somministrazione di sali e/o di un mineralcorticoide. Dopo una terapia prolungata, la sospensione di corticosteroidi puo' provocare sintomi (sindrome da sospensione di corticosteroidi). In rari casi si sono verificate reazioni anafilattoidi in pazienti trattati con terapia corticosteroidea parenterale: soprattutto quando l'anamnesi del paziente indichi un'allergia a qualche farmaco, prima della somministrazione e' opportuno prendere le necessarie precauzioni. I corticosteroidi possono sopprimere le risposte alle prove cutanee. In corso di terapia corticosteroidea i pazienti non dovrebbero essere vaccinaticontro il vaiolo. Altre procedure immunitarie non dovrebbero essere attuate nei pazienti trattati con corticosteroidi, dato il pericolo di complicanze neurologiche e di una mancata risposta anticorpale. In presenza di ipoprotrombinemia l'acido acetilsalicilico dovrebbe essere impiegato con cautela in corso di terapia corticosteroidea. Nei pazientiipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai corticosteroidi puo' aumentare. Vi e' una maggiore incidenza di mortalita' nei pazienti con elevati valori di creatinina serica all'inizio del trattamento, come pure nei pazienti che hanno sviluppato una infezione secondaria dopo l'inizio del trattamento. L'impiego nella tubercolosi in atto dovrebbe essere limitato ai casi di tubercolosi fulminante o disseminata nei quali il corticosteroide viene usato per il trattamento della malattia in associazione a un appropriato regime antitubercolare. Quandocorticosteroidi sono indicati in pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, e' necessario un rigoroso controllo, dato che puo' verificarsi una riattivazione della malattia. In corso di terapia corticosteroidea prolungata, questi pazienti dovrebbero essere sottoposti a una chemioprofilassi. Gli steroidi dovrebbero essere impiegati con cautela in presenza di: colite ulcerosa aspecifica con pericolo di perforazione; ascessi o altre infezioni piogeniche; diverticolite; anastomosi intestinali recenti; ulcera gastrica in atto olatente; insufficienza renale; ipertensione; osteoporosi; miastenia grave. E' stata descritta embolia gassosa come una possibile complicanza di ipercortisonismo. Impiegare con cautela nei pazienti con herpes simplex oculare, dato il possibile rischio di ulcerazione e perforazione corneale. In alcuni pazienti gli steroidi possono aumentare o ridurre la mobilita' e il numero degli spermatozoi. I corticosteroidi possono mascherare alcuni sintomi dell'infezione e durante il loro impiego possono manifestarsi infezioni sovrapposte. In corso di terapia corticosteroidea si puo' osservare una ridotta resistenza alle infezioni e latendenza, da parte dei processi infettivi, a non localizzarsi. Inoltre, i corticosteroidi possono influenzare il test del nitroblutetrazoloper le infezioni batteriche e provocare falsi risultati negativi. I corticosteroidi possono attivare una amebiasi latente. Percio', si raccomanda di accertare che non sia presente una amebiasi latente o attivaprima di iniziare una terapia. corticosteroidea in pazienti che sianostati ai tropici o in pazienti con diarrea. Durante il trattamento con corticosteroidi possono manifestarsi alterazioni psichiche. Quando presenti, la instabilita' psichica e le tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi. L'impiego prolungato dei corticosteroidi puo' causare cataratta subcapsulare posteriore, glaucoma con possibile lesione dei nervi ottici e puo' favorire l'instaurarsi di infezioni oculari secondarie dovute a funghi o a virus. I bambini e i ragazzi sottoposti a terapia corticosteroidea prolungata dovrebbero essere controllati accuratamente per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo. L'iniezione intra-articolare di un corticosteroide puo' provocare effetti sia sistemici che locali. La presenza di liquidi nelle articolazioni richiede esami appropriati, al fine di escludere processi settici. Un marcato aumento del dolore, accompagnato da edema locale, ulteriore limitazione della mobilita' articolare, febbre e malessere generale, suggerisce la presenza di un'artrite settica. Se tale complicanza si verificasse e la diagnosi di sepsi venisse confermata, si dovra' istituire un'appropriata terapia anti-infettiva. E' da evitare l'iniezione locale di uno steroide in zone infette. I corticosteroidi non devonoessere iniettati in articolazioni instabili. Ai pazienti deve essere chiaramente sottolineata l'importanza di non abusare delle articolazioni in cui si e' ottenuto un miglioramento sintomatico, fino a quando persiste l'attivita' del processo infiammatorio. Evitare l'iniezione dicorticosteroidi nei tendini. Iniezioni intraarticolari frequenti possono provocare un danno a livello articolare.

INTERAZIONI

La difenilidantoina, il fenobarbitale, l'efedrina e la rifampicina possono aumentare la clearance dei corticosteroidi con diminuiti livelliematici e diminuita attivita' fisiologica; cio' richiede un aggiustamento del dosaggio corticosteroideo. Queste interazioni possono interferire con i test di soppressione del Desametasone, che dovrebbero essere interpretati con cautela durante la somministrazione di questi farmaci. Il tempo di protrombina dovrebbe essere controllato frequentementenei pazienti che ricevono corticosteroidi e anticoagulanti cumarinicinello stesso tempo, poiche' in alcuni casi i corticosteroidi hanno alterato la risposta a questi anticoagulanti. Alcuni studi hanno mostrato che l'effetto provocato di solito dall'aggiunta dei corticosteroidi e' l'inibizione della risposta ai composti cumarinici, sebbene ci siano stati alcuni rapporti contrastanti che indicavano un potenziamento. Quando i corticosteroidi vengono somministrati contemporaneamente a diuretici depletori di potassio, i pazienti devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di ipokaliemia.

EFFETTI INDESIDERATI

Disturbi idrici ed elettrolitici: ritenzione sodica; ritenzione idrica; scompenso cardiaco congestizio nei soggetti predisposti; deplezionedi potassio; alcalosi ipokaliemica; ipertensione, ipotensione o reazione tipo shock. Muscoloscheletrici: astenia muscolare; miopatia da steroidi; riduzione della massa muscolare; osteoporosi; fratture vertebrali da compressione; necrosi asettica della testa del femore e dell'omero; fratture spontanee delle ossa lunghe; rotture tendinee. Gastrointestinali: ulcera peptica con possibile perforazione ed emorragia; perforazioni intestinali, particolarmente in pazienti con patologie infiammatorie a livello intestinale; pancreatite; distensione addominale; esofagite ulcerosa. Dermatologici: ritardata guarigione delle ferite; cute sottile e delicata; possono essere inibite le reazioni conseguenti atest cutanei; petecchie ed ecchimosi; eritemi; aumento della traspirazione; bruciore e prurito, specie nella regione perianale (dopo iniezione endovenosa); altre reazioni cutanee come dermatite allergica, orticaria, edema angioneurotico. Neurologici: convulsioni; aumento della pressione endocranica con papilledema (pseudotumor cerebri), generalmente dopo il trattamento; vertigini; cefalea. Endocrinologici: irregolarita' mestruali; stato cushingoide; arresto della crescita nei bambini;mancanza di risposta corticosurrenale e ipofisaria secondaria, speciedurante periodi di stress dovuti a traumi, interventi chirurgici o malattie gravi; ridotta tolleranza ai carboidrati; manifestazioni di diabete mellito latente; aumentato fabbisogno di insulina o di ipoglicemizzanti orali nei pazienti diabetici. Oftalmologici: cataratta subcapsulare posteriore; aumento della pressione intraoculare; glaucoma; esoftalmo. Metabolici: catabolismo proteico con bilancio azotato negativo, per cui nei trattamenti prolungati la razione di proteine va adeguatamente aumentata. Altri: reazioni anafilattiche o da ipersensibilita', tromboembolia, aumento ponderale, aumento dell'appetito, nausea, malessere. Inoltre sono stati attribuiti ai preparati steroidei iniettabili i seguenti effetti collaterali: rari casi di cecita' associati alla terapia intra-lesionale a livello del volto e della testa; iperpigmentazione o ipopigmentazione; atrofia cutanea e sottocutanea; ascessi sterili; riacutizzazione dopo l'iniezione intra-articolare; artropatia del tipo Charcot. Esistono segnalazioni di aritmie cardiache e/o collassi circolatori a seguito di somministrazioni rapide di dosi elevate di corticosteroidi per via endovenosa.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Non essendo ancora disponibili studi adeguati sui corticosteroidi in relazione alla riproduzione umana, l'impiego di questi farmaci nelle donne in gravidanza, nelle madri che allattano o nelle donne in eta' feconda richiede che vengano accuratamente vagliati i possibili rischi evantaggi derivanti dal farmaco per la madre e per il feto. I bambini nati da madri che in corso di gravidanza siano state trattate con dosiconsiderevoli di corticosteroidi dovrebbero essere sottoposti ad accurati controlli atti ad accertare eventuali segni di iposurrenalismo. Icorticosteroidi sono stati ritrovati nel latte materno e possono arrestare la crescita, interferire con la produzione di corticosteroidi endogeni o causare altri effetti indesiderati. Le madri in corso di terapia con corticosteroidi dovrebbero essere avvertite di non allattare.

Codice: 036304018
Codice EAN:

Codice ATC: H02AB02
  • Preparati ormonali sistemici,escl.ormoni sessuali e insuline
  • Corticosteroidi sistemici
  • Corticosteroidi sistemici, non associati
  • Glicocorticoidi
  • Desametasone
Temperatura di conservazione: nessuna particolare condizione di conservazione
Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FIALA

SOLUZIONE INIETTABILE

36 MESI

FIALA