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CARVEDILOLO HEX 30CPR 25MG Produttore: SANDOZ SPA

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

CARVEDILOLO HEXAL COMPRESSE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Agenti beta-bloccanti, bloccanti dei recettori alfa e beta adrenergici..

PRINCIPI ATTIVI

Ogni compressa contiene 3,125 mg, di carvedilolo. Ogni compressa contiene 6,25 mg di carvedilolo. Ogni compressa contiene 12,5 mg di carvedilolo. Ogni compressa contiene 25 mg di carvedilolo. Ogni compressa contiene 50 mg di carvedilolo.

ECCIPIENTI

Lattosio monoidrato, cellulosa microcristallina, crospovidone, povidone K30, silice colloidale anidra, magnesio stearato. Inoltre le compresse da 3,125 mg: ferro ossido rosso (E172). Inoltre le compresse da 6,25 mg: ferro ossido giallo (E172). Inoltre le compresse da 12,5 mg: ferro ossido rosso (E172) e ferro ossido giallo (E172).

INDICAZIONI

Ipertensione essenziale; angina pectoris cronica stabile; trattamentoaggiuntivo dell'insufficienza cardiaca cronica stabile da moderata a grave in combinazione con terapia standard (come ACE inibitori e diuretici con o senza digitalici). Nota (se usato per trattare l'insufficienza cardiaca cronica): la terapia con carvedilolo puo' essere iniziatasolo se il paziente e' stato stabilizzato con la terapia convenzionale di base per l'insufficienza cardiaca, cioe' la dose della terapia standard corrente deve essere stata stabile per almeno quattro settimaneprima di inizaire il trattamento con carvedilolo.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' a carvedilolo o a uno qualsiasi degli eccipienti. Insufficienza cardiaca instabile/scompensata, insufficienza cardiaca appartenente alla classe IV NYHA della classificazione delle insufficienze cardiache che prevede un trattamento inotropico per via endovenosa. Asma bronchiale o altre patologie respiratorie con componente broncospastica (esempio la malattia polmonare ostruttiva cronica); embolia polmonare acuta; alterazioni della funzionalita' epatica clinicamente manifeste; angina di Prinzmetal; blocco atrio-ventricolare di secondo e di terzo grado (a meno che non vi sia un pacemaker permanente). Bradicardia di grado severo (<50 bpm). Sindrome del nodo seno-atriale (compresi blocchi seno-atriali). Shock cardiogeno. Ipotensione di grado severo (pressione sistolica inferiore a 85 mmHg). Acidosi metabolica. Cuorepolmonare; feocromocitoma non trattato; trattamento concomitante con verapamil, diltiazem o altri medicinali antiaritmici per via endovenosa. Trattamento concomitante con inibitori della MAO (eccetto per inibitori della MAO-B); allattamento.

POSOLOGIA

Posologia. Il medicinale e' disponibile in 5 dosaggi: 3,125 mg, 6,25 mg, 12,5 mg, 25 mg e 50 mg. Ipertensione. Per il trattamento dell'ipertensione, il carvedilolo puo' essere usato da solo o in associazione con altri antiipertensivi, specialmente con i diuretici tiazidici. Si consiglia l'assunzione di una singola dose giornaliera, tuttavia la singola dose massima raccomandata e' di 25 mg e la massima dose giornaliera raccomandata e' di 50 mg. Adulti: il dosaggio consigliato per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio raccomandato e' di 25 mg una volta al giorno. Se necessario, il dosaggio puo' essere gradualmente aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane. Anziani: la dose raccomandata per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg una volta al giorno; tale dosaggio puo', anche, essere sufficiente per un trattamento continuo. Tuttavia, se la risposta dovesse essere inadeguata, il dosaggio potra' essere aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane. Angina pectoris cronica stabile. Il carvedilolo e' indicato per iltrattamento dell'angina stabile cronica, dell'ischemia miocardica silente, dell'angina instabile e della disfunzione ventricolare sinistra associata a cardiopatia ischemica. Si raccomanda un regime di due volte al giorno. Adulti: il dosaggio raccomandato per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato e' di 25 mg due volte al giorno. Se necessario, la dose puo' essere aumentata gradualmente ad intervalli noninferiori alle due settimane. La dose massima giornaliera consigliatae' di 100 mg da assumersi in due dosi da 50 mg ciascuna due volte al giorno. Anziani: il dosaggio raccomandato per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato e' di 25 mg due volte al giorno, che e' ladose massima giornaliera consigliata. Insufficienza cardiaca. Il carvedilolo puo' essere somministrato con la terapia farmacologica convenzionale, che include diuretici, ACE-inibitori/AIIRA, digitale e/o vasodilatatori. Il paziente deve essere clinicamente stabile (nessuna variazione di classe NYHA, nessun ricovero ospedaliero per insufficienza cardiaca) e la terapia di base deve essere stata stabilizzata da almeno 4 settimane prima del trattamento. Inoltre il paziente deve avere un volume d'eiezione ridotto del ventricolo sinistro e una frequenza cardiaca > 50 bpm e una pressione sistolica del sangue > 85 mm Hg. Il dosaggio deve essere personalizzato. Il trattamento deve sempre iniziare con l'assunzione di una dose bassa (3,125 mg due volte al giorno). Il dosaggio adeguato viene determinato aumentando gradualmente la dose e monitorando attentamente le condizioni del paziente. Il dosaggio di diuretici, ACE-inibitori/AIIRA, digitale e/o vasodilatatori deve essere definito prima di iniziare il trattamento con carvedilolo. La dose iniziale e' di 3,125 mg due volte al giorno per due settimane. Se tale dosaggio e' ben tollerato, la posologia puo' essere, successivamente, aumentata, ad intervalli non inferiori alle due settimane, e portata, prima a 6,25 mg due volte al giorno, successivamente a 12,5 mg due volte al giorno ed infine a 25 mg due volte al giorno. Si raccomanda di aumentare la dose fino ad arrivare a quella piu' alta tollerata dal paziente. La dose massima raccomandata e' di 25 mg due volte al giorno in pazienti con peso corporeo inferiore a 85 kg e di 50 mg due volte al giorno in pazienti con peso corporeo di 85 kg o superiore. Un ulteriore aumento della dose a 50 mg due volte al di' deve essere effettuato attentamente sotto stretta sorveglianza medica del paziente. Un peggioramento temporaneo dei sintomi dell'insufficienza cardiaca puo' manifestarsi all'inizio del trattamento o a causa di un aumento della dose, specialmente in pazienti con insufficienza cardiaca grave e/o trattati con alte dosi di diuretici. Cio' non richiede solitamente l'interruzione del trattamento, ma la dose non deve essere aumentata. Il paziente deveessere monitorato da un medico/cardiologo per le due ore successive all'inizio del trattamento o all'aumento della dose. Deve essere effettuata una visita medica prima di ogni incremento di dosaggio in modo dariconoscere qualsiasi sintomo potenziale di un peggioramento dell'insufficienza cardiaca o sintomi dovuti all'eccessiva vasodilatazione (adesempio funzione renale, peso corporeo, pressione sanguigna, frequenza e ritmo cardiaco). Il peggioramento dell'insufficienza cardiaca o laritenzione di liquidi vanno trattati incrementando la dose del diuretico e la dose di carvedilolo non deve essere aumentata fintanto che ilpaziente non sia stabilizzato. Se compare bradicardia o in caso di allungamento della conduzione atrioventricolare, deve prima essere monitorato il livello di digossina. Occasionalmente puo' essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o interrompere temporaneamente il trattamento, completamente. Anche in questi casi e' spesso possibile continuare la titolazione del dosaggio di Carvedilolo con successo. Si deve tenere sotto controllo regolarmente durante la titolazione del dosaggio, la funzionalita' renale, i trombociti e il glucosio (in caso di NIDDM e/o IDDM). Tuttavia dopo la titolazione della dose, la frequenza dei controlli puo' essere ridotta. Nell'eventualita' in cui il trattamento con il carvedilolo venga interrotto per piu' di una settimana, la terapia dovra' essere nuovamente iniziata con l'assunzione di 3,125 mg due volte al giorno e, la posologia dovra' essere aumentata gradualmente tenendo conto delle precedenti raccomandazioni. Nell'eventualita' in cui il trattamento con carvedilolo venga interrotto per piu' di due settimane, la terapia dovra' essere ripresa con 3.125 mg due volte al giorno per due settimane e dovra' essere eseguito ancora una volta un aggiustamento della dose individuale graduale. Dosaggio in pazienti con insufficienza cardiaca cronica e insufficienza renale. Il dosaggio deve essere determinato, individualmente, per ciascun paziente, sebbene, in accordo con quelli che sono i parametri farmacocinetici, non vi e' alcuna evidenza in merito alla necessita' di procedere ad un aggiustamento della dose in pazienti con diversi gradi di disturbi renali (inclusa l'insufficienza renale). Compromissione epatica. Puo' rendersi necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione epatica moderata. Carvedilolo e' controindicato nei pazienti con compromissione epatica clinicamente manifesta. Popolazione pediatrica. La sicurezza di carvedilolo nei bambini e negli adolescenti di eta' inferiore ai 18 anni non e' stata stabilita. Pertanto, carvedilolo non e' raccomandato per l'utilizzo nei bambini e negli adolescenti di eta' inferiore a 18 anni.

CONSERVAZIONE

Non conservare a temperatura superiore a 30 gradi C. Contenitori e chiusure in polietilene (PE-HD): conservare nel contenitore originale per proteggere il medicinale dalla luce. Blister (Al/PVC): conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

AVVERTENZE

Ipertensione. In caso di ipertensione essenziale, carvedilolo puo' essere utilizzato da solo o con altri agenti antiipertensivi, in particolare in combinazione con diuretici tiazidici. Se il paziente e' stato (pre) trattato con diuretici, si raccomanda di interrompere, dove possibile, questo trattamento poco prima dell'inizio della terapia con carvedilolo cosi' da evitare un potenziale eccessivo calo della pressionesanguigna. Poiche' l'esperienza clinica disponibile e' insufficiente,carvedilolo non deve essere usato in caso di ipertensione labile o secondaria, modello completo di blocco cardiaco di branca,predisposizione a cadute pressorie collegate a cambiamenti posturali (ortostasi), patologie infiammatorie acute del cuore, cambiamenti emodinamicamente rilevanti delle valvole cardiache o del tratto di efflusso cardiaco, fasi finali di patologie a carico della circolazione arteriosa periferica., cosi come la terapia concomitante con antagonisti del recettore alfa 1 adrenergico o agonisti del recettore alfa 2 adrenergico. Se, in casi straordinari e giustificati, carvedilolo e clonidina sono co- somministrati, la clonidina puo' essere gradualmente ridotta solo se il trattamento con carvedilolo e' stato interrotto qualche giorno prima. Insufficienza cardiaca congestizia cronica In generale, carvedilolo deve essere sempre usato in aggiunta alla terapia standard per l'insufficienza cronica,che consiste nella somministrazione di diuretici, digitalici, ACE inibitori e/o altri vasodilatatori. La terapia con carvedilolopuo' essere iniziata solo se il paziente e' stato stabilizzato con laterapia base convenzionale per l'insufficienza cardiaca, ossia la dose della terapia standard in uso deve essere stabile per almeno quattrosettimane prima di iniziare il trattamento con carvedilolo. Puo' verificarsi un aumento della caduta pressoria dopo la prima dose di carvedilolo cosi come dopo un aumento della dose ed in particolare in pazienti con insufficienza cardiaca grave (NYHA>III), carenza di sali e/o fluidi (ad es. in caso di terapia con diuretici ad alta dose), ma anche nei soggetti anziani (>= 70 anni) o in pazienti con pressione arteriosa basale bassa (ad es. sistolica < 100 mmHg). Pertanto questi pazientidevono essere monitorati da un medico per le due ore successive circadall'assunzione della prima dose di carvedilolo cos come dopo un aumento della dose in modo da evitare qualsiasi evento incontrollato causato da una reazione ipotensiva. I pazienti con insufficienza cardiaca (congestizia) possono presentare un peggioramento dell'insufficienza cardiaca o ritenzione di liquidi durante la fase di titolazione della dose di carvedilolo. Se si verificano questi sintomi, deve essere aumentata la dose del diuretico senza aumentare ulteriormente la dose del carvedilolo fino alla stabilizzazione clinica. In alcuni casi tuttavia puo' essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o, in casi rari, interrompere il trattamento. Questi episodi non precludono una successiva titolazione efficace di carvedilolo. Carvedilolo deve essere usatocon cautela nei pazienti con blocco AV di primo grado, a causa degli eventi avversi a carico della conduzione Atrio- ventricolare (AV). E' consigliata estrema cautela in caso di co-somministrazione di carvedilolo e glicosidi cardiaci, poiche' entrambi rallentano la conduzione AV. Funzione renale in caso di insufficienza cardiaca congestizia. Durante la terapia con carvedilolo nei pazienti con insufficienza cardiaca con bassa pressione del sangue (sistolica BP < 100 mm Hg),),che soffrono anche di cardiopatia ischemica e aterosclerosi generalizzata, malattie vascolari diffuse o malattie renali puo' verificarsi deterioramento della funzione renale, che di solito e' reversibile. Per questo motivo la funzione renale dei pazienti che presentano questi fattori di rischio deve essere attentamente monitorata mentre la terapia con carvedilolo viene aggiustata. Se la funzionalita' renale peggiora, la dose di carvedilolo deve essere ridotta o se necessario, deve essere interrotto il trattamento. Disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto Prima di iniziare il trattamento con carvedilolo, il paziente deve essere clinicamente stabile e deve aver ricevuto un ACE-inibitore almeno nelle ultime 48 ore, e la dose di ACE- inibitore deve essere stabile almeno nelle ultime 24 ore. Alla luce della limitata esperienza clinica disponibile nell'uso di carvedilolo nei pazienti con angina instabile, e' assolutamente necessario usare cautela in presenza di questi sintomi. Broncopneumopatia cronica ostruttiva. I pazienti soggetti a broncospasmo possono sviluppare difficolta' respiratorie a causa di un potenziale aumento della resistenza delle vie aeree. I pazienti con patologie respiratorie con componente broncospastica non devono pertanto essere trattati con carvedilolo. Diabete. Carvedilolo deve essere somministrato con cautela nei pazienti con diabete mellito, in quanto i segni e sintomi iniziali di un'ipoglicemia acuta possono venire mascherati o attenuati. Pertanto la concentrazione di glucosio nel sangue deve essere controllata regolarmente in questi pazienti all'inizio del trattamento o al cambiamento della dose. La terapia ipoglicemica potrebbe dover essere aggiustata di conseguenza. Allo stesso modo il rigido digiuno richiede un attento monitoraggio medico della glicemia. I beta bloccanti possono aumentare l'insulino resistenza e mascherare i sintomi dell'ipoglicemia. D'altro canto, numerosi studi hanno dimostrato che i vasodilatatori beta-bloccanti, come carvedilolo hanno unimpatto favorevole sui profili di glucosio e dei lipidi. Vasculopatiaperiferica e sindrome di Raynaud, Carvedilolo deve essere impiegato con cautela in pazienti con vasculopatia periferica (come sindrome di Raynaud) poiche' i beta-bloccanti possono precipitare o aggravare i sintomi di un'insufficienza arteriosa. Ipertiroidismo. Carvedilolo puo' mascherare i sintomi dell'ipertiroidismo. Anestesia e chirurgia maggiore. Si deve usare cautela in pazienti sottoposti a chirurgia generale, a causa degli effetti cumulativi degli effetti inotropi avversi dei medicinali anestetici e carvedilolo. I beta-bloccanti riducono il rischio di aritmie durante l'anestesia, ma il rischio di ipotensione e' parimenti aumentato. Si deve quindi usare cautela con l'uso di alcuni medicinali anestetici. Nuovi studi suggeriscono comunque un beneficio dei betabloccanti nel prevenire la patologia cardiaca perioperativa e la riduzione dell'incidenza di complicazioni cardiovascolari. Bradicardia.Carvedilolo puo' indurre bradicardia. Il dosaggio di carvedilolo deveessere ridotto qualora la frequenza del polso del paziente scenda al di sotto di 55 battiti per minuto.

INTERAZIONI

Interazioni farmacocinetiche. Impatto di carvedilolo sulla farmacocinetica degli altri prodotti medicinali. Carvedilolo e' sia un substratoche un inibitore della P-glicoproteina. Pertanto la biodisponibilita'di medicinali trasportati dalla P- glicoproteina puo' essere aumentata con la somministrazione concomitante di carvedilolo. Inoltre, la biodisponibilita' del carvedilolo puo' essere modificata da induttori o inibitori della P-glicoproteina. Digossina: Diversi studi su volontari sani e su pazienti con insufficienza cardiaca hanno mostrato un aumento dei livelli di digossina sierica fino al 20%. Un effetto sostanzialmente maggiore e' stato osservato nei pazienti di sesso maschile rispetto a quelli di sesso femminile. Pertanto, si raccomanda un aumento delmonitoraggio dei livelli sierici di digossina all'inizio, durante gliaggiustamenti della dose e dopo l'interruzione di carvedilolo. Carvedilolo non ha effetto sulla digossina somministrata per via endovenosa.Ciclosporina: due studi condotti su pazienti sottoposti a trapianto di rene e cuore che ricevono ciclosporina per via orale hanno mostrato un aumento della concentrazione plasmatica di ciclosporina dopo l'inizio del trattamento con carvedilolo. Sembra che il carvedilolo aumenti la disponibilita' della ciclosporina assunta per via orale di circa il10-20%. Per mantenere la concentrazione terapeutica di ciclosporina era necessario ridurre la dose di ciclosporina in media del 10-20%. Il meccanismo di interazione non e' noto, ma potrebbe essere legato all'inibizione dell'attivita' della P-glicoproteina nell'intestino. Data laconsiderevole variabilita' interindividuale dei livelli di ciclosporina, e' consigliato un attento monitoraggio della concentrazione di ciclosporina dopo l'inizio della terapia con carvedilolo e un aggiustamento della dose di ciclosporina se necessario. Se la ciclosporina e' somministrata per via endovenosa, non e' prevista interazione con il carvedilolo. Impatto degli altri medicinali sulla farmacocinetica del carvedilolo. Sia gli inibitori che gli induttori del CYP2D6 e CYP2C9 possono modificare il metabolismo sistemico e/o pre-sistemico del carvedilolo stereoselettivamente, portando ad un aumento o una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di R e S-carvedilolo. Alcuni esempi osservati nei pazienti o in soggetti sani sono elencati di seguito, ma l'elenco non e' esaustivo. Cimetidina: Cimetidina, idralazina e alcol possono aumentare la disponibilita' sistemica di carvedilolo, poiche' riducono il metabolismo epatico attraverso l'inibizione enzimatica. Pertanto, e' raccomandato un attento monitoraggio di questi pazienti se il medicinale e' co-somministrato. Rifampicina: uno studio condotto su 12 soggetti, il carvedilolo e' stato ridotto di circa il 60% quando co-somministrato con rifampicina, ed e' stato osservato una riduzione dell'effetto del carvedilolo sulla pressione sanguigna sistolica. Il meccanismo di interazione non e' noto, ma potrebbe essere causato dall'induzione della P-glicoproteina nell'intestino dalla rifampicina. E' raccomandato un attento monitoraggio del beta-blocco nei pazienti trattati con carvedilolo e rifampicina. Amiodarone: uno studio in vitro con con microsomi di fegato umano mostra che amiodarone e desetilamiodarone inibiscono l'ossidazione di (R)- ed (S)- carvedilolo. Il livello minimo di (S)-carvedilolo mostra un significante aumento di 2,2 volte nei pazienti con insufficienza cardiaca che hanno assunto contemporaneamente carvedilolo ed amiodarone rispetto ai pazienti in monoterapia con carvedilolo. Gli effetti su (S)-carvedilolo sono attribuiti al desetilamiodarone, un metabolita dell'amiodarone che e' un potente inibitore del CYP2C9. Si raccomanda uno stretto monitoraggio del beta-blocco nei pazienti trattati con carvedilolo e rifampicina. Fluoxetina e paroxetina:in uno studio cross-over randomizzato in 10 pazienti con insufficienza cardiaca, la somministrazione concomitante di carvedilolo e fluoxetina, un potente inibitore del CYP2D6, ha determinato un'inibizione stereoselettiva del metabolismo carvedilolo con un aumento del 77% nell'AUC media dell'enantiomero R(+) e con un aumento statisticamente non rilevante del 35% nella AUC media dell'enantiomero (S) verso il placebo. Tuttavia, non e' stata osservata alcuna differenza di eventi avversi, pressione sanguigna e frequenza cardiaca tra i gruppi di trattamento. L'effetto di una singola dose di paroxetina, un potente inibitore della CYP2D6, sulla farmacocinetica del carvedilolo e' stato studiato su 12 soggetti dopo una singola dose orale. Nonostante un significativo aumento della disponibilita' di (R) - e (S) -carvedilolo, non sono statiosservati effetti clinici nei soggetti del test. Interazioni farmacodinamiche. Insulina o agenti antidiabetici orali: gli effetti dell'insulina o degli ipoglicemizzanti orali possono risultare potenziati da agenti con proprieta' beta-bloccante. I segni e i sintomi di ipoglicemiapossono essere mascherati o attenuati (specialmente la tachicardia). In pazienti che assumono insulina o ipoglicemizzanti orali e' pertantoraccomandabile un regolare controllo della glicemia. Antiipertensivi ad azione centrale o MAO-inibitori: il trattamento contemporaneo con reserpina, guanetidina, metildopa, guanfacina e inibitori della monoamminoossidasi (come moclobemide o fenelzina, ad eccezione di inibitori MAO-B) puo' causare un'ulteriore ipotensione e/o grave bradicardia. E' raccomandato il monitoraggio dei segni vitali. Digossina: l'uso combinato di beta- bloccanti e digossina puo' determinare un ulteriore prolungamento del tempo di conduzione atrioventricolare (AV). Bloccanti deicanali del calcio del tipo verapamil o diltiazem, amiodarone o altri antiaritmici: in combinazione con carvedilolo possono aumentare il rischio di disturbi della conduzione AV. Sono stati osservati casi isolati di disturbi della conduzione (raramente con compromissione emodinamica) collegati all'uso concomitante di carvedilolo e diltiazem. Nel caso in cui il carvedilolo debba essere somministrato con calcio- antagonisti del tipo verapamil o diltiazem, amiodarone o altri agenti anti- aritmici si consiglia il monitoraggio la pressione sanguigna, della frequenza e del ritmo cardiaco (ECG) cosi come per altri agenti dalle proprieta' beta-bloccanti. Clonidina: la somministrazione concomitante diclonidina, reserpina, guanetidina, metildopa o guanfacina con agenti con proprieta' betabloccanti puo' potenziare gli effetti di riduzione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. Quando si vuole concludere il trattamento concomitante con farmaci betabloccanti e clonidina, l'agente betabloccante deve essere sospeso per primo. La terapia con clonidina puo' essere poi cessata qualche giorno dopo diminuendo gradualmente il dosaggio.

EFFETTI INDESIDERATI

Sommario del profilo di sicurezza. La frequenza delle reazioni avverse non e' dose-dipendente, con l'eccezione di capogiri, alterazione della visione e bradicardia. Il rischio della maggior parte delle reazioni avverse associate a carvedilolo e' simile per tutte le indicazioni. Le categorie di frequenza sono le seguenti: Molto comune >= 1/10 Comune >= 1/100 e < 1/10 Non comune >= 1/1. 000 e < 1/100 Rara >= 1/10.000 e < 1/1.000 Molto rara < 1/10.000 Non nota: la frequenza non puo' essere stimata sulla base dei dati disponibili. Di seguito si riassumono gli effetti indesiderati che sono stati riportati in associazione all'uso di carvedilolo in studi clinici cardine per le seguenti indicazioni: insufficienza cardiaca cronica, disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto acuto del miocardio, ipertensione e trattamento a lungo termine dell'angina pectoris cronica. Reazioni avverse negli studi clinici. Infezioni e infestazioni. Comune: bronchitis, polmonite, infezioni delle vie respiratorie superiori, infezioni delle vie urinarie. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia; rara: thrombocitopenia; molto rara: leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Molto rara: ipersensibilità (reazioni allergiche). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: aumento di peso, ipercolesterolemia, compromissione del controllo del glucosio nel sangue (iperglicemia, ipoglicemia) nei pazienti con diabete mellito. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione, umore depresso; non comune: disturbi del sonno, incubi, allucinazioni, confusione; molto rara: psicosi. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: capogiri, mal di testa; comune: presincope, sincope; non comune: parestesia. Patologie dell'occhio. Comune: compromissione della vista, riduzione della lacrimazione (occhi secchi), irritazione degli occhi. Patologie cardiache. Molto comune: insufficienza cardiaca; comune: bradicardia, ipervolemia, ritenzione di liquidi; non comune: blocco atriventricolare, angina pectoris. Patologie vascolari. Molto comune: ipotensione; comune: ipotensione ortostatica, disturbi della circolazione periferica (estremità fredde, malattia vascolare periferica, esacerbazione della claudicatio intermittens e della sindrome di raynaud), ipertensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea, edema polmonare, asma nei pazienti presisposti; rara: congestione nasale. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolore addominale; non comune: costipazione; rara: secchezza delle fauci. Patologie epatobiliari. Molto rara:aumenti di alanina aminotransferasi (alt), aspartato aminotransferasi(ast) e gamma glutamil transferasi (ggt). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: reazioni cutanee (per esempio esantema allergico, dermatite, orticaria, prurito, psoriasi e lesioni della pelle nodulari), non nota: gravi reazioni cutanee avverse (per es. Eritema multiforme, sindrome di stevens-johnson, necrolisi epidermica tossica), alopecia. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore agli arti. Patologie renali e urinarie. Comune: insufficienza renale e alterazioni della funzionalità renale nei pazienti con malattia vascolare diffusa e/o affetti da insufficienzarenale, disturbi della minzione; molto rara: incontinenza urinaria nelle donne. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: astenia (affaticamento); comune: dolore, edema. Descrizione delle reazioni avverse selezionate. Capogiri, sincope, cefalea e astenia sono generalmente lievi e hanno maggiori probabilita' di verificarsi all'inizio del trattamento. Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia durante la fase di titolazione verso l'alto della dose di carvedilolo possono insorgere peggioramento dell'insufficienza cardiaca e ritenzione di liquidi. L'insufficienza cardiaca e' un evento avverso comunemente segnalato sia neipazienti trattati con placebo sia in quelli trattati con carvedilolo (rispettivamente 14,5% e 15,4%, nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto). Durante la terapia con carvedilolo nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica con bassa pressione sanguigna, cardiopatia ischemica e malattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale al basale e' stato osservato un peggioramentoreversibile della funzionalita' renale. Come classe, i bloccanti del recettore beta-adrenergico possono far diventare manifesto il diabete latente, peggiorare il diabete manifesto e inibire la contro-regolazione del glucosio plasmatico. Nelle donne, carvedilolo puo' causare incontinenza urinaria, che si risolve all'atto dell'interruzione del medicinale. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazionedel medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo. https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza. Non c'e' adeguata esperienza clinica relativa all'utilizzo di carvedilolo nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali sono insufficienti per quanto riguarda gli effetti sulla gravidanza, sullo sviluppo embrionale/fetale, sul parto e sullo sviluppo post-natale.II rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. I betabloccanti riducono la perfusione placentare, che puo' causare morte fetale intrauterina e parti immaturi e prematuri. Inoltre, si possono verificare reazioni avverse (specialmente ipoglicemia e bradicardia) nel feto enel neonato. Si puo' verificare un aumento del rischio di complicanzecardiache e polmonari nel neonato nel periodo postnatale. Pertanto, carvedilolo non deve essere usato durante la gravidanza a meno che i benefici per la madre non giustifichino il potenziale rischio per il nascituro o il neonato. Il trattamento con i beta-bloccanti deve essere interrotto 72-48 ore prima della data prevista del parto. Se cio' non e' possibile, allora il neonato deve essere monitorato per le prime 48-72 ore di vita. Allattamento. Gli studi sugli animali hanno mostrato che il carvedilolo o i suoi metaboliti vengono escreti nel latte materno dei ratti e accumulati li'. Nell'uomo, l'escrezione del carvedilolo nel latte materno non e' stata studiata. Il carvedilolo e' controindicato durante l'allattamento. Fertilita'. Gli studi sugli animali hanno dimostrato una ridotta fertilita' della donna in seguito al trattamento con carvedilolo.

Codice: 036457644
Codice EAN:

Codice ATC: C07AG02
  • Sistema cardiovascolare
  • Betabloccanti
  • Bloccanti dei recettori alfa e beta adrenergici
  • Carvedilolo
Temperatura di conservazione: non superiore a +30, conservare il prodotto nella confezione originale
Forma farmaceutica: COMPRESSE DIVISIBILI
Scadenza: 48 MESI
Confezionamento: FLACONE

COMPRESSE DIVISIBILI

48 MESI

FLACONE