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EPIRUBICINA KABI FL 50MG/25ML Produttore: FRESENIUS KABI ONCOLOGY PLC

  • FARMACO OSPEDALIERO
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

EPIRUBICINA KABI

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Agenti antineoplastici.

PRINCIPI ATTIVI

Epirubicina cloridrato.

ECCIPIENTI

Acido cloridrico, per regolare il pH; sodio cloruro; acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Trattamento di un ampio spettro di condizioni neoplastiche comprendenti: carcinoma della mammella; carcinoma gastrico. Quando viene somministrata per via endovescicale, l'epirubicina si e' dimostrata essere dibeneficio nel trattamento di: carcinoma della vescica a cellule transizionali papillari; carcinoma in situ della vescica; profilassi endovescicale delle recidive di carcinoma superficiale della vescica a seguito di resezione transuretrale.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' all'epirubicina, alle antracicline/antracenoidi o a uno qualsiasi degli eccipienti. Mielosoppressione marcata indotta da un precedente trattamento con altri farmaci antineoplastici o a causa di una precedente radioterapia. Pazienti trattati con dosi cumulative massime di altre antracicline come la doxorubicina e la daunorubicina. Presenza o anamnesi di cardiopatie (inclusa insufficienza cardiaca di classe IV della New York Hearth Association (NYHA), infarto miocardicoacuto e infarto precedente con insufficienza cardiaca residua di classe III o IV della NYHA, cardiopatie infiammatorie acute, aritmia con conseguenze emodinamiche gravi).Infezione sistemica acuta. Insufficienza epatica grave. Grave mucosite alla bocca, faringe, esofago e al tratto gastrointestinale. Pazienti che stanno allattando. Per la somministrazione endovescicale, l'epirubicina e' controindicata in caso di: infezioni del tratto urinario; tumori invasivi che penetrano la vescica; problemi di cateterizzazione; infiammazione alla vescica; grande volume di urina residua; vescica contratta.

POSOLOGIA

Utilizzare solo per via endovenosa ed endovescicale. L'epirubicina non e' attiva quando viene somministrata per via orale e non deve essereiniettata per via intramuscolare o intratecale. La sicurezza ed efficacia dell'epirubicina nei bambini non sono stabilite. >>Somministrazione endovenosa. E' consigliabile somministrare il farmaco attraverso ilcatetere di una fleboclisi continua di soluzione fisiologica dopo essersi accertati che l'ago sia perfettamente in vena. Questo metodo riduce il pericolo di stravaso del farmaco e assicura il lavaggio della vena con soluzione salina dopo la somministrazione del farmaco. Lo stravaso di epirubicina dalla vena durante l'iniezione puo' portare a lesioni tissutali gravi fino alla necrosi. In caso di stravaso, la somministrazione deve essere fermata subito. L'iniezione eseguita in piccoli vasi o ripetuta nella stessa vena puo' causare sclerosi venosa. Dosi convenzionali: quando l'epirubicina e' utilizzata come unico agente, la dose raccomandata negli adulti e' da 60 mg/m^2 a 90 mg/m^2 di superficie corporea; il farmaco deve essere iniettato per via endovenosa in 3-5 minuti e, a seconda delle condizioni ematomidollari del paziente, ladose deve essere ripetuta a intervalli di 21 giorni. Se si manifestano segni di tossicita', inclusa febbre grave da neutropenia e trombocitopenia (che potrebbe persistere al giorno 21), puo' essere necessaria una modifica della dose o la posticipazione della somministrazione successiva. Dosi elevate: l'epirubicina come monoterapia per il trattamento del carcinoma alla mammella con dosi elevate deve essere somministrata secondo il regime seguente. Per il trattamento a dose elevata, l'epirubicina puo' essere somministrata in bolo endovenoso in 3-5 minuti o in infusione fino a 30 minuti. Nel trattamento adiuvante del carcinoma mammario allo stadio iniziale con linfonodi positivi sono raccomandate dosi endovenose di epirubicina da 100 mg/m^2 (come dose singola in1 giorno) a 120 mg/m^2 (in due dosi divise nei giorni 1 e 8) ogni 3-4settimane, in associazione con ciclofosfamide e 5-fluorouracile per via endovenosa e tamoxifene per via orale. Il farmaco deve essere somministrato in bolo endovenoso in 3-5 minuti o come infusione endovenosa fino a 30 minuti. Dosi inferiori (da 60 mg/m^2 fino a 75 mg/m^2 per iltrattamento convenzionale e da 105 mg/m^2 fino a 120 mg/m^2 negli schemi posologici per dosi elevate) sono raccomandate per pazienti la cuifunzione midollare e' gia' stata compromessa da una precedente chemioterapia o radioterapia, dall'eta' o da infiltrazione neoplastica midollare. La dose totale per ciclo puo' essere divisa in 2-3 giorni successivi. Se l'epirubicina e' utilizzata in associazione con altri agenti citotossici, la dose deve essere ridotta di conseguenza. Le dosi utilizzate comunemente sono mostrate nella tabella sopra. >>Anziani: si raccomanda di ridurre la dose. >>Funzionalita' epatica ridotta. La principale via di eliminazione di epirubicina e' il sistema epatobiliare. Inpazienti con funzione epatica compromessa la dose deve essere ridottain base ai livelli di bilirubina nel siero come segue. Bilirubina nelsiero 1,4-3 mg/100 ml, AST (aspartato aminotransferasi) 2-4 volte il limite piu' elevato normale: riduzione della dose del 50%. Bilirubina nel siero >3 mg/100 ml, AST (aspartato aminotransferasi) >4 volte il limite normale: riduzione della dose del 75%. >>Funzione renale compromessa: non sembra richiedere una riduzione di dose in vista della quantita' limitata di epirubicina escreta attraverso questa via. Tuttavia, nei pazienti con creatinina sierica >5 mg/dl puo' essere necessario unaggiustamento della dose. >>Somministrazione endovescicale. Queesto tipo di somministrazione e' prevista per il trattamento del cancro superficiale alla vescica e per il carcinoma in sito. Non deve essere usata in questo modo per il trattamento dei tumori invasivi che hanno penetrato la parete della vescica in cui sono piu' appropriate la terapia sistemica o chirurgica. L'epirubicina e' stata impiegata con esito positivo anche per via endovescicale come agente profilattico dopo la resezione transuretrale di tumori superficiali per prevenire recidive. Per il trattamento del cancro superficiale della vescica e' raccomandatoil seguente regime: instillazioni di 50 mg/50 ml da ripetere per 8 settimane (diluite con soluzione fisiologica o acqua distillata sterile). Se viene osservata tossicita' locale: e' consigliata una riduzione di dose a 30 mg/50 ml. Carcinoma in situ: fino a 80 mg/50 ml (a secondadella tollerabilita' individuale del paziente). Per la profilassi: somministrazione di 50 mg/50 ml da ripetere per 4 settimane seguite da instillazioni mensili della stessa dose per 11 mesi. La soluzione deve essere trattenuta nella vescica per 1-2 ore. Per evitare la diluizioneinopportuna con urina, il paziente non deve bere liquidi per 12 ore prima dell'instillazione. Durante l'instillazione il paziente deve essere girato di tanto in tanto e deve essere istruito a svuotare la vescica alla fine del tempo di instillazione.

CONSERVAZIONE

Conservare in frigorifero (2-8 gradi C). Non congelare. Conservare nella confezione esterna per proteggere dalla luce. La conservazione della soluzione iniettabile in condizioni refrigerate puo' causare la formazione di un prodotto gelificato. Questo prodotto gelificato ritornera' in uno stato da leggermente viscoso fino a una soluzione liquida dopo due o massimo 4 ore di esposizione a temperatura ambiente (15-25 gradi C).

AVVERTENZE

Non deve essere somministrata per via subcutanea e intramuscolare. Lostravaso di epirubicina dalla vena durante l'iniezione puo' causare gravi lesioni al tessuto e necrosi. L'iniezione in piccole vene o iniezioni ripetute nella stessa vena possono causare sclerosi venosa. In caso di stravaso di una dose viene sospesa la somministrazione in quellavena particolare e ripresa in un posto diverso. E' stata impiegata con vario grado di successo l'infiltrazione locale con corticosteroidi, con o senza l'associazione con una soluzione di sodio bicarbonato (8,4%) e l'applicazione di dimetil sulfossido e di impacchi. E' richiesto un accurato monitoraggio di base di diversi esami di laboratorio e della funzione cardiaca. Se l'epirubicina viene somministrata in infusione continua, cio' deve avvenire preferibilmente attraverso un catetere in una vena centrale. Nausea, vomito e mucosite sono spesso molto gravi. Sia prima che durante ogni ciclo di terapia deve essere eseguita accuratamente la conta dei globuli rossi e bianchi, dei neutrofili e delle piastrine. Leucopenia e neutropenia sono generalmente temporanee sia con schemi di posologia convenzionali sia a dosi elevate, raggiungono il livello piu' basso tra il decimo e quattordicesimo giorno e ritornano a valori normali dal ventunesimo giorno; esse sono piu' gravi conschemi di posologia a dosi elevate. Anche l'anemia e la trombocitopenia sono passeggere e si manifestano nello stesso modo. Molto pochi pazienti, perfino se ricevono dosi elevate, hanno mostrato trombocitopenia. Prima di iniziare un trattamento i pazienti devono essersi ripresi adeguatamente dalla stomatite o mucosite. L'epirubicina viene eliminata principalmente per via epatica. Percio' e' necessario valutare la funzione epatica (AST, ALT, fosfatasi alcalina, bilirubina) prima del trattamento e di nuovo durante il trattamento. In pazienti con un livello elevato di bilirubina o AST la clearance della epirubicina puo' essere ritardata e cio' puo' causare un aumento della tossicita' generale;e' raccomandata una riduzione della dose. I pazienti con gravi disturbi della funzione epatica non devono utilizzare l'epirubicina. Nei pazienti con funzione renale ridotta il livello di creatinina nel siero deve essere monitorato regolarmente prima e durante il trattamento. Peri pazienti con il livello di creatinina del siero aumentato (>450 mcmol/l) si raccomanda di ridurre la dose. Si puo' verificare un'insufficienza cardiaca in particolare nei pazienti ai quali e' stata somministrata una dose cumulativa di 900 mg/m^2 o una dose cumulativa inferiorenei pazienti che hanno ricevuto radiazioni nell'area mediastinale. Con dosi cumulative <900 mg/m^2 c'e' evidenza che la tossicita' cardiacasi verifica raramente. Tuttavia, la funzione cardiaca deve essere monitorata attentamente durante il trattamento per minimizzare il rischiodi insufficienza cardiaca del tipo descritto per le altre antracicline. In caso di insufficienza cardiaca, il trattamento deve essere interrotto. Con la dose totale di epirubicina somministrata deve essere tenuta in considerazione anche la terapia precedente con antracicline simili, come doxorubicina o daunorubicina, o con derivati antracenedionici. Nello stabilire le dosi cumulative massime di epirubicina deve essere presa in considerazione qualsiasi terapia concomitante con farmaci potenzialmente cardiotossici. Una dose cumulativa da 900 mg/m^2 a 1000mg/m^2 deve essere superata solo con estrema cautela, sia con dosi convenzionali sia con dosi elevate. Oltre questo livello il rischio di insufficienza cardiaca congestizia irreversibile aumenta di molto. Prima e dopo ogni ciclo di trattamento e' raccomandato un ECG. Alterazioninel tracciato dell'ECG come un appiattimento o inversione dell'onda T, depressione del tratto S-T, o l'insorgenza di aritmie, generalmente temporanei e reversibili, non comportano necessariamente la sospensione del trattamento. Con dosi cumulative <900 mg/m^2 c'e' evidenza che raramente si manifesta cardiotossicita'. Tuttavia la funzione cardiaca deve essere monitorata accuratamente durante il trattamento per minimizzare il rischio di insufficienza cardiaca del tipo descritto per le altre antracicline. In caso di insufficienza cardiaca, il trattamento con epirubicina deve essere sospeso. La cardiomiopatia indotta da antracicline e' associata a una persistente riduzione del voltaggio del complesso QRS, a un incremento oltre il normale limite dell'intervallo sistolico (PEP/LVET) e a una riduzione della frazione di eiezione ventricolare. Una diagnosi clinica precoce di insufficienza cardiaca indottada agenti citostatici sembra essenziale per un trattamento efficace con digitale, diuretici, vasodilatatori periferici, dieta con basso contenuto di sodio e sufficiente riposo a letto. Il monitoraggio cardiacodei pazienti che ricevono il trattamento con epirubicina e' molto importante ed e' consigliabile valutare la funzione cardiaca mediante unatecnica non invasiva come l'ECG. Modifiche dell'elettrocardiogramma possono essere indicative di una cardiomiopatia indotta da antracicline, ma l'ECG non e' un metodo sensibile o specifico per seguire la cardiotossicita' correlata alle antracicline. Il rischio di insufficienza cardiaca seria puo' essere diminuito mediante un monitoraggio regolare della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) durante il corso di trattamento con una rapida sospensione della somministrazione diepirubicina al primo segno di funzione compromessa. Una valutazione cardiaca di base con un ECG e una MUGA scan o una ECHO e' raccomandata,specialmente nei pazienti con fattori di rischio per l'aumento della tossicita' cardiaca. Devono essere fatte determinazioni ripetute MUGA o ECHO della LVEF in particolare con dosi piu' elevate e cumulative diantracicline. La tecnica usata per la valutazione deve essere la medesima durante il follow-up. L'insufficienza cardiaca puo' manifestarsi alcune settimane dopo la sospensione della terapia e puo' non rispondere a uno specifico trattamento. L'epirubicina puo' indurre iperuricemia causata da una rapida lisi delle cellule neoplastiche. I livelli di acido urico nel sangue devono quindi essere controllati cosi' che questo fenomeno possa essere riconosciuto e propriamente gestito. L'idratazione, l'alcalinizzazione delle urine e la profilassi con allopurinoloper prevenire l'iperuricemia possono ridurre al minimo le complicazioni potenziali della sindrome da lisi tumorale. L'epirubicina puo' dareuna colorazione rossa all'urina per 1 o 2 giorni dopo la somministrazione. Sia gli uomini che le donne devono usare misure contraccettive, sia durante che per 6 mesi dopo il trattamento. Gli uomini che desiderano avere figli devono essere informati sulla possibilita' della crioconservazione. Questo medicinale contiene 3,5 mg di sodio per ml di soluzione iniettabile o per infusione.

INTERAZIONI

Con l'epirubicina sono state osservate interazioni farmacologiche concimetidina, dexverapamil, dexrazoxano, docetaxel, interferone alfa-2b, paclitaxel e chinina. Il dexverapamil puo' alterare la farmacocinetica dell'epirubicina e possibilmente incrementare gli effetti di depressione sul midollo osseo. Una precedente somministrazione di dosi maggiori (da 900 mg/m^2 a 1200 mg/m^2) di dexrazoxano puo' aumentare la clearance sistemica dell'epirubicina e causare una diminuzione dell'AUC. Uno studio ha dimostrato che il docetaxel puo' aumentare la concentrazione plasmatica dei metaboliti dell'epirubicina quando viene somministrato subito dopo l'epirubicina. La co-somministrazione di interferone alfa-2b puo' causare sia una diminuzione del tempo di dimezzamento siadella clearance totale dell'epirubicina. Il paclitaxel puo' influenzare la farmacocinetica di epirubicina e del suo metabolita, epirubicinolo. E' stato dimostrato che, quando viene somministrato prima dell'epirubicina, il paclitaxel aumenta le concentrazioni plasmatiche di epirubicina. Quando il paclitaxel viene somministrato dopo l'epirubicina non sono rilevati cambiamenti nella concentrazione plasmatica di epirubicina. Quindi con l'uso concomitante e' raccomandato il secondo schema di somministrazione. In uno studio, la tossicita' ematologica era maggiore quando il paclitaxel era somministrato prima dell'epirubicina rispetto a quando era somministrato dopo. Uno studio ha dimostrato che laclearance del paclitaxel e' ridotta dall'epirubicina. La chinina puo'accelerare la distribuzione iniziale dell'epirubicina dal sangue nel tessuto e puo' avere un'influenza sulla suddivisione dei globuli rossidell'epirubicina. La cimetidina 400 mg 2 volte al giorno somministrata prima dell'epirubicina 100 mg/m^2 ogni 3 settimane ha causato un aumento del 50% dell'AUC dell'epirubicina e un aumento del 41% dell'AUC dell'epirubicinolo (quest'ultima p<0,05). L'AUC del 7-desossidoxorubicinolo aglicone e il flusso ematico nel fegato non sono diminuiti, per cui i risultati non si spiegano con l'attivita' ridotta del citocromo P-450. L'epirubicina utilizzata in associazione con altri agenti citotossici puo' causare una mielotossicita' aggiuntiva. La possibilita' di disturbi evidenti dell'ematopoiesi necessita di tenere in mente un pretrattamento con farmaci che influenzano il midollo osseo (cioe' agenticitostatici, sulfamidici, cloramfenicolo, difenilidantoina, derivati dell'amidopirina, antiretrovirali). La cardiotossicita' dell'epirubicina e' potenziata da alcuni trattamenti radioterapici e da un precedente o concomitante utilizzo di altri derivati delle antracicline (per es. mitomicina-C, dacarbazina, dactinomicina e in alcuni casi ciclofosfamide) o altri agenti cardiotossici (per es. 5-fluorouracile, ciclofosfamide, cisplatino, taxani). L'epirubicina puo' potenziare l'effetto delle radiazioni nell'area mediastinale. I medicinali che inducono l'enzima citocromo P-450 (come rifampicina e barbiturici) possono aumentareil metabolismo dell'epirubicina, causando una riduzione dell'efficacia. Se l'epirubicina e' utilizzata in concomitanza con altri farmaci che possono causare insufficienza cardiaca, per es. i bloccanti i canalidel calcio, la funzionalita' cardiaca deve essere monitorata attraverso il corso del trattamento. L'epirubicina e' metabolizzata principalmente nel fegato; ogni medicazione concomitante che influenza la funzione epatica puo' influenzare anche il metabolismo o la farmacocinetica dell'epirubicina e, conseguentemente, la sua efficacia e/o tossicita'.Questo prodotto generalmente non e' raccomandato in associazione con vaccini vivi attenuati a causa del rischio di una malattia sistemica possibilmente fatale. Questo rischio e' aumentato nei soggetti che sonogia' immunosoppressi dalla loro malattia principale. Utilizzare un vaccino inattivato dove esiste (poliomielite). L'uso concomitante con ciclosporine puo' causare un'eccessiva immunosoppressione.

EFFETTI INDESIDERATI

Il trattamento con epirubicina spesso causa effetti indesiderati, alcuni dei quali molto gravi. Quindi e' necessaria un'attenta osservazione dei pazienti. La frequenza e natura degli effetti indesiderati sono influenzate dalla velocita' di somministrazione e dalla dose. La depressione del midollo osseo (generalmente di natura temporanea) e la cardiotossicita' sono effetti indesiderati che limitano le dosi elevate. Esami diagnostici. Rari (>=1/10.000, <1/1000): sono stati riportati aumenti del livello delle transaminasi. Patologie cardiache. Rare: cardiotossicita' modifiche dell'ECG, tachicardia, aritmia (appiattimento delT-top, depressione del segmento ST), cardiomiopatia, insufficienza cardiaca congestizia (dispnea, edema, ingrossamento del fegato, ascite, edema polmonare, effusioni della pleura, ritmo galoppante), tachicardia ventricolare, bradicardia, blocco AV, blocco di branca. Il rischio di insorgenza dell'insufficienza cardiaca congestizia aumenta con la dose cumulativa totale di epirubicina e con una terapia precedente con antracicline analoghe come doxorubicina e daunorubicina o i derivati dell'antracene. I pazienti anziani e i bambini sono a rischio elevato disviluppare cardiomiopatia. I pazienti con anamnesi di cardiopatie hanno anche un maggiore rischio di cardiotossicita'. I pazienti devono essere osservati attentamente e devono essere trattati nel modo convenzionale ai primi segni di insufficienza cardiaca. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni (>=1/10): mielosoppressione (leucopenia, granulocitopenia, neutropenia, neutropenia febbrile, anemia). Possono manifestarsi emorragie e ipossia del tessuto (come risultato della mielosoppressione). In un gran numero di pazienti non trattati che avevano diversi tumori solidi, dosi elevate di epirubicina sono state somministrate in sicurezza e hanno causato effetti indesiderati non diversi da quelli visti a dosi convenzionali con l'eccezione della neutropenia grave reversibile (<500 neutrofili/mm^3 per meno di 7 giorni) che si e' manifestata nella maggioranza dei pazienti. Solo pochi pazienti hanno richiesto ospedalizzazione e una terapia di supporto per gravi complicazioni infettive a dosi elevate. Comuni (>=1/100, <1/10): trombocitopenia Patologie gastrointestinali. Comuni: si puo' manifestare mucosite 5-10 giorni dopo l'inizio del trattamento e generalmente comprende stomatite con erosioni dolorose, frequentemente su tutta la lingua esulla mucosa sublinguale. Nausea e vomito spesso si manifestano entrole prime 24 ore (in quasi tutti i pazienti), diarrea che puo' causaredisidratazione, anoressia, perdita di appetito, dolore addominale. Rare: esofagite. Si e' verificata anche iperpigmentazione della mucosa orale. Patologie renali e urinarie. Molto comuni: cromaturia (urina di colore rosso). Nei pazienti che sono stati trattati con dosaggi elevati e' stata segnalata proteinuria. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: nel 60-90% dei casi trattati si manifesta alopecia, normalmente reversibile: e' accompagnata dalla perdita di crescita della barba negli uomini. Comuni: vampate di calore, lo stravasopuo' causare cellulite grave, formazione di vescicole, e necrosi del tessuto locale che richiede misure chirurgiche (incluso il trapianto di cute). Il rischio puo' essere ridotto a seguito di un metodo corretto di somministrazione (attraverso infusione continua). Non comuni (>=1/1000, <1/100): perpigmentazione della pelle e delle unghie; arrossamento della pelle. Rari: orticaria. Infezioni e infestazioni. Non nota: possono verificarsi febbre, infezioni, polmonite, sepsi e shock da sepsi come risultato della mielosoppressione. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comuni: in seguito alla somministrazioneendovescicale e' stata osservata cistite chimica, a volte emorragica.Tumori benigni, maligni e non specificati (compresi cisti e polipi). Rari: leucemia mieloide acuta secondaria con o senza una fase preleucemica, in pazienti trattati con epirubicina in associazione con agenti antineoplastici che danneggiano il DNA. Queste leucemie hanno una breve latenza (1-3 anni). Patologie vascolari. Comuni: arrossamento lungo la vena d'infusione, dolore locale. Flebite locale, flebosclerosi. Noncomuni: tromboflebite. Non nota: si sono verificati casi coincidenti di eventi tromboembolici (inclusa embolia polmonare, in casi isolati con esito fatale). Patologie sistemiche e condizioni relative alla sededi somministrazione. Comuni: con la somministrazione endovescicale sipossono verificare reazioni locali (cistite chimica, a volte emorragie). Non comuni: mal di testa. Rari: febbre, brividi, capogiri, iperuricemia (causata da una lisi rapida delle cellule neoplastiche). Sono stati segnalati anche iperpiressia, malessere e debolezza. Disturbi del sistema immunitario. Comuni: reazioni allergiche a seguito di somministrazione endovescicale. Non comuni: sensibilita' alla luce o ipersensibilita' in caso di radioterapia (fenomeno di richiamo) Rari: anafilassi (reazioni anafilattiche/anafilattoidi con o senza shock inclusi eruzione cutanea, prurito, febbre e brividi). Patologie del sistema nervoso. Sono stati segnalati effetti sul sistema nervoso, come mal di testa, vertigini e neuropatia periferica (con dosi elevate). Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Rari: amenorrea, azoospermia.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

L'epirubicina puo' avere effetti genotossici. Percio' ai pazienti maschi trattati con epirubicina e' sconsigliato di avere figli durante e per sei mesi dopo il trattamento con epirubicina e di seguire l'avvertenza di conservare lo sperma prima del trattamento a causa della possibilita' di infertilita' dovuta alla terapia con epirubicina. Le donne non devono iniziare una gravidanza durante il trattamento con epirubicina. Gli uomini e le donne devono usare un metodo efficace di contraccezione durante il trattamento e per sei mesi dopo. L'epirubicina e' unpotenziale teratogeno e se somministrato alle donne gravide puo' causare aborto spontaneo, embriotossicita' e morte del feto. Durante la gravidanza, in particolare il primo trimestre, i farmaci citostatici devono essere usati solo sotto stretta indicazione e quando i potenziali benefici per la madre sono stati valutati contro il possibile rischio di effetti avversi sulla riproduzione. Le donne che potenzialmente potrebbero diventare gravide devono essere pienamente informate del possibile pericolo per il feto se entrano in gravidanza durante la terapia con l'epirubicina e di usare un metodo contraccettivo sicuro durante il trattamento con epirubicina. Non si sa se l'epirubicina viene escreta nel latte umano. Non si puo' escludere un rischio per il bambino allattato. L'allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con epirubicina.

Codice: 039358015
Codice EAN:

Codice ATC: L01DB03
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Citostatici
  • Antibiotici citotossici e sostanze correlate
  • Antracicline e sostanze correlate
  • Epirubicina
Temperatura di conservazione: da +2 a +8 gradi, in frigorifero
Forma farmaceutica: PREPARAZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: SCATOLA

PREPARAZIONE INIETTABILE

36 MESI

SCATOLA