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FLUXUM SC 6SIR 0,3ML 3200UIAXA Produttore: ALFASIGMA SPA

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

FLUXUM SOLUZIONE INIETTABILE IN SIRINGA PRERIEMPITA

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antitrombotici eparinici.

PRINCIPI ATTIVI

Una siringa preriempita s.c. da 0,3 ml contiene: parnaparina sodica U.I. aXa 3.200. Una siringa preriempita s.c. da 0,4 ml contiene: parnaparina sodica U.I. aXa 4.250. Una siringa preriempita s.c. da 0,6 ml contiene: parnaparina sodica U.I. aXa 6.400. Una siringa preriempita s.c. da 0,8 ml contiene: parnaparina sodica U.I. aXa 8.500. Una siringa preriempita s.c. da 1 ml contiene: parnaparina sodica U.I. aXa 12.800.

ECCIPIENTI

Acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Profilassi della trombosi venosa profonda (TVP) in chirurgia generaleed ortopedica e nei pazienti a rischio maggiore di TVP. Trattamento della trombosi venosa profonda.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo ad altre eparine a basso peso molecolare e/o all'eparina o a sostanze di origine suina o ad uno qualsiasi degli eccipienti. L'anestesia loco-regionale per procedure di chirurgia elettiva e' controindicata in quei pazienti che ricevono eparinaper motivazioni diverse dalla profilassi. Anamnesi positiva per trombocitopenia con questo medicinale. Manifestazioni o tendenze emorragiche legate a disturbi dell'emostasi, ad eccezione delle coagulopatie da consumo non legate all'eparina. Lesioni organiche a rischio di sanguinamento (ulcera peptica, retinopatie, sindrome emorragica). Endocarditeinfettiva acuta (ad eccezione di quelle relative a protesi meccaniche). Accidenti cerebrovascolari emorragici. Aneurisma cerebrale. Ipertensione arteriosa grave e non controllata. Nefropatie e pancreopatie gravi, ipertensione arteriosa grave, traumi cranioencefalici gravi nel periodo post-operatorio. Trattamento concomitante con antagonisti della vitamina K, agenti antiaggreganti (ticlopidina, salicilati o FANS, dipiridamolo, sulfinpirazone).

POSOLOGIA

Questo farmaco va somministrato per via sottocutanea. Tecnica di iniezione: l'iniezione deve essere praticata nel tessuto sottocutaneo dei quadranti supero-esterni dei glutei, alternando il lato destro ed il lato sinistro, o nella cintura addominale anterolaterale e posterolaterale. L'ago deve essere introdotto interamente, perpendicolarmente e non tangenzialmente, nello spessore di una plica cutanea realizzata tra il pollice e l'indice dell'operatore. La plica deve essere mantenuta per tutta la durata dell'iniezione. La presenza di una bolla d'aria nella siringa e' normale e non deve essere eliminata prima dell'uso. Siringhe pre-riempite con sistema di sicurezza: le siringhe pre-riempite sono dotate di un sistema di sicurezza per prevenire punture accidentali da ago dopo l'iniezione. A fine corsa del pistone, al termine della somministrazione, il meccanismo di sicurezza si attiva automaticamentecoprendo l'ago con un cappuccio di protezione. Nella profilassi dellatrombosi venosa profonda (TVP) in chirurgia generale ed ortopedica, enei pazienti a rischio maggiore di TVP, lo schema posologico da seguire e' il seguente. Chirurgia generale: una iniezione per via sottocutanea di 0,3 ml (3.200 U.I. aXa) 2 ore prima dell'intervento. Successivamente ogni 24 ore per almeno 7 giorni. Non sono necessari controlli emocoagulativi. Chirurgia ortopedica: una iniezione per via sottocutaneadi 0,4 ml (4.250 U.I. aXa) 12 ore prima e 12 ore dopo l'intervento, quindi una iniezione quotidiana nei successivi giorni del decorso post-operatorio. La durata del trattamento e' di almeno 10 giorni. Pazientia rischio maggiore di TVP: una iniezione per via sottocutanea di 0,4 ml (4.250 U.I. aXa) al giorno. La durata del trattamento e' di almeno 10 giorni. Trattamento della trombosi venosa profonda: due iniezioni/die per via sottocutanea di 0,6 ml (6.400 U.I. aXa): la terapia va protratta per almeno 7-10 giorni. Questa terapia puo' essere preceduta da 3-5 giorni di terapia con 12.800 U.I. aXa per via endovenosa in infusione lenta. Dopo la fase acuta, la terapia puo' essere protratta con 0,8 ml (8.500 U.I. aXa) per via s.c./die, 0,6 ml (6.400 U.I. aXa) per via s.c./die, oppure con 0,4 ml (4.250 U.I. aXa) per via s.c./die per altri 10-20 giorni. Se non ci sono controindicazioni, iniziare appena possibile una terapia orale anticoagulante. Non si deve interrompere il trattamento con questo farmaco prima di aver raggiunto l'INR (International Normalization Ratio) richiesto.

CONSERVAZIONE

Non conservare al di sopra di 30 gradi C.

AVVERTENZE

Tracciabilita': al fine di migliorare la tracciabilita' dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministratodevono essere chiaramente registrati. Questo farmaco non va somministrato per via intramuscolare. Trombocitopenia da eparina: la trombocitopenia e' una complicazione ben conosciuta della terapia con eparina e puo' comparire da 4 a 10 giorni dopo l'inizio del trattamento, ma anche prima in caso di precedente trombocitopenia da eparina. Nel 10 - 20%dei pazienti puo' comparire precocemente una lieve trombocitopenia (conta piastrinica maggiore di 100,000/mm^3), che puo' restare stabile oregredire, anche se la somministrazione di eparina e' continuata. In alcuni casi si puo' invece determinare una forma piu' grave (trombocitopenia da eparina di II tipo), immunomediata caratterizzata dalla formazione di anticorpi contro il complesso eparina-fattore piastrinico 4.In questi pazienti si possono sviluppare nuovi trombi associati con trombocitopenia, derivanti dall'irreversibile aggregazione di piastrineindotta dall'eparina, la cosiddetta "sindrome del trombo bianco". Tale processo puo' portare a gravi complicazioni tromboemboliche come necrosi cutanea, embolia arteriosa delle estremita', infarto miocardico, embolia polmonare, stroke e a volte morte. Percio', la somministrazione di eparina a basso peso molecolare dovrebbe essere interrotta oltre che per comparsa di piastrinopenia, anche se il paziente manifesta sintomi di una nuova trombosi o di un peggioramento di una trombosi precedente. Una terapia anticoagulante, per la trombosi causa del trattamento in corso o per una nuova comparsa o peggioramento della stessa, andrebbe intrapresa, dopo sospensione dell'eparina, con un anticoagulantealternativo. E' rischiosa in questi casi l'immediata introduzione di una terapia anticoagulante orale (sono stati descritti casi di peggioramento della trombosi). Quindi una trombocitopenia di qualunque naturadeve essere attentamente monitorata. Se la conta piastrinica scende al di sotto di 100,000/mm^3, o se si verifica trombosi ricorrente, l'eparina a basso peso molecolare deve essere sospesa. Una conta piastrinica andrebbe valutata prima del trattamento e di seguito due volte allasettimana per il primo mese in caso di somministrazioni protratte. Incaso di insorgenza di trombocitopenia con eparina classica, cioe' nonfrazionata, la sostituzione con un'eparina a basso peso molecolare e'una possibile soluzione. In questo caso e' necessaria una sorveglianza quotidiana del numero delle piastrine ed il trattamento dovra' essere interrotto appena possibile; infatti e' stato osservato il mantenimento della trombocitopenia iniziale anche con eparina a basso peso molecolare. Nei pazienti sottoposti ad anestesia spinale o peridurale, ad analgesia epidurale o a puntura lombare , la profilassi con basse dosidi eparina a basso peso molecolare puo' essere raramente associata con ematomi spinali o epidurali che possono portare a paralisi di durataprolungata o permanente. Il rischio e' aumentato dall'uso di cateteriperidurali a permanenza per infusione continua, dall'assunzione concomitante di farmaci che influenzano l'emostasi come gli antinfiammatorinon steroidei (FANS), gli inibitori dell'aggregazione piastrinica o gli anticoagulanti, da traumi o da punture spinali ripetute, dalla presenza di un sottostante disturbo della emostasi e dalla eta' avanzata. La presenza di uno o piu' di questi fattori di rischio dovra' essere attentamente valutata prima di procedere a questo tipo di anestesia/analgesia, in corso di profilassi con eparine a basso peso molecolare. Diregola la puntura spinale/epidurale o l'inserimento del catetere spinale deve essere effettuato dopo almeno 8-12 ore dall'ultima somministrazione di eparina a basso peso molecolare a dosi profilattiche. Dosi successive non dovrebbero essere somministrate prima che siano trascorse almeno 2-4 ore dall'inserimento o dalla rimozione del catetere, ovvero ulteriormente ritardate o non somministrate nel caso di aspirato emorragico durante il posizionamento iniziale dell'ago spinale o epidurale. La rimozione di un catetere epidurale "a permanenza" dovrebbe essere fatta alla massima distanza possibile dalla ultima dose eparinica profilattica (8-12 ore circa) eseguita in corso di anestesia. Qualora si decida di somministrare eparina a basso peso molecolare prima o dopodi un'anestesia peridurale o spinale, si deve prestare estrema attenzione e praticare un frequente monitoraggio per individuare segni e sintomi di alterazioni neurologiche come: dolore lombare, deficit sensoriale e motorio (intorpidimento e debolezza degli arti inferiori), alterazioni della funzione vescicale o intestinale. Il personale infermieristico dovrebbe essere istruito ad individuare questi segni e sintomi. I pazienti dovrebbero essere istruiti ad informare immediatamente il personale medico o infermieristico se si verifica uno qualsiasi dei suddetti sintomi. Se si sospettano segni o sintomi di ematoma epidurale ospinale, deve essere formulata una diagnosi immediata ed iniziato un trattamento che comprenda la decompressione del midollo spinale. Rischio di emorragia: si raccomanda cautela in presenza di trombocitopenia ed alterazioni piastriniche, di grave insufficienza epatica e renale, di ipertensione non controllata, di retinopatia ipertensiva o diabetica. Si raccomanda cautela anche nel trattamento con alte dosi di questofarmaco in pazienti operati di recente e in altri casi ad alto rischio emorragico. L'eparina puo' sopprimere la secrezione surrenale di aldosterone causando iperkaliemia, particolarmente in pazienti con diabete mellito, insufficienza renale cronica, acidosi metabolica preesistente, con alti livelli plasmatici di potassio, o che assumono farmaci risparmiatori di potassio. Il rischio di iperkaliemia aumenta secondo ladurata della terapia, ma e' di solito reversibile. Nei pazienti a rischio occorre valutare i livelli plasmatici di potassio prima di iniziare la terapia con eparina e successivamente monitorarli con regolarita', in particolare se il trattamento si prolunga oltre i 7 giorni.

INTERAZIONI

La somministrazione di terapie concomitanti con effetti sulla funzione emostatica, quali inibitori della funzione piastrinica, antinfiammatori non steroidei (FANS), antagonisti dei recettori glicoproteina IIb/IIIa, antagonisti della vitamina K, trombolitici e destrano puo' aumentare il rischio emorragico di parnaparina. Questo farmaco va somministrato con particolare cautela nei pazienti con insufficienza renale in terapia concomitante con FANS o alte dosi di acido acetilsalicilico (ASA) poiche' FANS ed ASA a dosi analgesiche/anti-infiammatorie riduconola produzione di prostaglandine vasodilatatorie e conseguentemente ilfiltrato glomerulare e la secrezione renale. Come le altre eparine, questo medicinale puo' manifestare delle interazioni con: nitroglicerina, alte dosi di penicillina, sulfinpirazone, probenecid, acido etacrinico, agenti citostatici, chinino, antistaminici, digitalici, tetracicline, fumo di tabacco e acido ascorbico. Associazioni sconsigliate: acido acetilsalicilico ed altri salicilati (per via generale): aumento del rischio di emorragia (inibizione della funzione piastrinica ed aggressione della mucosa gastroduodenale da salicilati). Utilizzare altre sostanze per un effetto antalgico o antipiretico. FANS (per via generale): aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica e aggressione della mucosa gastroduodenale da farmaci antinfiammatori non steroidei). Se non e' possibile evitare l'associazione, istituire un'attenta sorveglianza clinica e biologica. Ticlopidina: aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica da ticlopidina). E' sconsigliata l'associazione a forti dosi di eparina. L'associazione a basse dosi di eparina (eparinoterapia preventiva) richiedeun'attenta sorveglianza clinica e biologica. Altri antiaggreganti piastrinici (clopidogrel, dipiridamolo, sulfinpirazone): aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica). Associazioni che necessitano di precauzioni d'uso. Anticoagulanti orali: potenziamento dell'azione anticoagulante. L'eparina falsa il dosaggio del tasso di protrombina. Al momento della sostituzione dell'eparina con gli anticoagulanti orali: rinforzare la sorveglianza clinica; per controllare l'effetto degli anticoagulanti orali effettuare il prelievo prima della somministrazione di eparina, nel caso questa sia discontinua o, di preferenza, utilizzare un reattivo non sensibile all'eparina. Glicocorticoidi (via generale): aggravamento del rischio emorragico proprio della terapia con glicocorticoidi (mucosa gastrica, fragilita' vascolare)a dosi elevate o in trattamento prolungato superiore a dieci giorni. L'associazione deve essere giustificata; potenziare la sorveglianza clinica. Destrano (via parenterale): aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica). Adattare la posologia dell'eparina in modo da non superare una ipocoagulabilita' superiore a 1,5 volte il valore di riferimento, durante l'associazione e dopo la sospensionedi destrano. In caso di somministrazione contemporanea di acido ascorbico, antistaminici, digitale, penicillina e.v., tetracicline o fenotiazine si puo' avere una inibizione dell'attivita' del farmaco.

EFFETTI INDESIDERATI

Studi clinici: il riassunto seguente descrive le reazioni avverse associate al trattamento con parnaparina durante gli studi clinici. Le categorie di frequenza sono definite in base alla convenzione seguente: molto comune (<1/10); comune (>=1/100, <1/10); non comune (>= 1/1.000,<1/100); raro (>=1/10.000, <1/1.000); molto raro (< 1/10.000). All'interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravita'. Reazioni avverse, evidenziate durante gli studi clinici, suddivise in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA e in base alla frequenza. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: reazioni anafilattiche o anafilattoidi. Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: trombocitopenia, a volte grave. Manifestazioni emorragiche di entità limitata (prevalentemente legate a preesistenti fattori di rischio, quali lesioni organiche con tendenza emorragica, oppure ad effetti iatrogeni). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Raro: dermatite, eritema, prurito, porpora, rash e orticaria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sededi somministrazione. Comune: ematoma, emorragie, irritazione, dolore e fastidio in sede di iniezione; raro: eritema (con placche), porpora,necrosi in sede di iniezione. Esami diagnostici. Non comune: transaminasi aumentate. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Molto raro: ematomi spinali o epidurali (in associazione con l'uso profilattico dell'eparina nel corso di anestesia spinale o peridurale o di puntura lombare. Gli ematomi hanno causato diversi gradi di alterazione neurologica compresa paralisi prolungata o permanente). Esperienza post-commercializzazione: dopo l'immissione in commercio di parnaparina sono state segnalate le reazioni avverse riportate di seguito. La frequenza per queste reazioni non e' nota (la frequenza non puo' essere stabilita sulla base dei dati disponibili). Reazioni avverse evidenziate durante l'esperienza post-marketing, suddivise in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA e con frequenza non nota. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): anemia. Patologie del sistema nervoso. Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): riduzione del livello di coscienza. Patologie vascolari. Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): trombosi venosa profonda, vampate di calore.Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): dispnea, epistassi, edema della faringe, emorragia pleurica. Patologie gastrointestinali. Non nota (la frequenza non può essere definita sulla basedei dati disponibili): dolore addominale, diarrea, edema delle labbra, melena, nausea. Patologie epatobiliari. Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): epatite colestatica, ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): esantema maculo- papulare, prurito generalizzato. Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo. Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): artralgia, mialgia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): metrorragia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non nota (la frequenza non può essere definitasulla base dei dati disponibili): astenia. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, inquanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gli studi nell'animale non hanno evidenziato alcuna attivita' teratogena o embriotossica, tuttavia non vi sono dati conclusivi sul passaggio della barriera placentare e sull'escrezione nel latte materno. Pertanto non essendo escluso il rischio di effetti dannosi a carico del feto e/o del lattante a seguito di assunzione/somministrazione di parnaparina, l'uso di questo farmaco in gravidanza e/o nell'allattamento e' da riservare, a giudizio del medico, ai casi di assoluta necessita'.

Codice: 026270076
Codice EAN:

Codice ATC: B01AB07
  • Sangue ed organi emopoietici
  • Antitrombotici
  • Eparinici
  • Parnaparina
Temperatura di conservazione: non conservare al di sopra di +30 gradi
Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: SIRINGA

SOLUZIONE INIETTABILE

36 MESI

SIRINGA