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GEMZAR INF 1FL 1G Produttore: ELI LILLY ITALIA SPA

  • FARMACO OSPEDALIERO
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

GEMZAR POLVERE PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Analoghi della pirimidina.

PRINCIPI ATTIVI

Ogni flaconcino contiene gemcitabina cloridrato equivalente a 200 mg di gemcitabina. Ogni flaconcino contiene gemcitabina cloridrato equivalente a 1.000 mg di gemcitabina. Dopo ricostituzione, la soluzione contiene 38 mg/ml di gemcitabina.

ECCIPIENTI

Gemzar 200 mg contiene: mannitolo (E421), sodio acetato (E262), acidocloridrico (E507) (per aggiustare il pH), sodio idrossido (E524) (peraggiustare il pH). Gemzar 1.000 mg contiene: mannitolo (E421), sodio acetato (E262), acido cloridrico (E507) (per aggiustare il pH), sodio idrossido (E524) (per aggiustare il pH).

INDICAZIONI

La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina e' indicata nel trattamento di pazienti conadenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino e' indicata nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia puo' essere considerata in pazienti anziani o con performance status uguale a 2. La gemcitabina in combinazione con carboplatino e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastaticoche hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno che questa non fosse controindicata.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Allattamento.

POSOLOGIA

La gemcitabina deve essere prescritta solamente sotto la supervisionedi un medico qualificato per l'uso della chemioterapia antitumorale. Posologia raccomandata. Carcinoma della vescica Uso in combinazione. In combinazione con cisplatino la dose di gemcitabina raccomandata è di1.000 mg/m^2, da somministrare per via endovenosa in 30 minuti nei giorni 1-8-15 di ciascun ciclo di 28 giorni. La dose di cisplatino raccomandata è di 70 mg/m^2, da somministrare il giorno seguente la somministrazione di gemcitabina oppure il giorno 2 di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo di 4 settimane può essere ripetuto. La riduzione deldosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuata in base al grado di tossicità causata dal farmaco nel paziente. Carcinoma del pancreas. La dose di gemcitabina raccomandata è di 1.000 mg/m², da somministrare per via endovenosa in 30 minuti, una volta a settimana per 7 settimane consecutive facendo poi seguire una settimana di riposo. I cicli successivi dovranno consistere di somministrazioni una volta a settimana per 3 settimane consecutive,facendo poi seguire una settimana di riposo. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuata in base al grado di tossicità causata nel paziente. Carcinoma del Polmone Non a Piccole Cellule. Monoterapia. La dose di gemcitabina raccomandata è di 1.000 mg/m^2, da somministrare per via endovenosa in 30 minuti, una volta a settimana per 3 settimane consecutive(giorni 1-8-15), facendo poi seguire una settimana di riposo. Questo ciclo di 4 settimane può essere ripetuto. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essereeffettuata in base al grado di tossicità causata dal farmaco nel paziente. Uso in combinazione. La dose di gemcitabina raccomandata è di 1.250 mg/m², da somministrare per via endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. Questo ciclo di 4 settimane puòessere ripetuto. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuata in base al grado di tossicità causata nel paziente. La dose di cisplatino generalmente consigliata è di 75-100 mg/m^2, da somministrare una volta ogni 3settimane. Carcinoma della mammella. Uso in combinazione. Gemcitabinain combinazione con paclitaxel è raccomandata somministrando paclitaxel (175 mg/m^2) per infusione endovenosa della durata di circa 3 ore il giorno 1, seguita da gemcitabina (1.250 mg/m^2) per infusione endovenosa della durata di 30 minuti nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21giorni. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuata in base al grado di tossicità causata nel paziente. I pazienti devono avere una conta assoluta dei granulociti di almeno 1.500 ( x 10^6/l) prima di iniziare la somministrazione di gemcitabina associata a paclitaxel. Carcinoma dell'Ovaio Uso in combinazione. La dose di gemcitabina consigliata in combinazione con carboplatino è di 1.000 mg/m^2, da somministrare per infusione endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. Il carboplatino verrà somministrato dopo la gemcitabina il giorno 1 in modo tale da raggiungere una AUC di 4,0 mg/ml per minuto. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuata in base al grado di tossicità causata nel paziente. Monitoraggio per motivi di tossicità e variazione della dose dovuta alla tossicità. Variazione della dose dovuta a tossicità non ematologica. Una visita medica periodica e controlli della funzionalità renale ed epatica devono essere effettuati per accertare unatossicità non ematologica. In base al grado di tossicità presentato dal paziente può essere attuata una riduzione del dosaggio ogni ciclo onell'ambito di un solo ciclo. In generale, per una tossicità non ematologica grave (Grado 3 o 4), con eccezione per la nausea/vomito, la terapia con gemcitabina deve essere sospesa o ridotta a seconda del giudizio del medico. Le dosi devono essere sospese fino a quando secondo il parere del medico la tossicità non sia risolta. Per un aggiustamentodel dosaggio di cisplatino, carboplatino e paclitaxel somministrati in associazione terapeutica, si consiglia di fare riferimento al corrispondente Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto. Variazione della dose dovuta a tossicità ematologica. Inizio di un ciclo. In tutte leindicazioni, prima della somministrazione di ogni dose il paziente deve essere monitorato per quanto riguarda la conta dei granulociti e delle piastrine. I pazienti devono avere una conta dei granulociti in valore assoluto di almeno 1.500 (x 10^6/l) e una conta delle piastrine di 100.000 (x 10^6/l) prima dell'inizio di un ciclo. Nell'ambito di un ciclo. Variazioni della dose di gemcitabina nell'ambito di un ciclo devono essere effettuate come di seguito. Variazioni della dose di gemcitabina nell'ambito di un ciclo per il carcinoma della vescica, NSCLC eil carcinoma del pancreas, somministrata in monoterapia o in associazione con cisplatino. Valore assoluto della conta dei granulociti > 1.000 (x 10^6/l) e > 100.000 (x 10^6/l) di conta delle piastrine: 100 %dipercentuale del dosaggio standard di Gemzar. Valore assoluto della conta dei granulociti uguale a 500-1.000 (x 10^6/l) o 50.000-100.000 (x 10^6/l) di conta delle piastrine: 75 %di percentuale del dosaggio standard di Gemzar. Valore assoluto della conta dei granulociti < 500 (x 10^6/l) o < 50.000 (x 10^6/l) di conta delle piastrine: Omissione delladose. Variazioni della dose di gemcitabina nell'ambito di un ciclo per il carcinoma della mammella, somministrata in associazione con paclitaxel. Valore assoluto della conta dei granulociti >= 1.200 x 10^6/l e> 75.000 x 10^6/l di conta delle piastrine: 100% di percentuale del dosaggio standard di Gemzar. Valore assoluto della conta dei granulociti uguale a 1.000- < 1.200 x 10^6/l o 50.000-75.000 x 10^6/l di conta delle piastrine: 75% di percentuale del dosaggio standard di Gemzar. Valore assoluto della conta dei granulociti uguale a 700- < 1.000 x 10^6/l e >= 50.000 x 10^6/l di conta delle piastrine: 50% di percentuale del dosaggio standard di Gemzar.

CONSERVAZIONE

Flaconcini sigillati: Conservare a temperatura inferiore a 30 gradi C.

AVVERTENZE

Il prolungamento del tempo di infusione ed un'aumentata frequenza di somministrazioni hanno dimostrato un aumento della tossicita'. Tossicita' ematologica. La gemcitabina puo' determinare soppressione della funzionalita' midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, piastrinopenia ed anemia. Nei pazienti in terapia con gemcitabina prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di riduzione della funzionalita' midollare secondaria alla somministrazione del farmaco, deve essere valutata la possibilita' di modificare o interrompere la terapia. Comunque la soppressione della funzionalita' midollare e' di breve durata e generalmente non richiede riduzioni della dose e solo raramente puo' comportare interruzione del trattamento. Gli elementi cellulari ematologici periferici possono continuare ad abbassarsi anche dopo interruzione della terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con funzionalita' midollare compromessa. Come per altri trattamenti citotossici, quando la gemcitabina viene usata in combinazione o in sequenza con altri chemioterapici deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di una soppressione della funzionalita' midollare cumulativa. Compromissione epatica e renale La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con compromissione della funzione epatica e/o renale, in quanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici non consentono di raccomandare una dose precisa per questa popolazione di pazienti. La somministrazione di gemcitabina a pazienti con presenza di metastasi epatiche o con precedenti anamnestici di epatite, alcolismo, o cirrosi epatica puo' condurre ad unaesacerbazione della compromissione epatica di base. Controlli della funzionalita' epatica e renale (comprendenti test virologici) devono essere effettuati periodicamente. Radioterapia concomitante. Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro unintervallo di tempo <= a 7 giorni): e' stata riportata tossicita'. Vaccini vivi. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sono raccomandati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati. Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile. Segnalazioni relative alla sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES) con conseguenze potenzialmente gravi sono state riportate in pazienti che avevano ricevuto gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altriagenti chemioterapici. Ipertensione acuta e attivita' convulsiva sonostate riportate nella maggior parte dei pazienti che avevano avuto laPRES, ma potrebbero anche essere presenti altri sintomi quali emicrania, letargia, confusione e cecita'. La diagnosi e' confermata in modo ottimale dalla risonanza magnetica (MRI). La PRES era tipicamente reversibile con appropriati provvedimenti di supporto. Nel caso la PRES dovesse svilupparsi durante la terapia con gemcitabina, questa deve essere interrotta in maniera definitiva ed attuate misure di supporto, compreso il controllo della pressione sanguigna ed un trattamento anti-convulsivo. Manifestazioni cardiovascolari. A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con gemcitabina, si deve fare particolareattenzione nei pazienti che presentano una storia di eventi cardiovascolari. Sindrome da aumentata permeabilita' capillare. In pazienti trattati con gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici e' stata riportata la sindrome da aumentata permeabilita' capillare. Questa condizione e' abitualmente curabile se riconosciuta precocemente e gestita in maniera appropriata, ma sono stati riportati casi fatali. La condizione determina una iperpermeabilita' capillare sistemica durante la quale liquidi e proteine passano dallo spazio intravascolare in quello interstiziale. Le caratteristiche cliniche includono edema generalizzato, aumento di peso, ipoalbuminemia, grave ipotensione, compromissione renale acuta ed edema polmonare. Se durante la terapia si sviluppa la sindrome da aumentata permeabilita' capillare la somministrazione di gemcitabina deve essere interrotta e devonoessere attuate misure di sostegno. La sindrome da aumentata permeabilita' capillare puo' verificarsi in cicli successivi ed in letteratura e' stata associata con la sindrome da distress respiratorio dell'adulto. Manifestazioni polmonari. Manifestazioni polmonari, talvolta gravi [come l'edema polmonare, la polmonite interstiziale, o la sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS)], sono state riscontrate durante terapia con gemcitabina. Se si verificano tali manifestazioni, considerare la possibilita' di interrompere il trattamento con gemcitabina. L'impiego tempestivo di misure di supporto adeguate puo' contribuire a migliorare il quadro clinico. Manifestazioni renali. Sindrome emolitico uremica. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono state raramente riportate segnalazioni cliniche (dati successivi alla commercializzazione) compatibili con una sindrome emolitico uremica (HUS). La HUS e' un disturbo potenzialmente letale. Il trattamento con gemcitabina deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell'emoglobina associata a trombocitopenia, innalzamento della bilirubinemia, della creatininemia, dell'uremia, o della LDH. Il danno renale puo' non essere reversibile anche dopo l'interruzione del trattamento ed in tali casi dovra' esserepreso in considerazione il ricorso alla dialisi. Fertilita'. Studi sulla fertilita' hanno dimostrato che la gemcitabina causa una ipospermatogenesi nel topo maschio. Per questo motivo, gli uomini in trattamento con gemcitabina sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento. Sodio. Gemzar200 mg contiene 3,5 mg (<1 mmol) di sodio per flaconcino cioe' sostanzialmente e' privo di sodio. Gemzar 1.000 mg contiene 17,5 mg (< 1 mmol) di sodio per flaconcino cioe' sostanzialmente e' privo di sodio.

INTERAZIONI

Non sono stati effettuati specifici studi di interazione. Radioterapia. Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni). La tossicita' associata con questa terapia multimodale dipende da diversi fattori, inclusi dose e frequenza di somministrazione della gemcitabina, dose della radiazione, piano di trattamento radioterapico e tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. Studi clinici e preclinici hanno dimostrato un'attivita' radiosensibilizzante della gemcitabina. Durante una singola sperimentazione clinica in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1.000 mg/m^2 per 6 settimane consecutive in concomitanza con una radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestatasi con gravi mucositi, in particolare esofagiti e polmoniti, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmente quelli trattati con radioterapia su campi estesi [volumi medi di trattamento 4.795 cm^3]. I risultati di studi effettuati successivamentehanno suggerito che e' realizzabile una somministrazione di gemcitabina a dosi inferiori in concomitanza con radioterapia in quanto presenta una tossicita' prevedibile, come e' risultato da uno studio di fase II su pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Radioterapia al torace a dosi di 66Gy e' stata somministrata in concomitanza con gemcitabina (600 mg/m^2, quattro volte) e cisplatino (80 mg/m^2, due volte) nel corso di 6 settimane. Il regime ottimale per una somministrazione sicura della gemcitabina in concomitanza con dosi radianti terapeutiche, non e' stato ancora determinato in tutti i tipi tumorali. Radioterapia non concomitante (effettuata separatamente in un periodo di tempo superiore ai 7 giorni). L'analisi dei dati non suggerisce alcun aggravamento della tossicita' nel caso in cui la gemcitabina sia somministrata fino a 7 giorni prima o dopo l'effettuazione della radioterapia, ad eccezione del fenomeno di "recall" da radiazione. I dati indicano che la terapia con gemcitabina puo' essere iniziata dopo che glieffetti acuti della radioterapia si sono risolti o almeno dopo una settimana dalla sua effettuazione. Lesioni da radiazione sono state osservate su tessuti bersaglio (es. esofagiti, coliti e polmoniti) in associazione con l'uso, sia concomitante che non, di gemcitabina. Altre. L'uso contemporaneo del vaccino per la febbre gialla e di altri vaccinivivi attenuati non e' consigliato a causa del rischio di malattia sistemica, eventualmente con esito fatale, particolarmente nei pazienti che sono gia' immunodepressi.

EFFETTI INDESIDERATI

Gli effetti indesiderati associati alla terapia con questo farmaco osservati più comunemente comprendono nausea con o senza vomito, aumentodei livelli delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina, osservati in circa il 60% dei pazienti; proteinuria e ematuria osservati in circa il 50% dei pazienti; dispnea osservata nel 10-40%dei pazienti (l'incidenza più alta è stata osservata nei pazienti affetti da carcinoma polmonare); reazioni allergiche cutanee sono state osservate in circa il 25% dei pazienti e sono state associate a pruritonel 10% dei pazienti. La frequenza e gravità delle reazioni avverse sono influenzate dalla dose, velocità di infusione e intervalli tra le dosi. Una riduzione della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti sono reazioni avverse dose-limitanti. Risultati di studi clinici. Definizione della frequenza: molto comune (>= 1/10), comune (>=1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100), raro (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili). Di seguito gli effetti indesiderati e la frequenza che sono stati riportati da studi clinici.All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesideratisono riportati in ordine decrescente di gravità. Infezioni e infestazioni. Comune: infezioni; non nota: sepsi. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: leucopenia (neutropenia di grado 3 = 19,3%; grado 4 = 6%). La soppressione della funzionalità midollare varia da lieve a moderata ed è più pronunciata per la conta dei granulociti, trombocitopenia, anemia; comune: neutropenia febbrile; molto raro: trombocitosi, microangiopatia trombotica. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: reazione anafilattoide. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, insonnia, sonnolenza; non comune: accidente cerebrovascolare; molto raro: sindrome da encefalopatia posteriore reversibile. Patologie cardiache. Non comune: aritmie, prevalentemente di natura sopraventricolare, insufficienza cardiaca; raro: infarto del miocardio. Patologie vascolari. Raro: segni clinici di vasculite periferica e gangrena, ipotensione; molto raro: sindrome da aumentata permeabilità capillare. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: dispnea -di solito lieve e di rapida risoluzione senza trattamento; comune:tosse, rinite; non comune: polmonite interstiziale, broncospasmo -di solito lieve e transitorio potendo richiedere trattamento parenterale;raro: edema polmonare, sindrome da distress respiratorio dell'adulto.Patologie gastrointestinali. Molto comune: vomito, nausea; comune: diarrea, stomatite e ulcerazione della bocca, stipsi; molto raro: coliteischemica. Patologie epatobiliari. Molto comune: aumento delle transaminasi epatiche (AST e ALT) e della fosfatasi alcalina; comune: aumento della bilirubina; non comune: grave tossicità epatica, comprendente insufficienza epatica e morte; raro: aumento della gamma-glutamiltrasferasi (GGT). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: eruzione cutanea allergica frequentemente associata a prurito, alopecia; comune: prurito, sudorazione; raro: reazioni cutanee gravi, comprendenti desquamazione ed eruzioni cutanee bollose, ulcerazione, formazione di vescicole ed ulcere, desquamazione; molto raro: necrolisi tossica epidermica, sindrome di Stevens-Johnson; non nota: pseudocellulite. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: mal di schiena, mialgia. Patologie renali e urinarie. Moltocomune: ematuria, lieve proteinuria; non comune: insufficienza renale, sindrome emolitico uremica; patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: sintomi simil-influenzali; i sintomi più comuni sono febbre, cefalea, brividi, mialgia, astenia e anoressia. Sono stati anche riportati tosse, rinite, malessere, perspirazione e difficoltà ad addormentarsi, edema/edema periferico-incluso edema facciale. L'edema è di solito reversibile dopo interruzione del trattamento; comune: febbre, astenia, brividi; raro: reazioni nel sito d'iniezione- di natura tendenzialmente lieve. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Raro: tossicità da radiazioni,recall da radiazioni. Impiego in associazione nel carcinoma della mammella. La frequenza di tossicità ematologiche di grado 3 e 4, soprattutto neutropenia, aumenta quando la gemcitabina è usata in associazionecon paclitaxel. Tuttavia l'aumento di queste reazioni avverse non si associa con un aumento dell'incidenza di infezioni o di eventi emorragici. L'affaticamento e la neutropenia febbrile si verificano con maggior frequenza quando la gemcitabina viene usata in associazione con paclitaxel. L'affaticamento, che non si associa ad anemia, si risolve abitualmente dopo il primo ciclo di terapia. Eventi avversi di grado 3 e 4 Paclitaxel versus gemcitabina in associazione a paclitaxel. Relativiad analisi di laboratorio: anemia, trombocitopenia, neutropenia. Non relativi ad analisi di laboratorio: neutropenia febbrile, affaticamento, diarrea, neuropatia motoria, neuropatia sensoriale. Impiego in associazione nel carcinoma della vescica. Eventi avversi di grado 3 e 4 MVAC versus Gemcitabina in associazione a cisplatino. Relativi ad analisi di laboratorio: anemia, trombocitopenia. Non relativi ad analisi di laboratorio: nausea e vomito, diarrea, infezione, stomatite. Impiego in associazione nel carcinoma dell'ovaio. Relativi ad analisi di laboratorio: anemia, neutropenia, trombocitopenia, leucopenia. Non relativi ad analisi di laboratorio: emorragia, neutropenia febbrile, infezione senza neutropenia. La neuropatia sensoriale è stata anche più frequente nel braccio di trattamento in associazione rispetto a quello con impiego del solo carboplatino. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l'Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalareuna-sospetta- reazione-avversa.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza. Non esistono dati sufficienti sull'uso della gemcitabina in donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziato una tossicita' sull'attivita' riproduttiva. Sulla base dei risultati degli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessita'. Donne in eta' fertile devono essere informate di non iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. Allattamento. Non e' noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. Fertilita'. La gemcitabina causa nel topo maschio una ipospermatogenesi. Per questo motivo, agli uomini sessualmente maturi e' consigliato di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.

Codice: 029452012
Codice EAN:

Codice ATC: L01BC05
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Citostatici
  • Antimetaboliti
  • Analoghi della pirimidina
  • Gemcitabina
Temperatura di conservazione: inferiore a +30 gradi
Forma farmaceutica: POLVERE PER SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FLACONE

POLVERE PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

36 MESI

FLACONE