Cercafarmaco.it

GENTAMICINA SOLFATO 100F 80MG/ Produttore: FISIOPHARMA SRL

  • FARMACO OSPEDALIERO
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

GENTAMICINA SOLFATO FISIOPHARMA SOLUZIONE INIETTABILE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antibatterici aminoglicosidici.

PRINCIPI ATTIVI

Gentamicina solfato Fisiopharma 40 mg/2 ml soluzione iniettabile, 1 fiala da 2 ml contiene principio attivo: gentamicina solfato 63.5 mg (equivalente a 40 mg di gentamicina). Gentamicina solfato Fisiopharma 80mg/2 ml soluzione iniettabile, 1 fiala da 2 ml contiene principio attivo: gentamicina solfato 127 mg (equivalente a 80 mg di gentamicina). Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Metile p-idrossibenzoato, propile p-idrossibenzoato, sodio metabisolfito, acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Infezioni da germi sensibili alla gentamicina: forme pleuro-polmonari: bronchiti, broncopolmoniti, polmonite franca-lobare, pleuriti, empiemi. Infezioni urinarie acute e croniche: cistiti, pieliti, cistopieliti, pielonefriti, calcolosi infette (del bacinetto, dell'uretere, dellavescica), uretriti, prostatiti, vescicoliti. Stati settici: batteriemie, setticemie, setticopiemie, sepsi neonatali. Infezioni del sistema nervoso: meningiti, meningoencefaliti, ecc. Infezioni chirurgiche: ascessi, flemmoni, osteomieliti, infezioni traumatiche. Infezioni otorinolaringoiatriche: otiti medie purulente, sinusiti, mastoiditi, tonsilliti, faringotonsilliti. Infezioni ostetrico-ginecologiche: aborto settico, metriti, parametriti, salpingiti, salpingo-ovariti, pelvi-peritoniti, mastiti, ecc. Ustioni: infezioni insorte nelle gravi ustioni e neitrapianti cutanei, eventualmente in associazione alla forma topica. Nelle infezioni da germi Gram-negativi sospette o documentate, Gentamicina Solfato puo' essere considerato come farmaco di scelta. Nelle infezioni gravi che mettono in pericolo la vita del paziente, Gentamicina Solfato puo' essere somministrata in associazione ad un antibiotico betalattamico (carbenicillina o similari nelle infezioni da Pseudomonas aeruginosa e un antibiotico di tipo penicillinico nelle endocarditi daStreptococchi del gruppo D).

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; anamnesi di ipersensibilita' o di reazioni tossiche agli aminoglicosidi; miastenia grave; gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).

POSOLOGIA

Gentamicina Solfato puo' essere somministrato per via intramuscolare o endovenosa. La posologia e' identica. La via endovenosa e' consigliabile nei casi in cui la somministrazione intramuscolare non e' attuabile (pazienti in stato di shock, con manifestazioni emorragiche, disordini ematologici, gravi ustioni o ridotta massa muscolare, portatori diforme mieloproliferative). La somministrazione endovenosa sara' effettuata, preferibilmente mediante infusione in 1-2 ore, alle stesse dosipreviste per la via intramuscolare. Ogni singola dose dovra' essere diluita in 100-200 ml di soluzione fisiologica o di destrosio al 5%; nei bambini il volume del diluente sara' ridotto. In ogni caso la concentrazione di Gentamicina Solfato non dovrebbe superare 1 mg/ml (0,1%). Gentamicina Solfato e' stato anche iniettato per via endovenosa senza diluizione (la metodologia e' peraltro da limitarsi a casi eccezionali). A) Pazienti con funzionalita' renale normale. Adulti: la dose consigliata per il trattamento delle infezioni sistemiche e' di 3 mg/kg/die(1 mg/kg ogni 8 ore o 1,5 mg/kg ogni 12 ore). Nelle infezioni che costituiscono un pericolo per la vita del paziente e' consigliata una posologia fino a 5 mg/kg/die da somministrarsi in 3 o 4 dosi per i primi 2-3 giorni di trattamento; successivamente sara' ridotta a 3 mg/die/kg. Per le infezioni urinarie e per le infezioni extra-urinarie di gradomoderato possono essere sufficienti 2 mg/kg/die, in 2 dosi refratte. Schema posologico orientativo per i pazienti di oltre 50 kg di peso: 80 mg, 3 volte al di'; 80 mg, 2 volte al di' nelle infezioni urinarie enelle infezioni extra-urinarie di gravita' moderata. Bambini: nella primissima infanzia il prodotto va somministrato soltanto nei casi di effettiva necessita', sotto il diretto controllo del medico. La dose consigliata varia in funzione dell'eta', secondo il seguente schema. Prematuri e neonati a termine fino a 1 settimana di vita; dose totale: 5-6 mg/kg/die; dose singola: 2,5 - 3 mg/kg ogni 12 h. Lattanti e neonatioltre 1 settimana di vita; dose totale: 7,5 mg/kg/die; dose singola: 2,5 mg/kg ogni 8 h. Bambini; dose totale: 6-7,5 mg/kg/die; dose singola: 2 - 2,5 mg/kg ogni 8 h. Schema pratico. Neonati a termine (3.5 - 5 Kg): 2.8 mg/kg - 2 mg/kg ogni 12 ore. Bambini da 5 a 10 kg: 4 - 2 mg/kg ogni 8 - 12 ore. Bambini da 11 a 20 kg: 40 mg ogni 8 - 12 ore. L'adeguamento dei dosaggi deve essere fatto in funzione dell'eta' del paziente, del tipo e della gravita' dell'infezione. Nei pazienti obesi, il dosaggio deve essere calcolato in base al loro peso teorico. La duratadel trattamento e' in genere di 7 -10 giorni. Nelle infezioni gravi ocomplicate puo' rendersi necessario un trattamento piu' prolungato. In tali casi puo' aumentare il rischio di effetti secondari, si dovra' percio' rivolgere particolare attenzione al controllo della funzionalita' renale, uditiva e vestibolare. E' comunque consigliabile continuare la terapia per almeno 48 ore dopo lo sfebbramento. B) Pazienti con funzionalita' renale alterata. Come per tutti i farmaci che vengono elettivamente eliminati per via renale, la frequenza della somministrazione verra' stabilita in base alla funzionalita' renale, secondo il seguente schema. Adulti. Dose: 1-1,7 mg/kg; clearance creatinina: >70 ml/min; creatinina sierica: <1,4 mg %; azoto ureico ematico (bun): <18; frequenza somministrazioni: ogni 8 ore. Clearance creatinina: 35-70 ml/min; creatinina sierica: 1,4-1,9 mg %; azoto ureico ematico (bun): 18-29; frequenza somministrazioni: ogni 12 ore. Bambini. Dose: 2- 2,5mg/kg; clearance creatinina: 24-34 ml/min; creatinina sierica: 2,0-2,8 mg %; azoto ureico ematico (bun): 30-39; frequenza somministrazioni: ogni 18 ore. Clearance creatinina: 16-23 ml/min; creatinina sierica: 2,9-3,7 mg %; azoto ureico ematico (bun): 40-49; frequenza somministrazioni:ogni 24 ore. Clearance creatinina: 10-15 ml/min; creatinina sierica: 3,8-5,3 mg %; azoto ureico ematico (bun): 50-74; frequenza somministrazioni: ogni 36 ore. Clearance creatinina: 5-9 ml/min; creatinina sierica: 5,4-7,2 mg %; azoto ureico ematico (bun): 75-100; frequenza somministrazioni: ogni 48 ore. La frequenza delle somministrazioni puo' essere approssimativamente calcolata moltiplicando la creatinina sierica per 8, secondo il seguente schema: mg/100 ml creatinina sierica x 8 = intervallo tra due successive somministrazioni (in ore). Emodialisi. Nei pazienti adulti con insufficienza renale sottoposti a emodialisi, laquantita' di gentamicina rimossa dal plasma puo' variare in funzione di alcuni fattori, tra i quali il metodo di dialisi impiegato. Un'emodialisi di 6 ore puo' ridurre i livelli plasmatici di gentamicina di circa il 50%. Le dosi consigliate alla fine di ogni dialisi sono comprese tra 1- 1,7 mg/kg in base al grado di severita' dell'infezione. Nel bambino possono essere somministrate dosi di 2-2,5 mg/kg. Gli antibiotici aminoglicosidici vengono rimossi dal sangue in seguito a dialisi peritoneale, ma in quantita' minore rispetto all'emodialisi.

CONSERVAZIONE

Non conservare al di sopra di 30 gradi C. Conservare nella confezioneoriginale per riparare il medicinale dalla luce.

AVVERTENZE

Nei pazienti con compromissione renale in stadio avanzato o pregressasordita' dell'orecchio interno, la gentamicina deve essere usata solose il suo uso e' considerato fondamentale dal medico. La frequenza o la dose di somministrazione deve essere diminuita nei pazienti con funzione renale compromessa (vedere paragrafo 4.2). L'insufficienza renale, come la riduzione della filtrazione glomerulare, si osserva nel 10%circa dei pazienti trattati con gentamicina ed e' di solito reversibile. I principali fattori di rischio sono la dose totale elevata, la terapia prolungata, l'aumento del livello sierico (livello minimo alto);inoltre, altri possibili fattori di rischio sono l'eta', l'ipovolemiae lo shock. I segni clinici del danno renale sono: proteinuria, cilindruria, ematuria, oliguria, aumento delle concentrazioni sieriche della creatinina e dell'urea. In casi isolati puo' verificarsi un'insufficienza renale acuta (vedere anche paragrafo 4.8). Occorre effettuare una valutazione periodica della funzionalita' renale e degli elettrolitisierici nei pazienti adulti e bambini che ricevono Gentamicina per piu' di 7-10 giorni per il trattamento di infezioni gravi o che possono essere trattati con dosi piu' elevate di quelle consigliate per l'eta', il peso o la presunta funzionalita' renale. Al pari degli altri aminoglicosidi, Gentamicina soluzione iniettabile e' potenzialmente nefrotossica. Il rischio di nefrotossicita' aumenta nei pazienti con disturbi della funzionalita' renale e in quelli che ricevono dosi elevate o una terapia prolungata. Pazienti anziani possono avere una riduzione della funzione renale, che puo' non risultare evidente con i test di laboratorio routinari, quali l'azotemia o la creatinina sierica. L'esame della clearance creatininica puo' risultare piu' utile. E' particolarmente importante in tali pazienti il monitoraggio delle funzioni renalidurante il trattamento con gentamicina, come con altri aminoglicosidi. In alcuni adulti e bambini trattati con gentamicina e' stata riferita una sindrome Fanconi-simile con aminoaciduria e acidosi metabolica. Al fine di evitare gli eventi avversi si raccomanda di monitorare continuamente (prima, durante e dopo) la funzionalita' renale (creatinina sierica, clearance della creatinina), la funzionalita' vestibolare e della coclea come anche i parametri epatici e di laboratorio. I pazienti in trattamento con aminoglicosidi devono rimanere sotto stretto controllo clinico a causa della potenziale tossicita' associata con il loro utilizzo. Poiche' i pazienti anziani e i bambini possono essere particolarmente a rischio, e' consigliabile mantenerli sotto stretto controllo clinico. Nei pazienti con significativa obesita', si consiglia dimonitorare le concentrazioni sieriche di gentamicina e di ridurne la dose. E' possibile un danno al nervo vestibolo-cocleare (ottavo nervo cranico), con possibili effetti sull'equilibrio e sull'udito. La reazione ototossica piu' comune e' il danno vestibolare. La perdita dell'udito si manifesta inizialmente come una riduzione dell'acuita' uditiva alle alte frequenze ed e' di solito irreversibile. Fattori di rischio importanti sono preesistenti danni della funzione renale o un'anamnesidi danno a carico dell'ottavo nervo cranico; inoltre il rischio aumenta in modo proporzionale al livello della dose totale e giornaliera o dall'associazione con sostanze potenzialmente ototossiche. I sintomi degli effetti ototossici sono: capogiro, percezione di rumori di tintinnio o scroscio nell'orecchio (tinnito), vertigine e meno comune la perdita dell'udito. Il meccanismo vestibolare puo' essere colpito dalla gentamicina se si superano livelli minimi di 2 mcg/ml. E' di solito reversibile se lo si osserva immediatamente e si modifica la dose. (vedere anche paragrafo 4.8). Esiste un aumento del rischio di ototossicita'nei pazienti con mutazioni del DNA mitocondriale (in particolare la sostituzione del nucleotide 1555 da A a G nel gene 12S rRNA), anche se i livelli sierici di aminoglicosidi rientrano nell'intervallo raccomandato durante il trattamento. In tali pazienti devono essere prese in considerazione opzioni terapeutiche alternative. Nei pazienti con una storia materna di mutazioni rilevanti o sordita' indotta da aminoglicosidi, devono essere presi in considerazione trattamenti alternativi o test genetici prima della somministrazione. L'urina deve essere esaminata per l'eventuale riduzione del peso specifico, l'aumento dell'escrezione proteica, e per la presenza di cellule o di precipitati a calco. Occorre determinare periodicamente l'azoto ureico e l'azoto non proteico nel sangue, la creatinina sierica o la clearance della creatina. Sefattibile, si raccomanda di effettuare audiogrammi seriali, in particolare nei pazienti ad alto rischio. In caso di manifesta ototossicita'(confusione, vertigini, tinnito, ronzii auricolari o perdita dell'udito) o nefrotossicita' occorre modificare la posologia o interrompere il farmaco. Al pari degli altri aminoglicosidi, in rari casi modifiche della funzionalita' renale o dell'ottavo paio dei nervi cranici possono manifestarsi solo dopo il completamento della terapia. Se possibile,le concentrazioni sieriche degli aminoglicosidi devono essere monitorate al fine di assicurare adeguati livelli ed evitare livelli potenzialmente tossici. Quando le concentrazioni di picco della gentamicina vengono monitorate, occorre aggiustare le dosi in modo da evitare livelli prolungati al di sopra di 12 mcg/ml. Quando vengono monitorate le concentrazioni della gentamicina, occorre modificare le dosi in modo da evitare livelli sopra i 2 mcg/ml. Picchi eccessivi e/o concentrazioni sieriche di aminoglicosidi troppo elevate possono aumentare il rischiodi tossicita' renale o dell'ottavo nervo cranico. In pazienti con ustioni estese, l'alterata farmacocinetica puo' comportare una ridotta concentrazione sierica di aminoglicosidi. In tali pazienti trattati con gentamicina, si raccomanda il dosaggio della concentrazione sierica come base per modificare il dosaggio. Come per altri aminoglicosidi, si deve evitare la contemporanea e/o sequenziale somministrazione sistemica o topica di altri farmaci nefrotossici e/o neurotossici. L'uso contemporaneo e/o sequenziale, sistemico o topico, di altri farmaci potenzialmente neurotossici e/o nefrotossici deve essere evitato (vedere 4.5).

INTERAZIONI

E' stata dimostrata un'allergenicita' crociata fra aminoglicosidi. E'stato riferito un aumento della nefrotossicita' potenziale della gentamicina in seguito alla somministrazione, susseguente o contemporanea,di altre sostanze potenzialmente nefrotossiche, quali: cisplatino, polimixina B, colistina, viomicina, streptomicina, vancomicina e altri aminoglicosidi. Un aumento della nefrotossicita' e' stata riportata a seguito della somministrazione contemporanea di antibiotici aminoglicosidici ed alcune cefalosporine. L'uso contemporaneo di gentamicina e diuretici potenti quali acido etacrinico o furosemide deve essere vietato, considerato che tali diuretici posseggono una propria ototossicita'. Inoltre, quando vengono somministrati per via endovenosa, i diuretici possono aumentare la tossicita' degli aminoglicosidi alterandone la concentrazione nel siero e nei tessuti. In caso di farmaci contenenti cisplatino, si tenga presente che la nefrotossicita' di gentamicina puo' aumentare anche a 3-4 settimane di distanza dalla somministrazione di queste sostanze. Antibiotici neurotossici e nefrotossici possono essere assorbiti in quantita' significative dalla superficie corporea dopo applicazione o irrigazione locale. La potenziale tossicita' di antibiotici somministrati in tal modo deve essere presa in considerazione.Sebbene non sia stato riferito nella pratica clinica nessun caso di blocco neuromuscolare ne' con gentamicina ne' con altri aminoglicosidici, l'attivita' di blocco neuromuscolare degli aminoglicosidi viene potenziata da etere e miorilassanti come succinilcolina o tubocurarina o durante trasfusioni massive di sangue citrato; qualora la gentamicina venga somministrata durante o immediatamente dopo un intervento chirurgico, il blocco neuromuscolare puo' essere amplificato e prolungato sesi utilizzano miorilassanti non depolarizzanti. Queste interazioni possono causare un blocco neuromuscolare e una paralisi respiratoria. Inconsiderazione dell'aumentato rischio, tali pazienti devono essere monitorati con particolare attenzione qualora si verificasse, il blocco puo' essere rimosso con la somministrazione di sali di calcio. La contemporanea somministrazione anche topica, specie se intracavitaria, di altri antibiotici potenzialmente nefrotossici ed ototossici puo' accrescere il rischio di tali effetti. Il medicinale non va mescolato nellastessa siringa con altri farmaci. Gli aminoglicosidi possono aumentare l'effetto dannoso di metossiflurano a carico dei reni. Se usato in concomitanza, sono possibili nefropatie estremamente gravi. L'anestesista deve essere messo a conoscenza dell'uso di aminoglicosidi prima di un intervento chirurgico. In vitro l'associazione di un aminoglicosidecon un antibiotico betalattamico (penicilline o cefalosporine) puo' causare una reciproca inattivazione. Anche quando un antibiotico aminoglicosidico ed uno penicillinosimile sono stati somministrati attraverso due vie differenti, si e' verificata una riduzione dell'emivita o dei livelli plasmatici dell'aminoglicoside in pazienti con insufficienzarenale ed anche in alcuni soggetti con funzionalita' renale normale. E' stata osservata una riduzione dell'emivita plasmatica di gentamicina in pazienti con grave insufficienza renale trattati concomitantemente con carbenicillina. Nei neonati, l'indometacina potrebbe aumentare le concentrazioni plasmatiche di gentamicina. L'uso concomitante con i farmaci anticoagulanti orali puo' aumentare gli effetti ipotrombinemici. La somministrazione concomitante con i bisfosfonati puo' aumentare il rischio di ipocalcemia. La gentamicina somministrata concomitantemente con la tossina botulinica puo' aumentare il rischio di tossicita' dovuto a blocco neuromuscolare. Neostigmina e piridostigmina antagonizzano l'effetto della gentamicina.

EFFETTI INDESIDERATI

Di seguito sono riportati gli effetti indesiderati di gentamicina, organizzati secondo la classificazione sistemica organica MedDRA. Non sono disponibili dati sufficienti per stabilire la frequenza dei singolieffetti elencati. Patologie renali e delle vie urinarie: proteinuria,compromissione della funzione renale, insufficienza renale acuta (frequenza molto rara), iperfosfaturia, aumento dell'azotemia (reversibile), sindrome simil-Fanconi in pazienti trattati con dosi elevate per unperiodo prolungato (frequenza molto rara). Le anormalita' nei valori dei test clinici di laboratorio possono essere talvolta associate ad una correlata sintomatologia clinica. Patologie di orecchio e labirinto: ronzii, riduzione della sensibilita' uditiva che puo' essere irreversibile, danno vestibolare, perdita irreversibile dell'udito, sordita',malattia di Meniere, tinnito, vertigini. Patologie del sistema nervoso: convulsioni, allucinazioni, vertigini, attacchi epilettici, tinnito, torpore, parestesie, fascicolazioni, sindrome tipo miastenia gravis,febbre, cefalea, polineuropatie, encefalopatia, blocco neuromuscolare, capogiri. Disturbi psichiatrici: confusione, depressione, sindrome cerebrale organica acuta, allucinazioni. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: depressione respiratoria, fibrosi polmonare. Patologie dell'occhio: disturbi della visione. Patologie gastrointestinali: anoressia, perdita di peso, nausea, vomito, scialorrea, stomatite, stati transitori di epatomegalia, colite pseudomembranosa. Patologie vascolari: ipertensione, ipotensione. Disturbi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilita' di gravita' variabile, da eruzione cutanea e prurito, febbre da farmaco alle gravi reazioni acute da ipersensibilita' (anafilassi) fino allo shock anafilattico. Esami diagnostici: aumento delle transaminasi sieriche (AST, ALT), della latticodeidrogenasi (LDH), della fosfatasi alcalina e della bilirubina; riduzione dei livelli sierici di calcio, magnesio, potassio e sodio; alterazioni dei tests di funzionalita' renale. Patologie del sistema emolinfopoietico:anemia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitosi transitoria, eosinofilia, aumento o riduzione dei reticolociti, trombocitopenia, discrasia. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: dolore alle articolazioni. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: febbre, cefalea, dolore nel sito di iniezione, atrofia sottocutanea o segni di irritazione locale. Infezioni ed infestazioni: sovrainfezione (da germi resistenti alla gentamicina). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: eruzioni cutaneedi vario tipo su base allergica o idiosincrasica, edema laringeo, manifestazioni anafilattiche, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi tossica epidermica, porpora, alopecia. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gli antibiotici aminoglicosidici attraversano la placenta e possono causare danni fetali qualora somministrati a donne in gravidanza. Sono stati riportati casi di sordita' congenita bilaterale irreversibile inbambini le cui madri avevano ricevuto aminoglicosidi, incluso Gentamicina, durante la gravidanza. Se Gentamicina viene somministrato durante la gravidanza o se la paziente si accorge di avere iniziato una gravidanza mentre assume Gentamicina, la paziente stessa deve essere avvertita del potenziale rischio per il feto. In caso di esposizione alla gentamicina durante la gravidanza, si raccomanda di monitorare la funzione renale e uditiva del neonato. In donne che allattano, Gentamicina e' escreto nel latte materno in piccole quantita'. Il neonato allattato al seno puo' sviluppare diarrea e infezioni fungine delle membrane mucose, tali da richiedere l'interruzione dell'allattamento al seno. Tenere presente la possibilita' di sensibilizzazione. A causa delle potenziali reazioni avverse gravi correlabili agli aminoglicosidi, occorredecidere se interrompere l'allattamento o sospendere il trattamento, tenendo in considerazione l'importanza del farmaco per la madre.

Codice: 031423080
Codice EAN:

Codice ATC: J01GB03
  • Antimicrobici generali per uso sistemico
  • Antibatterici per uso sistemico
  • Antibatterici aminoglicosidici
  • Altri aminoglicosidi
  • Gentamicina
Temperatura di conservazione: non superiore a +30, conservare il prodotto nella confezione originale
Forma farmaceutica: PREPARAZIONE INIETTABILE
Scadenza: 48 MESI
Confezionamento: SCATOLA

PREPARAZIONE INIETTABILE

48 MESI

SCATOLA