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MYELOSTIM 34 FL 34MUI/ML+SIR Produttore: ITALFARMACO SPA

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA LIMITATIVA

DENOMINAZIONE

MYELOSTIM 34 MILIONI UI/ML, POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE INIETTABILE/INFUSIONE IN SIRINGA PRERIEMPITA

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Citochine.

PRINCIPI ATTIVI

Lenograstim (rHuG-CSF) 33,6 milioni Unita' Internazionali (equivalenti a 263 mcg ) per ml dopo ricostituzione * prodotto con tecnologia DNAricombinante su cellule ovariche dell'hamster cinese (CHO).

ECCIPIENTI

Polvere; arginina; fenilalanina; metionina; mannitolo (E421); polisorbato 20; acido cloridrico diluito (per l'aggiustamento del pH). Solvente. Acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Il medicinale e' indicato negli adulti, adolescenti e nei bambini coneta' superiore ai 2 anni per: la riduzione della durata della neutropenia in pazienti (con neoplasia non mieloide) sottoposti a terapia mieloablativa, seguita da trapianto di midollo osseo (BMT) e considerati ad aumentato rischio di neutropenia grave prolungata. La riduzione della durata della neutropenia grave e delle complicanze associate in pazienti sottoposti a schemi di chemioterapia citotossica associati ad una incidenza significativa di neutropenia febbrile. La mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC) nei pazienti e anche nei donatori sani.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Il medicinale non deve essere usato per aumentare l'intensita' della dose della chemioterapia citotossica al di la' del dosaggio stabilito e degli schemi posologici consueti, poiche' il farmaco puo' ridurre la mielotossicita' ma non la tossicita' globale dei farmaci citotossici. Non deve essere somministrato contemporaneamente a chemioterapia citotossica. Non deve essere somministrato a pazienti con neoplasia mieloide diversa dalla leucemia mieloide acuta " de novo "; con leucemiamieloide acuta " de novo " sotto i 55 anni di eta'; con leucemia mieloide acuta " de novo " con citogenetica favorevole, cioe' t(8;21), t(15;17) e inv. (16).

POSOLOGIA

Modo di somministrazione. Il farmaco puo' essere somministrato per iniezione sottocutanea o per infusione endovenosa. Posologia. La terapiadeve essere somministrata solamente presso un centro oncologico e/o ematologico specializzato. La dose raccomandata del medicinale e' 19,2 MUI (150 mcg) per m^2 al giorno, terapeuticamente equivalenti a 0,64 MUI (5 mcg) per kg al giorno in caso di: trapianto di cellule staminaliperiferiche o di midollo osseo, chemioterapia citotossica convenzionale, mobilizzazione delle PBPC dopo chemioterapia. Il farmaco puo' essere utilizzato in pazienti con superficie corporea fino a 1,8 m^2. Per la mobilizzazione delle PBPC con il farmaco da solo, la dose raccomandata e' di 1,28 MUI (10 mcg) per kg al giorno. Adulti. Nel trapianto dicellule staminali periferiche o di midollo osseo il medicinale dev'essere somministrato quotidianamente alla dose raccomandata di 19,2 MUI (150 mcg) per m^2 al giorno in infusione endovenosa, della durata di 30 minuti, diluito in soluzione salina isotonica o sottoforma di iniezione sottocutanea. La prima dose non deve essere somministrata nelle 24ore successive all'impianto di midollo osseo. La somministrazione deve essere continuata fino a che non venga superata l'attesa concentrazione minima di neutrofili (nadir) e la conta degli stessi non sia rientrata in limiti stabili compatibili con l'interruzione del trattamento,fino a un massimo, se necessario, di 28 giorni consecutivi di terapia. Si prevede che entro 14 giorni dal trapianto di midollo osseo nel 50% dei pazienti si raggiunga un normale livello di neutrofili. In corsodi chemioterapia citotossica convenzionale il medicinale alla dose raccomandata di 19,2 MUI (150 mcg) per m^2 al giorno dev'essere somministrato quotidianamente per iniezione sottocutanea. La prima dose non deve essere somministrata nelle 24 ore successive alla chemioterapia citotossica. La somministrazione quotidiana di Myelostim deve essere continuata fino a che non venga superato l'atteso nadir e la conta dei neutrofili non abbia raggiunto valori stabili compatibili con la cessazione del trattamento, fino ad un massimo, se necessario, di 28 giorni consecutivi di terapia. Anche se si puo' verificare un incremento transitorio dei neutrofili entro i primi due giorni di terapia, il trattamento con il meidicinale non deve essere interrotto poiche' si osserva generalmente una comparsa piu' precoce del nadir ed un piu' rapido ritorno alla norma con la continuazione del trattamento. Nella mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC) Dopo chemioterapia, il medicinale deve essere somministrato quotidianamente alla dose raccomandata di 19,2 MUI (150 mcg) per m^2 al giorno per iniezione sottocutanea entro un periodo di 1 - 5 giorni dopo il completamento della chemioterapia, in accordo al regime chemioterapico somministratoper la mobilizzazione. Il medicinale deve essere somministrato fino all'ultima leucoaferesi. Le leucoaferesi devono essere effettuate nel periodo successivo al nadir, quando la conta leucocitaria e' in aumento, o dopo la determinazione del contenuto di cellule CD34^+ nel sangue con un metodo convalidato. Nei pazienti che non hanno ricevuto una chemioterapia intensiva, spesso e' sufficiente una singola leucoaferesi per ottenere una raccolta minima accettabile (>= 2,0 x 10^6 CD34^+ cellule per kg). Nella mobilizzazione di PBPC con il farmaco usato da solo, il medicinale deve essere somministrato quotidianamente alla dose raccomandata di 1,28 MUI (10 mcg) per kg al giorno come iniezione sottocutanea per 4-6 giorni. La leucoaferesi deve essere effettuata tra il 5. e il 7. giorno. Nei pazienti che non hanno ricevuto una chemioterapia intensiva, spesso e' sufficiente una singola leucoaferesi per ottenere una raccolta minima accettabile (>= 2,0 x 10^6 CD34^+ cellule per kg). Nei donatori sani una dose giornaliera di 10 mcg/kg somministrata per via sottocutanea per 5-6 giorni permette una raccolta di cellule CD34^+ >= 3 x 10^6 /kg di peso corporeo, con una singola leucoaferesi nell'83% dei soggetti e con due leucoaferesi nel 97% dei soggetti. Anziani. Negli studi clinici con il medicinale e' stato incluso un piccolonumero di pazienti con eta' fino a 70 anni ma non sono stati condottistudi mirati nell'anziano e quindi non si possono raccomandare dosi specifiche. Popolazione pediatrica. Nella riduzione della durata della neutropenia dopo terapia mieloablativa seguita da BMT o dopo chemioterapia citotossica, la dose nei bambini con eta' maggiore di 2 anni e negli adolescenti e' la stessa che negli adulti. Sono disponibili dati molto limitati per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico alle dosi previste per l'adulto. La sicurezza e l'efficacia del medicinale nei bambini di eta' inferiore ai 2 anni non sono state definite. Il farmaco puo' essere usato in pazienti con una superficie corporea fino a 1,8 m^2.

CONSERVAZIONE

Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C. Non congelare.

AVVERTENZE

Crescita di cellule maligne. I fattori di stimolazione delle colonie granulocitarie possono stimolare la crescita delle cellule mieloidi invitro; effetti simili sono stati osservati, sempre in vitro, in alcune cellule non mieloidi. La sicurezza e l'efficacia della somministrazione del farmaco nei pazienti con mielodisplasia o leucemia mieloide acuta secondaria, o leucemia mieloide cronica non sono state stabilite. Perciò non deve essere usato in queste indicazioni. Particolare attenzione deve essere usata nel distinguere la diagnosi di trasformazione blastica della leucemia mieloide cronica dalla leucemia mieloide acuta.Gli studi clinici non hanno stabilito se il farmaco possa influenzarela progressione della sindrome mielodisplastica a leucemia mieloide acuta. Particolare cautela dovrebbe essere esercitata nel suo impiego in tutte le condizioni pre-neoplastiche mieloidi. Dato che alcuni tumori con caratteristiche non specifiche possono in casi eccezionali esprimere un recettore g-csf, particolare cautela dovrebbe essere posta nelcaso di inattese recidive di tumori, osservate in concomitanza con laterapia con rhug-csf. Bambini affetti da all. Nei bambini affetti da all è stato segnalato un aumento del rischio di leucemia mieloide secondaria o di sindrome mielodisplastica associata a csfs. Un rischio analogo è stato rilevato in una revisione sistematica di 25 studi randomizzati e controllati su 12.804 pazienti adulti affetti da tumori solidio linfomi. Tale rischio, tuttavia, non aveva impatto negativo sull'esito a lungo termine negli adulti in studio. Pertanto, il farmaco 34 milioni ui / ml deve essere somministrato nei bambini, ed in particolarein quelli con prognosi favorevole a lungo termine, solo dopo attenta valutazione dei benefici a breve termine, in funzione dei rischi a lungo termine. Leucocitosi. Una conta leucocitaria superiore a 50x109/l non è stata osservata in nessuno dei 174 pazienti inseriti negli studi clinici e trattati con 5 mcg/kg/die (0,64 milioni di unità/kg/die) a seguito di trapianto di midollo osseo. Una conta di globuli bianchi uguale o superiore a 70x10^9/l è stata osservata in meno del 5% dei pazienti sottoposti a chemioterapia citotossica trattati con il farmaco alla dose di 5 mcg/kg/die (0,64 milioni di unità/kg/die). Non sono stati riportati eventi avversi direttamente attribuibili a questo grado di leucocitosi. A causa dei rischi potenziali associati ad una grave leucocitosi, la conta dei globuli bianchi dovrebbe essere comunque effettuata ad intervalli regolari durante la terapia con il farmaco. Se il numero dei leucociti supera i 50x10^9/l dopo l'atteso nadir, il farmaco deve essere interrotto immediatamente. Durante la mobilizzazione delle pbpc, il farmaco deve essere interrotto se la conta dei leucociti aumenta a valori > 70 x 10^9/l. Eventi avversi a livello polmonare. Dopo somministrazione di g-csf, sono stati riportati rari eventi avversi a livello polmonare (>0,01% e < 0,1%), in particolare polmonite interstiziale. I pazienti con una recente storia di infiltrati polmonari o polmonite possono essere ad alto rischio. La comparsa di sintomi polmonario segni come tosse, febbre e dispnea, in associazione a segni radiologici di infiltrati polmonari ed il peggioramento delle funzioni polmonari possono essere segni preliminari della sindrome da distress respiratorio acuto (ards, acute respiratory distress syndrom). Il trattamento con il farmaco deve essere immediatamente interrotto e deve essere somministrato un trattamento adeguato. Durante l'esperienza post-commercializzazione, sono stati riportati eventi avversi polmonari (emottisi, emorragia polmonare, inflitrati polmonari, dispnea e ipossia) nei donatori e nei pazienti. In caso di evento avverso polmonare sospetto o confermato, deve essere considerata l'interruzione del trattamento conil farmaco e devono essere fornite le cure mediche appropriate. Trapianto di cellule staminali periferiche o di midollo osseo. Particolare attenzione deve essere rivolta al recupero delle piastrine, dato che negli studi clinici in doppio cieco controllati con placebo la media della conta piastrinica era più bassa nei pazienti trattati con il farmaco rispetto a quelli trattati con placebo. L'effetto del farmaco sullaincidenza e gravità della malattia "graft vs host" acuta e cronica non è stato ancora ben determinato. Chemioterapia citotossica convenzionale. L'uso del farmaco non è raccomandato nel periodo compreso tra le 24 ore precedenti e le 24 ore successive la fine della chemioterapia. Non è stata stabilita la sicurezza dell'uso del farmaco con agenti antineoplastici caratterizzati da mielotossicità cumulativa o predominante sulle piastrine (nitrosurea, mitomicina). La somministrazione del farmaco potrebbe aumentare la tossicità di questi agenti, in particolareverso le piastrine. Rischi associati all'incremento della dose di chemioterapia. La sicurezza e l'efficacia del farmaco non sono ancora state verificate in corso di intensificazione della chemioterapia. Non dovrebbe essere utilizzato per ridurre al di sotto dei limiti stabiliti gli intervalli fra cicli di chemioterapia e/o per incrementare la dosedei chemioterapici. La tossicità a carico delle cellule non mieloidi ha rappresentato un fattore limitante negli studi di fase ii di intensificazione della chemioterapia con il farmaco. Speciali precauzioni nella mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico. Scelta del metodo di mobilizzazione. Studi clinici condotti nella stessa popolazione di pazienti hanno mostrato che, come verificato nello stesso laboratorio, la mobilizzazione delle pbpc è stata superiore quando il farmaco veniva usato dopo chemioterapia rispetto a quando veniva usato da solo. Tuttavia la scelta tra i due metodi di mobilizzazione dovrebbe essere effettuata in relazione agli obiettivi globali del trattamento per ogni singolo paziente. Precedente esposizione a radioterapia e/o ad agenti citotossici. I pazienti che sono stati sottoposti a terapia mielosoppressiva intensiva e/o a radioterapia, potrebbero non mostrare una mobilizzazione delle pbpc sufficiente per raggiungere la raccolta minima accettabile (>= 2,0 x 10^6 cd34+/kg) e quindi un recupero ematologico adeguato. Il programma di trapianto di pbpc dovrebbe essere definito nelle fasi iniziali del trattamento del paziente e primadella somministrazione di chemioterapia ad alte dosi dovrebbe essere posta particolare attenzione al numero di pbpc mobilizzate. Se la raccolta è bassa, il trapianto di pbpc dovrebbe essere sostituito da altreforme di trattamento. Valutazione della quantità di cellule progenitrici raccolte. Deve essere posta particolare attenzione al metodo di quantificazione delle cellule progenitrici raccolte, poiché i risultati dell'analisi delle cellule cd34+ ottenuti con la citometria a flusso variano da laboratorio a laboratorio

INTERAZIONI

Data la sensibilita' alla chemioterapia citotossica delle cellule mieloidi che si moltiplicano rapidamente, l'uso del medicinale non e' raccomandato nel periodo compreso fra le 24 ore precedenti e le 24 ore successive la fine della chemioterapia. Possibili interazioni con altri fattori di crescita emopoietici e citochine devono essere ancora studiate mediante specifiche ricerche cliniche.

EFFETTI INDESIDERATI

Il profilo di sicurezza e' simile nei bambini, negli adolescenti e negli adulti. Nel trapianto di cellule staminali periferiche o di midollo osseo. In studi clinici in doppio cieco controllati verso placebo, la media della conta delle piastrine e' risultata piu' bassa nei pazienti trattati con il medicinale rispetto ai pazienti trattati con placebo, senza un aumento dell'incidenza di reazioni avverse di tipo emorragico e il numero mediano di giorni tra il trapianto di midollo osseo e l'ultima trasfusione di piastrine e' risultato simile nei due gruppi. Nel trapianto di cellule staminali periferiche o di midollo osseo e nella neutropenia da chemioterapia. I piu' frequenti eventi avversi segnalati in studi clinici (15%) sono stati gli stessi nei pazienti trattati sia con il farmaco che con placebo. Gli eventi avversi erano quelligeneralmente rilevati durante i regimi di condizionamento e durante chemioterapia nei pazienti tumorali. Gli eventi avversi riportati piu' di frequente sono stati infezioni/infiammazione della cavita' orale, sepsi e infezioni, febbre, diarrea, dolore addominale, vomito, nausea, rash, alopecia, e cefalea. Nella mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC) in donatori sani. Gli effetti indesiderati piu' frequentemente segnalati sono transitori, da lievi a moderati: dolore, dolore alle ossa, dolore alla schiena, astenia, febbre, cefalea e nausea, aumento dei valori di ALAT/ASAT, della fosfatasi alcalina e di LDH. Trombocitopenia e leucocitosi correlate all'aferesi sono state osservate rispettivamente nel 42% e 24% dei soggetti in studio. Sono stati segnalati casi comuni ma generalmente asintomatici di splenomegalia e casi molto rari di rottura della milza. Molto raramente sono state riportate reazioni allergiche, inclusa l'anafilassi, insortein seguito alla prima somministrazione sottocutanea di lenograstim. Sorveglianza post-marketing delle reazioni avverse pericolose per la vita. La sindrome da perdita capillare, che puo' essere pericolosa per la vita se il trattamento viene ritardato, e' stata riportata, nella sorveglianza post-marketing, come evento non comune (>= 1/1000 a < 1/100) in seguito alla somministrazione dei fattori stimolanti le colonie granulocitarie, prevalentemente nei pazienti neoplastici sottoposti a chemioterapia. Frequenza delle reazioni avverse rilevata negli studi clinici e da dati di post-marketing. Molto comune (>=10%); comune (>=1/100 e <1/10); non comune (>=1/1000 e <=1/100); raro (>=1/10000 e <=1/1000); molto raro (<=1/10000); non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Esami diagnostici. Molto comune: valori elevati di ldh. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: leucocitosi, trombocitopenia; comune: aumento del volume della milza; molto raro: rottura della milza. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea, astenia. Patologie vascolari. Non comune: sindrome da perdita capillare; raro: aortite. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: emottisi; raro: edema polmonare, polmonite interstiziale infiltrati polmonari, fibrosi polmonare, emorragia polmonare. Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto raro: vasculiti cutanee, sindrome di sweet, eritema nodoso, pioderma gangrenoso, sindrome di lyell. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: dolore muscoloscheletrico; comune: dolore. Patologie renali ed urinarie. Non nota: glomerulonefrite. Patologiesistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: reazioni nel sito d'iniezione. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: reazione allergica, shock anafilattico. Patologie epatobiliari. Molto comune: valori elevati di asat/alat, valori elevati di fosfatasi alcalina. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo: http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sosp etta-reazione-avversa.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza. Non ci sono dati adeguati sull'uso di lenograstim in donne gravide. Gli studi nell'animale hanno mostrato tossicita' riproduttiva. Il potenziale rischio nell'uomo e' sconosciuto. Il medicinale non deve essere usato durante la gravidanza se non strettamente necessario. Allattamento. Non e' noto se lenograstim venga escreto nel latte materno. L'escrezione di lenograstim nel latte non e' stata studiata negli animali. L'allattamento al seno dovrebbe essere interrotto durante la terapia con il farmaco.

Codice: 029059096
Codice EAN:

Codice ATC: L03AA10
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Immunostimolanti
  • Fattori di stimolazione delle colonie
  • Lenograstim
Temperatura di conservazione: non superiore a +30 gradi, non congelare
Forma farmaceutica: POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 30 MESI
Confezionamento: SIRINGA

POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

30 MESI

SIRINGA