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PACLITAXEL CRINOS EV FLACONE 16,7ML Produttore: CRINOS SPA

  • FARMACO OSPEDALIERO
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

PACLITAXEL CRINOS

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antineoplastici, alcaloidi derivati da piante ed altri prodotti naturali, taxani.

PRINCIPI ATTIVI

Cntiene 6 mg di paclitaxel per 1 ml di soluzione concentrata per infusione. Un flaconcino da 5 ml contiene 30 mg di paclitaxel. Un flaconcino da 16,7 ml contiene 100 mg di paclitaxel.

ECCIPIENTI

Etanolo, olio di ricino poliossietilato.

INDICAZIONI

Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico e' indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma dell'ovaio in stadio avanzato o con carcinoma residuo (>1 cm) dopo laparatomia iniziale, in combinazione con cisplatino. Nella chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico e' indicato per il trattamento del carcinoma metastatizzato dell'ovaio quando la terapia standard, contenente derivati del platino, non sia risultata efficace. Nella terapia adiuvante, e' indicato nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella con linfonodi positivi dopo terapia con antraciclina e ciclofosfamide (AC). Il trattamento adiuvante con il prodotto deve essere considerato come una alternativa alla continuazione della terapia con AC. E' indicato per iltrattamento iniziale del carcinoma localmente avanzato o metastatico della mammella in combinazione sia con una antraciclina nelle pazientiper le quali e' adatta la terapia con l'antraciclina sia con trastuzumab nelle pazienti con iperespressione di HER-2 di livello 3+ all'esame immunoistochimico, e per le quali non sia possibile il trattamento con un'antraciclina. In monoterapia, e' indicato per il trattamento delcarcinoma metastatizzato della mammella quando la terapia standard, contenente derivati antraciclinici, non sia ritenuta possibile o non sia risultata efficace. Paclitaxel, in combinazione con cisplatino, e' indicato per il trattamento del carcinoma del polmone non a piccole cellule (NSCLC) in pazienti che non possono essere sottoposti ad intervento chirurgico radicale e/o a terapia radiante. Paclitaxel e' indicato per il trattamento di pazienti con sarcoma di Kaposi (KS) correlato all'AIDS avanzato che hanno fallito una terapia precedente con antraciclina liposomiale. I dati di efficacia a supporto di questa indicazione sono limitati.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

E' controindicato in pazienti con grave ipersensibilita' al paclitaxel o ad uno qualsiasi degli eccipienti in particolare all'olio di ricino poliossietilato. E' controindicato in gravidanza ed allattamento e non deve essere usato in pazienti con una conta iniziale di neutrofili <1.500/mm3 (< 1.000/mm3 per pazienti con sarcoma di Kaposi). Nel sarcoma di Kaposi, e' anche controindicato nei pazienti con infezioni concomitanti, gravi ed incontrollate.

POSOLOGIA

Prima della somministrazione, tutti i pazienti devono essere premedicati con corticosteroidi, antistaminici ed H2 antagonisti, ad esempio: desametasone 20 mg os (8-20 mg per pazienti con sarcoma di Kaposi) o e.v. (prima di paclitaxel se per somministrazione orale circa 12 e 6 ore, se per somministrazione e.v. da 30 a 60 minuti); difenidramina (o un antistaminico equivalente, per es.: clorfeniramina) 50 mg e.v (30 - 60 minuti prima del prodotto); cimetidina o ranitidina 300 mg e.v. 50 mg e.v. (30 - 60 minuti prima del prodotto). Somministrare mediante unfiltro in linea con membrana a micropori aventi diametro <0,22 mcm. Chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico: sebbene siano in corso di sperimentazione altri regimi posologici, si raccomanda un regime di associazione costituito dal farmaco e cisplatino. In base alla durata dell'infusione sono raccomandate due dosi: alla dose di 175 mg/m^2, somministrato endovena nell'arco di 3 ore, seguito da cisplatino alla dose di 75 mg/m^2, ogni tre settimane oppure 135 mg/m^2, somministrato in infusione di 24 ore, seguito da cisplatino alla dose di 75 mg/m^2, con un intervallo di tre settimane tra una somministrazione di tale associazione e la successiva. Chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico: la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra una somministrazione e la successiva. Chemioterapia adiuvante nel carcinoma della mammella: la dose raccomandata e' 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di3 ore, ogni 3 settimane per quattro cicli, dopo terapia AC. Chemioterapia di prima linea del carcinoma della mammella: quando usato in combinazione con doxorubicina (50 mg/m^2), somministrare 24 ore dopo la doxorubicina. La dose raccomandata e' di 220 mg/m^2 somministrata endovena nell'arco di tre ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli.Quando usato in combinazione con trastuzumab, la dose raccomandata e'175 mg/m^2, somministrata endovena nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. L'infusione puo' essere iniziata il giorno successivo alla prima dose di trastuzumab o immediatamente dopo le successive, nel caso sia stata ben tollerata la precedente dose di trastuzumab (per la posologia dettagliata del trastuzumab consultare ilriassunto delle caratteristiche del prodotto della specialita' medicinale Herceptin). Chemioterapia di seconda linea del carcinoma della mammella: la dose raccomandata e' 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Trattamento del carcinoma del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato: la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, seguita dalla somministrazione di cisplatino alla dose di 80 mg/m^2, con un intervallo di 3 settimane tra un ciclo terapeutico ed il successivo. Trattamento del Sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS: la dose raccomandata e' 100 mg/m^2, somministrato per infusione endovenosa di 3 ore ogni 2 settimane. Successive dosi devono essere somministrate tenendo in considerazione la tollerabilita' individuale al farmaco. E' opportuno non somministrare nuovamente fin quando la conta dei neutrofili nonraggiunga o superi il valore di 1.500/mm3 (>= 1.000/mm3 per pazienti con sarcoma di Kaposi) e quella piastrinica il valore di 100.000/mm3 (>= 75.000/mm3 per pazienti con sarcoma di Kaposi). In caso di grave neutropenia (neutrofili inferiori a 500/mm3 per 7 o piu' giorni) o di grave neuropatia periferica, la dose, nei successivi cicli di terapia, deve essere ridotta del 20% (25% per pazienti con sarcoma di Kaposi). Pazienti con disfunzione epatica: non sono disponibili dati adeguati per raccomandare aggiustamenti posologici in pazienti con disfunzione epatica da lieve a moderata. Pazienti con disfunzione epatica grave non devono essere trattati con paclitaxel.

CONSERVAZIONE

Conservare a temperatura non superiore a 25 gradi C nella confezione originale per tenerlo al riparo dalla luce.

AVVERTENZE

Somministrare sotto la supervisione di un medico che abbia acquisito esperienza nell'uso di chemioterapici antitumorali. A causa della possibile evenienza di gravi reazioni di ipersensibilita' al farmaco, e' opportuno avere a disposizione un'adeguata attrezzatura per la terapia di supporto. I pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi,antistaminici ed H2, antagonisti. Somministrare precedentemente al cisplatino, quando usato in associazione. A seguito del trattamento, preceduto da adeguata premedicazione, reazioni significative di ipersensibilita', caratterizzate da dispnea ed ipotensione tali da richiedere trattamento, angioedema ed orticaria generalizzata si sono manifestate in <1% dei pazienti. Tali reazioni sono probabilmente mediate dall'istamina. In caso di gravi reazioni di ipersensibilita' e' opportuno sospendere immediatamente il prodotto, istituire una terapia sintomatica enon somministrare nuovamente il farmaco. Mielodepressione (principalmente neutropenia) e' la tossicita' limitante la dose. Deve essere istituito un frequente monitoraggio dei parametri ematologici ed il trattamento non deve essere ripreso fin quando il valore dei neutrofili non ritorni >1.500/mm3 (>= 1.000/mm3 per pazienti con sarcoma di Kaposi) equello delle piastrine >100.000/mm3 (>= 75.000/mm3 per pazienti con sarcoma di Kaposi). Nello studio clinico sul sarcoma di Kaposi, la maggior parte dei pazienti aveva ricevuto il fattore di crescita granulocitario (G-CSF). Gravi anomalie nella conduzione cardiaca sono state riportate raramente in monoterapia. Qualora esse si manifestino durante la somministrazione, deve essere istituita un'appropriata terapia ed eseguito un continuo monitoraggio cardiaco durante i successivi cicli. Ipotensione, ipertensione e bradicardia sono state osservate in corso di trattamento; i pazienti risultano solitamente asintomatici ed in genere non necessitano di trattamento. Si raccomanda un frequente controllo dei parametri vitali, in particolare durante la prima ora di infusione. Eventi cardiovascolari gravi sono stati osservati piu' frequentemente in pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule che non in pazienti con carcinoma della mammella o ovarico. Nello studio clinico sul sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS e' stato osservato un unico caso di insufficienza cardiaca correlata al paclitaxel. Quando viene usato in combinazione con doxorubicina o con trastuzumab per il trattamento iniziale del carcinoma metastatico della mammella, la funzionalita' cardiaca dovra' essere tenuta sotto attento controllo. I pazienti candidati per il trattamento in queste combinazioni devono sottostare ad una valutazione cardiaca di base, compresa un'anamnesi, ispezione fisica, ECG, ecocardiogramma e/o angio cardioscintigrafia (MUGA scan). La funzione cardiaca deve essere controllata ulteriormente duranteil trattamento (ad es. ogni tre mesi). Il controllo puo' aiutare ad identificare pazienti che sviluppano disfunzione cardiaca ed i medici curanti, quando prendono decisioni sulla frequenza della funzione ventricolare, devono attentamente valutare la dose cumulativa (mg/m^2) di antraciclina somministrata. Quando le prove indicano un deterioramento della funzione cardiaca, anche asintomatica, i medici curanti devono attentamente valutare i benefici clinici di una ulteriore terapia contro la possibilita' di produrre un danno cardiaco, incluso un danno potenzialmente irreversibile. Se viene somministrato un ulteriore trattamento, il controllo della funzione cardiaca deve essere piu' frequente (ad es. ogni 1-2 cicli). Per maggiori dettagli si veda il riassunto delle caratteristiche del prodotto della specialita' medicinale Herceptin(R) o doxorubicina. Sebbene la neuropatia periferica sia un evento frequente, lo sviluppo di gravi sintomi e' raro. In casi gravi, si raccomanda una riduzione del 20% (25% nei pazienti con sarcoma di Kaposi) della dose per tutti i successivi trattamenti. Nei pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule e nelle pazienti con carcinoma ovarico in trattamento di prima linea, la somministrazione infuso in tre ore in associazione con cisplatino ha determinato una maggiore incidenza di grave neurotossicita' rispetto sia al farmaco in monoterapia chealla ciclofosfamide seguita da cisplatino. I pazienti con disfunzioneepatica possono essere ad aumentato rischio di tossicita', soprattutto mielosoppressione di grado III-IV. Non e' stato dimostrato che la tossicita' del farmaco aumenti quando somministrato in tre ore nei pazienti con funzione epatica lievemente alterata. Quando e' somministrato come infusione piu' lenta nei pazienti con disfunzione epatica da moderata a grave si puo' notare aumento della mielosoppressione. I pazienti devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di mielosoppressione grave. Non sono disponibili dati adeguati per raccomandare aggiustamenti posologici in pazienti con disfunzione epatica da lieve a moderata. Non sono disponibili dati relativi a pazienti con colestasi grave all'inizio della terapia. I pazienti con disfunzione epatica grave non devono essere trattati con paclitaxel. Poiche' il prodotto contiene etanolo (396 mg/ml), e' necessario valutarne i potenziali effetti sul sistema nervoso centrale ed altri possibili effetti. Durante studisugli animali, condotti per valutare la tollerabilita' locale, sono state osservate gravi reazioni tissutali a seguito di somministrazione intrarteriosa; per questo motivo si dovra' fare particolare attenzionenell'evitare la somministrazione del farmaco per tale via. Raramente sono stati riportati casi di colite pseudomembranosa, compresi casi inpazienti che non erano contemporaneamente in terapia con antibiotici.Questa reazione deve essere tenuta in considerazione nella diagnosi differenziale di casi di diarrea grave o persistente che dovessero manifestarsi durante o subito dopo il trattamento con paclitaxel. Il trattamento in associazione con terapia radiante del polmone, indipendentemente dalla loro sequenza d'impiego, puo' contribuire allo sviluppo di polmonite interstiziale. In pazienti con sarcoma di Kaposi, la mucosite grave e' rara. Se si verificano reazioni gravi, il dosaggio del paclitaxel deve essere ridotto del 25%.

INTERAZIONI

La clearance di paclitaxel non e' influenzata dal pretrattamento con cimetidina. Si raccomanda di somministrare il prodotto prima del cisplatino nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico, poiche', in tal caso il profilo di tollerabilita' del farmaco e' sovrapponibile a quello tipico dell'uso in monoterapia. Quando e' stato somministrato dopo cisplatino, e' stata osservata, nei pazienti trattati, una mielodepressione piu' spiccata della norma ed una diminuzione di circa il 20% della clearance di paclitaxel. Pazienti trattate con il farmacoe cisplatino possono essere a maggiore rischio di danno renale rispetto a quelle trattate con cisplatino in monoterapia nei carcinomi ginecologici. Poiche' l'eliminazione della doxorubicina e dei suoi metaboliti attivi puo' essere ridotta quando paclitaxel e doxorubicina sono somministrati in tempi ravvicinati, il prodotto nel trattamento inizialedel carcinoma metastatico della mammella deve essere somministrato 24ore dopo la doxorubicina. Il metabolismo del paclitaxel e' catalizzato, in parte, dagli isoenzimi CYP2C8 e CYP3A4 del citocromo P450. Studiclinici hanno dimostrato che il metabolismo del paclitaxel mediato dal CYP2C8 in 6a-idrossipaclitaxel e' la principale via metabolica nell'uomo. La contemporanea somministrazione di ketoconazolo, un potente inibitore del CYP3A4, non inibisce l'eliminazione nei pazienti del paclitaxel; quindi i due prodotti medicinali possono essere somministrati insieme senza necessita' di aggiustamenti del dosaggio. Ulteriori dati sulle potenziali interazioni farmacologiche tra paclitaxel ed altri substrati/inibitori del CYP3A4 sono limitati. Pertanto, si deve usare cautela nel somministrare paclitaxel in terapia concomitante con medicinali in grado di inibire (per es. eritromicina, fluoxetina, gemfibrozil) o indurre (per es. rifampicina, carbamazepina, fenitoina, fenobarbitale, efavirenz, nevirapina) sia il CYP2C8 che il CYP3A4. Studi in pazienti affetti da sarcoma di Kaposi, che assumevano numerose terapie concomitanti, suggeriscono che la clearence sistemica di paclitaxel era significativamente ridotta in presenza di nelfinavir e ritonavir, ma non con indinavir. Non ci sono informazioni sufficienti sulle interazioni con altri inibitori della proteasi. Conseguentemente, paclitaxel deve essere somministrato con cautela in pazienti che ricevono inibitori delle proteasi come terapia concomitante.

EFFETTI INDESIDERATI

Si e' presentata neutropenia grave (neutrofili <500/mm3) non associata ad episodi febbrili. Anemia e' stata osservata ma e' stata ritenuta grave (Hb <5 mmol/l) solo nel 6% dei pazienti: la frequenza e la gravita' sono state correlate ai valori basali dell'emoglobina. In associazione con cisplatino la neurotossicita', principalmente neuropatia periferica, e' apparsa piu' frequente e piu' grave alla dose di 175 mg/m^2infusi in 3 ore. Nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule e nelle pazienti con carcinoma ovarico trattati in infusione ditre ore seguito da cisplatino, c'e' un incremento evidente nell'incidenza di grave neurotossicita'. Neuropatia periferica puo' manifestarsidopo il primo ciclo di terapia e puo' peggiorare aumentando l'esposizione al paclitaxel. La neuropatia periferica ha richiesto l'interruzione di paclitaxel in qualche caso. I sintomi sensoriali sono generalmente migliorati o risolti diversi mesi dopo l'interruzione di paclitaxel. Neuropatie preesistenti, causate da precedenti terapie, non costituiscono controindicazione alla terapia con paclitaxel. Gli eventi avversi sono elencati secondo le classi di frequenza convenzionali. Infezioni e infestazioni. Molto comune: infezione; non comune: shock settico; rara: polmonite, sepsi. Alterazioni del sangue e sistema linfatico. Molto comune: mielodepressione, neutropenia, anemia, trombocitopenia, leucopenia; rara: neutropenia febbrile; molto rara: leucemia mieloide acuta, sindrome mielodisplastica. Alterazioni del sistema immunitario. Molto comune: reazioni minori di ipersensibilita' (principalmente arrossamento ed eruzioni cutanee); non comune: reazioni significative di ipersensibilita' che richiedono trattamento (in 2 casi fatali); rara: reazioni anafilattiche; molto rara: shock anafilattico. Disordini del metabolismo e della nutrizione. Molto rara: anoressia. Disturbi psichiatrici. Molto rara: stato confusionale. Alterazioni del sistema nervoso.Molto comune: neurotossicita' (principalmente: neuropatia periferica); rara: neuropatia motoria (con risultante debolezza distale minore); molto rara: neuropatia del sistema autonomo (risultante in ileo paralitico e ipotensione ortostatica), grande male, convulsioni, encefalopatia, vertigini, cefalea, atassia. Disturbi oculari. Molto rara: disturbi del nervo ottico e/o disturbi visivi (scotomi scintillanti), particolarmente in pazienti che hanno ricevuto dosi superiori a quelle raccomandate. Alterazioni dell'apparato uditivo e vestibolare. Molto rara: ototossicita', perdita dell'udito, tinnito, vertigini. Alterazioni cardiache. Comune: bradicardia; non comune: cardiomiopatia, tachicardia ventricolare asintomatica, tachicardia con bigeminismo, blocco AV e sincope, infarto miocardico; molto rara: fibrillazione striale, tachicardia sopraventricolare. Alterazioni del sistema vascolare. Molto comune: ipotensione; non comune: ipertensione, trombosi, tromboflebiti; molto rara: shock. Alterazioni dell'apparato respiratorio, del torace e del mediastino. Rara: dispnea, versamento pleurico, polmonite interstiziale, fibrosi polmonare, embolia polmonare, insufficienza respiratoria; molto rara: tosse. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale. Molto comune: nausea, vomito, diarrea, infiammazione delle mucose; molto rara: ostruzione intestinale, perforazione intestinale, colite ischemica, trombosi mesenterica, colite pseudomembranosa, esofagite, costipazione, ascite, pancreatine. Alterazioni del sistema epatobiliare. Molto rara: necrosi epatica, encefalopatia epatica. Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: alopecia; comune: alterazioni lievi e transitorie delle unghie e della cute; Rara: prurito, eruzioni cutanee, eritema; Molto rara: sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, orticaria, onicolisi (pazienti in terapia devono proteggere mani e piedi dal sole). Sono state inoltre riportate formazione di escara e/o esfoliazione cutanea, a volte correlate alla fuoriuscita del farmaco dal vaso, depigmentazione cutanea. Raramente e' stata riportata la ricomparsa di reazioni cutanee nel sito di un precedente stravaso, a seguito di somministrazione in un sito differente. Alterazione dell'apparato muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e tessuto osseo. Molto comune: artralgia, mialgia. Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione. Comune: reazioni nel sito di iniezione (inclusi edema localizzato, dolore, eritema, indurimento, talvolta la fuoriuscita del farmaco dal vaso puo' causare cellulite); rara: astenia, piressia, disidratazione, edema. Indagini diagnostiche. Comune: aumento di grado severo delle AST (SGOT), e della fosfatasi alcalina; non comune: aumento di grado severo della bilirubina; rare: aumento della creatinina ematica. Pazienti con carcinoma della mammella che hanno ricevuto paclitaxel nella terapia adiuvante dopo trattamento AC, hanno manifestato maggiore tossicita'neurosensoriale, reazioni di ipersensibilita', artralgia/mialgia, anemia, infezione, febbre, nausea/vomito e diarrea, rispetto alle pazienti trattate solo con AC. Somministrato con cisplatino per il trattamento di prima linea del carcinoma ovarico, sono state riscontrate neurotossicita', artralgia/mialgia e mielodepressione. Con doxorubicina nellachemioterapia di prima linea del carcinoma metastatico della mammella, sono stati riportati neutropenia, anemia, neuropatia periferica, artralgia/mialgia, astenia, febbre e diarrea, nausea e vomito, anormalita' nella contrazione cardiaca, insufficienza cardiaca congestizia. Con trastuzumab per il trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma metastatico della mammella, sono stati riportati: insufficienza cardiaca, infezioni, brividi, febbre, tosse, eruzioni cutanee, artralgia, tachicardia, diarrea, ipertonia, epistassi, acne, hrpes simplex, lesione accidentale, insonnia, rinite, sinusite e reazione nel sito d'iniezione; ha provocato un aumento della frequenza e gravita' della disfunzione cardiaca e raramente e' stata associata a morte. Polmonite da radiazioni e' stata riportata in pazienti sottoposti a contemporanea radioterapia. La frequenza e la gravita' degli effetti indesiderati sono generalmente simili per i pazienti trattati per il sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS. Alterazioni del sangue e sistema linfatico: la mielosoppressione e' stata la tossicita' doselimitante piu' importante. Laneutropenia e' la piu' importante tossicita' ematologia, talvolta grave. Inoltre, sono stati riportati trombocitopenia ed episodi di sanguinamento. Anemia e' stata osservata ed e' stata talvolta grave. Disordini epato-biliari: tra i pazienti con normale funzione epatica al basale, si e' registrato un aumento della bilirubina, fosfatasi alcalina e AST (SGOT). Per ciascuno di questi parametri, gli incrementi sono stati gravi nell' 1% dei casi.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Il prodotto ha dimostrato di essere embriotossico e fetotossico nei conigli, e di ridurre la fertilita' nei ratti. Non ci sono informazionisull'uso in donne gravide. Similarmente ad altri agenti citotossici, il prodotto puo' causare danni al feto, ed e' pertanto controindicato in gravidanza. E' opportuno raccomandare alle pazienti di non intraprendere una gravidanza durante la terapia e di avvertire immediatamente il medico curante, qualora questo evento si verifichi. Non e' noto se paclitaxel sia escreto nel latte materno. E' controindicato durante l'allattamento. Si consiglia di interrompere l'allattamento durante la terapia.

Codice: 036419024
Codice EAN:

Codice ATC: L01CD01
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Citostatici
  • Alcaloidi derivati da piante ed altri prodotti naturali
  • Taxani
  • Paclitaxel
Temperatura di conservazione: non superiore a +25 gradi e al riparo dalla luce
Forma farmaceutica: PREPARAZIONE INIETTABILE
Scadenza: 24 MESI
Confezionamento: FLACONE

PREPARAZIONE INIETTABILE

24 MESI

FLACONE