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PAMIDRONATO HIK 1FL 10ML 90MG Produttore: HIKMA ITALIA SPA

  • FARMACO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

PAMIDRONATO DISODICO HIKMA

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Farmaci che agiscono su struttura ossea e mineralizzazione.

PRINCIPI ATTIVI

Pamidronato disodico.

ECCIPIENTI

Mannitolo, acido fosforico, acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Metastasi ossee prevalentemente litiche e mieloma multiplo; osteolisineoplastica con ipercalcemia.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o uno qualsiasi degli eccipientio ad altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico; gravidanza e allattamento; eta' pediatrica.

POSOLOGIA

Pamidronato disodico non deve mai essere somministrato in bolo ma diluito in una soluzione per infusione priva di calcio (es. sodio cloruro0.9%), infusa lentamente. La velocita' di infusione non deve mai superare i 60 mg/ora (1 mg/min) e la concentrazione di Pamidronato disodico nella soluzione di infusione non deve essere superiore a 90 mg/250 ml. Normalmente una dose di 90 mg dovrebbe essere somministrata mediante infusione di 250 ml di soluzione per infusione della durata di 2 ore. Tuttavia nei pazienti affetti da mieloma multiplo e in quelli con ipercalcemia neoplastica, si raccomanda di non superare la dose di 90 mgsomministrata in 500 ml per 4 ore. Nei pazienti con accertate o sospette disfunzioni renali (mieloma multiplo o ipercalcemia neoplastica), si raccomanda di non superare la velocita' di infusione di 20 mg/h. Allo scopo di ridurre al minimo le reazioni al sito di infusione, la cannula deve essere inserita con cura in una vena relativamente grande. >>Adulti e anziani. Metastasi ossee prevalentemente litiche: 90 mg somministrati in singola infusione ogni 4 settimane. Nei pazienti con metastasi ossee sottoposti a chemioterapia ad intervalli di 3 settimane, anche Pamidronato disodico, alla dose di 90 mg, puo' essere somministrato ogni 3 settimane. Osteolisi neoplastica con ipercalcemia: prima o durante il trattamento con Pamidronato disodico, si raccomanda di reidratare il paziente con una soluzione salina. La dose totale di Pamidronato disodico da utilizzare in corso di trattamento dipende dai livelliiniziali di calcemia del paziente. Di seguito sono riportate indicazioni derivate da dati clinici su valori di calcemia non corretti; il medesimo intervallo di dosi puo' esserre utilizzato per valori di calcemia corretti in base alle proteine sieriche o all'albumina in pazienti reidratati. Calcemia iniziale fino a 3,0 (mmol/L) (fino a 12,0 mg%): dose consigliata 15-30 mg; calcemia iniziale 3,0-3,5 (mmol/L) (12,0-14,0 mg%): dose consigliata 30-60 mg; calcemia iniziale 3,5-4,0 (mmol/L) (14,0-16,0 mg%): dose consigliata 60-90 mg; calcemia inizilae > 4,0 (mmol/L) (>16,0 mg%): dose consigliata 90 mg. La dose totale di Pamidronato disodico puo' essere somministrata sia in infusione singola sia ininfusione multipla per 2-4 giorni consecutivi. La massima dose per ciclo di terapia e' di 90 mg sia per la somministrazione iniziale sia per quelle ripetute. Una significativa diminuzione della calcemia viene generalmente osservata dopo 24-48 ore dalla somministrazione di Pamidronato disodico e la normalizzazione viene generalmente raggiunta entro3-7 giorni. Se la normocalcemia non viene raggiunta in questo periododi tempo, puo' essere somministrata un'ulteriore dose. La durata della risposta puo' variare da paziente a paziente ed il trattamento puo' essere ripetuto qualora ricorra ipercalcemia. L'esperienza clinica raggiunta fino ad oggi suggerisce che il Pamidronato disodico puo' diminuire di efficacia all'aumentare dei trattamenti. Insufficienza renale: non e' necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza renale di qualsiasi grado. A titolo precauzionale tuttavia, fino a che non sara' acquisita ulteriore esperienza clinica si raccomanda di non superare la velocita' massima di infusione di 20 mg/ora. Bambini: non esistono esperienze cliniche relative all'uso di Pamidronato disodico nei bambini.

CONSERVAZIONE

Nessuna particolare precauzione.

AVVERTENZE

Pamidronato disodico non deve essere somministrato in bolo poiche' alte concentrazioni locali possono produrre reazioni in sede di infusione. Pamidronato disodico deve essere diluito e somministrato per infusione endovenosa lenta. Si consiglia di non somministrare Pamidronato disodico contemporaneamente ad altri bifosfonati poiche' il loro effettocombinato non e' ancora stato studiato. In alcuni pazienti affetti datumori associati a ipercalcemia, le alterazioni elettrolitiche, conseguenti anche al trattamento, possono precipitare crisi convulsive. Dopo l'inizio della terapia con Pamidronato disodico devono essere attentamente monitorati gli elettroliti sierici, il calcio ed i fosfati. I pazienti che hanno subito interventi chirurgici alla tiroide possono essere particolarmente suscettibili a sviluppare ipocalcemia conseguentead ipoparatiroidismo. I pazienti che ricevono frequenti infusioni di Pamidronato disodico per periodi di tempo prolungati, specialmente se con pregresse malattie renali o predisposizione all'insufficienza renale (es. pazienti con mieloma multiplo e/o ipercalcemia neoplastica), devono essere sottoposti a periodici controlli dei parametri routinari clinici e di laboratorio, relativi alla funzionalita' renale; e' statoinfatti segnalato un deterioramento della funzionalita' renale (inclusa l'insufficienza renale) in seguito a trattamento a lungo termine con Pamidronato disodico nei pazienti con mieloma multiplo. Tuttavia in questi pazienti si era gia' instaurata una progressione della malattiadi base e/o erano gia' presenti complicazioni concomitanti e pertantonon e' stata dimostrata una relazione causale con Pamidronato disodico. Poche informazioni sono state raccolte sull'uso del Pamidronato disodico in pazienti emodializzati. Nei pazienti con malattie cardiache (insufficienza ventricolare sinistra o insufficienza cardiaca congestizia) un ulteriore carico salino puo' peggiorare il quadro clinico cosi'come la potenziale iperpiressia (sintomi simil- influenzali). Sono stati segnalati casi di osteonecrosi della mandibola in pazienti affettida tumore che ricevevano regimi di trattamento comprendenti pamidronato. L'osteonecrosi della mandibola e' connessa a molti fattori di rischio ben documentati compresi tumori, terapie concomitanti (per esempiochemioterapia, radioterapia, corticosteroidi) e condizioni di comorbilita' (per esempio anemia, coagulopatie, infezione, disturbi orali pre-esistenti). La maggior parte dei casi riportati sono stati associati a procedure dentali, come ad esempio estrazioni. Molti di questi pazienti inoltre ricevevano trattamenti chemioterapici o con corticosteroidi e presentavano segni di infezione locale inclusa osteomielite. Un esame dentale con appropriate indicazioni deve essere preso in considerazione prima di iniziare il trattamento con pamidronato. Nel corso del trattamento, questi pazienti devono evitare, se possibile, di sottoporsi a procedure dentali invasive. Per i pazienti che hanno sviluppato osteonecrosi della mandibola durante la terapia con pamidronato, gli interventi chirurgici ai denti possono peggiorare tale condizione. Per quanto concerne i pazienti che necessitano di interventi chirurgici dentali, non vi sono dati disponibili che possono indicare che l'interruzione del trattamento con pamidronato riduce il rischio di osteonecrosidella mandibola. Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l'osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla cosciao all'inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini a evidenze radiografiche di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. E' stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l'interruzione della terapia con bisfosfonati in attesa di una valutazione del paziente basatasul rapporto beneficio rischio individuale. Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all'anca o all'inguine e qualsiasi paziente chemanifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un'incompleta frattura del femore.

INTERAZIONI

Pamidronato disodico e' stato somministrato in concomitanza con i piu' comuni farmaci antitumorali senza interazioni. Somministrando Pamidronato disodico in combinazione con calcitonina in pazienti con ipercalcemia grave e' stato osservato un positivo effetto sinergico risultante in una piu' rapida diminuzione della calcemia. Poiche' il Pamidronato disodico si lega al tessuto osseo, puo' interferire con esami scintigrafici.

EFFETTI INDESIDERATI

Stima della frequenza: frequente >10%, occasionale >1-10%, rara >0.001-1%, casi isolati <0.001% Effetti collaterali generali. Frequenti: febbre e sintomi simil-influenzali, talvolta accompagnati da malessere, brividi, fatica e vampate. Reazioni locali. Occasionali: reazioni in sede di infusione; dolore, arrossamento, gonfiore, indurimento, flebiteo tromboflebite. Apparato muscolo-scheletrico. Occasionali: dolori ossei transitori, artralgia, mialgia, dolori generalizzati; rari: crampimuscolari. Apparato gastroenterico. Occasionali: nausea, vomito; rari: anoressia, dolori addominali, diarrea, stipsi, dispepsia. In casi isolati e' stata segnalata gastrite. Sistema nervoso centrale. Occasionali: mal di testa; rari: ipocalcemia sintomatica (parestesie, tetania),agitazione, confusione, sonnolenza, insonnia, capogiri, letargia; in casi isolati: convulsioni, allucinazioni visive. Sangue. Occasionali: linfocitopenia; rari: anemia, leucopenia; in casi isolati: trombocitopenia. Apparato cardiovascolare. Rari: ipotensione, ipertensione; in casi isolati: insufficienza ventricolare sinistra (dispnea, edema polmonare) insufficienza cardiaca congestizia (edema) da carico di liquidi. Apparato renale. In casi isolati: ematuria, insufficienza renale acuta, deterioramento delle condizioni renali preesistenti. Cute e annessi.Rari: rash, prurito. Sensi. In casi isolati: congiuntivite, uveite (irite, iridociclite) sclerite, episclerite, xantopsia. Altri. In casi isolati: riattivazione dell'erpes simplex o zoster. Variazioni dei parametri biochimici. Frequenti: ipocalcemia, ipofosfatemia; occasionali: ipomagnesemia; rari: iperkaliemia, ipokaliemia, ipernatriemia. In casiisolati: alterazioni dei parametri di funzionalita' epatica, aumento della creatinemia e della azotemia. Molti di questi effetti indesiderati possono essere tuttavia ascrivibili alla malattia di base e non pertutti e' provata una correlazione con la terapia con il prodotto. In uno studio clinico in cui sono stati messi a confronto gli effetti dell' acido zoledronico (4 mg) e dell'acido pamidronico (90 mg), il numero di eventi avversi di fibrillazione atriale e' risultato piu' alto nel gruppo trattato con acido pamidronico rispetto al quello trattato con acido zoledronico. Precedentemente, in uno studio clinico, in cui sono stati arruolati pazienti con osteoporosi postmenopausale, nei pazienti trattati con acido zoledronico (5 mg) e' stato osservato un aumento del tasso di eventi avversi gravi di fibrillazione atriale rispetto al placebo (1,3% rispetto allo 0,6%). Il meccanismo relativo all'aumento dell'incidenza di fibrillazione atriale in associazione con il trattamento con acido zoledronico e pamidronico e' sconosciuto. Casi rari di osteonecrosi principalmente della mascella sono stati riportati in pazienti con cancro in trattamento con bifosfonati, incluso il pamidronato. La maggior parte dei casi riportati sono stati associati a procedure dentali, come ad esempio estrazioni. Molti di questi pazienti inoltre ricevevano trattamenti chemioterapici o corticosteroidi e presentavano segni di infezione locale inclusa osteomielite. L'osteonecrosi della mandibola e' connessa a molti fattori di rischio ben documentati compresi tumori, terapie concomitanti (per esempio chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi) e condizioni di comorbilita' (per esempio anemia, coagulopatie, infezione, disturbi orali pre-esistenti). Nel corso del trattamento, questi pazienti devono evitare, se possibile, di sottoporsi a procedure dentali invasive. Durante l'esperienza post-marketing sono state riportate le seguenti reazioni (frequenza rara): fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore (reazione avversa di classe dei bisfosfonati).

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Non e' disponibile sufficiente documentazione clinica riguardo all'uso del Pamidronato disodico durante la gravidanza, pertanto non dovrebbe essere somministrato alle donne in stato interessante se non in casidi grave ipercalcemia. Uno studio su ratti durante la lattazione ha dimostrato che il Pamidronato disodico passa nel latte. Le madri trattate con Pamidronato disodico quindi non dovrebbero allattare al seno.

Codice: 035744046
Codice EAN:

Codice ATC: M05BA03
  • Sistema muscolo-scheletrico
  • Farmaci per il trattamento delle malattie delle ossa
  • Farmaci che agiscono su struttura ossea e mineralizzazione
  • Bifosfonati
  • Acido pamidronico
Temperatura di conservazione: nessuna particolare condizione di conservazione
Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 24 MESI
Confezionamento: FLACONE

SOLUZIONE PER INFUSIONE

24 MESI

FLACONE