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PEGASYS SC 1FL 135MCG/1ML Produttore: ROCHE SPA

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA LIMITATIVA

DENOMINAZIONE

PEGASYS SOLUZIONE INIETTABILE IN SIRINGA PRERIEMPITA

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Sostanza ad azione immunostimolante, interferoni.

PRINCIPI ATTIVI

90 microgrammi soluzione iniettabile in siringa preriempita Ciascuna siringa da 0,5 ml di soluzione contiene 90 microgrammi di peginterferone alfa-2a. 135 microgrammi soluzione iniettabile in siringa preriempita. Ciascuna siringa da 0,5 ml di soluzione contiene 135 microgrammi di peginterferone alfa-2a. 180 microgrammi soluzione iniettabile in siringa preriempita. Ciascuna siringa da 0,5 ml di soluzione contiene 180microgrammi di peginterferone alfa-2a. La dose indica la quantita' diinterferone alfa-2a, porzione del peginterferone alfa-2a senza considerare la pegilazione. Il principio attivo, il peginterferone alfa-2a, e' un coniugato covalente della proteina interferone alfa-2a prodotta attraverso la tecnica del DNA ricombinante nell' Escherichia coli e coniugata con bis-[monometossi polietilenglicole]. La potenza di questo medicinale non deve essere confrontata con quella di un'altra proteinapegilata o non-pegilata della stessa classe terapeutica.

ECCIPIENTI

Sodio cloruro, polisorbato 80, alcool benzilico, sodio acetato, acidoacetico, acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Epatite cronica B. Pazienti adulti. Il medicinale e' indicato per il trattamento dell'epatite cronica B (CHB), in pazienti adulti positivi o negativi per l'antigene dell'envelope (HBeAg)-, con malattia epaticacompensata ed evidenza di replicazione virale, con livelli di alaninaaminotrasferasi (ALT) aumentati e infiammazione e/o fibrosi epatica istologicamente confermata. Pazienti in eta' pediatrica di eta' uguale o superiore ai 3 anni Pegasys e' indicato per il trattamento della CHBHBeAg-positiva in bambini e adolescenti non cirrotici di eta' uguale o superiore ai 3 anni con evidenza di replicazione virale e innalzamenti persistenti dei livelli sierici di ALT. Epatite cronica C. Pazientiadulti Pegasys e' indicato in associazione con altri medicinali per il trattamento dell'epatite cronica C (CHC) in pazienti con malattia epatica compensata. Pazienti in eta' pediatrica dai 5 anni di eta'. Il medicinale, in associazione con ribavirina, e' indicato per il trattamento della CHC in pazienti naive, bambini e adolescenti dai 5 anni di eta' in su, positivi per HCV-RNA sierico. La decisione di iniziare un trattamento durante l'infanzia deve considerare l'inibizione della crescita indotta dalla terapia di associazione. La reversibilita' dell'inibizione della crescita e' incerta. La decisione di trattare o meno deve essere presa caso per caso.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo, agli interferoni alfa o ad uno qualsiasi degli eccipienti; epatite autoimmune; disfunzione epatica severa o cirrosi epatica scompensata; ananmesi di pregressa malattia cardiaca severa, compresa malattia cardiaca instabile o non controllata nei sei mesi precedenti; pazienti con HIV-HCV che presentino cirrosi e punteggio di Child-Pugh >= 6, salvo se dovuto a iperbilirubinemia indiretta causata da medicinali quali atazanavir e indinavir; associazionecon telbivudina; neonati e bambini fino a 3 anni, per la presenza di alcool benzilico come eccipiente; nei pazienti pediatrici, in presenzao con un'anamnesi di disturbi psichiatrici, in particolare depressione grave, ideazione suicidaria o tentativo di suicidio.

POSOLOGIA

Il trattamento deve essere iniziato solo da un medico con esperienza nel trattamento dei pazienti con epatite B o C. Fare riferimento ancheal Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto dei medicinali che sono utilizzati in combinazione con il medicinale. La monoterapia per l'epatite C deve essere presa in considerazione solo in caso di controindicazione ad altri medicinali. Posologia. Epatite cronica B- pazienti adulti. La dose e la durata del medicinale raccomandati per il trattamento della CHB, sia HBeAg-positiva che HBeAg-negativa, e' 180 microgrammi una volta alla settimana per 48 settimane. Epatite cronica C. Pazienti adulti mai trattati in precedenza. La dose raccomandata del farmaco e' 180 microgrammi una volta alla settimana sia in associazione conribavirina orale sia come monoterapia. La dose di ribavirina da usarein associazione con il farmaco e' riportata di seguito. La dose di ribavirina deve essere somministrata a stomaco pieno. Durata del trattamento - duplice terapia con il medicinale e ribavirina. La durata dellaterapia di associazione con ribavirina per la CHC dipende dal genotipo virale. I pazienti infettati dall'HCV con genotipo 1 che hanno HCV RNA rilevabile alla settimana 4, indipendentemente dalla carica virale pre-trattamento devono essere trattati per 48 settimane. Il trattamento per 24 settimane puo' essere preso in considerazione per i pazienti con infezione da genotipo 1 e bassa carica virale (LVL) (<= 800.000 UI/ml) al basale o da genotipo 4 che diventano HCV RNA negativi alla settimana 4 di trattamento e rimangono HCV RNA negativi alla settimana 24. Tuttavia, il trattamento della durata complessiva di 24 settimane puo' essere associato ad un piu' alto rischio di ricaduta rispetto ad untrattamento della durata di 48 settimane. In questi pazienti, la tollerabilita' alla terapia di associazione e fattori prognostici aggiuntivi, come il grado di fibrosi, devono essere presi in considerazione quando si decide la durata del trattamento. Una riduzione della durata del trattamento in pazienti con infezione da genotipo 1 e alta carica virale (HVL) (> 800.000 UI/ml) al basale, che diventano HCV RNA negativi alla settimana 4 di trattamento e rimangono HCV RNA negativi alla settimana 24, deve essere presa in considerazione con molta cautela dal momento che i limitati dati disponibili suggeriscono che questo puo' avere un impatto significativamente negativo sulla risposta virologica sostenuta. I pazienti che presentano un'infezione da HCV di genotipo 2o 3 e che mostrano livelli rilevabili di HCV-RNA alla settimana 4, indipendentemente dalla carica virale pre-trattamento, devono ricevere 24 settimane di terapia. Un trattamento di 16 settimane puo' essere preso in considerazione in pazienti selezionati che presentano un'infezione con genotipo 2 o 3 con LVL (<= 800.000 UI/ml) al basale, che diventano HCV-negativi entro la settimana 4 di trattamento e rimangono HCV-negativi entro la settimana 16. 16 settimane totali di trattamento possono essere associate ad una minor possibilita' di risposta e sono associate ad un piu' alto rischio di recidiva rispetto a un trattamento della durata di 24 settimane. In questi pazienti devono essere presi in considerazione, quando si valutano scostamenti dalla durata standard del trattamento (24 settimane), la tollerabilita' della terapia di associazione e la presenza di ulteriori fattori clinici o prognostici, quale il grado della fibrosi. Deve essere considerata con maggior cautelala riduzione della durata del trattamento in pazienti infettati con genotipo 2 o 3 con HVL (> 800.000 UI/ml) al basale, che diventano HCV-negativi entro la settimana 4, in quanto questa puo' avere un impatto significativamente negativo sulla risposta virologica sostenuta. I datidisponibili per i pazienti infettati con genotipo 5 o 6 sono limitati; pertanto e' raccomandata una terapia di associazione con 1000/1200 mg di ribavirina per 48 settimane. L'impatto clinico di un trattamento iniziale abbreviato a 16 settimane, invece di 24 settimane, non e' noto, considerando la necessita' di ritrattare i pazienti che non rispondono alla terapia e che recidivano. La durata raccomandata di trattamento con il medicinale in monoterapia e' di 48 settimane. Pazienti adulti trattati in precedenza. La dose del farmaco raccomandata in associazione con ribavirina e' 180 microgrammi una volta alla settimana per somministrazione sottocutanea. Ai pazienti di peso <75 kg e >=75 kg, devono essere somministrati ogni giorno rispettivamente 1000 mg e 1200 mgdi ribavirina, indipendentemente dal genotipo virale. I pazienti che presentano livelli virali rilevabili alla settimana 12 devono interrompere la terapia. La durata totale raccomandata di trattamento e' di 48settimane. Se i pazienti infettati con genotipo virale 1, non responsivi al precedente trattamento con peginterferonee ribavirina, sono stati considerati per il trattamento, la durata totale raccomandata di terapia e' di 72 settimane. Pazienti adulti coinfettati da HIV-HCV. La dose raccomandata del medicinale, in monoterapia o in associazione con ribavirina, e' di 180 microgrammi per via sottocutanea una volta alla settimana per 48 settimane. Ai pazienti infettati da genotipo 1, di peso <75 kg e >=75 kg, devono essere somministrati ogni giorno rispettivamente 1000 mg e 1200 mg di ribavirina. I pazienti infettati con genotipi differenti dal genotipo 1 devono ricevere 800 mg al giorno di ribavirina. Una durata della terapia inferiore a 48 settimane non e' stataadeguatamente studiata. Durata della terapia quando il farmaco e' utilizzato in combinazione con altri medicinali Fare riferimento anche alRiassunto delle Caratteristiche del Prodotto dei medicinali che sono utilizzati in combinazione con il medicinale. Predittivita' di risposta e di non risposta con il farmaco e ribavirina in duplice terapia - pazienti mai trattati in precedenza. E' stato dimostrato che una risposta virologica precoce entro la settimana 12, definita come una diminuzione della carica virale di 2 log o livelli non rilevabili di HCV-RNA,e' predittiva di una risposta sostenuta. Valore predittivo della risposta virologica alla settimana 12 al regime posologico raccomandato durante la terapia di associazione con il medicinale in pazienti adulti con epatite cronica C. Il valore predittivo negativo della risposta sostenuta nei pazienti trattati con il medicinale in monoterapia era pari al 98%. Un valore predittivo negativo simile si e' osservato in pazienti con coinfezione da HIV-HCV trattati con il medicinale in monoterapia o in associazione con ribavirina (rispettivamente 100% [130/130] o98% [83/85]). In pazienti con coinfezione da HIV-HCV con genotipo 1 egenotipo 2/3 trattati con terapia di associazione sono stati osservati valori predittivi positivi del 45% (50/110) e del 70% (59/84) rispettivamente.

CONSERVAZIONE

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Non congelare. Tenere la siringa preriempita nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.

AVVERTENZE

Sistema Nervoso Centrale (SNC) e sintomatologia psichiatrica: duranteil trattamento con il medicinale ed anche nel periodo di follow-up di6 mesi dopo il termine del trattamento, in alcuni pazienti sono statiosservati eventi avversi gravi a carico del SNC, in particolare depressione, ideazione suicidaria e tentativo di suicidio. Altri eventi avversi a carico del SNC, tra cui comportamento aggressivo (talvolta diretto verso altre persone, come pensiero omicida), disturbo bipolare, mania, confusione e alterazioni dello stato mentale, sono stati osservati con gli interferoni alfa. Tutti i pazienti devono essere monitorati attentamente in caso di qualsiasi segno o sintomo di disturbi psichiatrici. In caso si manifestino sintomi di disturbi psichiatrici, deve essere tenuta in considerazione da parte del medico la potenziale gravita' di questi effetti indesiderati e deve essere considerata la necessita' di un'adeguata gestione terapeutica. Se i sintomi psichiatrici persistono o peggiorano, o si manifesta ideazione suicidaria, si raccomanda di interrompere la terapia con il farmaco e di monitorare il paziente con un adeguato intervento di tipo psichiatrico. Pazienti con presenza o storia di gravi affezioni psichiatriche: qualora il trattamento con il medicinale sia ritenuto necessario in pazienti che presentino oabbiano avuto una storia di gravi affezioni psichiatriche, esso deve essere iniziato soltanto a seguito di una adeguata diagnosi individuale e del trattamento dell'affezione psichiatrica in questione. L'uso del medicinale in bambini e adolescenti in presenza di un'anamnesi di gravi disturbi psichiatrici e' controindicato. Pazienti che fanno uso/abuso di sostanze stupefacenti: i pazienti con infezione da HCV che hanno un disturbo concomitante di abuso di sostanze (alcol, cannabis, ecc)hanno un aumentato rischio di sviluppare disturbi psichiatrici o esacerbazione di disturbi psichiatrici gia' esistenti quando vengono trattati con interferone alfa. Se il trattamento con interferone alfa vieneritenuto necessario in questi pazienti, la presenza di comorbilita' psichiatriche e il potenziale di uso di altre sostanze deve essere attentamente valutato e adeguatamente gestito prima di iniziare la terapia. Se necessario, un approccio interdisciplinare che includa un assistente sanitario d'igiene mentale o uno specialista di tossicodipendenze deve essere preso in considerazione per valutare, trattare e seguire il paziente. I pazienti devono essere attentamente monitorati durante la terapia e anche dopo l'interruzione del trattamento. Si raccomanda un intervento precoce in caso di ricomparsa o di sviluppo di disturbi psichiatrici e utilizzo di sostanze stupefacenti. Crescita e sviluppo (bambini e adolescenti). Durante la terapia con il farmaco +/- ribavirina fino a 48 settimane nei pazienti con eta' compresa tra i 3 e i 17 anni, sono comuni la perdita di peso e l'inibizione della crescita. Il beneficio atteso dal trattamento deve essere attentamente valutato alla luce degli eventi avversi osservati in bambini ed adolescenti nel corso degli studi clinici caso per caso. E' importante considerare che la terapia con il medicinale +/- ribavirina induce un'inibizione della crescita durante il trattamento, la cui reversibilita' e' incerta. Il rischio di inibizione della crescita deve essere valutato considerandole caratteristiche della malattia del bambino, quali evidenza di progressione di malattia (specialmente la fibrosi), co-morbidita' che possono influenzare negativemente la progressione di malattia (come la co-infezione da HIV), cosi' come fattori prognostici di risposta per l'infezione da HBV principalmente il genotipo di HBV e i livelli di ALT; per l'infezione da HCV principalmente il genotipo di HCV e i livelli diHCV-RNA). Quando possibile, il bambino deve essere trattato al completamento dello sviluppo puberale, per ridurre il rischio di inibizione della crescita. Non ci sono dati relativi a effetti a lungo termine sullo sviluppo sessuale. Al fine di migliorare la tracciabilita' dei prodotti medicinali biologici, il nome commerciale del prodotto e il numero di lotto somministrato devono essere chiaramente registrati. Test di laboratorio prima e durante il trattamento. Prima di iniziare la terapia con il medicinale, e' raccomandata per tutti i pazienti l'esecuzione di test di laboratorio standard ematologici e biochimici. Per iniziare il trattamento possono essere considerati come valori basali i seguenti: conta piastrinica >= 90.000 cellule/mm^3 - CAN >= 1500 cellule/mm^3; funzionalita' tiroidea adeguatamente controllata (TSH e T4). I test ematologici devono essere ripetuti dopo 2 e 4 settimane e quelli biochimici devono essere effettuati dopo 4 settimane. Ulteriori test devono essere effettuati periodicamente durante la terapia (compreso ilmonitoraggio del glucosio). Negli studi clinici il trattamento con ilmedicinale e' stato associato ad una diminuzione sia dei globuli bianchi totali (WBC) sia della CAN, che inizia di solito entro le prime 2 settimane di trattamento. Dopo 8 settimane di terapia ulteriori diminuzioni si sono verificate raramente. La diminuzione della CAN e' risultata reversibile dopo la riduzione della dose o l'interruzione della terapia, raggiungendo valori normali entro 8 settimane nella maggior parte dei pazienti e ritornando a valori basali in tutti i pazienti dopo circa 16 settimane. Il trattamento con il medicinale e' stato associato a diminuzioni nella conta piastrinica, che e' ritornata a livelli pre-trattamento nel periodo di osservazione successivo al trattamento. In alcuni casi, puo' essere necessaria una modificazione della dose. Lacomparsa di anemia (emoglobina <10 g/dl) e' stata osservata fino al 15% dei pazienti affetti da CHC in studi clinici sul trattamento di associazione con il medicinale e ribavirina. La frequenza dipende dalla durata del trattamento e dalla dose di ribavirina. Il rischio di sviluppare anemia e' maggiore nella popolazione femminile. Deve essere usatacautela quando si somministra il farmaco in associazione con altri farmaci potenzialmente mielosoppressivi. In letteratura sono stati riportati casi di pancitopenia e di soppressione midollare entro 3 - 7 settimane dopo la somministrazione di peginterferone e ribavirina in associazione ad azatioprina. Tale mielotossicita' risultava reversibile entro 4 - 6 settimane dalla sospensione della terapia antivirale anti-HCVassociata ad aziatioprina e non si ripresentava dopo la reintroduzione di entrambe le terapie singolarmente.

INTERAZIONI

Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti. La somministrazione del medicinale da 180 microgrammi una volta alla settimana per 4 settimane in soggetti maschi sani non ha evidenziato alcun effetto sui profili farmacocinetici di mefentoina, dapsone, debrisochina e tolbutamide; cio' suggerisce che il farmaco da non ha effetti sull'attivita' metabolica in vivo degli isoenzimi 3A4, 2C9, 2C19 e 2D6 del citocromo P450. Nello stesso studio, e' stato osservato un aumento del 25% nell'AUC della teofillina (marker dell'attivita' del citocromo P450 1A2) e questo dimostra che il medicinale e' un inibitore dell'attivita' del citocromo P450 1A2. Le concentrazioni sieriche di teofillina devono essere monitorate e occorre prevedere un appropriato aggiustamento della dose di teofillina in pazienti che assumono contemporaneamente teofillina e il farmaco. L'interazione tra teofillina e il medicinale e' probabilmente massima dopo piu' di 4 settimane di terapia con il farmaco. Pazienti monoinfetti da virus HCV e pazienti monoinfetti da virus HBV. In uno studio di farmacocinetica su 24 pazienti con infezione da HCV che ricevevano in concomitanza una terapia di mantenimento con metadone (dose mediana 95 mg; range 30 mg-150 mg), il trattamento con il medicinale da 180 microgrammi s.c. una volta alla settimana per 4settimane era associato a livelli medi di metadone che erano dal 10 al 15% piu' elevati rispetto al basale. Il significato clinico di questa condizione e' sconosciuto; tuttavia i pazienti devono essere monitorati per la comparsa di segni e sintomi di tossicita' da metadone. Specialmente in pazienti ad alte dosi di metadone, si deve considerare il rischio di un allungamento dell'intervallo QT. La ribavirina, essendo dotata di un effetto inibitorio sull'inosina monofosfato deidrogenasi,puo' interferire con il metabolismo dell'azatioprina comportando possibilmente un accumulo di 6-metiltioinosina monofosfato (6-MTIMP), che e' stato associato a mielotossicita' in pazienti trattati con azatioprina. L'utilizzo di peginterferone alfa-2a e ribavirina in associazionead azatioprina deve essere evitato. In casi singoli, dove il beneficio della somministrazione contemporanea di ribavirina e azatioprina supera i rischi potenziali, e' raccomandato che venga effettuato uno stretto monitoraggio ematologico durante l'uso concomitante di azatioprina, per identificare i segni di mielotossicita'; in questo caso il trattamento con questi medicinali deve essere interrotto. I risultati da sottostudi di farmacocinetica dei trial pivotal di fase III non hanno dimostrato interazioni farmacocinetiche tra il medicinale e lamivudina in pazienti affetti da HBV o tra il medicinale e ribavirina in pazientiaffetti da HCV. Uno studio clinico che ha valutato l'associazione di telbivudina 600 mg al giorno con interferone pegilato alfa-2a 180 microgrammi una volta alla settimana per via sottocutanea per il trattamento dell'HBV, indica che la combinazione e' associata ad un aumentato rischio di sviluppare neuropatia periferica. Il meccanismo alla base diquesti eventi non e' noto; quindi la co-somministrazione di telbivudina e altri interferoni (pegilati o standard) puo' anche comportare un rischio eccessivo. Inoltre, il beneficio dell'associazione di telbivudina con interferone alfa (pegilato o standard) non e' attualmente stabilito. Pertanto, la combinazione del farmaco con telbivudina e' controindicata. Pazienti con coinfezione da HIV-HCV Non e' stata osservata alcuna evidenza apparente di interazioni farmacologiche in 47 pazienti con coinfezione da HIV-HCV che hanno completato un sottostudio farmacocinetico della durata di 12 settimane allo scopo di esaminare l'effetto della ribavirina sulla fosforilazione intracellulare di alcuni inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (lamivudina e zidovudina o stavudina). Tuttavia, dato l'elevato grado di variabilita', gli intervalli di confidenza risultavano piuttosto ampi. L'esposizione plasmatica della ribavirina non sembrava influenzata dalla somministrazione concomitante degli inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI). La somministrazione concomitante di ribavirina e didanosina non e' raccomandata. L'esposizione a didanosina o al suo metabolita attivo(dideossiadenosina 5'-trifosfato) aumenta in vitro in caso di somministrazione concomitante di ribavirina. In seguito all'uso di ribavirina, sono stati segnalati casi di insufficienza epatica fatale e di neuropatia periferica, pancreatite ed iperlattacidemia sintomatica/acidosi lattica. E' stato riportato un peggioramento dell'anemia dovuto alla ribavirina quando la zidovudina e' parte del regime utilizzato per trattare l'HIV, sebbene l'esatto meccanismo debba ancora essere chiarito. L'uso concomitante di ribavirina e zidovudina non e' raccomandato a causa di un aumentato rischio di anemia. Occorre prendere in considerazione la possibilita' di sostituire la zidovudina in un regime di associazione alla terapia antiretrovirale se questo e' gia' in corso. Questoe' particolarmente importante in pazienti con anamnesi di anemia indotta da zidovudina.

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza. Epatite Cronica B in pazienti adulti. Nelle sperimentazioni cliniche che prevedevano 48 settimane di trattamento e 24 settimane di follow-up, il profilo di sicurezza del medicinale nella CHB e' risultato simile a quello osservato nella CHC. Fatta eccezione per la piressia, la frequenza della maggior parte delle reazioni avverse segnalate si e' rivelata notevolmente inferiore nei pazienti affetti da CHB trattati con il farmaco in monoterapia rispettoai pazienti affetti da CHC trattati con il medicinale in monoterapia.Durante gli studi, l'88% dei pazienti trattati con il medicinale e il53% di quelli appartenenti al gruppo di confronto lamivudina hanno manifestato eventi avversi, mentre il 6% e il 4% dei pazienti trattati rispettivamente con il farmaco e lamivudina hanno sviluppato eventi avversi gravi. Il 5% dei pazienti ha abbandonato la terapia con il medicinale a causa di eventi avversi o anomalie di laboratorio, mentre meno dell'1% dei pazienti ha cessato il trattamento con lamivudina per le stesse ragioni. Il tasso di abbandono dei pazienti con cirrosi e' risultato simile a quello riscontrato nella popolazione globale in ciascun gruppo di trattamento. Epatite cronica C in pazienti adulti. La frequenza e la gravita' delle reazioni avverse piu' comunemente segnalate con il medicinale sono simili a quelle segnalate con interferone alfa-2a. Le reazioni avverse piu' frequentemente segnalate con il farmaco da 180 microgrammi erano per la maggior parte di gravita' da lieve a moderata ed erano trattabili senza dover modificare le dosi o sospendere la terapia. Epatite cronica C in pazienti precedentemente non responsivi. Nel complesso il profilo di sicurezza del medicinale in associazione con ribavirina in pazienti precedentemente non responsivi e' stato simile a quello dei pazienti mai trattati in precedenza. In uno studio clinico condotto su pazienti non responsivi a una precedente terapia con interferone alfa-2b pegilato/ribavirina, che ha esposto i pazienti a 48 o 72 settimane di trattamento, la frequenza della sospensione deltrattamento per eventi avversi o anomalie di laboratorio derivanti dal trattamento con il medicinale e ribavirina e' stata rispettivamente del 6% e del 7% nel braccio di trattamento per 48 settimane e rispettivamente del 12% e 13% nel braccio di trattamento per 72 settimane. Analogamente, per i pazienti con cirrosi o transizione a cirrosi, la frequenza della sospensione del trattamento con il farmaco e ribavirina e'stata piu' elevata nei bracci di trattamento di 72 settimane (13% e 15%) rispetto ai bracci di trattamento di 48 settimane (6% e 6%). I pazienti che si erano ritirati dalla precedente terapia con interferone pegilato alfa-2b/ribavirina per tossicita' ematologica sono stati esclusi dallo studio. In un altro studio clinico i pazienti non responsivi con fibrosi avanzata o cirrosi (punteggio di Ishak di 3-6) e una bassaconta piastrinica al basale (50.000 cellule/mm^3) sono stati trattatiper 48 settimane. Le anomalie ematologiche evidenziate da test di laboratorio che si sono osservate nel corso delle prime 20 settimane dello studio includevano anemia (il 26% dei pazienti ha manifestato un livello dell'emoglobina <10 g/dl), neutropenia (il 30% ha manifestato un valore di CAN <750 cellule/mm^3) e trombocitopenia (il 13% ha manifestato una conta piastrinica <50000 cellule /mm^3). Epatite cronica C e co-infezione da HIV. In pazienti con coinfezione da HIV-HCV, i profili clinici di reazione avversa riportati in seguito al trattamento con ilmedicinale, in monoterapia o in associazione con ribavirina, erano simili a quelli osservati in pazienti monoinfettati da HCV. Nei pazientiaffetti da HIV-HCV trattati con il farmaco in associazione con ribavirina altri effetti indesiderati sono stati riportati in >= 1% fino a <= 2% dei pazienti: iperlattacidemia/acidosi lattica, influenza, polmonite, labilita' emotiva, apatia, tinnito, dolore faringolaringeo, cheilite, lipodistrofia acquisita e cromaturia. Il trattamento con il medicinale e' stato associato ad una diminuzione della conta assoluta dellecellule CD4+ nelle prime 4 settimane, non accompagnata da una riduzione della percentuale di cellule CD4+. La diminuzione della conta dellecellule CD4+ era reversibile a seguito della riduzione della dose o della sospensione della terapia. L'impiego di Pegasys non ha avuto alcun impatto negativo osservabile sul controllo della viremia dell'HIV sia durante la terapia che al follow-up. Dati limitati sulla sicurezza sono disponibili per quanto riguarda i pazienti coinfettati con conta delle cellule CD4+ <200/ml. Di seguito si riassumono gli effetti indesiderati segnalati con il medicinale in monoterapia in pazienti adulti affetti da epatite cronica B o epatite cronica C e con il farmaco in associazione con ribavirina per pazienti con epatite cronica C. Gli effetti indesiderati riportati negli studi clinici sono raggruppati in accordo alla frequenza come segue: molto comuni (>= 1/10), comuni (>= 1/100 a < 1/10), non comuni (>= 1/1000 a < 1/100), rari (>= 1/10.000 a < 1/1000), molto rari (< 1/10.000). Per report spontanei di effetti indesiderati provenienti dall'esperienza post-marketing, la frequenza non e' nota (non e' possibile stimarla dai dati disponibili). All'interno di ciascun raggruppamento per frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di severita'. Effetti indesiderati riportati con il medicinale in monoterapia per CHB o CHC o in associazione con ribavirina per pazienti con CHC negli studi clinici o nell'esperienza Post- Marketing. Infezioni ed infestazioni. Comuni: bronchite infezione delle vie aeree superiori, candidosi orale, herpes simplex, infezioni micotiche, virali e batteriche; non comuni: polmonite, infezione cutanea; rari: endocardite, otite esterna; frequenza non nota: sepsi. Tumori benigni e maligni. Non comuni: tumore epatico. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comuni: trombocitopenia, anemia, linfodenopatia; rari: pancitopenia; molto rari: anemia aplastica; frequenza non nota: aplasia pura dei globuli rossi. Disturbi del sistema immunitario. Non comuni: sarcoidosi, tiroidite; rari: anafilassi, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide; molto rari: porpora trombocitopenica idiopatica o trombotica; frequenza non nota: rigetto di trapianto di fegato e rene, malattia di vogt-koyanagi-harada. Patologie endocrine. Comuni: ipotiroidismo, ipertiroidismo; non comuni: diabete; rari: chetoacidosi diabetica; disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comuni: anoressia; non comuni: disidratazione.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza. Non vi sono o sono limitati i dati derivati dall'uso del peginterferone alfa-2a in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per l'uomo non e' noto. Il medicinale deve essere utilizzato durante la gravidanza solo se il possibile beneficio giustifica il rischio potenziale per il feto. Allattamento. Non e' noto se metaboliti di peginterferone alfa-2a vengano escreti nel latte materno. A causa di potenziali reazioni avverse nei neonati durante l' allattamento, l'allattamento deve essere interrotto prima dell'inizio del trattamento. Fertilita'. Non ci sono dati sugli effetti di peginterferone alfa-2a sullafertilita' nelle donne. Si e' osservato un prolungamento del ciclo mestruale con peginterferon alfa-2a nelle femmine di scimmiaw. Uso con ribavirina. Sono stati dimostrati significativi effetti teratogenici e/o embriocidi in tutte le specie animali esposte a ribavirina. La terapia con ribavirina e' controindicata nella donne in stato di gravidanza. Deve essere prestata estrema cautela per evitare gravidanze nelle pazienti o nelle compagne di pazienti maschi che assumono il farmaco in associazione con ribavirina. Le pazienti di sesso femminile in eta' fertile devono usare un contraccettivo efficace durante il trattamento eper 4 mesi dopo aver portato a termine il trattamento. I pazienti di sesso maschile o le loro partner devono usare un contraccettivo efficace durante il trattamento e per 7 mesi dopo aver portato a termine il trattamento. Fare riferimento all'RCP della ribavirina.

Codice: 035683010
Codice EAN:

Codice ATC: L03AB11
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Immunostimolanti
  • Interferoni
  • Peginterferone alfa-2a
Temperatura di conservazione: da +2 a +8 gradi, al riparo dalla luce, non congelare
Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FLACONE

SOLUZIONE INIETTABILE

36 MESI

FLACONE