Cercafarmaco.it

VELBE EV 1FL 10MG Produttore: EG SPA

  • FARMACO OSPEDALIERO
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

VELBE 10 MG POLVERE PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Agenti antineoplastici, alcaloidi della vinca ed analoghi.

PRINCIPI ATTIVI

Ogni flaconcino contiene; principio attivo: vinblastina solfato 10 mg.

ECCIPIENTI

Non pertinente.

INDICAZIONI

Morbo di Hodgkin generalizzato (Stadio III-IV della modificazione AnnArbor del Rye staging system). Linfoma linfocitico (nodulare, diffuso, scarsamente differenziato, ben differenziato). Linfoma istiocitico. Mycosis fungoides (stadi avanzati). Carcinoma del testicolo (fase avanzata). Sarcoma di Kaposi. Morbo di Letterer-Siwe (Istiocitosi X). Coriocarcinoma resistente ad altri agenti chemioterapici. Carcinoma della mammella, resistente ad altre misure terapeutiche. Il VELBE viene generalmente somministrato in combinazioni con altri agenti anti-neoplastici. In caso di morbo di Hodgkin recidivante dopo regime MOPP o precedentemente trattato, e' disponibile un protocollo che prevede la ciclofosfamide invece della mostarda azotata e VELBE invece di Vincristina. Il VELBE somministrato da 6 a 8 ore prima della bleomicina puo' significativamente potenziare l'azione di quest'ultima.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o agli alcaloidi della vinca; leucopenia, non correlata al tumore. Infezione incontrollata grave. Taliinfezioni, prima di somministrare VELBE, devono essere controllate con antisettici. In nessuna circostanza VELBE puo' essere somministrata nel liquido cerebrospinale (somministrazione intratecale), poiche' tale somministrazione e' fatale (vedere paragrafo 4.4).

POSOLOGIA

La presente preparazione e' da somministrare esclusivamente per via endovenosa e unicamente da personale esperto nella somministrazione di vinblastina. E' FATALE SE SOMMINISTRATA PER ALTRE VIE. ESCLUSIVAMENTE PER USO ENDOVENOSO . In caso di somministrazione intratecale accidentale, vedere il paragrafo 4.4. La risposta leucopenica puo' variare di intensita' in seguito a terapia con VELBE. Per questa ragione si raccomanda che il farmaco sia somministrato con una frequenza non superiore a una volta ogni sette giorni. Si ritiene prudente iniziare la terapianegli adulti con la somministrazione di una singola dose endovenosa di 3,7 mg/m^2 di superficie corporea; la dose iniziale per bambini devecorrispondere a 2,5 mg/m^2 di superficie corporea. Dopo di che si deve eseguire una conta leucocitaria per determinare la sensibilita' del paziente al VELBE. Si consiglia una riduzione del 50% della dose di VELBE in pazienti che presentano un valore di bilirubinemia diretta superiore a 3 mg/100 ml. Dato che il metabolismo e l'escrezione avvengono prevalentemente per via epatica, non si consigliano modificazioni della dose nei pazienti con funzione renale compromessa. Un modo semplice per incrementare la dose a intervalli settimanali puo' corrispondere al seguente schema. Adulti. Prima dose: 3,7 mg/m² superficie corporea;seconda dose: 5,5 mg/m² superficie corporea; terza dose: 7,4 mg/m² superficie corporea; quarta dose: 9,25 mg/m² superficie corporea; quinta dose: 11,1 mg/m² superficie corporea. Bambini. Prima dose: 2,5 mg/m² superficie corporea; seconda dose: 3,75 mg/m² superficie corporea; terza dose: 5,0 mg/m² superficie corporea; quarta dose: 6,25 mg/m² superficie corporea; quinta dose: 7,5 mg/m² superficie corporea. Gli incrementi sopra riportati si possono utilizzare fino a raggiungere la dosemassima (non superiore a 18,5 mg/m^2 di superficie corporea negli adulti e 12,5 mg/m^2 di superficie corporea nei bambini). Il dosaggio nondeve essere aumentato oltre quella dose che abbia ridotto la conta leucocitaria a circa 3000 cellule/mm^3. In alcuni adulti 3,7 mg/m^2 possono indurre tale livello di leucopenia, mentre altri adulti possono richiedere piu' di 11,1 mg/m^2 e, in casi rarissimi, anche 18,5 mg/m^2 di superficie corporea. Tuttavia, per la maggior parte dei pazienti adulti, il dosaggio settimanale e' compreso tra 5,5 e 7,4 mg/m^2 di superficie corporea. Stabilita la dose di VELBE capace di indurre il suddetto grado di leucopenia, si deve somministrare una dose di mantenimentodi un incremento inferiore a questa. In tal modo il paziente ricevera' la dose massima che non induce leucopenia. Si deve sottolineare il fatto che, anche se sono trascorsi 7 giorni, la dose successiva di VELBE non deve essere somministrata fino a quando la conta leucocitaria non sia ritornata ad almeno 4000 cellule/mm^3. In alcuni casi l'attivita' oncolitica puo' manifestarsi prima dell'effetto leucopenico. Quando cio' avviene non c'e' bisogno di aumentare il volume della dose successiva. La durata della terapia di mantenimento varia a seconda della malattia in trattamento e della combinazione con altri agenti antineoplastici in uso. Somministrazione: la vinblastina deve essere somministrata soltanto per via endovenosa e non deve essere somministrata per viaintramuscolare, sottocutanea o intratecale. La somministrazione intratecale causa neurotossicita' fatale ed e' quindi controindicata.

CONSERVAZIONE

Il prodotto deve essere conservato in frigorifero (fra +2 gradi C. e +8 gradi C). Dopo diluizione con la soluzione diluente raccomandata (vedere paragrafo 6.6) il prodotto puo' essere conservato in frigorifero, fra +2 gradi C. e +8 gradi C. per 28 giorni senza significativa perdita di attivita'. Nel caso in cui invece il prodotto venga disciolto in soluzione fisiologica o acqua sterile per preparazioni iniettabili, esso deve essere conservato in frigorifero per un massimo di 24 ore.

AVVERTENZE

Il medicinale deve essere usato unicamente sotto lo stretto controllodi un medico specializzato nell'uso di oncolitici, preferibilmente inun ospedale attrezzato per tali terapie. Le siringhe contenenti questo prodotto devono essere etichettate con la dicitura "FATALE SE SOMMINISTRATO PER ALTRE VIE. ESCLUSIVAMENTE PER USO ENDOVENOSO". Le siringhepreparate per uso estemporaneo dal personale sanitario devono essere impacchettate con un involucro esterno etichettato con la dicitura "NON RIMUOVERE L'INVOLUCRO FINO AL MOMENTO DELL'INIEZIONE. FATALE SE SOMMINISTRATA PER ALTRE VIE. ESCLUSIVAMENTE PER USO ENDOVENOSO." La vinblastina solfato deve essere somministrata solo per via endovenosa. La somministrazione intratecale porta a neurotossicita' fatale. Se, dopo lasomministrazione di VELBE, si instaura una condizione di leucopenia con meno di 2.000 leucociti/mm^3, il paziente deve essere attentamente monitorato per l'infezione, fino al raggiungimento del livello normaledi leucociti. Dopo la terapia con vinblastina, il nadir della conta granulocitaria viene solitamente raggiunto entro cinque-dieci giorni dall'ultimo giorno di somministrazione del farmaco. Da questo momento inpoi il ripristino della conta granulocitaria e' abbastanza rapido e si completa normalmente nell'arco di ulteriori sette-quattordici giorni. I pazienti con ulcerazioni cutanee, cachettici o geriatrici sono piu' vulnerabili agli effetti della leucopenia indotta da VELBE. Pertantola vinblastina non deve essere somministrata a questi pazienti. In pazienti con infiltrazioni del midollo osseo da parte di cellule tumorali, puo' verificarsi una soppressione del midollo osseo ancora piu' grave dopo la somministrazione di VELBE. Sebbene la conta piastrinica nonvenga ridotta in modo significativo dal trattamento con vinblastina, i pazienti con lesioni recenti al midollo osseo causate da terapie pregresse con radiazioni o con altri farmaci oncolitici possono presentare trombocitopenia (meno di 150.000 piastrine/mm^3). Se non e' stata previamente impiegata ne' chemioterapia ne' radioterapia, raramente si riscontra una riduzione trombocitica inferiore a 150.000/mm^3, anche quando la vinblastina causa granulocitopenia significativa. Generalmenteil paziente guarisce dalla trombocitopenia entro pochi giorni. Normalmente, se il quadro clinico non viene complicato da altre terapie, l'effetto di vinblastina sulla conta eritrocitaria e sull'emoglobina non risulta significativo. La leucopenia (granulocitopenia) puo' raggiungere livelli pericolosamente bassi in seguito a somministrazione delle dosi piu' alte raccomandate. Percio' e' importante seguire la posologiaconsigliata al paragrafo 4.2. La stomatite e la tossicita' neurologica, benche' siano condizioni poco comuni e di natura transitoria, possono risultare disabilitanti. Non e' raccomandato l'uso quotidiano prolungato di VELBE a basso dosaggio, anche se la dose complessiva settimanale risulta equivalente alla dose raccomandata. E' molto importante rispettare il regime posologico prescritto. La somministrazione prolungata di dosaggi molto superiori alla dose settimanale prescritta suddivisi per sette giorni puo' causare convulsioni, danni gravi e permanential sistema nervoso centrale e addirittura anche la morte. Sia la donna sia l'uomo devono adottare misure contraccettive durante il trattamento e per 6 mesi dopo l'interruzione del trattamento (vedere paragrafo4.6). Nell'uomo sono stati riferiti casi di aspermia. Gli studi suglianimali dimostrano l'arresto in metafase e modificazioni degenerativenelle cellule germinali. Non esistono dati indicativi sulla cancerogenicita' della vinblastina nell'uomo sebbene alcuni pazienti abbiano sviluppato leucemia in seguito a radioterapia e somministrazione di vinblastina associata con agenti alchilanti. Sebbene finora non sia nota alcuna indicazione su un'eventuale mutagenicita' della vinblastina, come con tutti i farmaci citostatici, occorre esercitare cautela nell'usodi VELBE. Si sono verificati casi di dispnea acuta e broncospasmo di natura severa dopo la somministrazione di alcaloidi della vinca. Queste reazioni si verificano piu' spesso quando la vinblastina viene associata alla mitomicina C. Puo' risultare necessario un trattamento aggressivo, particolarmente in pazienti con anamnesi di disfunzione polmonare. Queste reazioni possono verificarsi da pochi minuti a diverse ore dopo l'iniezione di vinblastina e possono verificarsi fino a 2 settimane dopo la somministrazione di mitomicina. Dopo il trattamento con broncodilatatori, corticosteroidi e ossigeno, la maggior parte dei pazienti raggiunge la completa guarigione. Tuttavia, alcuni pazienti hanno sviluppato una condizione di dispnea progressiva rendendo necessario untrattamento cronico a base di corticosteroidi. In questo caso VELBE non deve essere piu' somministrato (vedere anche paragrafo 4.5). Occorre cautela nei casi di insufficienza epatica in quanto e' probabile chesi verifichi un ritardo nell'escrezione di vinblastina con un conseguente aumento della tossicita' e che sia quindi necessario un aggiustamento del dosaggio (vedere paragrafo 4.2). Occorre cautela nei pazienticon cardiopatia ischemica. Questo medicinale e' generalmente sconsigliato in associazione con vaccini vivi attenuati, fenitoina e itraconazolo (vedere paragrafo 4.5). Si raccomanda un attento monitoraggio del sistema nervoso periferico al fine di consentire aggiustamenti del dosaggio. Potrebbe verificarsi un aumento del livello sierico di acido urico durante la remissione-induzione con linfoma; pertanto, e' necessario monitorare i livelli sierici dell'acido urico oppure adottare precauzioni idonee. Durante il trattamento con vinblastina, occorre evitarel'esposizione intensa ai raggi solari. Occorre fare attenzione per evitare il contatto della vinblastina con gli occhi. In caso di contaminazione accidentale, puo' risultarne irritazione grave (oppure, se il farmaco e' stato erogato sotto pressione, anche ulcerazione della cornea). L'occhio dovra' essere immediatamente e accuratamente lavato con acqua. L'ipotensione ortostatica puo' aggravarsi nei pazienti anziani.

INTERAZIONI

VELBE non deve essere diluito con solventi che aumentano o diminuiscono il pH della soluzione risultante dai valori compresi tra 3,5 e 5. Le soluzioni si devono preparare con soluzione fisiologica oppure con glucosio al 5% in acqua (in ambedue i casi con o senza conservante) e nello stesso recipiente non devono essere combinate con qualsiasi altrasostanza chimica. Il prodotto, come del resto la maggior parte dei farmaci antitumorali ed immunosoppressori, ha dimostrato proprieta' cancerogene negli animali in particolari condizioni sperimentali. Dato l'aumento del rischio trombotico nelle malattie tumorali, e' frequente l'uso di trattamenti anticoagulanti. L'elevata variabilita' intraindividuale della coagulabilita' durante le malattie e la possibilita' di interazione tra anticoagulanti orali e chemioterapia anticancro, qualora si decida di trattare il paziente con anticoagulanti orali, richiede un controllo piu' frequente del rapporto INR (Rapporto Normalizzato Internazionale). La combinazione di vinblastina con altri agenti mielotossici e neurotossici o con radiazioni su aree estese aumenta il rischiodi tossicita'. Quando la chemioterapia viene somministrata in associazione con radioterapia attraverso accessi che comprendono il fegato, prima di somministrare la vinblastina occorre aspettare il completamento della radioterapia. La vinblastina deve essere somministrata con cautela nei pazienti che stanno assumendo in concomitanza medicinali conosciuti come inibitori del metabolismo del medicinale mediante isoenzimi del citocromo epatico CYP3A4, o in pazienti con alterata funzionalita' epatica. La somministrazione concomitante di vinblastina solfato e un inibitore di questa via metabolica puo' aumentare la frequenza o laseverita' degli effetti indesiderati. L'uso orale o endovenoso concomitante di digitossina e combinazioni di farmaci chemioterapici, compresa la vinblastina solfato, puo' ridurre i livelli ematici della digitossina, riducendone in tal modo l'efficacia. L'uso orale o endovenoso concomitante di fenitoina e combinazioni di farmaci chemioterapici, compresa la vinblastina solfato, possono ridurre i livelli ematici di fenitoina e aumentare la frequenza degli attacchi. La dose di fenitoina va regolata sulla base del suo livello ematico. Il contributo della vinblastina solfato a questa interazione non e' chiaro. L'interazione potrebbe essere dovuta ad un ridotto assorbimento di fenitoina e a un aumento del tasso di metabolizzazione e di eliminazione. In alcuni casi, con l'associazione di vinblastina e mitomicina C, e' stata osservata una tossicita' polmonare severa, talvolta irreversibile, particolarmente nel tessuto previamente danneggiato (vedere paragrafo 4.4). La vinblastina utilizzata come parte di un regime di associazione con mitomicina puo' provocare distress respiratorio e infiltrazione polmonare. Casi di distress respiratorio con infiltrati polmonari interstiziali sonostati riportati in pazienti riceventi un regime comprendente vinblastina, mitomicina e progesterone (MVP). E' stato riportato che la somministrazione concomitante di cisplatino porta a concentrazioni plasmatiche piu' elevate di vinblastina. Sono stati riportati casi di fenomeno di Raynaud e cancrena in seguito alla somministrazione concomitante divinblastina e bleomicina, e altri eventi vascolari (quali infarto miocardico e accidente cerebrovascolare) in seguito al trattamento di combinazione con vinblastina, bleomicina e cisplatino. La neurotossicita'del cisplatino o dell'interferone e la cardiotossicita' dell'interferone potrebbero essere potenziate dalla vinblastina. Interazioni farmacodinamiche nonche' farmacocinetiche della vinblastina con altri farmaci citostatici e immunosoppressori possono portare a un potenziamento degli effetti terapeutici e tossici. E' possibile anche un'interazione con le radiazioni durante e dopo la radioterapia. L'eritromicina puo' aumentare la tossicita' della vinblastina. L'uso concomitante di vinblastina e itraconazolo puo' aumentare il rischio di neurotossicita' o di ileo paralitico. I livelli sierici degli anticonvulsivanti possono essere ridotti da regimi posologici citotossici che comprendono la vinblastina. La vinblastina puo' promuovere la ricaptazione cellulare del metotrexato. Interazioni tra vinblastina, agenti alchilanti e metotrexato durante il ciclo cellulare possono portare ad un aumento dell'effetto citotossico totale. I pazienti trattati con chemioterapia immunosoppressiva non devono essere vaccinati con un vaccino vivo dato il rischio di malattia sistemica potenzialmente fatale. Questo rischio aumenta in soggetti gia' immunosoppressi da malattie preesistenti. Ove disponibile somministrare un vaccino inattivato.

EFFETTI INDESIDERATI

Prima di usare il farmaco, il paziente dovra' essere informato sulla possibilita' di effetti indesiderati. In generale, la frequenza degli effetti indesiderati con l'uso di VELBE risulta proporzionale alla dose somministrata. La maggior parte degli effetti si risolve entro le 24ore. Gli effetti indesiderati sotto elencati vengono classificati secondo la seguente frequenza: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100, <1/10); non comune (>= 1/1.000, <1/100); raro (>= 1/10.000, <1/1.000);molto raro (< 1/10.000); non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: la leucopenia e' l'effetto indesiderato piu' frequente e rappresenta normalmente il fattore limitante la dose; comune:anemia, trombocitopenia e mielosoppressione; non nota: anemia emolitica. Il fatto che la conta dei globuli bianchi ritorni a livelli normali dopo la leucopenia indotta dal farmaco, indica che il meccanismo di produzione non viene compromesso in modo permanente. Di solito la conta leucocitaria ritorna ai valori normali anche dopo la virtuale scomparsa dei globuli bianchi dal sangue periferico. In seguito a terapia con VELBE il nadir della conta leucocitaria puo' essere previsto nel periodo compreso tra il quinto e il decimo giorno a partire dall'ultimo giorno di trattamento. Dopo questo periodo, la normalizzazione della conta leucocitaria e' piuttosto rapida ed e' completa di solito entro ilsettimo ed il quattordicesimo giorno. Con dosi minori utilizzate per la terapia di mantenimento, la leucopenia puo' non rappresentare un problema. Anche se la conta piastrinica in genere non e' significativamente ridotta dalla terapia con VELBE i pazienti con recenti compromissioni midollari dovute a precedenti terapie con radiazioni o con altri farmaci oncolitici, possono manifestare trombocitopenia (meno di 200.000 piastrine per mm^3). Se in precedenza non si sono eseguiti altri trattamenti con chemioterapici o radioterapici, livelli piastrinici inferiori a 200.000 per mm^3 sono molto rari, anche quando VELBE puo' causare una leucopenia significativa. La rapida normalizzazione dei livellipiastrinici dopo pochi giorni e' la regola. L'effetto di VELBE sulla conta eritrocitaria e sull'emoglobina e' di solito insignificante, in assenza di altre complicanze indotte da altre terapie. Tuttavia occorre tenere presente che nei pazienti con affezioni maligne e' possibile osservare anemia anche in assenza di qualsiasi terapia. Patologie endocrine. Raro: e' stata riportata la sindrome da inappropriata secrezione dell'ADH (SIADH), sia alle dosi raccomandate sia alle dosi piu' elevate (vedere paragrafo 4.9). Disturbi psichiatrici. Non comune: depressione; raro: malessere; non nota psicosi. Patologie del sistema nervoso. Comune: parestesia, perdita dei riflessi tendinei profondi; raro: intorpidimento, neurite periferica, cefalea, convulsioni, capogiri. Sonostati riportati casi di incidente cerebrovascolare in pazienti riceventi la combinazione chemioterapica di bleomicina, cisplatino e vinblastina. Non nota: neuralgia (cioe' dolore alla faccia e alle mascelle), neuropatia periferica, paralisi delle corde vocali. Patologie dell'occhio: erosioni epiteliali gravi con blefarospasmo, gonfiore della palpebra e dei linfonodi preauricolari dopo il contatto con la cornea. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Raro: ototossicita', danni vestibolari e perdita dell'udito all'ottavo nervo cranico. Le manifestazionicomprendono sordita' parziale o totale, temporanea o permanente, e disturbi dell'equilibrio, tra cui vertigini, nistagmo e capogiri. Non nota: tinnito. Patologie cardiache: tachicardia sinusale, angina pectoris, blocco AV, aritmia. Sono stati riportati casi di infarto miocardicoin pazienti riceventi terapia di combinazione con bleomicina, cisplatino e vinblastina. Patologie vascolari. Non comune: sono state osservate ipertensione e ipotensione grave. Sono stati riportati casi di fenomeno di Raynaud in pazienti riceventi chemioterapia di combinazione con bleomicina, cisplatino e vinblastina per il trattamento di tumori del testicolo. Ipotensione ortostatica Patologie respiratorie, toracichee mediastiniche. Non comune: faringite. E' stata riportata una condizione di respiro corto acuto (broncospasmo) dopo l'uso di alcaloidi della vinca. In pazienti trattati in concomitanza, o previamente trattati, con mitomicina-C, possono verificarsi dispnea, rantoli, alterazioni infiltrative e malattia polmonare diverse ore dopo la somministrazionedi vinblastina, come conseguenza della tossicita' polmonare di detta combinazione. La somministrazione di entrambi i prodotti deve essere interrotta immediatamente (vedere il paragrafo 4.4). Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea, vomito; comune: stitichezza (vedere paragrafo 4.4), ileo, sanguinamento da preesistente ulcera, enterocolite emorragica, perdita di sangue dal retto, anoressia e diarrea. Non nota: stomatite, dolori gastrici, dolori addominali, parotidi doloranti.Patologie epatobiliari: fibrosi epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: perdita di capelli, di solito parziale e in alcuni casi la ricrescita avviene durante la terapia di mantenimento. E' stata riportata la formazione di bolle in bocca e sulla pelle. Non nota: dermatite, fotosensibilita'. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: atrofia muscolare. Patologie renali e urinarie: ritenzione urinaria, microangiopatia trombotica coninsufficienza renale. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella: calo di fertilita', aspermia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: dolore nella sede del tumore, malessere. Non nota: spossatezza, febbre; lo stravaso nel tessuto sottocutaneo durante l'iniezione endovenosa della soluzione di VELBE puo' causare cellulite, necrosi e flebite. Si e' manifestato dolore in sede di iniezione dopo l'iniezione, soprattutto nei piccoli vasi. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: durante la gravidanza e' necessario usare prudenza nella somministrazione di tutti i farmaci oncolitici. Non sono disponibili dati sufficienti sull'uso di vinblastina durante la gravidanza. L'azione farmacologica indica tuttavia potenziali effetti nocivi durante la gravidanza. Gli studi preclinici hanno rivelato genotossicita', teratogenicita' e altre tossicita' riproduttive. VELBE non deve essere utilizzato durante la gravidanza se non ritenuto strettamente necessario. Sesi ritiene assolutamente necessario il trattamento con VELBE durante la gravidanza o se si instaura una gravidanza durante il trattamento, la paziente deve essere informata sui rischi per il feto e deve esseremonitorata attentamente. Deve essere considerata la possibilita' di consultazioni genetiche. La vinblastina solfato puo' causare lesioni fetali quando e' somministrata in donne gravide. Gli animali di laboratorio trattati con questo farmaco nelle fasi iniziali della gravidanza presentano riassorbimento del prodotto del concepimento; i feti sopravvissuti dimostrano deformita' macroscopiche. Alle donne in eta' fecondasi dovra' consigliare di evitare una possibile gravidanza. I pazientidi sesso maschile e femminile in eta' fertile devono adottare misure contraccettive efficaci durante e per almeno 3 mesi, preferibilmente 6mesi, dopo il trattamento con vinblastina. Allattamento: non e' noto se la vinblastina venga escreta nel latte materno umano. La vinblastina e' controindicata durante l'allattamento. Durante il trattamento convinblastina bisogna sospendere l'allattamento. Fertilita': la vinblastina puo' ridurre la fertilita' sia dell'uomo sia della donna. Come per molti medicinali, non sono disponibili dati sugli effetti della vinblastina sulla spermatogenesi. E' stata osservata aspermia nell'uomo. Studi animali indicano un'interruzione della divisione nella metafase ealterazioni degenerative a carico delle cellule germinali. L'infertilita' reversibile o irreversibile sia nell'uomo sia nella donna e' possibile dopo il trattamento con vinblastina. Alcune pazienti trattate con vinblastina in associazione con altri farmaci hanno presentato amenorrea. Di frequente e' stata riscontrata una ripresa delle mestruazioni. I pazienti maschi devono informarsi sulla raccolta dello sperma prima di iniziare il trattamento con VELBE.

Codice: 020430029
Codice EAN:

Codice ATC: L01CA01
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Citostatici
  • Alcaloidi derivati da piante ed altri prodotti naturali
  • Alcaloidi della vinca ed analoghi
  • Vinblastina
Temperatura di conservazione: da +2 a +8 gradi
Forma farmaceutica: POLVERE PER SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FLACONE

POLVERE PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

36 MESI

FLACONE