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AMARKOR 14CPR 30MG RP Produttore: S.F. GROUP SRL

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

AMARKOR COMPRESSE RIVESTITE CON FILM A RILASCIO PROLUNGATO

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Calcio antagonisti. Derivati diidropiridinici.

PRINCIPI ATTIVI

Ogni compressa da 30 mg contiene, principio attivo: nifedipina 30 mg.Ogni compressa da 60 mg contien, principio attivo: nifedipina 60 mg. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere sezione 6.1.

ECCIPIENTI

Una compressa da 30 mg contiene: idrossipropilmetilcellulosa, polivinilpirrolidone, carbossimetilcellulosa, magnesio stearato, silice colloidale, talco, polietilenglicole 6000, simeticone, titanio biossido (E 171), ferro ossido rosso (E 172). Una compressa da 60 mg contiene: idrossipropilmetilcellulosa, polivinilpirrolidone, carbossimetilcellulosa, magnesio stearato, silice colloidale, talco, polietilenglicole 6000,simeticone, titanio biossido (E 171), ferro ossido rosso (E 172).

INDICAZIONI

Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo). Trattamento dell'ipertensione arteriosa.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafo 4.4 e 6.1). Gravidanza accertata (fino alla ventesima settimana) o presunta ed allattamento (vedere paragrafo 4.6). Lanifedipina non deve essere usata in caso di shock cardiovascolare. Lanifedipina non deve essere usata in pazienti con tasca di Kock (ileostomia dopo proctocolemia). La nifedipina non deve essere usata in associazione a rifampicina in quanto l'induzione enzimatica non consente di raggiungere dei livelli plasmatici efficaci di nifedipina (vedere paragrafo 4.5).

POSOLOGIA

Il trattamento va possibilmente adattato alle necessita' individuali in funzione della gravita' della malattia e della risposta del paziente. Nei pazienti con lieve, moderata o grave compromissione della funzionalita' epatica puo' rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e una riduzione del dosaggio. Salvo diversa prescrizione medica valgono le seguenti direttive posologiche. Adulti. 1. Cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica-stabile (angina da sforzo): 1 compressa da 30 mg al di'. La dose puo' essere gradualmente aumentata, in accordo con le esigenze individuali dei pazienti, fino ad undosaggio massimo di 120 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. 2. Ipertensione arteriosa: 1 compressa da 30 mg al di'. In alcunicasi puo' risultare opportuno incrementare gradualmente la dose, secondo le esigenze individuali, fino ad un dosaggio massimo di 60 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia di Nifedipina nei bambini al di sotto dei 18 anni di eta' non sono state stabilite. I dati al momento disponibili per l'uso della Nifedipina nell'ipertensione sono riportati nel paragrafo 5.1. Modo di somministrazione: la compressa rivestita con film deve essere inghiottita con un po' di acqua al mattino a digiuno; le compresse non devono essere masticate o spezzate. Qualsiasi aggiustamento aidosaggi superiori o inferiori deve essere effettuato solo sotto controllo medico: la sostanza fotosensibile contenuta nella compressa e' sostanzialmente protetta dalla luce all'interno e al di fuori della confezione. Internamente alla confezione, le compresse sono anche protettedall'umidita' e quindi devono essere estratte dall'astuccio solo a scopo di assunzione. Si consiglia tuttavia di non esporre a lungo le capsule alla luce solare diretta. Durata del trattamento: secondo prescrizione medica.

CONSERVAZIONE

La sostanza fotosensibile contenuta nella compressa e' sostanzialmente protetta dalla luce all'interno ed al di fuori della confezione. Si consiglia tuttavia di non esporre a lungo le compresse alla luce diretta. La protezione dall'umidita' e' garantita solo all'interno della confezione; le compresse dovrebbero quindi essere estratte dal blister solo immediatamente prima dell'uso.

AVVERTENZE

Per gli effetti che la nifedipina esercita a livello delle resistenzevascolari periferiche e' richiesta cautela nei pazienti con pressionesanguigna molto bassa (ipotensione grave con pressione sistolica inferiore a 90 mmHg) e risulta necessario controllare attentamente la pressione arteriosa all'inizio della terapia e fino a quando non sia stataraggiunta la posologia di mantenimento. Per lo stesso motivo la nifedipina deve essere usata con cautela nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca conclamata, con grave stenosi aortica ed in quelli in trattamento con beta-bloccanti o farmaci ipotensivi. Come per altri materiali non deformabili deve essere usata prudenza qualora si somministriAmarkor a pazienti con gravi stenosi pre-esistente del tratto gastrointestinale poiche' possono insorgere dei sintomi ostruttivi. In casi molto rari puo' verificarsi la formazione di bezoari che possono richiedere la terapia chirurgica. In singoli casi sono stati descritti sintomi ostruttivi anche senza riscontro anamnestico di disturbi gastrointestinali. Amarkor non deve essere usato nei pazienti portatori di tascadi Kock (ileostoma dopo proctocolectomia). Nel corso di indagini radiologiche con contrasto di bario Amarkor puo' dare immagini falsamente positive (come dei difetti di riempimento interpretabili come polipi).La nifedipina non deve essere somministrata in gravidanza, a meno chele condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con nifedipina. L'uso della nifedipina deve essere limitato a donne con ipertensione grave che non rispondono alla terapia standard (vedere paragrafo 4.6). Le informazioni disponibili non consentono di escludere la possibilita' di effetti indesiderati sul nascituro e sul neonato. Pertanto, l'impiego in gravidanza dopo la ventesima settimana richiede una valutazione molto accurata del rapporto rischio/beneficio e deve essere preso in considerazione solo qualora tutte le altre opzioni terapeutiche non siano indicate o si siano rivelate inefficaci. In situazioni diemergenza ipertensiva, quali ad esempio l'eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilita' e lo stretto controllo del medico. L'impiego di nifedipina non e' raccomandato durante l'allattamento al seno in quanto e' stato segnalato che nifedipina viene escretanel latte umano e non si conoscono gli effetti dell'assorbimento orale di piccole quantita' di nifedipina (vedere paragrafo 4.6). E' necessario un attento controllo della pressione arteriosa anche quando si somministri nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, a causa di una possibile eccessiva caduta pressoria, che puo'nuocere sia alla madre che al feto. Nei pazienti con lieve, moderata o grave compromissione della funzionalita' epatica puo' rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e anche la riduzione del dosaggio (vedere paragrafo 4.2 e 5.2). Poiche' la farmacocinetica della nifedipina non e' stata studiata in pazienti con grave compromissione della funzionalita' epatica, il medicinale deve essere somministrato con cautela in questo target di pazienti. La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4. Tutti i farmaci che sono noti per inibire o indurre questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina (vedere paragrafo 4.5). Farmaci che sono inibitori del sistema del citocromo P450 3A4 e quindi possono dare luogo ad un incremento nelle concentrazioni di nifedipina, sono ad esempio: antibioticimacrolidi (ad es. eritromicina), inibitori delle proteasi anti-HIV (ad es. ritonavir), antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo), gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina, quinupristin/dalfopristin, acido valproico, cimetidina. In caso di somministrazione contemporanea di questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina.Nei pazienti sotto dialisi, affetti da ipertensione maligna e insufficienza renale irreversibile con ipovolemia, occorre prestare attenzione in quanto si puo' verificare un notevole calo pressorio a causa della vasodilatazione. Nei rari casi in cui compare dolore in ambito toracico (talora disturbi tipo angina pectoris), deve essere consultato il medico curante. Qualora si manifesti un edema periferico in pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia, occorre differenziare gli edemi dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento della funzione ventricolare sinistra. Durante il trattamento di pazienti diabetici o a rischio diabetico, la glicemia deve essere accuratamente controllata; se compare iperglicemia la terapia deve essere sospesa.

INTERAZIONI

Effetti di altri farmaci sulla nifedipina: la nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4, localizzato sia a livello della mucosa intestinale che del fegato. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio (dopo somministrazione orale) o la clearance della nifedipina (vedere paragrafo 4.4). Si deve tenere conto dell'entita' e della durata delle interazioni qualora si somministri nifedipina in associazione ai seguenti farmaci: Diltiazem: il diltiazem diminuisce la clearance della nifedipina per cui i due principi attivi dovrebbero essere associati con cautela considerando, eventualmente, la riduzione del dosaggio di nifedipina. Rifampicina: la rifampicina e'un forte induttore del sistema del citocromo P450 3A4. In caso di somministrazione concomitante con rifampicina, la biodisponibilita' dellanifedipina viene ridotta sensibilmente con conseguente indebolimento della sua efficacia. Per tale motivo l'impiego di nifedipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato (vedere paragrafo 4.3). In caso di somministrazione contemporanea dei seguenti farmaci, debolio moderati inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, la pressionearteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina (vedere paragrafo 4.2). Antibiotici macrolidi (es. eritromicina): non e' stato condotto nessunostudio specifico sull'interazione tra nifedipina ed antibiotici macrolidi. E' noto che alcuni macrolidi inibiscono il metabolismo mediato dal citocromo P450 3A4 di altri farmaci per cui non si puo' escludere un potenziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipinaa seguito di somministrazione contemporanea dei due farmaci (vedere paragrafo 4.4). L'azitromicina, sebbene strutturalmente correlata alla classe degli antibiotici macrolidi, e' priva di attivita' inibente il CYP3A4. Inibitori delle proteasi anti-HIV (es. ritonavir): non e' ancora stato condotto uno studio clinico per indagare la potenziale interazione tra la nifedipina e certi inibitori delle proteasi anti-HIV (amprenavir, indinavir, nelfinavir, ritonavir o saquinavir). E' noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4.Inoltre e' stato dimostrato che essi inibiscono in vitro il metabolismo della nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4. Quando sono somministrati insieme con la nifedipina non puo' essere escluso un sostanziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina dovuto alridotto metabolismo di primo passaggio ed alla ridotta eliminazione (vedere paragrafo 4.4). Antimicotici azolici (es. ketoconazolo): uno studio formale sulla possibile interazione tra nifedipina e certi antimicotici azolici (es. ketoconazolo, itraconazolo o fluconazolo) non e' stato ancora eseguito. E' noto che i farmaci di questa classe inibiscono il sistema del citocromo P450 3A4. Quando tali farmaci vengono somministrati per via orale con la nifedipina non si puo' escludere un sostanziale incremento della biodisponibilita' sistemica della nifedipina legato ad un ridotto metabolismo di primo passaggio (vedere paragrafo 4.4). Fluoxetina: non e' ancora stato condotto uno studio clinico per indagare la potenziale interazione tra la nifedipina e la fluoxetina. E' stato dimostrato che la fluoxetina inibisce in vitro il metabolismodella nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4. Percio' non puo' essere escluso un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito della somministrazione contemporanea dei due farmaci (vedereparagrafo 4.4). Nefazodone: uno studio clinico sulla possibile interazione tra nifedipina e nefazodone non e' stato ancora eseguito. E' noto che il nefazodone inibisce il metabolismo mediato dal citocromo P4503A4 di altri farmaci. Percio' non puo' essere escluso un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito della somministrazione contemporanea dei due farmaci (vedere paragrafo 4.4). Quinupristin/dalfopristin: la somministrazione simultanea di quinupristin/dalfopristin e nifedipina puo' determinare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina (vedere paragrafo 4.4). Acido valproico: non sono stati condotti degli studi formali per valutare la potenziale interazione tra la nifedipina e l'acido valproico. Tuttavia, dato che l'acido valproico si e' dimostrato in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso inibizione enzimatica, non si puo' escludere un aumento delle concentrazioni plasmatiche, e quindi d'efficacia, anche perla nifedipina (vedere paragrafo 4.4). Cimetidina: la cimetidina per il suo effetto di inibizione sul sistema del citocromo P450 3A4 eleva ilivelli plasmatici di nifedipina e puo' potenziarne l'effetto antiipertensivo (vedere paragrafo 4.4). Altri studi. Cisapride: la contemporanea somministrazione di cisapride e nifedipina puo' condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di nifedipina. Antiepilettici induttori del sistema del citocromo P450 3A4, come la fenitoina, la carbamazepina e il fenobarbitale: la fenitoina induce il sistema del citocromo P450 3A4. La contemporanea somministrazione di fenitoina e nifedipina determina una riduzione della biodisponibilita' e quindi dell'efficacia della nifedipina. Qualora i due farmaci vengano somministrati contemporaneamente, la risposta clinica alla nifedipina deve essere controllata e, se necessario, deve essere presa in considerazione l'aumento della sua dose. Analogamente, qualora il dosaggio della nifedipina venga incrementato durante la somministrazione contemporanea dei due farmaci, andra' considerata una riduzione nella dose di nifedipina quando venga interrotto il trattamento con la fenitoina. Non sono stati condotti degli studi formali per valutare la potenziale interazione tra nifedipinae carbamazepina o fenobarbital. Tuttavia, dato che questi ultimi si sono dimostrati in grado di ridurre le concentrazioni plasmatiche dellanimodipina, un calcio-antagonista struttural-mente simile, attraversoun processo d'induzione enzimatica, non si puo' escludere una riduzione delle concentrazioni plasmatiche, e quindi dell'efficacia, anche per la nifedipina. Effetti della nifedipina su altri farmaci.

EFFETTI INDESIDERATI

Vengono elencate di seguito le reazioni avverse al farmaco (ADRs) segnalate nel corso degli studi clinici condotti con nifedipina verso placebo, e classificate secondo le categorie di frequenza CIOMS III (datitratti dal data base di studi clinici: nifedipina n=2.661; placebo n=1.486; status: 22 febbraio 2006 - e dati tratti dallo studio ACTION: nifedipina n=3.825; placebo n=3.840). Le reazioni avverse classificate come "comuni" sono state osservate con una frequenza inferiore al 3%, con l'eccezione dell'edema (9,9%) e della cefalea (3,9%). Le frequenzedelle reazioni avverse segnalate con i prodotti a base di nifedipina sono riassunte di seguito. Nell'ambito di ogni gruppo di frequenza glieffetti indesiderati vengono presentati in ordine decrescente di gravita'. Le frequenze sono definite come: comune (>=1/100- < 1/10); non comune (>= 1/1.000-< 1/100) e raro (>= 1/10.000- < 1/1.000). Le reazioni avverse identificate solo durante la sorveglianza postmarketing e per le quali non e' stato possibile definire la frequenza sono riportatesotto "Non nota". Patologia del sistema emolinfopoietico. Non nota: agranulocitosi, leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazione allergica edema allergico /angioedema (incluso edema dellalaringe)1; raro: prurito, orticaria, eruzione cutanea; non nota: reazione anafilattica/anafilattoide. Disturbi psichiatrici. Non comune: reazioni ansiose, disturbi del sonno. Disordini del meta-bolismo e dellanutrizione. Non nota: iperglicemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; non comune: vertigini, emicrania, capogiri, tremore, insonnia, nervosismo; raro: parestesia/ disestesia; non nota: ipoestesia, sonnolenza. Patologie dell'occhio. Non comune: disturbi della vista;non nota: dolore oculare. Patologie cardiache. Non comune: tachicardia, palpitazioni; non nota: dolore toracico (angina pectoris). Patologie vascolari. Comune: edema (incluso edema periferico), vasodilatazione(vampate, sensazione di calore); non comune: ipotensione, sincope; patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: epistassi, congestione nasale; non nota: dispnea, edema polmonare*. Patologie gastrointestinali. Comune: costipazione; non comune: dolori gastrointestinali e addominali, nausea, dispepsia, flatulenza, bocca secca, diarrea; raro: iperplasia gengivale; non nota: bezoari, disfagia, ostruzione intetinale, ulcera intestinale, vomito, insufficienza dello sfinteregastroesofageo. Patologie epatobiliari. Non comune: aumento transitorio degli enzimi epatici, colestasi intraepatica; non nota: ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: eritema; raro: dermatite fotosensibile; non nota: necrolisi epidermica tossica, reazione fotoallergica, porpora palpabile. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: crampi muscolari, gonfiore articolare; non nota: artralgia, mialgia. Patologie renali ed urinarie. Non comune: poliuria, disuria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzioni erettile; raro: ginecomastia, patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: senso di malessere, astenia (stanchezza); non comune: dolore aspecifico, brividi, dolori alle estremita'. ^1 potenzialmente pericoloso per la vita *sono stati segnalati casi nell'impiego come farmaco tocolitico in gravidanza (vedere paragrafo 4.6) Sono stati, occasionalmente, segnalati anche: episodi di epatite, aumento della fosfatasi alcalina o LDH, pirosi gastrica, mal di gola, tosse, disturbi della sfera sessuale, febbre, sudorazione, trombocitopenia, anemia, rigidita' articolari. Con altre formulazioni di nifedipina: agranulocitosi, dermatite esfoliativa, eritromelalgia. Nei pazienti in dialisi con ipertensione maligna ed ipovolemia si puo' verificare, a seguito della vasodilatazione, una marcata caduta della pressione arteriosa. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo:https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazi oni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: la nifedipina e' controindicata nelle prime 20 settimane di gravidanza (vedere paragrafo 4.3). La nifedipina non deve essere somministrata in gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con nifedipina. L'uso della nifedipina deve essere limitato a donne con ipertensione grave che non rispondono alla terapia standard (vedere paragrafo 4.4). Non sono stati condotti studi adeguati e ben controllati su donne in gravidanza. E' stato osservato edema polmonare acuto con la somministrazione di farmaci calcio-antagonisti, tra cui nifedipina, come agenti tocolitici durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.8), soprattutto in casi di gravidanza multipla (gemellare o plurigemellare), per via endovenosa e/o in associazione a beta-2 agonisti. Le informazioni disponibili sono insufficienti per escludere effetti avversi sul feto e sul neonato. Negli studi suglianimali la nifedipina ha dimostrato di provocare embriotossicita', fetotossicita' e teratogenicita' (vedere paragrafo 5.3). La nifedipina si e' dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto, nel topo e nel coniglio, quali anomalie digitali, malformazioni delle estremita', palatoschisi, schisi sternale, malformazioni costali. Le anomalie digitali e le malformazioni delle estremita' sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino, ma sono state osservate anche in animali trattati con nifedipina solo dopo il periodo dell'organogenesi. La somministrazione del principio attivoha comportato una varieta' di effetti tossici a carico dell'embrione,della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali(scimmia), morte degli embrioni e dei feti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto;non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici e fetotossici erano tossici per l'organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori la posologia massima indicata per l'impiego umano. Dalle evidenze cliniche disponibili non e' stato identificato uno specifico rischio prenatale. Sebbenesia stato riportato un aumento di asfissia perinatale, parti cesarei in aggiunta a prematurita' e ritardo nella crescita intrauterina, non e' chiaro se questi casi siano dovuti all'ipertensione di fondo, al suo trattamento o ad un effetto specifico del farmaco. Allattamento: la nifedipina viene escreta nel latte materno. Poiche' non esistono dati sui possibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi necessarioun trattamento con nifedipina durante questo periodo, l'allattamento deve essere interrotto. La concentrazione di nifedipina nel latte e' pressoche' comparabile a quella sierica della madre. Per le formulazioni a rilascio immediato, si propone di ritardare l'allattamento al senoo di non tirare il latte nelle 3 o 4 ore successive alla somministrazione del farmaco per ridurre l'esposizione del neonato alla nifedipina(vedere paragrafo 4.4). Fertilita': in singoli casi di fecondazione in vitro i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili con corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile compromissione funzionale dello sperma. Nel caso di uomini che hanno gia' provato senza successo a concepire con la fecondazione in vitro , e nei casi in cui non e' possibile trovare alcuna altra spiegazione, i calcio-antagonisti come nifedipina devono essere considerati come una possibile causa.

Codice: 035067014
Codice EAN:

Codice ATC: C08CA05
  • Sistema cardiovascolare
  • Calcio-antagonisti
  • Calcio-antagonisti selettivi con preval.effetto vascolare
  • Derivati diidropiridinici
  • Nifedipina
Temperatura di conservazione: al riparo da luce e umidita'
Forma farmaceutica: COMPRESSE RIVESTITE RILASCIO PROLUNGATO
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: BLISTER

COMPRESSE RIVESTITE RILASCIO PROLUNGATO

36 MESI

BLISTER