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CARBOPLATINO PFI EV 50MG 5ML Produttore: PFIZER ITALIA SRL

  • FARMACO OSPEDALIERO
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

CARBOPLATINO PFIZER 10 MG/ML SOLUZIONE PER INFUSIONE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antineoplastici.

PRINCIPI ATTIVI

Ogni flacone da 5 ml contiene il principio attivo: carboplatino 50 mg. Ogni flacone da 15 ml contiene il principio attivo: carboplatino 150mg. Ogni flacone da 45 ml contiene il principio attivo: carboplatino 450 mg. Per l'elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Carboplatino Pfizer e' indicato per il trattamento dei seguenti tumori solidi: carcinoma epiteliale dell'ovaio in fase avanzata; carcinoma del polmone a piccole cellule; carcinoma epidermoide della testa e delcollo.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Il trattamento con Carboplatino Pfizer e' controindicato nelle seguenti condizioni: ipersensibilita' al principio attivo, ai farmaci contenenti platino (ad es. il cisplatino) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; in pazienti con una grave insufficienza renale (clearance creatininica < 30 mL/min) a meno che a giudizio del medico e del paziente, i possibili benefici del trattamento superino i rischi; in pazienti con una grave mielosoppressione; in presenza di una sostanziale emorragia; durante la gravidanza e l'allattamento; in pazienti con sanguinamento dovuto alla presenza di tumori; in concomitanza all'uso del vaccino della febbre gialla (vedere paragrafo 4.5).

POSOLOGIA

Posologia: Carboplatino Pfizer deve essere usato solo per via endovenosa. La dose raccomandata per pazienti adulti non trattati precedentemente, con funzionalita' renale normale, e' di 400 mg/m^2 in una singola dose, tramite infusione endovenosa della durata di 15-60 minuti. Ulteriori cicli non devono essere ripetuti prima di quattro settimane e/ofino a quando la conta dei neutrofili non sia di almeno 2.000 cellule/mm^3 e la conta delle piastrine di almeno 100.000 cellule/mm^3. Nei pazienti che presentano fattori di rischio a causa di precedenti trattamenti mielosoppressivi, nei pazienti anziani o nei pazienti con il livello di performance basso (ECOG-Zubrod 2-4 o Karnofsky inferiore a 80)e' consigliabile una riduzione del dosaggio iniziale pari al 20-25%. Si raccomanda di determinare il nadir ematologico con controlli settimanali della crasi ematica durante il primo ciclo di trattamento con ilcarboplatino iniettabile al fine di effettuare i successivi adeguamenti di dosaggio per i cicli successivi di terapia. Aghi o set per somministrazione E.V. che contengono parti di alluminio che possono entrarein contatto con il carboplatino iniettabile, non devono essere utilizzati per la preparazione e la somministrazione. Il carboplatino interagisce con l'alluminio causando la formazione di un precipitato e/o unaperdita di potenza. Durante la preparazione e la somministrazione devono essere rispettate le misure di sicurezza relative alle sostanze pericolose. La preparazione deve essere effettuata da personale addestrato in condizioni di sicurezza indossando guanti, mascherina e tuta di protezione. Pazienti con funzionalita' renale compromessa: poiche' il carboplatino viene escreto per via renale ed e' nefrotossico, il dosaggio ottimale deve essere determinato in base a frequenti controlli delnadir ematologico e della funzionalita' renale. La posologia consigliata nei pazienti con un'alterata funzionalita' renale e' basata sulla clearance creatininica. I pazienti con valori di clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min sono a maggior rischio di grave mielosoppressione. La frequenza di leucopenia grave, neutropenia o trombocitopenia si mantiene a circa il 25% con i seguenti dosaggi raccomandati. Clearance creatininica: 41-59 ml/min; dose iniziale di carboplatino (giorno 1): 250 mg/m ^2 ev. Clearance creatininica: 16-40 ml/min; dose iniziale di carboplatino (giorno 1): 200 mg/m ^2 ev. Non esistono dati sufficienti sull'uso di carboplatino in pazienti con clearance creatininica di 15 ml/min o meno per consentire le raccomandazioni al trattamento. Tutte le dosi raccomandate sopra riportate si applicano al ciclo ditrattamento iniziale. I dosaggi successivi devono essere regolati in base alla tolleranza del paziente ed a un livello di mielosoppressioneaccettabile. Popolazione pediatrica: non sono disponibili dati sufficienti per stabilire le dosi di carboplatino raccomandate per la popolazione pediatrica. Terapia di associazione: il carboplatino e' stato utilizzato in associazione ad altri agenti antineoplastici e il dosaggiovaria in funzione del protocollo clinico seguito. Gli aggiustamenti di dosaggio devono essere effettuati in base allo schema di trattamentoadottato e ai risultati ottenuti dai controlli ematologici. Pazienti anziani: nei pazienti di oltre 65 anni di eta', e' necessario un aggiustamento della dose di carboplatino in base alla condizione generale, sia durante il primo ciclo di trattamento che durante i successivi cicli terapeutici. Istruzioni per la preparazione e l'uso: il carboplatino e' un farmaco citotossico; devono quindi essere prese appropriate misure di sicurezza durante l'uso. Come per tutti gli altri agenti antineoplastici, Carboplatino Pfizer deve essere maneggiato da personale addestrato, in un'area appositamente designata (preferibilmente in una cappa a flusso laminare adeguata per trattare composti citotossici). Ilpersonale dovra' indossare guanti di protezione e in caso di contattoaccidentale della soluzione con pelle e mucose, l'area interessata deve essere immediatamente lavata con abbondante acqua e sapone. Si raccomanda che farmaci citotossici, quale il carboplatino, non vengano maneggiati da personale femminile in stato di gravidanza. Si raccomanda l'uso di siringhe Luer-Lock. E' preferibile utilizzare aghi a foro largo per minimizzare la pressione e la possibile formazione di gas. Gli oggetti utilizzati per la preparazione di soluzioni di Carboplatino Pfizer o adibiti alla raccolta di rifiuti corporei, devono essere eliminati in sacchetti di politene con doppia chiusura ed inceneriti a 1100.C. Diluizione: Carboplatino Pfizer puo' essere diluito con soluzioni iniettabili di glucosio al 5% o cloruro di sodio 0,9% fino a concentrazioni minime di 0,5 mg/ml (vedere paragrafo 6.3). Si raccomanda di non diluire carboplatino con soluzioni di cloruro di sodio 0,9% per l'infusione endovenosa prolungata, in quanto il carboplatino subisce una degradazione del 5% circa della concentrazione iniziale nell'arco di 24 ore e puo' essere convertito a cisplatino, con un aumento del rischio ditossicita'. Procedure da seguire in caso di versamento della soluzione: in caso di versamento della soluzione, e' necessario limitare l'accesso nell'area interessata. Il personale dovra' indossare due paia di guanti (gomma latex), una maschera respiratoria, un camice di protezione ed occhiali di sicurezza. Limitare lo spargimento della soluzione rovesciata utilizzando materiale assorbente, ad esempio carta, segaturao ghiaia assorbente (per animali). E' possibile utilizzare anche: acido solforico 3M, potassio permanganato 0,3M (2:1) o ipoclorito di sodio al 5%. Il materiale assorbente utilizzato ed eventuali altri scarti devono essere raccolti, messi in contenitori di plastica, sigillati edetichettati in maniera appropriata. I rifiuti citotossici devono essere considerati pericolosi o tossici e muniti di etichetta riportante in modo chiaro la seguente dicitura: "RIFIUTI CITOTOSSICI DA INCENERIREA 1100.C". I rifiuti devono essere inceneriti a 1100.C per almeno 1 secondo. Ripulire l'area dove si e' verificato il versamento con abbondante acqua.

CONSERVAZIONE

Conservare a temperatura inferiore a 25 gradi C. Non congelare. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce. Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione vedere paragrafo 6.3.

AVVERTENZE

La somministrazione del carboplatino deve essere effettuata sotto la supervisione di medici specializzati nell'uso di farmaci citotossici. Un attento monitoraggio per la tossicita' e' prioritario soprattutto in caso di somministrazione di alte dosi di farmaco. La conta delle cellule ematiche, nonche' i test di funzionalita' renale ed epatica devono essere effettuati regolarmente e il farmaco deve essere interrotto se si riscontra una anormale depressione del midollo osseo o anomalie della funzionalita' renale o epatica. Il carboplatino e' un farmaco altamente tossico con un ristretto indice terapeutico ed e' improbabile che l'effetto terapeutico avvenga senza il manifestarsi di qualche evento di tossicita'. Sindrome della leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS): sono stati segnalati casi di sindrome della leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS) in pazienti trattati con carboplatino in combinazione con altri agenti chemioterapici. La RPLS e' una condizione neurologica rara che evolve rapidamente, reversibile dopo l'interruzione del trattamento, che puo' comprendere convulsioni, ipertensione, cefalea, confusione, cecita' e altri disturbi visivi e neurologici (vedere paragrafo 4.8). La diagnosi di RPLS si basa sulla confermamediante tecniche radiologiche cerebrali, preferibilmente la risonanza magnetica. Patologie del sistema emolinfopoietico. Sindrome emolitico-uremica (SEU): la sindrome emolitico-uremica (SEU) e' un effetto indesiderato potenzialmente letale. La somministrazione di carboplatino deve essere interrotta ai primi segni di qualsiasi evidenza di anemia emolitica microangiopatica, quali emoglobina che diminuisce rapidamentecon trombocitopenia concomitante, innalzamento della bilirubina sierica, della creatinina sierica, dell'azoto ureico nel sangue o delle LDH. L'insufficienza renale puo' non essere reversibile con l'interruzione della terapia e potrebbe essere necessaria la dialisi. Tossicita' ematologica: in pazienti trattati con carboplatino e' stata segnalata anemia emolitica, con presenza di anticorpi sierologici indotti dal farmaco. Questo evento puo' essere fatale. La mielosoppressione (leucopenia, neutropenia e trombocitopenia) e' dose- dipendente e costituisce latossicita' dose-limitante del carboplatino. Nei pazienti che assumonocarboplatino deve essere effettuato il conteggio delle cellule del sangue periferico ad intervalli frequenti (ad esempio frequenza settimanale) e nel caso di tossicita', fino a che non si raggiunge il recupero. Il giorno mediano di nadir e' il 21^o giorno nei pazienti trattati solo con carboplatino e il 15^o giorno nei pazienti trattati con carboplatino in combinazione con altri agenti chemioterapici. Benche' alle dosi raccomandate la tossicita' ematologica del carboplatino sia generalmente moderata e reversibile, nei pazienti con insufficienza renale enei pazienti che assumono contemporaneamente (o che hanno assunto) altri farmaci mielosoppressori o sono stati sottoposti a radioterapia, si puo' manifestare mielosoppressione grave (soprattutto trombocitopenia). In generale, un singolo ciclo intermittente di carboplatino non deve essere ripetuto fino a che la conta dei leucociti, dei neutrofili edelle piastrine non siano tornati alla normalita'. La terapia non deve essere ripetuta fino a 4 settimane dopo il precedente ciclo di carboplatino iniettabile e/o fino a che il conteggio dei neutrofili non siadi almeno 2.000 cellule/mm^3 e la conta delle piastrine di almeno 100.000 cellule/mm^3. Il trattamento di una grave tossicita' ematologica puo' consistere in cure di supporto, uso di agenti anti-infettivi per complicazioni infettive, trasfusioni di derivati del sangue, recupero del midollo osseo autologo, trapianto delle cellule staminali e di agenti ematopoietici (fattori stimolanti le colonie). L'anemia e' frequente e cumulativa e richiede molto raramente una trasfusione. La gravita' della mielosoppressione e' aumentata nei pazienti con precedente trattamento (in particolare con cisplatino) e/o funzionalita' renale compromessa. Il dosaggio iniziale di carboplatino in questi gruppi di pazienti deve essere opportunamente ridotto (vedere paragrafo 4.2) e gli effetti attentamente monitorati mediante frequenti conte ematiche tra icicli. Gli effetti mielosoppressivi possono sommarsi a quelli della chemioterapia concomitante. I pazienti con mielosoppressione grave e persistente sono ad alto rischio di complicanze infettive, compresi esiti fatali (vedere paragrafo 4.8). Se si verifica uno qualsiasi di questi eventi, la somministrazione di carboplatino deve essere interrotta. La terapia del carboplatino in associazione con altri farmaci mielosoppressori deve essere pianificata con molta attenzione ai dosaggi e alla tempistica per minimizzare gli effetti additivi. Leucemia secondaria: la leucemia promielocitica acuta (LPA) e la sindrome mielodisplastica (SMD)/leucemia mieloide acuta (LMA) sono state segnalate anni dopo la terapia con carboplatino e altri trattamenti antineoplastici. Malattia epatobiliare. Malattia veno-occlusiva epatica: sono stati segnalaticasi di malattia veno-occlusiva epatica (sindrome da ostruzione sinusoidale), alcuni dei quali sono stati fatali. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di anomalie della funzionalita' epaticao ipertensione portale non chiaramente dovuti alle metastasi epatiche. Tossicita' renale: nei pazienti con funzionalita' renale compromessa, l'effetto del carboplatino sul sistema ematopoietico e' piu' marcatoe piu' lungo temporalmente rispetto ai pazienti con funzionalita' renale normale. In questo gruppo a rischio, la terapia con carboplatino deve essere eseguita con particolare cautela (vedere paragrafo 4.2). Ilcarboplatino e' escreto principalmente nelle urine, pertanto nei pazienti in trattamento con carboplatino deve essere monitorata la funzione renale. La clearance della creatinina sembra essere la misura piu' sensibile per valutare la corretta funzionalita' renale nei pazienti che ricevono il farmaco. I criteri per aggiustare la dose nei pazienti con insufficienza renale sono illustrati al paragrafo 4.2. Al contrariodella terapia con il cisplatino, non e' necessario effettuare idratazione pre e post-trattamento con il carboplatino, poiche' quest'ultimo ha un basso potenziale di nefrotossicita'; tuttavia, una precedente terapia con cisplatino o la somministrazione contemporanea di altri farmaci nefrotossici (ad es. antibiotici aminoglicosidici) possono aumentare il rischio di nefrotossicita' (vedere paragrafo 4.5). Sindrome da lisi tumorale (SLT): successivamente alla sua immissione sul mercato, in pazienti ai quali viene somministrato carboplatino, da solo o in combinazione con altri agenti chemioterapici, e' stata segnalata la sindrome da lisi tumorale (SLT).

INTERAZIONI

Il carboplatino e' per lo piu' utilizzato in combinazione con farmaciantineoplastici aventi effetti citotossici simili. In queste circostanze si puo' manifestare tossicita' additiva. L'uso concomitante di carboplatino e di altri agenti mielosoppressivi o di radioterapia puo' potenziare la tossicita' ematologica. Un'aumentata incidenza di emesi e'stata segnalata quando il carboplatino e' stato somministrato contemporaneamente ad altri farmaci che inducono emesi, o in pazienti che hanno ricevuto precedentemente una terapia emetogena. La somministrazioneconcomitante di carboplatino e aminoglicosidi comporta un aumentato rischio di nefrotossicita' e/o di ototossicita', per cui tali farmaci devono essere usati in concomitanza con cautela. L'uso di altri farmacinefrotossici determina un potenziamento degli effetti renali da carboplatino. Il carboplatino interagisce con l'alluminio, formando un precipitato nero di platino e diminuendo la potenza. Aghi, siringhe, cateteri o set per somministrazione E.V. che contengano alluminio non devono essere utilizzati per la somministrazione del carboplatino. A causa dell'aumentato rischio trombotico, nel caso di patologie tumorali, l'uso di anticoagulanti e' frequente. Durante le malattie la variabilita'individuale della coagulabilita', e l'eventualita' di interazione tragli anticoagulanti orali e la chemioterapia antitumorale, richiedono l'aumento della frequenza del controllo del monitoraggio INR (tempo diprotrombina), se si decide di trattare il paziente con anticoagulantiorali. Uso concomitante controindicato. Vaccino contro la febbre gialla: rischio di malattia vaccinale generalizzata mortale (vedere paragrafo 4.3). Uso concomitante non raccomandato. I vaccini vivi attenuati (eccetto la febbre gialla): rischio di una malattia sistemica, potenzialmente fatale. Questo rischio e' aumentato nei soggetti che sono gia'immunodepressi a causa della malattia. Dove esso esista e' necessariousare un vaccino inattivato (poliomielite). Fenitoina, fosfenitoina per rischio di esacerbazione delle convulsioni provocata da una diminuzione dell'assorbimento gastrico di fenitoina a causa del farmaco citotossico che porta ad una diminuzione dei livelli sierici di fenitoina oa causa del rischio di un potenziamento della tossicita' o di una perdita dell'efficacia del farmaco citotossico provocati dall'aumentato metabolismo epatico da parte della fenitoina. Uso concomitante da prendere in considerazione. Ciclosporina (e per estrapolazione tacrolimus esirolimus): eccessiva immunosoppressione con rischio di linfoproliferazione. Aminoglicosidi: l'uso concomitante di carboplatino con antibiotici aminoglicosidici dovrebbe essere presa in considerazione a causa della nefrotossicita' cumulativa e della otossicita', in particolare in pazienti con insufficienza renale. Diuretici dell'ansa: l'uso concomitante di carboplatino con un diuretico dell'ansa dovrebbe essere preso in considerazione a causa della nefrotossicita' cumulativa e della ototossicita'.

EFFETTI INDESIDERATI

Molti degli effetti indesiderati della terapia con carboplatino sono inevitabili a causa delle azioni farmacologiche del farmaco. Tuttavia,gli effetti indesiderati sono generalmente reversibili se individuatiprecocemente. La frequenza delle reazioni avverse segnalate si basa su un database complessivo di 1.893 pazienti trattati con una singola iniezione carboplatino e dall'esperienza post-marketing. Le frequenze sono definite utilizzando la classificazione per sistema ed organo, termine MedDRA, e la frequenza utilizzando le seguenti categorie di frequenza: molto comune (>=1/10); comune (>=1/100 a <1/10); non comune (>=1/1.000 a <1/100); rari (>=1/10.000 a <=1/1000); molto rari (<=1/10.000); non nota (non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Infezioni ed infestazioni. Comune: infezioni*; non nota: polmonite. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Non nota: neoplasia secondaria connessa al trattamento. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: trombocitopenia, neutropenia, leucopenia, anemia; comune: emorragia*; non comune: insufficienza midollare, neutropenia febbrile, sindrome emolitica-uremica (SEU); non nota: anemia emolitica (a volte fatale). Disturbi del sistema immunitario.Comune: ipersensibilita', reazione di tipo anafilattoide. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non nota: disidratazione, anoressia,iponatriemia, sindrome da lisi tumorale. Patologie del sistema nervoso. Comune: neuropatia periferica, parestesia, diminuzione dei riflessiosteotendinei, disturbi del sistema sensoriale, disgeusia; non nota: accidenti cerebrovascolari*, sindrome della leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS). Patologie dell'occhio. Comune: disturbi della vista, rari casi di perdita della vista. Patologie dell'orecchio e dellabirinto. Comune: ototossicita'. Patologie cardiache. Comune: disturbi cardiaci*; non nota: insufficienza cardiaca*, sindrome di Kounis. Patologie vascolari. Non nota: embolia*, ipertensione, ipotensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: disturbi respiratori, patologia interstiziale polmonare, broncospasmo. Patologie gastrointestinali. Molto comune: vomito, nausea, dolore addominale; comune: diarrea, stipsi, disordine delle mucose; non comune: stomatiti; nonnota: pancreatiti. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: alopecia, patologie della cute; non nota: orticaria, rush, eritema, prurito. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: patologie del sistema muscoloscheletrico. Patologierenali e urinarie. Comune: disordini urogenitali. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: astenia; non nota: necrosi del sito di iniezione, reazione nel sito di iniezione, stravaso nel sito di iniezione, eritema al sito di iniezione, malessere. Esami diagnostici. Molto comune: piressia (molto comune), astenia, malessere, stravaso in sede di iniezione, diminuzione della clearance della creatinina renale, aumento di urea nel sangue, aumento della fosfatasi alcalina del sangue, aumento dell'aspartato aminotransferasi, test della funzione epatica anormale, diminuzione di sodio, di potassio, di calcio e di magnesio nel sangue; comune: aumento della bilirubina nel sangue, aumento della creatinina nel sangue, aumento di acido urico nel sangue. *Fatali nell' <1% dei casi, gli eventi cardiovascolari fatali <1% dei casi incluso casi di insufficienza cardiaca, embolia, e accidente cerebrovascolare combinato. Le reazioni avverse riportate per i diversi sistemi e apparati sono i seguenti. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi): sono stati segnalati rari casi di leucemie mielogene acute e sindromi mielodisplasticheinsorte in pazienti trattati con carboplatino, in particolare se somministrato in combinazione con altri potenziali agenti leucemogeni. Patologie del sistema emolinfopoietico: la maggiore dose-limitante tossicita' del carboplatino e' la soppressione del midollo osseo che si manifesta con trombocitopenia, leucopenia, neutropenia e/o anemia. La mielosoppressione e' dose-relativa. Il nadir delle piastrine e dei leucociti/granulociti si manifesta generalmente tra le due e le tre settimanedalla somministrazione del farmaco. Il recupero e' generalmente tale da permettere la somministrazione della successiva dose di carboplatino dopo quattro settimane dalla precedente. L'anemia (valori di emoglobina inferiori a 11 g/dl), che puo' essere sintomatica, si manifesta inuna sostanziale percentuale di pazienti. Questo effetto puo' essere cumulativo e le trasfusioni possono essere necessarie particolarmente in quei pazienti che sono sottoposti ad una terapia prolungata (ad es. per piu' di 6 cicli). E' probabile il manifestarsi di sequenze cliniche di tossicita' del midollo osseo/ematica come febbre, infezioni, sepsi/shock settico ed emorragie. La mielosoppressione e' la tossicita' dose-limitante del carboplatino. Nei pazienti con valori basali normali,una trombocitopenia con conta piastrinica al di sotto 50.000/mm^3 si verifica nel 25% dei pazienti, una neutropenia con conta dei granulociti inferiore a 1.000/mm^3 nel 18% dei pazienti, e una leucopenia con conta leucocitaria inferiore a 2.000/mm^3 nel 14% dei pazienti. Di solito il nadir si verifica il 21. giorno. La mielosoppressione puo' essere aggravata dalla combinazione di carboplatino iniettabile con altri composti mielosoppressivi o altre forme di trattamento. La mielotossicita' e' piu' grave nei pazienti precedentemente trattati, in particolare in pazienti precedentemente trattati con cisplatino e nei pazienti con funzionalita' renale compromessa. I pazienti con il performance status basso hanno anche evidenziato un aumento di leucopenia e trombocitopenia. Questi effetti, anche se solitamente sono reversibili, causanocomplicanze infettive ed emorragiche rispettivamente nel 4% e il 5% dei pazienti trattati con carboplatino. Queste complicazioni hanno portato alla morte in meno dell'1% dei pazienti. Anemia, con valori di emoglobina inferiori a 8 g/dL e' stata osservata nel 15% dei pazienti convalori basali normali. L'incidenza di anemia aumenta con l'esposizione crescente al carboplatino iniettabile. E' stata anche segnalata anemia emolitica (a volte fatale). In casi isolati, si e' verificata una sindrome uremico-emolitica (SEU). Esami diagnostici: anomalie elettrolitiche (ipopotassiemia, ipocalcemia, iponatriemia e/o ipomagnesemia). Patologie del sistema nervoso: si possono manifestare neuropatie periferiche prevalentemente come parestesia e riduzione dei riflessi tendinei profondi.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Donne in eta' fertile: le donne in eta' fertile devono essere avvisate di evitare una gravidanza durante il trattamento con carboplatino e di usare una contraccezione efficace durante il trattamento con carboplatino e per almeno 7 mesi dopo l'ultima dose. Gli uomini con partner femminili in eta' fertile devono essere avvisati di usare un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento con carboplatino e per almeno 4 mesi dopo l'ultima dose. Gravidanz: il carboplatino puo' causare danni al feto quando somministrato in donne in gravidanza. Il farmaco deve essere utilizzato in gravidanza soltanto in caso di pericolo divita oppure per malattie per le quali farmaci piu' sicuri non possonoessere usati o sono inefficaci. Se la terapia con il carboplatino viene effettuata durante la gravidanza, o se la paziente resta incinta durante la terapia, la paziente deve essere avvertita dei potenziali rischi per il feto. Alle donne in eta' fertile si deve consigliare di evitare una gravidanza durante la terapia con carboplatino. E' stato dimostrato che il carboplatino iniettabile e' embriotossico e teratogeno nei ratti trattati durante l'organogenesi. Nessuno studio controllato e' stato condotto in donne in gravidanza. Fertilita': la fertilita' maschile e femminile puo' essere influenzata dal trattamento con carboplatino (vedere paragrafo 5.3). Sia gli uomini che le donne dovrebbero chiedere consigli per la conservazione della fertilita' prima del trattamento con carboplatino. L'inibizione delle gonadi con conseguente amenorrea o azospermia puo' verificarsi nei pazienti che ricevono terapia antineoplastica. Questi effetti sembrano essere correlati alla dose e alla durata della terapia e possono essere irreversibili. Valutare glieffetti dei singoli agenti sul grado della funzione testicolare o dell'insufficienza ovarica e' complicato a causa dell'uso comune di combinazioni di diversi farmaci antineoplastici. Agli uomini di eta' sessualmente matura trattati con carboplatino si raccomanda di non concepireun figlio durante il trattamento e per almeno 4 mesi dopo la cura e di chiedere consigli prima dell'inizio della terapia sulla conservazione dello sperma a causa della possibilita' di infertilita' irreversibile causata dal trattamento con il carboplatino. Allattamento: il carboplatino e i suoi metaboliti attivi sono stati identificati nel latte materno di madri sottoposte al trattamento. A causa del rischio di eventi avversi che possono manifestarsi nei lattanti a seguito del passaggio del farmaco nel latte materno, l'allattamento al seno deve essere interrotto durante il trattamento e per almeno 1 mese dopo l'ultima doseoppure il trattamento deve essere interrotto tenendo in considerazione l'importanza del farmaco per la madre.

Codice: 032776015
Codice EAN:

Codice ATC: L01XA02
  • Antineoplastici ed immunomodulatori
  • Antineoplastici
  • Altri antineoplastici
  • Composti del platino
  • Carboplatino
Temperatura di conservazione: inferiore a +25 gradi, non congelare e conservare al riparo della luce
Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 18 MESI
Confezionamento: FLACONE

SOLUZIONE PER INFUSIONE

18 MESI

FLACONE