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CARVEDILOLO EG 30CPR 25MG Produttore: EG SPA

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

CARVEDILOLO EG COMPRESSE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Agenti alfa e beta-bloccanti.

PRINCIPI ATTIVI

Una compressa contiene 6,25 mg di carvedilolo. Eccipienti con effettonoto: una compressa contiene 72,25 mg di lattosio monoidrato e 5 mg di saccarosio. Una compressa contiene 25 mg di carvedilolo. Eccipienti con effetto noto: una compressa contiene 85 mg di lattosio monoidrato e 60 mg di saccarosio. Per l'elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Saccarosio; lattosio monoidrato; povidone K25; crospovidone; silice colloidale anidra; magnesio stearato.

INDICAZIONI

Ipertensione essenziale; angina pectoris cronica stabile; trattamentoaggiuntivo nell'insufficienza cardiaca cronica da moderata a grave.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; insufficienza cardiaca instabile/scompensata, insufficienza cardiaca appartenente alla classe IV NYHA della classificazione delle insufficienze cardiache che prevede un trattamento inotropico per via endovenosa; anamnesi di broncospasmo o asma; malattia polmonare cronica ostruttiva associata a ostruzione bronchiale (vedere paragrafo 4.4); disfunzione epatica clinicamente manifesta; blocco atrioventricolare di secondo e terzo grado (a meno che non vi sia un pacemaker permanente); grave bradicardia (< 50 bpm); sindrome del seno malato (inclusi i blocchi senoatriali); shock cardiogeno; grave ipotensione (pressione sanguigna sistolica < 85 mmHg); acidosi metabolica; terapia concomitante endovenosa con verapamil o diltiazem (vedere paragrafo 4.5).

POSOLOGIA

Posologia. Carvedilolo EG e' disponibile nei dosaggi: compresse da 6,25 mg e 25 mg. Ipertensione essenziale: Carvedilolo EG puo' essere utilizzato per il trattamento dell'ipertensione da solo o in combinazionecon altri farmaci antiipertensivi, soprattutto i diuretici tiazidici.Si raccomanda una singola dose giornaliera, tuttavia la massima dose singola consigliata e' di 25 mg e la massima dose giornaliera raccomandata e' di 50 mg. Adulti: la dose iniziale raccomandata e' di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni. Dopodiche' il trattamento viene continuato alla dose di 25 mg/die. Se necessario, la dose puo' essere ancora incrementata gradualmente ad intervalli di due settimane o piu' raramente. Pazienti anziani: la dose iniziale raccomandata nell'ipertensione e' di 12,5 mg una volta al giorno la quale puo' anche essere sufficiente per il trattamento prolungato. Se tale dosaggio non dovesse tuttavia sortire in un'adeguata risposta terapeutica, la dose puo' essere ancora incrementata gradualmente ad intervalli di due settimane o piu' raramente. Angina pectoris cronica stabile: si raccomanda un regime di due dosi giornaliere. Adulti: la dose iniziale e' di 12,5mg due volte al giorno per i primi due giorni. Dopodiche' il trattamento viene continuato ad un dosaggio di 25 mg due volte al giorno. Se necessario, la dose puo' ancora essere incrementata gradualmente ad intervalli di due settimane o piu' raramente fino alla dose massima raccomandata di 100 mg al giorno frazionata in due dosi (due volte al giorno). Pazienti anziani: la dose iniziale raccomandata e' di 12,5 mg due volte al giorno per due giorni. Dopodiche' il trattamento viene continuato alla dose di 25 mg due volte al giorno che e' la dose massima giornaliera raccomandata. Insufficienza cardiaca: Carvedilolo e' somministrato nello scompenso cardiaco da moderato a grave in combinazione alla terapia convenzionale di base con diuretici, ACE inibitori/AIIRA, digitale e/o vasodilatatori. I pazienti devono essere clinicamente stabili (nessuna variazione di classe NYHA, nessun ricovero ospedaliero perinsufficienza cardiaca) e la terapia di base deve essere stata stabilizzata da almeno 4 settimane prima del trattamento. Inoltre il paziente deve avere un volume d'eiezione ridotto del ventricolo sinistro e una frequenza cardiaca > 50 bpm e una pressione sistolica del sangue > 85 mm Hg (vedere 4.3 "Controindicazioni"). La dose iniziale e' di 3,125mg due volte al giorno per due settimane. Se questo dosaggio e' tollerato la dose puo' essere aumentata lentamente ad intervalli di non meno di due settimane fino a 6,25 mg due volte al giorno, poi fino a 12,5mg due volte al giorno e quindi fino a 25 mg due volte al giorno. Il dosaggio deve essere aumentato fino a raggiungere il massimo livello tollerato dal paziente. Si raccomanda un dosaggio massimo di 25 mg due volte al giorno nei pazienti che pesano meno di 85 kg, e una dose di 50 mg due volte al giorno per coloro che pesano piu' di 85 kg, purche' l'insufficienza cardiaca non sia grave. Un ulteriore aumento della dose a 50 mg due volte al di' deve essere effettuato attentamente sotto stretta sorveglianza medica del paziente. Un peggioramento temporaneo dei sintomi dell'insufficienza cardiaca puo' manifestarsi all'inizio del trattamento o a causa di un aumento della dose, specialmente in pazienti con insufficienza cardiaca grave e/o trattati con alte dosi di diuretici. Cio' non richiede solitamente l'interruzione del trattamento,ma la dose non deve essere aumentata. Il paziente deve essere monitorato da un medico/cardiologo per le due ore successive all'inizio del trattamento o all'aumento della dose. Deve essere effettuata una visitamedica prima di ogni incremento di dosaggio in modo da riconoscere qualsiasi sintomo potenziale di un peggioramento dell'insufficienza cardiaca o sintomi dovuti all'eccessiva vasodilatazione (ad esempio funzione renale, peso corporeo, pressione sanguigna, frequenza e ritmo cardiaco). Il peggioramento dell'insufficienza cardiaca o la ritenzione di liquidi vanno trattati incrementando la dose del diuretico e la dose di carvedilolo non deve essere aumentata fintanto che il paziente non sia stabilizzato. Se compare bradicardia o in caso di allungamento della conduzione atrioventricolare, deve prima essere monitorato il livello di digossina. Occasionalmente puo' essere necessario ridurre la dosedi carvedilolo od interrompere temporaneamente il trattamento, completamente. Anche in questi casi e' spesso possibile continuare la titolazione del dosaggio di Carvedilolo con successo. Si deve tenere sotto controllo regolarmente durante la titolazione del dosaggio, la funzionalita' renale, i trombociti e il glucosio (in caso di NIDDM e/o IDDM). Tuttavia dopo la titolazione della dose, la frequenza dei controlli puo' essere ridotta. Se il trattamento con carvedilolo viene interrotto per piu' di due settimane, la terapia deve essere riiniziata con 3,125mg due volte al giorno e aumentata gradualmente in conformita' alle raccomandazioni sopra indicate. Popolazioni speciali. Compromissione renale: il dosaggio deve essere determinato per ciascun paziente individualmente, ma in accordo con i parametri farmacocinetici, non vi e' evidenza che sia necessario un aggiustamento della dose di carvedilolo nei pazienti con scompenso cardiaco. Disfunzione epatica moderata: puo' essere richiesto l'aggiustamento del dosaggio. Bambini ed adolescenti (< 18 anni): esistono dati insufficienti sull'efficacia e la sicurezzadi Carvedilolo. Anziani: i pazienti anziani possono essere maggiormente suscettibili agli effetti del carvedilolo e devono essere piu' attentamente controllati. Come per altri beta-bloccanti e specialmente in pazienti coronarici, l'interruzione della terapia con carvedilolo deveavvenire gradualmente (vedere il paragrafo 4.4). Modo di somministrazione: le compresse devono essere ingerite con una adeguata quantita' di liquidi. Non e' necessario assumere le compresse durante i pasti. Siraccomanda tuttavia ai pazienti con insufficienza cardiaca di assumere il carvedilolo con il cibo, per consentire un piu' lento assorbimento e una riduzione del rischio di ipotensione ortostatica. Le compressepossono essere divise in dosi uguali. Le compresse possono essere divise in dosi uguali.

CONSERVAZIONE

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

AVVERTENZE

Insufficienza cardiaca congestizia cronica: nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica il carvedilolo deve essere somministratoprincipalmente in aggiunta a diuretici, ACE inibitori/AIIRA, digitalici e/o vasodilatatori. L'inizio della terapia deve avvenire sotto la supervisione di un medico ospedaliero. La terapia deve essere iniziata solo se il paziente e' stabilizzato sulla terapia di base convenzionale da almeno 4 settimane. I pazienti con insufficienza cardiaca grave, deplezione dei sali e del volume, anziani o pazienti con bassa pressione sanguigna basale, devono essere monitorati per circa 2 ore dopo la prima dose o dopo l'aumento del dosaggio dato che si puo' verificare ipotensione. L'ipotensione causata da un'eccessiva vasodilatazione viene inizialmente trattata riducendo il dosaggio del diuretico. Se i sintomi persistono ancora e' possibile ridurre la dose dell'ACE inibitore/AIIRA. All'inizio della terapia o durante la titolazione in aumento della dose di Carvedilolo si puo' verificare un peggioramento dell'insufficienza cardiaca o ritenzione idrica. In questi casi, la dose di diuretico deve essere aumentata. Tuttavia, qualche volta sara' necessario ridurre o sospendere il trattamento con Carvedilolo. La dose di carvedilolo non deve essere aumentata prima che i sintomi dovuti al peggioramento dell'insufficienza cardiaca o alla ipotensione data dalla vasodilatazione non siano sotto controllo. Nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica trattati con digitale, il carvedilolo deve essere somministrato con cautela poiche' sia la digitale che il carvedilolo allungano il tempo di conduzione AV (vedere paragrafo 4.5). Funzione renale nell'insufficienza cardiaca congestizia: durante la terapia con carvedilolo nei pazienti con insufficienza cardiaca con pressione del sanguebassa (sistolica < 100 mm Hg), cardiopatia ischemica e arterosclerosigeneralizzata, malattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale basilare e' stato osservato un deterioramento reversibile della funzionalita' renale. Nei pazienti con insufficienza cardiaca con questi fattori di rischio, la funzionalita' renale deve essere monitorata durante la titolazione della dose di carvedilolo. Se interviene un peggioramento significativo della funzionalita' renale bisogna ridurre la dose dicarvedilolo o interrompere la terapia. Disfunzione ventricolare sinistra a seguito di infarto miocardico acuto: prima dell'inizio del trattamento con carvedilolo il paziente deve essere clinicamente stabile e deve avere assunto un ACE-inibitore da almeno 48 ore e la dose dell'ACE-inibitore deve essere stabile da almeno 24 ore. Malattia polmonare cronica ostruttiva: il carvedilolo va usato con cautela in pazienti conmalattia polmonare cronica ostruttiva (BPCO) con componente broncospastica, che non stiano assumendo farmaci orali o per inalazione, e solose il beneficio superi i potenziali rischi. Nei pazienti con tendenzaal broncospasmo puo' verificarsi sofferenza respiratoria a causa di un possibile aumento della resistenza delle vie aeree. I pazienti devono essere attentamente monitorati all'inizio della terapia e durante l'incremento posologico e la dose di carvedilolo deve essere ridotta se il paziente manifesta segni di broncospasmo durante il trattamento. Diabete: Carvedilolo puo' mascherare i sintomi e i segnali dell'ipoglicemia acuta. Un alterato controllo della glicemia puo' presentarsi occasionalmente nei pazienti con diabete mellito e insufficienza cardiaca durante l'uso di carvedilolo. Percio' si richiede un attento monitoraggio dei pazienti diabetici che ricevono carvedilolo attraverso regolaricontrolli della glicemia, specialmente durante la titolazione della dose e se necessario l'aggiustamento dei farmaci antidiabetici (vedere paragrafo 4.5). I livelli di glucosio nel sangue devono essere attentamente monitorati anche dopo un lungo periodo di digiuno. Vasculopatia periferica: il carvedilolo deve essere impiegato con prudenza in pazienti con vasculopatia periferica, in quanto i betabloccanti possono precipitare od aggravare i sintomi dell'insufficienza arteriosa. Fenomenodi Raynaud: il carvedilolo deve essere usato con prudenza in pazienticon disturbi della circolazione periferica (per es. fenomeno di Raynaud), in quanto potrebbe sopravvenire un'esacerbazione dei sintomi. Tireotossicosi: Carvedilolo puo' mascherare i sintomi della tireotossicosi. Anestesia e chirurgia generale: si deve usare cautela in pazienti sottoposti a chirurgia generale, a causa degli effetti inotropi negativi sinergici di farmaci anestetici e carvedilolo. I beta-bloccanti riducono il rischio di aritmie durante l'anestesia, ma il rischio di ipotensione e' parimenti aumentato. Si deve quindi usare cautela con l'uso di alcuni farmaci anestetici. Nuovi studi suggeriscono comunque un beneficio dei betabloccanti nel prevenire la patologia cardiaca perioperativa e la riduzione dell'incidenza di complicazioni cardiovascolari. Bradicardia: Carvedilolo puo' causare bradicardia. Se la frequenza cardiaca diminuisce a meno di 55 battiti/minuto si deve ridurre la dose dicarvedilolo. Ipersensibilita': Carvedilolo deve essere somministrato con cautela in pazienti con anamnesi di gravi reazioni di ipersensibilita' e in coloro che sono sottoposti a trattamento desensibilizzante, dato che i beta-bloccanti possono aumentare sia la sensibilita' nei confronti degli allergeni sia la gravita' delle reazioni anafilattiche. Psoriasi: i pazienti con anamnesi di psoriasi associata a terapia con betabloccanti devono assumere carvedilolo solo dopo attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. Uso concomitante di calcio antagonisti: e' necessario monitorare attentamente l'ECG e la pressione sanguigna in pazienti che ricevono concomitantemente calcio-antagonisti come verapamil o diltiazem o altri farmaci antiaritmici. Feocromocitoma: inpazienti con feocromocitoma, deve essere iniziato un trattamento iniziale con alfa-bloccanti prima di usare un beta-bloccante. Benche' carvedilolo eserciti una azione alfa e beta bloccante, non vi e' abbastanza esperienza in questa patologia e quindi si raccomanda cautela con questi pazienti. Angina variante di Prinzmetal: gli agenti con attivita'betabloccante non selettiva possono causare dolore toracico in pazienti con angina variante di Prinzmetal. Non c'e' esperienza clinica con carvedilolo in questi pazienti, anche se l'attivita' alfabloccante delcarvedilolo puo' prevenire tali sintomi.

INTERAZIONI

Interazioni farmacocinetiche: Carvedilolo e' un substrato e un inibitore della P-glicoproteina. Pertanto la biodisponibilita' di farmaci trasportati dalla P-glicoproteina puo' essere aumentata con la somministrazione concomitante di carvedilolo. Inoltre, la biodisponibilita' delcarvedilolo puo' essere modificata da induttori o inibitori della P-glicoproteina. Inibitori cosi' come induttori del CYP2D6 e CYP2C9 possono modificare il metabolismo sistemico e/o presistemico del carvedilolo stereoselettivamente, portando ad un aumento o una diminuzione delleconcentrazioni plasmatiche di R e S-carvedilolo. Alcuni esempi osservati nei pazienti o in soggetti sani sono elencati di seguito, ma l'elenco non e' esaustivo. Digossina/digitossina: e' stato osservato un aumento dei livelli allo stato stazionario di digossina di circa il 15% edi digitossina di circa il 13% contemporaneamente con carvedilolo e digossina e digitossina, rispettivamente. Sia digossina che carvedilolohanno una conduzione AV lenta. Si raccomanda l'aumento del monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche di digossina quando si inizia, si sospende o si aggiusta il trattamento con carvedilolo (vedere paragrafo 4.4). Induttori ed inibitori del metabolismo epatico: in uno studio su 12 soggetti sani, la somministrazione di rifampicina ha diminuito ilivelli plasmatici di carvedilolo di circa il 70%, molto probabilmente per induzione della P-glicoproteina determinando una diminuzione dell'assorbimento intestinale di carvedilolo. La cimetidina ne ha aumentato l'AUC di circa il 30% senza causare variazioni nella Cmax. In ogni caso la probabilita' di interazioni cliniche importanti e' minima, considerando l'effetto relativamente limitato della cimetidina sui livelli del carvedilolo. I pazienti in trattamento con farmaci che inducono (es. rifampicina e barbiturici) o che inibiscono (es. cimetidina, ketoconazolo, fluoxetina, aloperidolo, verapamil, eritromicina, claritromicina, telitromicina) gli enzimi del citocromo P450, devono essere attentamente monitorati durante il trattamento concomitante con carvedilolo, poiche' le concentrazioni sieriche di carvedilolo possono essere ridotte dagli induttori enzimatici ed aumentate dagli inibitori enzimatici. Ciclosporina: due studi in pazienti con trapianto renale o cardiaco trattati con ciclosporina orale hanno mostrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di ciclosporina dopo l'inizio del trattamento con carvedilolo. In circa il 30% dei pazienti si e' dovuto ridurre la dose di ciclosporina per mantenere le concentrazioni di ciclosporina entro l'intervallo terapeutico, mentre negli altri non si sono resi necessari aggiustamenti. In media la dose di ciclosporina e' stata ridottadel 20% in questi pazienti. A causa dell'ampia variabilita' interindividuale riguardo all'aggiustamento posologico si raccomanda di monitorare attentamente le concentrazioni di ciclosporina dopo l'inizio dellaterapia con carvedilolo e di adeguare opportunamente la dose di ciclosporina. Antiaritmici: un accurato monitoraggio deve essere effettuatoin caso di somministrazione contemporanea di carvedilolo e terapia a base di amiodarone (orale) o antiaritmici di classe I. Sono stati segnalati bradicardia, arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare subito dopo l'inizio del trattamento con beta-bloccanti in pazienti che assumevano amiodarone. Esiste un rischio di insufficienza cardiaca nel caso di terapia concomitante, per via endovenosa, di antiaritmici di classe Ia o Ic. Amiodarone: nei pazienti con scompenso cardiaco, amiodarone ha ridotto la clearance di S-carvedilolo probabilmente per inibizione del CYP2C9. La concentrazione plasmatica di R-carvedilolo media none' stata alterata. Di conseguenza, vi e' un potenziale rischio di aumento del beta-blocco causato da un aumento della concentrazione plasmatica S-carvedilolo. Fluoxetina: in uno studio randomizzato, cross-oversu 10 pazienti con insufficienza cardiaca, la somministrazione concomitante di fluoxetina, un forte inibitore del CYP2D6, ha determinato un'inibizione stereoselettiva del metabolismo del carvedilolo con un incremento del 77% nell'AUC media dell'enantiomero R(+). Tuttavia, non e'stata osservata alcuna differenza tra i gruppi di trattamento, in termini di eventi avversi, pressione sanguigna e frequenza cardiaca. Interazioni farmacodinamiche Insulina o ipoglicemici orali L'effetto ipoglicemizzante dell'insulina e dei farmaci antidiabetici orali puo' essere intensificato. I sintomi dell'ipoglicemia possono risultare mascherati o attenuati (in particolare la tachicardia). Nei pazienti diabeticiche assumono insulina o ipoglicemizzanti orali e' necessario un regolare controllo dei livelli di glucosio nel sangue. Antiipertensivi ad azione centrale o MAO-inibitori: il trattamento contemporaneo con reserpina, guanetidina, metildopa, guanfacina e inibitori della monoamminoossidasi (come moclobemide o fenelzina, ad eccezione di inibitori MAO-B) puo' causare un'ulteriore ipotensione e/o grave bradicardia. E' raccomandato il monitoraggio dei segni vitali. Digossina: l'uso combinato di beta-bloccanti e digossina puo' determinare un ulteriore prolungamento del tempo di conduzione atrioventricolare (AV). Verapamil, diltiazem, amiodarone o altri farmaci antiaritmici In combinazione con carvedilolo puo' aumentare il rischio di disturbi della conduzione atrio-ventricolare (vedere paragrafo 4.4). Clonidina: la contemporanea somministrazione di clonidina insieme a farmaci con proprieta' betabloccanti puo' potenziare gli effetti antiipertensivi e di riduzione della frequenza cardiaca. Quando si voglia concludere il trattamento concomitante con farmaci betabloccanti e clonidina, il farmaco betabloccante va sospeso per primo. La terapia con clonidina puo' essere poi cessata parecchi giorni dopo diminuendo gradualmente il dosaggio. Calcio antagonisti: casi isolati di disturbo della conduzione (raramente con compromissione emodinamica) sono stati osservati quando carvedilolo e' somministrato in associazione con diltiazem. Come osservato per altri agenti con proprieta' betabloccanti, se carvedilolo viene somministrato per viaorale con calcio-antagonisti del tipo verapamil o diltiazem, si raccomanda il monitoraggio dell'ECG e della pressione arteriosa (vedere paragrafo 4.4).

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza: la frequenza delle reazioni avverse non e' dose dipendente, ad eccezione di capogiri, visione alterata e bradicardia. Tabella delle reazioni avverse: il rischio della maggior parte delle reazioni avverse associate al carvedilolo e' simile per tutte le indicazioni. Le eccezioni vengono descritte nella sottosezione descrizione delle reazioni avverse selezionate. In questa sezione, le frequenze degli effetti indesiderati sono definite come segue: moltocomune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100), raro (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Infezioni e Infestazioni. Comune: bronchite, polmonite, infezione del tratto respiratorio superiore, infezione del tratto urinario. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia; raro: trombocitopenia; molto raro: leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: ipersensibilita' (reazione allergica). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: aumento di peso, ipercolesterolemia, alterato controllo della glicemia (iperglicemia, ipoglicemia) nei pazienti con diabete pre-esistente. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione, umore depresso; non comune: disturbi del sonno. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: capogiri, cefalea; non comune: presincope, sincope, parestesia. Patologie dell'occhio. Comune: disturbi della vista, diminuzione della lacrimazione (secchezza oculare), irritazione oculare. Patologie cardiache. Molto comune: insufficienza cardiaca; comune: bradicardia, edema, ipervolemia, sovraccarico di liquidi; non comune: blocco atrioventricolare, angina pectoris. Patologie vascolari. Molto comune: ipotensione; comune: ipotensione ortostatica, disturbi circolatori periferici (estremita' fredde, problemi vascolari periferici,esacerbazione di claudicatio intermittente e fenomeno di Raynaud). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea, edema polmonare, asma in pazienti predisposti; raro: congestione nasale. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolore addominale. Patologie epatobiliari. Molto raro: aumento di alanina aminotransferasi (ALT), aspartato amino transferasi (AST) e gammaglutamiltrasferasi (GGT). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: reazioni cutanee (es. esantema allergico, dermatite,orticaria, prurito, lesioni cutanee come psoriasi e lichen planus), alopecia; molto raro: gravi reazioni cutanee avverse (es. eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson, necrolisi epidermica tossica). Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore agli arti. Patologie renali e urinarie. Comune: insufficienzarenale e funzione renale anormale in pazienti con malattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale preesistente, disturbi nella minzione; molto raro: incontinenza urinaria nelle donne. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: astenia (fatica); comune: dolore. Descrizione delle reazioni avverse selezionate: capogiri, sincope, mal di testa ed asteniasono in genere lievi ed hanno maggiore probabilita' di comparsa all'inizio del trattamento. Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia si possono rilevare un peggioramento dell'insufficienza cardiaca e ritenzione idrica durante la titolazione della dose di carvedilolo (vedere paragrafo 4.4). L'insufficienza cardiaca e' una reazione avversa segnalata comunemente sia in pazienti trattati con placebo che con carvedilolo (rispettivamente 14,5% e 15,4% nei pazienti con disfunzioneventricolare sinistra a seguito di infarto miocardico acuto). Un peggioramento reversibile della funzionalita' renale e' stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con insufficienza cardiaca cronica con bassa pressione sanguigna, cardiopatia ischemica e malattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale preesistente (vedere paragrafo 4.4). Come classe di farmaci i bloccanti dei recettori beta-adrenergici possono provocare la manifestazione di diabete latente, l'aggravamento di un diabete manifesto e l'inibizione della controregolazione del glucosio ematico. Il carvedilolo puo' causare incontinenza urinaria nelle donne, che si risolve con la cessazione del farmaco. Segnalazione delle reazioni avverse sospette: la segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: non vi e' adeguata esperienza clinica col carvedilolo in donne durante la gravidanza. Gli studi condotti su animali sono insufficienti riguardo agli effetti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto e sviluppo postnatale (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l'uomo resta sconosciuto. Carvedilolo non deve essere somministrato durante la gravidanza a meno che i potenziali benefici non superino i potenziali rischi. I beta-bloccanti riducono la perfusione placentare e cio' puo' comportare morte fetale intrauterina e parti prematuri. Inoltre possono insorgere effetti indesiderati nel feto e neonato (specialmente ipoglicemia, bradicardia, depressione respiratoria e ipotermia). Esiste un maggior rischio di complicazioni cardiache e polmonari nel neonato, nel periodo postnatale. Gli studi con carvedilolo sugli animali non hanno mostrato evidenze sostanziali di teratogenicita'. Il trattamento deve essere sospeso 2-3 giorni prima della data di nascita prevista. Se questo non e' possibile il neonato deve essere monitorato per i primi 2-3 giorni di vita. Allattamento al seno: gli studi sugli animali hanno mostrato che il carvedilolo o i suoi metabolitivengono escreti nel latte materno. Non e' noto se il carvedilolo venga escreto nel latte materno umano. Pertanto si sconsiglia di allattareal seno durante la somministrazione di carvedilolo.

Codice: 036355283
Codice EAN:

Codice ATC: C07AG02
  • Sistema cardiovascolare
  • Betabloccanti
  • Bloccanti dei recettori alfa e beta adrenergici
  • Carvedilolo
Temperatura di conservazione: nessuna particolare condizione di conservazione
Forma farmaceutica: COMPRESSE DIVISIBILI
Scadenza: 60 MESI
Confezionamento: BLISTER

COMPRESSE DIVISIBILI

60 MESI

BLISTER