DIAGLIMET 36CPR RIV 5MG+500MG Produttore: ABIOGEN PHARMA SPA
- FARMACO MUTUABILE
- RICETTA MEDICA RIPETIBILE
DENOMINAZIONE
DIAGLIMET 5 MG+500 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Associazioni di antidiabetici orali.
PRINCIPI ATTIVI
Glibenclamide, metformina cloridrato.
ECCIPIENTI
Amido di mais, silice colloidale anidra, cellulosa microcristallina, gelatina, glicerolo 85 per cento, talco, magnesio stearato, ipromellosa, titanio diossido, macrogol 400.
INDICAZIONI
Diabete mellito non insulino-dipendente, non chetoacidosico, che non sia controllabile con la sola dieta o con la dieta e sulfaniluree.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' nota verso uno qualsiasi degli eccipienti, verso la metformina, verso la glibenclamide o altre sulfonamidi ed i loro derivati (possibili fenomeni di sensibilita' crociata); diabete latente; diabete sospetto; diabete gestazionale, diabete insulino-dipendente, diabete chetoacidosico; coma e precoma diabetico; qualsiasi tipo di acidosi metabolica acuta (come acidosi lattica, chetoacidosi diabetica); insufficienza renale severa (GFR < 30 mL/min); condizioni acute con possibilita' di alterazione della funzione renale come: disidratazione, infezione grave, shock, trattamento in corso con diuretici o con agenti antipertensivi suscettibili di provocare alterazioni della funzione renale o durante una urografia endovenosa; affezioni cardiocircolatorie gravi (scompenso cardiaco, stato di shock cardiogeno o tossinfettivo, turbe della circolazione arteriosa periferica); malattie acute o croniche che possano provocare ipossia tissutale come: insufficienza cardiaca o respiratoria, recente infarto miocardico, shock; insufficienza surrenale; insufficienza epatica, intossicazione acuta da alcol, alcoolismo; regimi fortemente ipocalorici e, soprattutto, stati di digiuno; gravi malattie distrofiche; emorragie acute gravi; shock; gangrena; durante i due giorni precedenti o seguenti un intervento chirurgico; gravidanza e allattamento; somministrazione intravascolare di agenti di contrasto iodati.
POSOLOGIA
Adulti: con normale funzione renale (GFR >= 90 mL/min) La posologia giornaliera, le modalita' e la durata del trattamento vanno stabilite dal medico curante in base alla situazione glicometabolica del paziente. In linea di massima la posologia e' di 1-3 compresse al giorno, suddivise ai pasti principali. La GFR deve essere valutata prima di iniziare il trattamento con medicinali contenenti metformina e,successivamente, almeno una volta all'anno. Nei pazienti con aumentato rischio di ulteriore progressione della compromissione renale e negli anziani, la funzione renale deve essere valutata con maggior frequenza, ad es. ogni 3-6 mesi. La dose massima giornaliera di metformina deve essere preferibilmente suddivisa in 2-3 dosi giornaliere. I fattori che possono aumentare il rischio di acidosi lattica devono essere riesaminati primadi prendere in considerazione l'inizio del trattamento con metforminain pazienti con GFR < 60 mL/min. Qualora non fosse disponibile un dosaggio adeguato i singoli monocomponenti devono essere utilizzati al posto dell'associazione a dose fissa. >>Metformina. GFR 60-89 mL/min: lamassima dose giornaliera e' 3.000 mg. Una riduzione della dose puo' essere presa in considerazione a fronte del peggioramento della funzione renale. GFR 45-59 mL/min: la massima dose giornaliera e' 2.000 mg. La dose iniziale non deve superare meta' della dose massima. GFR 30-44 mL/min: la massima dose giornaliera e' 1.000 mg. La dose iniziale non deve superare meta' della dose massima. GFR <30 mL/min: metformina e' controindicata. >>Glibenclamide. GFR 60-89, 45-59, 30-44 mL/min: una ridotta funzione renale puo' dare luogo a fenomeni di accumulo del prodotto e quindi a maggiore frequenza di fenomeni ipoglicemici. GFR <30: glibenclamide e' controindicata.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione per la conservazione
AVVERTENZE
Per la presenza di un derivato sulfanilureico limitare l'uso a pazienti con diabete mellito sintomatico insorto in eta' adulta e non chetogenico che non possa essere controllato con la dieta, e nei quali la somministrazione di insulina non e' indicata. Il trattamento con sulfaniluree di pazienti con deficienza di G6PD puo' portare ad anemia emolitica. La somministrazione di glibenclamide, in confronto al trattamentocon metformina o gliclazide, e' stata associata ad un aumentato rischio di mortalita' cardiovascolare secondo quanto emerso dai risultati di studi epidemiologici. Fenomeni ipoglicemici possono manifestarsi, sebbene raramente, soprattutto in soggetti debilitati, in eta' avanzata,in caso di sforzi fisici inconsueti, in caso di alimentazioni irregolari o assunzione di bevande alcooliche, in caso di compromissione della funzionalita' renale e/o epatica.In caso di manifestazioni ipoglicemiche somministrare carboidrati (zucchero); nei casi piu' gravi, che raramente possono arrivare fino alla perdita della coscienza, e' necessario effettuare un'infusione lenta i.v. di soluzione glucosata. In concomitanza con traumi, interventi chirurgici, malattie infettive e febbrili, puo' rendersi necessario instaurare temporaneamente la terapia insulinica per mantenere un adeguato controllo metabolico. E' opportuno tenere presente la possibilita' di reazioni antabuse-simili dopo l'ingestione di bevande alcooliche. Sospendere il trattamento 48 ore prima dell'esecuzione di una angiografia o di una urografia riprendendolo, se necessario, 48 ore dopo l'esame. Il paziente deve attenersi rigorosamente alle prescrizioni mediche circa la posologia, le modalita' di assunzione, il concomitante regime dietetico e l'attivita' fisica. I pazienti trattati devono essere frequentemente studiati al fine di individuare eventuali fattori o condizioni capaci di indurre o di aggravare uno stato di ipossia cellulare e quindi di favorire la comparsa di unalattacidosi. L'acidosi lattica e' una complicanza metabolica molto rara ma grave (alto tasso di mortalita' in assenza di rapido trattamento) che insorge con maggior frequenza in caso di peggioramento acuto della funzione renale o di malattia cardiorespiratoria o sepsi. L'accumulo di metformina si manifesta con il peggioramento acuto della funzionalita' renale e aumenta il rischio di acidosi lattica. In caso di disidratazione (diarrea o vomito severi, febbre o ridotta assunzione di liquidi), interrompere la somministrazione di metformina temporaneamente.Prestare cautela nell'iniziare il trattamento con medicinali che possano compromettere in modo acuto la funzione renale (come antipertensivi, diuretici e FANS) in pazienti trattati con metformina. Altri fattori di rischio di acidosi lattica sono l'eccessivo consumo di alcol, la compromissione epatica, il diabete scarsamente controllato, la chetosi, il digiuno prolungato e qualsiasi altra condizione associata ad ipossia, nonche' l'uso in concomitanza di medicinali che possono causare acidosi lattica. I pazienti e/o le persone che li assistono devono essere informati in merito al rischio di acidosi lattica. L'acidosi lattica e' caratterizzata da dispnea acidotica, dolore addominale, crampi muscolari, astenia e ipotermia seguiti da coma. In presenza di sintomi sospetti, il paziente deve interrompere l'assunzione di metformina. I risultati di laboratorio di valore diagnostico sono pH ematico ridotto (< 7,35), aumentati livelli di lattato plasmatico (> 5 mmol/L) e aumentato gap anionico e rapporto lattato/piruvato. Il rischio di tale inconveniente e' piu' frequente nei pazienti di eta' superiore ai 60 anni,negli stati di insufficienza epatica e/o renale, di insufficienza cardiorespiratoria, di intossicazione etilica, di digiuno prolungato, in caso di trattamento con diuretici ed in caso di turbe gastrointestinali. I pazienti devono essere istruiti a riconoscere i sintomi premonitori dell'acidosi lattica (anoressia, nausea, febbre, vomito, crampi muscolari, aumento dell'ampiezza e della frequenza del respiro, malessere, dolori addominali, diarrea, eventuale obnubilamento o perdita della coscienza) e dell'ipoglicemia (cefalea, irritabilita', turbe del sonno, depressione nervosa, tremori, forte sudorazione). Visto che la lattacidosi puo' avere esito infausto, non appena si abbia il sospetto che essa si sta instaurando e' necessario interrompere la somministrazione. L'osservazione di un'acidosi metabolica con evidenza di chetoacidosiin un diabetico senza particolare stato di intossicazione esogena (dasalicilici, da alcool ecc.) e' da considerarsi sospetta. La somministrazione intravascolare di agenti di contrasto iodati puo' portare a nefropatia indotta da mezzo di contrasto. Questo causa l'accumulo di metformina e aumenta il rischio di acidosi lattica. Interrompere la somministrazione di metformina prima o nel momento in cui viene effettuata l'indagine di imaging e non deve essere ripresa finche' non siano trascorse almeno 48 ore dall'esame, a condizione che la funzione renale sia stata rivalutata e riscontrata stabile. Valutare la GFR prima di iniziare il trattamento e, successivamente, a intervalli regolari. Metformina e' controindicata in pazienti con GFR < 30 mL/min e interrompere temporaneamente in presenza di condizioni patologiche che alterano la funzione renale. Poiche' un disturbo anche lieve della funzionalita' renale puo' accrescere considerevolmente il rischio della lattacidosi, essendo la metformina escreta dai reni, e' opportuno determinare la clearance della creatinina (questa puo' essere definita sulla base dei livelli di creatinina sierica mediante la formula di Cockcroft-Gault) prima di iniziare il trattamento e in seguito, con frequenza regolare: almeno una volta l'anno nei pazienti con funzione renale normale, almeno due-quattro volte l'anno nei pazienti con clearance della creatinina sierica al limite inferiore del normale e nei soggetti anziani. La diminuzione della funzione renale nei soggetti anziani e' frequente e asintomatica. Un'attenzione speciale va riservata alle situazioni in cui puo' venire compromessa la funzione renale, ad esempio quando si inizia una terapia antipertensiva o una terapia con diuretici e quando s'inizia una terapia con FANS. Interrompere Metformina al momento di un intervento chirurgico in anestesia generale, spinale o epidurale. La terapia puo' essere ripresa non prima delle 48 ore successive all'intervento chirurgico o al riavvio della nutrizione orale, sempre che la funzionalita' renale sia stata rivalutata e riscontrata stabile. I pazienti devono continuare il loro regime alimentare distribuendo regolarmente l'introito di carboidrati durante il giorno. I pazienti in sovrappeso devono continuare il regime alimentare ipocalorico.
INTERAZIONI
L'azione ipoglicemizzante della sulfanilurea puo' essere aumentata dal dicumarolo e derivati, dagli inibitori delle monoaminossidasi, dai sulfamidici, dai chinoloni (principalmente fluorochinoloni come gatifloxacina, ciprofloxacina, ecc.), dal fenilbutazone e derivati, dal cloramfenicolo, dalla ciclofosfamide, dal probenecid, dai fibrati, dal feniramidolo e dai salicilati, dal miconazolo orale, dal sulfinpirazone, dalla perexilina e dall'ingestione di alcool in quantita' elevata; essapuo' invece essere diminuita dall'adrenalina, dai corticosteroidi, dai contraccettivi orali, dai diuretici tiazidici, dal diazossido, dai derivati fenotiazinici, dalla fenitoina, dai barbiturici; cautela deve essere anche posta nel somministrare contemporaneamente beta-bloccanti. In casi rari e' stato osservato indesiderato potenziamento o diminuzione dell'attivita' ipoglicemizzante della sulfanilurea in caso di concomitante trattamento con farmaci H 2 -antagonisti. Occorre tenere presente che le biguanidi possono potenziare l'azione degli anticoagulanti. In corso di trattamento con beta-bloccanti ed anche con clonidina, guanetidina o reserpina, la percezione dei sintomi premonitori di una crisi ipoglicemica puo' essere compromessa. L'intossicazione acuta da alcol e' associata a un aumentato rischio di acidosi lattica, in particolare nei casi di digiuno, malnutrizione o compromissione epatica. Evitare il consumo di alcol e di farmaci contenenti alcol. La somministrazione di metformina deve essere interrotta prima o nel momento in cuiviene effettuata l'indagine di imaging e non deve essere ripresa finche' non siano trascorse almeno 48 ore dall'esame, a condizione che la funzione renale sia stata rivalutata e riscontrata stabile. La somministrazione intravascolare di agenti di contrasto iodati puo' provocare un'insufficienza renale, con conseguente accumulo di metformina e rischio di acidosi lattica. Alcuni medicinali possono influire negativamente sulla funzione renale, aumentando quindi il rischio di acidosi lattica, ad es. FANS, compresi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi (COX) II, gli ACE-inibitori, gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II e i diuretici, in particolare i diuretici dell'ansa. Quando questi medicinali vengono utilizzati in associazione a metformina, si rende necessario un attento monitoraggio della funzione renale. Glucocorticoidi (per via sistemica e locale) e simpaticomimetici hanno attivita' iperglicemizzante intrinseca. Se necessario adeguare il dosaggio del farmaco antidiabetico durante la terapia con l'altro farmaco e all'interruzione di quest'ultimo. I diuretici, in particolare i diuretici dell'ansa, possono aumentare il rischio di acidosi lattica a causa della loro capacita' di ridurre la funzione renale. Medicinali trasportati dal Trasportatore Cationico Organico-2 (OCT2), es. ranolazina, o cimetidina. In soggetti con diabete mellito di tipo II la somministrazione concomitante di metformina (1000 mg due volte al giorno) e ranolazina 500 mg e 1000 mg due volte al giorno ha aumentato l'esposizione plasmatica di metformina di 1.4 e 1.8 volte rispettivamente. Durante lasomministrazione contemporanea di metformina e farmaci cationici che vengono eliminati mediante secrezione tubulare renale devono essere presi in considerazione uno stretto monitoraggio del controllo glicemico, l'adeguamento del dosaggio nell'ambito della posologia raccomandata e modifiche nel trattamento della patologia diabetica.
EFFETTI INDESIDERATI
I seguenti effetti indesiderati possono verificarsi durante il trattamento con l'associazione glibenclamide-metformina. La loro frequenza e' definita come segue: molto comuni: >= 1/10; comuni: >= 1/100, < 1/10; non comuni: >=1/1.000, < 1/100; rari: >= 1/10.000, < 1/1.000; molto rari: < 1/10.000 e casi isolati. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: alterazioni dell'apparato gastrointestinale come nausea, vomito,diarrea, dolore addominale, perdita dell'appetito. Questi effetti indesiderati si verificano piu' frequentemente durante l'inizio della terapia e si risolvono spontaneamente nella maggior parte dei casi. Per prevenirli si raccomanda di assumere il medicinale in 1-3 dosi giornaliere durante o dopo i pasti. Anche un lento aumento del dosaggio puo' migliorare la tollerabilita' gastrointestinale. Patologie del sistema nervoso. Comuni: cefalea, alterazioni del gusto. Patologie della cute edel tessuto sottocutaneo. Molto rari: reazioni cutanee quali eritema,prurito, orticaria. Eritema multiforme, vasculite allergica. Disturbidel metabolismo e della nutrizione. Molto rari: ipoglicemia, acidosi lattica , diminuzione dell'assorbimento di vitamina B 12 con diminuzione dei livelli sierici durante l'utilizzo a lungo termine. Si raccomanda di prendere in considerazione tale eziologia nei pazienti con anemia megaloblastica. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto rari: leucopenia, trombocitopenia, agranulocitosi, anemia emolitica, aplasiamidollare, pancitopenia. Patologie epatobiliari. Molto rari: casi isolati di alterazioni nei test di funzionalita' epatica o epatite che sirisolvono in seguito a interruzione del trattamento, colestasi. Disturbi del sistema immunitario. Molto rari: reazioni da ipersensibilita'.La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette unmonitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Medicinale controindicato in gravidanza. Il diabete non controllato durante la gravidanza (gestazionale o permanente) e' associato ad un aumento del rischio di anomalie congenite e mortalita' perinatale. Una quantita' limitata di dati sull'impiego di metformina in gravidanza nonindica un aumento del rischio di anomalie congenite. Studi sugli animali non indicano effetti dannosi per la gravidanza, lo sviluppo embrionale o fetale, il parto o lo sviluppo post-natale. Quando la paziente programma una gravidanza e durante la gravidanza, si raccomanda di nontrattare il diabete con metformina, ma con insulina per mantenere i livelli di glicemia il piu' vicino possibile ai livelli normali, in modo da ridurre il rischio di malformazioni fetali. Il prodotto e' controindicato durante l'allattamento. La metformina e' secreta nel latte materno umano. Non e' stato osservato alcun effetto della metformina in neonati/lattanti. Tuttavia, poiche' e' disponibile soltanto un numero limitato di dati, l'allattamento durante il trattamento con metforminanon e' raccomandato. La decisione di interrompere l'allattamento deveessere presa dopo aver valutato il vantaggio dell'allattamento al seno e il rischio potenziale di effetti avversi sul bambino. La fertilita' dei ratti maschi e femmine non e' stata influenzata dalla metforminaquando somministrata a dosi fino a 600 mg/kg/die, che corrisponde approssimativamente a tre volte la dose giornaliera massima raccomandata nell'uomo, basata sul confronto dell'area di superficie del corpo.
Codice: 034693010
Codice EAN:
- Apparato gastrointestinale e metabolismo
- Farmaci usati nel diabete
- Ipoglicemizzanti, escluse le insuline
- Associazioni di ipoglicemizzanti orali
- Metformina e sulfoniluree
Forma farmaceutica
COMPRESSE RIVESTITE
Scadenza
60 MESI
Confezionamento
BLISTER OPACO