METADONE CLOR MOL OS 1MG/ML 20 Produttore: MOLTENI & C. F.LLI ALITTI SPA
- FARMACO OSPEDALIERO
- USO OSPEDALIERO
DENOMINAZIONE
METADONE CLORIDRATO MOLTENI SOLUZIONE ORALE
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Farmaci usati nella dipendenza da oppioidi.
PRINCIPI ATTIVI
Metadone cloridrato Molteni 1 mg/ml soluzione orale. 1 ml di soluzione orale contiene il principio attivo: metadone cloridrato 1 mg. 1 flacone da 5 ml contiene: metadone cloridrato 5 mg. 1 flacone da 10 ml contiene: metadone cloridrato 10 mg. 1 flacone da 20 ml contiene: metadone cloridrato 20 mg. 1 flacone da 40 ml contiene: metadone cloridrato 40 mg. 1 flacone da 60 ml contiene: metadone cloridrato 60 mg. 1 flacone da 100 ml contiene: metadone cloridrato 100 mg. 1 flacone da 500 ml contiene: metadone cloridrato 500 mg. 1 flacone da 1000 ml contiene: metadone cloridrato 1000 mg. Metadone cloridrato Molteni 5 mg/ml soluzione orale. 1 ml di soluzione orale contiene il principio attivo: metadone cloridrato 5 mg. 1 flacone da 5 ml contiene: metadone cloridrato 25 mg. 1 flacone da 10 ml contiene: metadone cloridrato 50 mg. 1 flacone da 20 ml contiene: metadone cloridrato 100 mg. 1 flacone da 60 ml contiene: metadone cloridrato 300 mg. 1 flacone da 100 ml contiene: metadone cloridrato 500 mg. 1 flacone da 1000 ml contiene: metadone cloridrato 5000 mg. Eccipienti con effetti noti: saccarosio, glicerolo, sodio benzoato. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
ECCIPIENTI
Saccarosio, glicerolo, sodio benzoato, aroma di limone, acido citrico, acqua depurata.
INDICAZIONI
Sindromi dolorose di entita' severa in pazienti che non rispondono piu' a un trattamento sequenziale con farmaci analgesici, antinfiammatori non steroidei, steroidei, oppioidi deboli. Trattamento di disassuefazione da narcotico-stupefacenti. Il trattamento disintossicante e il trattamento di mantenimento devono essere eseguiti sotto controllo medico. Se il metadone viene somministrato per il trattamento dell'eroino-dipendenza per piu' di tre settimane, il procedimento passa dal trattamento della sindrome acuta d'astinenza alla terapia di mantenimento.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; stipsi grave; cardiopatie organiche; compromissione della funzionalita' epatica e renale grave; diabete non compensato; porfiria; allattamento; ipotensione; ipertensione intracranica; traumi cranioencefalici; attacco asmatico acuto; broncopneumopatie croniche ostruttive; insufficienza respiratoria; cuore polmonare; ipovolemia; il metadone e' controindicato in gravidanza, per i possibili effetti sullo sviluppo fetale, e durante l'allattamento, salvo nei casi indicati al paragrafo 4.6. Il metadone non e' indicato nell'analgesia ostetrica poiche' la sua lunga durata di azione aumenta la probabilita' di depressione respiratoria nel neonato. Il metadone non e' raccomandato come analgesico nei bambini, dato che l'esperienza clinica documentata e' stata insufficiente a stabilire uno schema di dosaggio adatto per i soggetti in eta'pediatrica.
POSOLOGIA
Il medicinale e' una soluzione di metadone solo per somministrazione orale e non deve essere usato per iniezione. Per il sollievo del dolore: la posologia deve essere regolata a seconda della gravita' del dolore e della risposta del paziente. Talvolta, in casi di dolore eccezionalmente intenso o nei pazienti che sono diventati tolleranti all'effetto analgesico dei narcotici, puo' essere necessario superare la dose usuale raccomandata. La posologia media per gli adulti varia da 5 a 20 mg una o piu' volte al giorno, secondo le indicazioni del medico. Per il trattamento degli stati di tossicodipendenza da oppioidi: il farmaco verra' somministrato giornalmente secondo il parere del medico e il programma di trattamento. Un ciclo di trattamento di disintossicazionenon superera' i 21 giorni e non potra' essere ripetuto prima di 4 settimane dopo la conclusione del precedente ciclo. Gli schemi di dosaggio indicati piu' avanti sono raccomandati, ma possono essere mutati a seconda del giudizio clinico. Inizialmente una sola dose di 15-20 mg dimetadone sara' spesso sufficiente per sopprimere i sintomi di astinenza. Si puo' somministrare altro metadone in piu', se i sintomi da sottrazione non sono eliminati oppure se ricompaiono. Quando i pazienti sono fisicamente dipendenti da dosi elevate, puo' essere necessario superare questi livelli. Di solito 40 mg al giorno a dosi singole o suddivise costituiscono un livello di dose adeguato. La stabilizzazione puo'essere continua per 2-3 giorni e poi la quantita' di metadone verra' gradualmente diminuita. La frequenza alla quale il metadone viene diminuito verra' determinata individualmente per ciascun paziente. In pazienti ospedalizzati, una riduzione giornaliera del 20% della dose pro die totale e' in genere ben tollerata. In pazienti ambulatoriali puo' essere necessario uno schema di riduzione piu' lento. Se il metadone viene somministrato per piu' di tre settimane, il procedimento viene considerato non piu' di disintossicazione o di trattamento della sindromeacuta di astinenza, ma di mantenimento, anche se lo scopo e l'intentopossono essere l'eventuale astinenza totale. Il trattamento di mantenimento puo' essere eseguito nel caso di consumatori di oppioidi con comprovata dipendenza stabilizzata, quando precedenti interventi multidisciplinari non abbiano dato risultati positivi. Tale trattamento e' altresi' indicato quando si tratti di soggetti con comprovata dipendenzada oppioidi e con infezione da HIV, in situazione immunitaria compromessa o con AIDS conclamato se il medico ritenga che un altro tipo di programma dia minori possibilita' di astensione dall'uso di oppioidi. La terapia sostitutiva, se ben condotta, riesce ad abolire il craving, ovvero la ricerca compulsiva dell'eroina e a dominare lo stato di ansia del tossicodipendente. Per l'impiego su soggetti in stato di dipendenza consolidata da eroina, gia' noti alla struttura sanitaria, non e' necessaria l'effettuazione di accertamenti mediante il test sistemico del naloxone, ma e' certamente indispensabile ricercare la presenza dimorfinici nei liquidi biologici. Si deve sottolineare che l'analisi delle urine e' parte integrante del trattamento di mantenimento con metadone, per il controllo della presenza di sostanze stupefacenti e psicotrope. Deve essere altresi' verificato l'eventuale abuso di alcool. Se le urine risultano positive agli oppioidi, e' indispensabile rivalutare il caso. Il dosaggio deve essere definito individualmente dal medico, in modo da prevenire l'insorgenza della necessita' di eroina, tenendo conto delle condizioni psicofisiche del soggetto e delle patologiecorrelate. Durante la fase di mantenimento alcuni pazienti ricevono per anni la stessa dose di metadone; per altri invece questa va periodicamente modificata in piu' o in meno. In ogni caso essa deve essere fissata in modo che gli effetti della somministrazione siano protratti per un periodo di almeno 24 ore. A titolo puramente indicativo, si tenga presente che la maggior parte dei pazienti si giova di dosi compresetra 50 e 120 mg/die, a seconda del grado di tolleranza e della capacita' di metabolizzare il farmaco.
CONSERVAZIONE
Conservare nella confezione originale ben chiuso per riparare il medicinale dalla luce.
AVVERTENZE
Farmacodipendenza: il metadone puo' provocare una farmacodipendenza di tipo morfinico. In seguito a ripetute somministrazioni si possono verificare dipendenza psichica, dipendenza fisica e tolleranza e percio'esso deve essere prescritto e somministrato con la stessa cautela chesi adotta per la morfina. Interazione con altri depressori del sistema nervoso centrale: il metadone deve essere usato con cautela e a doseridotta in pazienti che ricevono contemporaneamente altri analgesici narcotici, anestetici generali, fenotiazine, altri tranquillanti sedativi ipnotici, antidepressivi triciclici ed altri depressori del sistema nervoso centrale, compreso l'alcool. Si possono avere depressione e sedazione profonda o coma. Rischio dall'uso concomitante di medicinalisedativi quali benzodiazepine o medicinali correlati ad esse: l'uso concomitante di Metadone Cloridrato Molteni e medicinali sedativi qualibenzodiazepine o medicinali correlati ad esse puo' causare sedazione,depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante con questi medicinali sedativi deve essere riservata ai pazienti per i quali le opzioni di un trattamento alternativo non sono possibili. Se si decide di prescrivere Metadone Cloridrato Molteni in concomitanza a medicinali sedativi, deve essere usata la dose efficace piu' bassa possibile e la durata del trattamento deve essere la piu' breve possibile. I pazienti devono essere attentamente valutati per i segni e i sintomi di depressione respiratoria e sedazione. A tale riguardo, e' fortemente raccomandato di informare i pazienti e le persone che se ne prendono cura di prestare attenzione a questi sintomi (vedere paragrafo 4.5). Ansia: il metadone non ha azione anti-ansia, per cui i sintomi ansiosi che compaiono nel corso dei trattamenti non vanno trattati aumentando la dose di metadone. L'azione del Metadone nel trattamento di disassuefazione e' limitata al controllo dei sintomi da narcotici ed e' inefficace per il sollievo dell'ansia. Lesioni craniche ed aumentata pressione intracranica: gli effetti di depressione respiratoria del metadone e la sua capacita' di aumentare la pressione del liquido cerebrospinale possono essere notevolmente aumentati in presenza di un aumento della pressione intracranica; inoltre i narcotici producono effetti collaterali che possono confondere il decorso clinico di pazienti con lesioni craniche. In tali pazienti il metadone e' controindicato (vedere paragrafo 4.3). Asma e altre affezioni respiratorie: in pazienti con attacco asmatico acuto, in quelli con pneumopatie croniche ostruttive o cuore polmonare ed in individui con una riserva respiratoria sostanzialmente ridotta nella depressione respiratoria preesistente, nell'ipossia e nell'ipercapnia, anche le dosi terapeutiche usuali di narcotici possono ridurre gli stimoli respiratori ed aumentare per contro le resistenze delle vie aeree fino all'apnea, per cui l'uso del medicinale e' controindicato in tali patologie (vedere paragrafo 4.3). Affezioni addominali acute: la somministrazione di metadone o di altri narcotici puo' confondere la diagnosi e il decorso clinico in pazienti con affezioni addominali acute. Effetto ipotensivo: la somministrazione di Metadone puo' determinare una grave ipotensione in soggetti ipovolemici o in contemporaneo trattamento con farmaci come la fenotiazina o certi anestetici. Insufficienza surrenale: gli analgesici oppioidi possono causare un'insufficienza surrenale reversibile che richiede un monitoraggio e una terapia sostitutiva dei glucocorticoidi. I sintomi dell'insufficienza surrenale possono includere nausea, vomito, perdita di appetito, stanchezza, debolezza, vertigini o bassa pressione sanguigna. Diminuzione degli ormoni sessuali e aumento della prolattina: l'uso a lungo termine di analgesici oppiacei puo' essere associato a una diminuzione dei livelli di ormoni sessuali e a unaumento della prolattina. I sintomi includono diminuzione della libido, impotenza o amenorrea. Ipoglicemia: l'ipoglicemia e' stata osservata nel contesto di un sovradosaggio di metadone o di un aumento del dosaggio. Si raccomanda un regolare monitoraggio della glicemia durante l'aumento del dosaggio (vedere paragrafo 4.8 e paragrafo 4.9). Impiego in pazienti ambulatoriali: nei pazienti ambulatoriali il Metadone puo'provocare ipotensione ortostatica. Uso degli antagonisti dei narcotici: in un individuo con dipendenza fisica da narcotici, la somministrazione della dose abituale di un antagonista dei narcotici scatenera' una sindrome acuta di astinenza. La gravita' di questa sindrome dipendera' dal grado di dipendenza fisica e dalla dose di antagonista somministrata. L'uso di antagonisti dei narcotici in questo soggetto deve essere possibilmente evitato. Se esso deve essere usato per trattare una grave depressione respiratoria nel paziente fisicamente dipendente, l'antagonista deve essere somministrato con estrema cautela e graduandolocon dosi inferiori a quelle abituali. Pazienti a rischio particolare:il metadone deve essere somministrato con cautela e la dose iniziale deve essere ridotta nei pazienti anziani e debilitati e in pazienti affetti da ipotiroidismo, morbo di Addison, ipertrofia prostatica, stenosi uretrale. Nel corso del trattamento con metadone sono stati riportati casi di prolungamento dell'intervallo QT e torsione di punta, particolarmente ad alte dosi > 100 mg/die. Il metadone dovrebbe essere somministrato con cautela a pazienti a rischio per l'insorgenza di prolungamento dell'intervallo QT, ad esempio in caso di anamnesi positiva perprolungamento QT, malattie cardiache ad uno stadio avanzato, trattamento concomitante con farmaci che possono prolungare il QT. Informazioni importanti su alcuni eccipienti: Metadone Cloridrato Molteni contiene 0,5 mg di sodio benzoato in 1 ml. L'aumento della bilirubinemia a seguito del suo distacco dall'albumina puo' aumentare l'ittero neonataleche puo' evolvere in kernittero (depositi di bilirubina non coniugatanel tessuto cerebrale) (vedere paragrafo 4.6). Il medicinale contienemeno di 1 mmol per dose, cioe' essenzialmente "senza sodio". MetadoneCloridrato Molteni 1 mg/ml soluzione orale contiene: glicerolo (10 g per 100 ml). Puo' causare mal di testa, disturbi gastrici e diarrea a dosi di metadone > 100 mg al giorno. Saccarosio: la massima dose giornaliera (120 ml, pari a 120 mg di metadone cloridrato) contiene 48 g disaccarosio. Da tenere in considerazione se ha problemi di instabilita' dei livelli di glucosio nel sangue. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio/galattosio o da insufficienza di sucrasi/isomaltasi non devono assumere questo medicinale. Metadone Cloridrato Molteni 5 mg/ml soluzione orale contiene: saccarosio.
INTERAZIONI
Interazioni farmacocinetiche: inibitori della glicoproteina P. Il metadone e' un substrato della glicoproteina-P, pertanto i farmaci che lainibiscono (chinidina, verapamil, ciclosporina) possono aumentare le concentrazioni seriche di metadone. Induttori dell'isoenzima CYP3A4. Il metadone viene metabolizzato ad opera dell'isoenzima CYP3A4. Gli induttori di tale isoenzima (barbiturici, carbamazepina, fenitoina, nevirapina, rifampicina, efavirenz, amprenavir, spironolattone, desametasone, hypericum perforatum (erba di San Giovanni) e cocaina) possono indurre il metabolismo epatico del metadone, che risultera' piu' significativo se l'induttore viene aggiunto dopo che e' stata iniziata la terapia con metadone. A seguito di tali interazioni, sono stati riportati casi di sindrome d'astinenza, per cui si e' reso necessario aumentare le dosi di metadone. Dopo 3 settimane di terapia con efavirenz, le concentrazioni medie di picco e l'AUC del metadone si sono ridotte, rispettivamente, del 48% e del 57%. Alcune segnalazioni suggeriscono che se viene aggiunto efavirenz in un paziente in terapia con metadone, si puo' sviluppare una sindrome d'astinenza, che di solito inizia dopo due settimane di terapia con efavirenz, ma che si puo' protrarre fino a 28giorni. Per tale motivo, puo' essere necessario aggiustare la dose dimetadone. Quando la terapia con farmaci induttori del CYP3A4 viene sospesa, la dose di metadone deve essere ridotta. Induttori di enzimi metabolizzanti (inclusi CYP3A4 e CYP2B6). La somministrazione concomitante di metadone con metamizolo, un induttore di enzimi metabolizzanti inclusi CYP3A4 e CYP2B6, puo' causare una riduzione della concentrazione plasmatica del metadone, con potenziale diminuzione dell'efficacia clinica. Pertanto, deve essere usata cautela quando metamizolo e metadone sono somministrati contemporaneamente; la risposta clinica e/o i livelli di farmaco devono essere monitorati a seconda dei casi. Inibitori dell'isoenzima CYP3A4. Dal momento che il metabolismo del metadone e' mediato dall'isoenzima CYP3A4, la sua escrezione diminuisce in caso di co- somministrazione con farmaci che inibiscono il CYP3A4, quali: calcio antagonisti, alcuni agenti anti-HIV (ad esempio la delavirdina),antibiotici macrolidi (claritromicina, eritromicina), telitromicina, ciprofloxacina, alcuni antifungini (fluconazolo, itraconazolo), cannabinoidi, succo di pompelmo, cimetidina, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (fluvoxamina, fluoxetina) e nefazodone. Il trattamento concomitante con fluvoxamina ha fatto registrare un aumento del 40-100% del rapporto tra la concentrazione plasmatica e la dose dimetadone. Se si prescrivono queste sostanze a pazienti in trattamentodi mantenimento con metadone, si deve tenere conto del rischio di unaoverdose. Trattamento concomitante dell'infezione da HIV. Gli inibitori delle proteasi antiretrovirali possono inibire il metabolismo del metadone a diversi gradi. Le reazioni piu' significative si verificano con il ritonavir, mentre la possibile interazione con l'abacavir in genere non richiede aggiustamenti della dose. Alcuni inibitori delle proteasi (amprenavir, nelfinavir, abacavir, lopinavir/ritonavir e ritonavir/saquinavir) sembrano diminuire i livelli serici del metadone. Il metadone riduce l'AUC e la Cmax della didanosina e della stavudina, riducendo la biodisponibilita' di tali farmaci. Il metadone puo' inoltre rallentare l'assorbimento e aumentare il metabolismo di primo passaggiodei suddetti farmaci. Il metadone aumenta la concentrazione plasmatica della zidovudina somministrata sia per via orale che per via endovenosa: l'aumento dell'AUC della zidovudina risulta superiore dopo assunzione per via orale, rispetto alla somministrazione per via endovenosa.Tali effetti sono dovuti all'inibizione della glucuronidazione della zidovudina e sua ridotta clearance renale. Durante il trattamento con metadone, i pazienti devono essere monitorati per una possibile tossicita' da zidovudina, per cui puo' essere necessario ridurre la dose di zidovudina. I pazienti che ricevono entrambi i farmaci possono sviluppare sintomi tipici della sindrome da astinenza da oppioidi (cefalea, mialgia, fatica e irritabilita'). Prodotti che influenzano l'acidita' urinaria. Il metadone e' una base debole. Gli acidificanti urinari (ad esempio cloruro di ammonio) possono aumentare la clearance renale del metadone. In questa situazione, le dosi di metadone devono essere aumentate. Il metadone puo' raddoppiare i livelli sierici della desipramina. Interazioni farmacodinamiche: gli antagonisti degli oppioidi (naloxone e naltrexone) svolgono un'azione farmacologica opposta a quella del metadone. Tali farmaci possono bloccarne l'azione e provocare sindrome d'astinenza. Gli agonisti/antagonisti (butorfanolo, nalbufina, pentazocina) possono bloccare parzialmente l'analgesia, la depressione respiratoria e la depressione del sistema nervoso centrale dovute al metadone. Usati contemporaneamente possono provocare un aumento degli effetti neurologici, respiratori ed ipotensivi. Gli effetti additivi o antagonisti dipendono dalla dose del metadone; gli effetti antagonisti sono piu' frequenti quando il metadone e' usato a dosi basse o moderate.In pazienti in terapia cronica con metadone, tali farmaci possono causare sindrome d'astinenza. La somministrazione concomitante di metadone e di farmaci che esercitano un'azione depressiva sul SNC (altri analgesici narcotici, anestetici generali, fenotiazine, altri tranquillanti, sedativi ipnotici, antidepressivi triciclici ed altri depressori del sistema nervoso centrale compreso l'alcool) puo' provocare un aumento della depressione respiratoria, ipotensione e sedazione profonda o coma, pertanto si puo' rendere necessario ridurre la dose di uno dei farmaci o di entrambi. Medicinali sedativi quali benzodiazepine o medicinali correlati ad esse: l'uso concomitante di oppiodi con medicinali sedativi quali le benzodiazepine o correlati ad esse aumenta il rischiodi sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell'effetto depressivo additivo sul SNC. La dose e la durata del trattamento combinato devono essere limitate (vedere paragrafo 4.4). Gli analgesici oppioidi combinati con antimuscarinici possono causare severa stipsio ileo paralitico, specialmente con l'impiego cronico. Inibitori delle monoaminossidasi (MAO): per la possibilita' di gravi reazioni, se inpazienti in trattamento con MAO inibitori e' necessario l'uso del metadone, si deve effettuare un test di sensibilita', in cui piccole dosicrescenti vengono somministrate nel corso di parecchie ore durante lequali il paziente deve venire attentamente controllato. L'uso concomitante di metadone ed antidiarroici (difenossilato, loperamide) puo' portare a stipsi severa e possibilmente ad un aumento della depressione del SNC.
EFFETTI INDESIDERATI
Di seguito sono riportati gli effetti indesiderati di metadone cloridrato, organizzati secondo la classificazione MedDRA. Non sono disponibili dati sufficienti per stabilire la frequenza dei singoli effetti elencati. I rischi principali del metadone sono rappresentati dalla depressione respiratoria e in minor misura da depressione circolatoria, arresto respiratorio, shock ed arresto cardiaco. Sono stati riportati rari casi di prolungamento dell'intervallo QT e di torsione di punta. Gli effetti indesiderati osservati piu' frequentemente comprendono: senso di vuoto alla testa, vertigini, sedazione, nausea, vomito, sudorazione e ipotensione ortostatica. Alcuni di questi effetti, piu' frequentiin soggetti in trattamento ambulatoriale, sono ovviabili tenendo i pazienti sdraiati. Altri effetti indesiderati sono i seguenti. Patologiedel sistema nervoso: euforia, disforia, debolezza, cefalea, insonnia,agitazione, disorientamento e disturbi visivi. Patologie gastrointestinali: bocca secca, anoressia, stipsi e spasmo delle vie biliari. Patologie cardiache e vascolari: rossore al viso, bradicardia, palpitazioni, svenimento e sincope. Patologie renali e urinarie: ritenzione urinaria o difficolta' alla minzione, effetto antidiuretico. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella: ridotta libido e/o impotenza sessuale. Disturbi del sistema immunitario: prurito, orticaria, altre reazioni cutanee, edema e raramente orticaria emorragica. Disturbi delmetabolismo e della nutrizione: ipoglicemia (frequenza non nota). Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Il metadone e' controindicato in gravidanza, per i possibili effetti sullo sviluppo fetale, e durante l'allattamento. Peraltro, in presenzadi un'evidente incapacita' della tossicodipendente gravida di sospendere l'uso di eroina, il medico puo' decidere l'attuazione di un trattamento di mantenimento con metadone. Tale trattamento deve essere protratto fino al termine della gravidanza a dosaggi tendenzialmente stabili, allo scopo di evitare l'eventuale comparsa di sintomi di astinenza nella madre e nel feto. Qualora necessario, e' possibile aumentare le dosi di metadone durante le ultime fasi della gravidanza per mantenereadeguato il livello di farmaco ed evitare cosi' un eventuale abbandono della terapia. Tuttavia, come per ogni altro trattamento farmacologico, dovranno essere attentamente valutati gli aspetti di rischio e di beneficio che esso comporta. La riduzione del farmaco, se indispensabile, dovra' essere molto graduale, dovendosi evitare l'insorgenza di sintomi di astinenza. L'eventuale sospensione del trattamento, per la quale e' indispensabile la supervisione di uno specialista ostetrico, deve essere effettuata non prima della quattordicesima settimana di gestazione e non dopo la trentaduesima onde evitare, rispettivamente, il rischio di aborto e di parto pre-termine. Allattamento: il metadone viene escreto nel latte materno a bassi livelli. La decisione di raccomandare l'allattamento al seno deve tenere conto del parere di uno specialista clinico e si deve considerare se la donna sta assumendo una dosestabile di metadone e se fa un uso continuato di sostanze illecite. Se si considera l'allattamento al seno, la dose di metadone deve esserela piu' bassa possibile. I prescrittori devono consigliare alle donneche allattano al seno di monitorare il neonato per individuare eventuali sintomi di sedazione e di difficolta' respiratorie e, in tal caso,di rivolgersi immediatamente a un medico. Sebbene la quantita' di metadone escreto nel latte materno non sia sufficiente ad eliminare completamente i sintomi dell'astinenza nei neonati allattati al seno, puo' attenuare la gravita' della sindrome da astinenza neonatale. Qualora fosse necessario interrompere l'allattamento al seno, cio' deve avvenire gradualmente, poiche' un brusco svezzamento potrebbe aumentare i sintomi dell'astinenza nel neonato.
Codice: 029610159
Codice EAN:
- Sistema nervoso
- Altri farmaci del sistema nervoso
- Farmaci utilizzati nei disturbi da dipendenza
- Farmaci utilizzati nella dipendenza da oppioidi
- Metadone
Forma farmaceutica
SOLUZIONE ORALE
Scadenza
24 MESI
Confezionamento
FLACONE