MORFINA CL MOLT 1F 1ML 20MG/ML Produttore: MOLTENI & C. F.LLI ALITTI SPA
- FARMACO MUTUABILE
- RICETTA MEDICA A RICALCO IN TRIPLICE COPIA
DENOMINAZIONE
MORFINA CLORIDRATO MOLTENI SOLUZIONE INIETTABILE
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Analgesici.
PRINCIPI ATTIVI
Morfina cloridrato Molteni 10 mg/ml soluzione iniettabile. Una fiala da 1 ml contiene: principio attivo: morfina cloridrato 10 mg. Morfina cloridrato Molteni 20 mg/ml soluzione iniettabile. Una fiala da 1 ml contiene: principio attivo: morfina cloridrato 20 mg. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
ECCIPIENTI
Acqua per preparazioni iniettabili.
INDICAZIONI
Trattamento del dolore da moderato a grave e/o resistente agli altri antidolorifici, in particolare dolore associato a neoplasie, a infartomiocardico e dopo gli interventi chirurgici. Edema polmonare acuto. La morfina, inoltre, e' indicata in anestesia generale e loco-regionale, e nella parto-analgesia epidurale.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo e a molecole chimicamente derivate dalla morfina e/o ad uno qualsiasi degli eccipienti. L'ipersensibilita' verso la morfina e' caratterizzata da rossore al viso, prurito e broncospasmo (la somministrazione potrebbe causare la comparsa di reazioni anafilattiche); tutte le forme di addome acuto e ileo paralitico;depressione respiratoria; nell'insufficienza epatocellulare grave; scompenso cardiaco secondario ad affezioni croniche del polmone; traumatismi cranici e in caso di ipertensione endocranica; dopo interventi chirurgici delle vie biliari; durante un attacco di asma bronchiale; stati convulsivi; epilessia non controllata; alcolismo acuto e nel delirium tremens; stati di depressione del sistema nervoso centrale, in particolare quelli indotti da altri farmaci come ipnotici, sedativi, tranquillanti, ecc. (vedere paragrafo 4.5); in associazione con IMAO, incluso il furazolidone, o dopo meno di 2-3 settimane dalla sospensione delprecedente trattamento (vedere paragrafo 4.5); in caso di trattamentocon Naltrexone; generalmente controindicato in gravidanza e durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.6).
POSOLOGIA
Morfina cloridrato Molteni puo' essere somministrata per via sottocutanea, intramuscolare, nonche' per via endovenosa ed epidurale nel casoin cui il medicinale non contenga conservanti. Adulti. Nel dolore acuto: per iniezione sottocutanea o intramuscolare, alla dose di 10 mg daripetere, se necessario, ogni 4 ore; per somministrazione endovenosa:dose iniziale di 2-10 mg/70 kg somministrati in 4-5 minuti. Nel dolore post-operatorio: per iniezione epidurale, una dose di 2-5 mg nella regione lombare fornisce sollievo dal dolore per 24 ore. Se non si raggiunge una risposta soddisfacente, si possono somministrare dosi aggiuntive di 1-2 mg ad intervalli sufficienti per valutare l'efficacia. Nonsuperare la dose di 10 mg in 24 ore; per infusione continua, si raccomanda una dose iniziale di 2-4 mg in 24 ore. Se non si raggiunge una risposta soddisfacente, si possono somministrare dosi aggiuntive di 1-2mg. Nell'edema polmonare acuto: per iniezione endovenosa lenta (2 mg/min), fino a 5-10 mg. Nell'infarto del miocardio: per iniezione endovenosa lenta (2 mg/min), 10 mg seguiti, se necessario, da altri 10 mg. Neonati: somministrazione endovenosa in bolo lento: 40-100 mcg/kg in almeno 5-10 minuti, ogni 4-6 ore; per infusione: 25-50 mcg/kg (dose di carico), seguita da 5 mcg/kg/ora in caso di neonati pretermine; 50-100 mcg/kg (dose di carico), seguita da 10-20 mcg/kg/ora in caso di neonati a termine. Bambini fino a 12 anni - Solo in casi particolari e di effettiva necessita': somministrazione endovenosa in bolo: 100-200 mcg/kg fino a 6 volte/die; per infusione: dopo un bolo come dose di carico (vedere sopra), 10-30 mcg/kg/ora. Adolescenti da 12 a 18 anni: somministrazione endovenosa in bolo: 2,5-10 mg fino a 6 volte/die; per infusione: dopo un bolo come dose di carico (vedere sopra), 10-30 mcg/kg/ora. Anziani o pazienti debilitati: in tali soggetti e' consigliabile unariduzione della dose (vedere paragrafo 4.4). Insufficienza epatica e renale: nei pazienti con insufficienza epatica e/o renale moderata (VFG 10-50 ml/min) si raccomanda una riduzione del dosaggio del 25%; nei pazienti con insufficienza renale severa (VFG <10 ml/min) la dose deveessere ridotta del 50%. Nel caso in cui sia necessario diluire la soluzione contenuta nella fiala e' possibile utilizzare sodio cloruro 0,9% (soluzione fisiologica) o glucosio 5%. Interruzione della terapia: si puo' scatenare una sindrome da astinenza se la somministrazione di oppioidi viene improvvisamente interrotta. Pertanto, la dose deve essere gradualmente ridotta prima dell'interruzione.
CONSERVAZIONE
Conservare nella confezione originale per riparare il medicinale dalla luce.
AVVERTENZE
La morfina deve essere somministrata nei bambini solo in casi particolari e di effettiva necessita' (vedere paragrafo 4.2). La morfina deveessere somministrata con cautela nei soggetti anziani e molto anzianio debilitati (vedere paragrafo 4.2) ed in pazienti affetti da: disturbi cardiaci secondari a patologie polmonari croniche; affezioni organico-cerebrali; insufficienza respiratoria e affezioni polmonari croniche (particolarmente se accompagnate da ipersecrezione bronchiale) e comunque in tutte le condizioni ostruttive delle vie respiratorie e in caso di ridotta riserva ventilatoria (come, ad esempio, in caso di cifoscoliosi ed obesita'); coliche renali e biliari; ipertrofia prostatica;mixedema e ipotiroidismo; epatite acuta ed epatopatie acute; funzionalita' renale e/o epatica ridotta (vedere paragrafo 4.2); insufficienzaadrenocorticale; stati ipotensivi gravi e shock; rallentamento del transito gastrointestinale e affezioni intestinali di tipo infiammatorioo ostruttivo; miastenia grave; assuefazione agli oppioidi; affezioni cardiovascolari ed aritmie cardiache. Sindrome toracica acuta (ACS) inpazienti affetti da anemia falciforme (SCD): a causa di una possibileassociazione tra ACS e l'uso di morfina nei pazienti affetti da SCD trattati con morfina durante una crisi vaso-occlusiva, e' necessario uno stretto monitoraggio dei sintomi dell'ACS. Insufficienza surrenalica: gli analgesici oppioidi possono causare insufficienza surrenalica reversibile che richiede monitoraggio e terapia sostitutiva con glucocorticoidi. I sintomi di insufficienza surrenalica possono includere ad es. nausea, vomito, perdita di appetito, affaticamento, debolezza, capogiro o pressione arteriosa bassa. Diminuzione degli ormoni sessuali e aumento della prolattina L'uso a lungo termine di analgesici oppioidi puo' essere associato a una diminuzione dei livelli degli ormoni sessuali e a un aumento della prolattina. I sintomi includono libido diminuita, impotenza o amenorrea. Rischio dall'uso concomitante di medicinali sedativi quali benzodiazepine o medicinali correlati ad esse: l'uso concomitante di Morfina cloridrato Molteni e medicinali sedativi qualibenzodiazepine o medicinali correlati ad esse puo' causare sedazione,depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante con questi medicinali sedativi deve essere riservata ai pazienti per i quali le opzioni di un trattamento alternativo non sono possibili. Se si decide di prescrivere Morfina cloridratoMolteni in concomitanza a medicinali sedativi, deve essere usata la dose efficace piu' bassa possibile e la durata del trattamento deve essere la piu' breve possibile. I pazienti devono essere attentamente valutati per i segni e i sintomi di depressione respiratoria e sedazione.A tale riguardo, e' fortemente raccomandato di informare i pazienti ele persone che se ne prendono cura (dove applicabile) di prestare attenzione a questi sintomi (vedere paragrafo 4.5). Terapia antipiastrinica con inibitore del recettore P2Y12 per via orale: durante il primo giorno di trattamento concomitante con inibitore del recettore P2Y12 e morfina, si e' osservata un'efficacia ridotta del trattamento con inibitore del recettore P2Y12 (vedere paragrafo 4.5). L'iperalgesia che non risponde a un ulteriore aumento della dose di morfina puo' verificarsi in particolare a dosi elevate. Puo' essere necessaria una riduzionedella dose di morfina o una sostituzione dell'oppioide. La morfina, per il suo effetto analgesico e per la sua azione sul livello di coscienza, sul diametro pupillare e sulla dinamica respiratoria puo' renderedifficile la valutazione clinica del paziente ed ostacolare la diagnosi di quadri addominali acuti. La morfina va usata solo nel caso di effettiva necessita' nei bambini, specialmente nei neonati. Il dosaggio va ridotto negli anziani e nei soggetti debilitati. Inducendo in modo variabile il rilascio di istamina provoca vasodilatazione e diminuzione della pressione telediastolica. Questo puo' essere vantaggioso nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia in seguito a recente infarto miocardico, ma e' un problema in caso di disfunzioni delle valvole aortiche e nei disturbi coronarici di una certa importanza. E' pratica comune la somministrazione di morfina in caso di insufficienza ventricolare sinistra acuta al fine di ridurre il precarico ventricolare per mezzo della vasodilatazione indotta dall'istamina. L'uso di morfina, per il suo effetto analgesico e per la sua azione sul livello di coscienza, sul diametro pupillare e sulla dinamica respiratoria puo' rendere difficile la valutazione clinica del paziente ed ostacolare la diagnosi di quadri addominali acuti. Le concentrazioni plasmatiche di morfina possono essere ridotte dalla rifampicina. L'effetto analgesico della morfina deve essere monitorato e le dosi di morfina aggiustate durante e dopo il trattamento con rifampicina. La morfina ha un potenziale di abuso simile ad altri oppioidi agonisti forti e deve essere usata con particolare cautela nei pazienti con anamnesi di abuso di alcol o di farmaci. La somministrazione di morfina, specie se prolungata, determina la comparsa di tolleranza e dipendenza.
INTERAZIONI
La contemporanea somministrazione di altri agenti che deprimono il sistema nervoso centrale, quali alcool o farmaci quali anestetici generali, ipnotici, sedativi, ansiolitici, neurolettici, antidepressivi triciclici e antistaminici, puo' potenziare gli effetti della morfina, particolarmente quello di inibizione sulla funzione respiratoria. La morfina, inoltre, puo' ridurre l'azione dei diuretici e potenziare gli effetti degli agenti di blocco neuromuscolare e dei miorilassanti in genere, del dicumarolo e degli altri anticoagulanti orali. I pazienti al risveglio dall'anestesia sono particolarmente vulnerabili alla depressione respiratoria causata dalla morfina. L'acidosi respiratoria, secondaria all'ipercapnia acuta, puo' causare una riattivazione dei miorilassanti a lunga durata al termine dell'anestesia, cui consegue un'ulteriore depressione della respirazione. Quanto detto sopra, insieme agli effetti intrinseci della morfina sull'innervazione motoria efferente dei muscoli respiratori, puo' sfociare in breve tempo in una crisi respiratoria. Nei pazienti emodializzati in terapia con cimetidina e morfina sono stati riportati casi di confusione e grave depressione respiratoria. La morfina, inducendo la liberazione di ormone antidiuretico, riduce l'efficacia dei diuretici; inoltre, causando spasmo dello sfintere della vescica, puo' provocare ritenzione urinaria, in particolare nei soggetti con prostatismo precoce. Interazioni potenzialmente utili sono invece quelle con antidepressivi triciclici, aspirina e altri farmaci antinfiammatori non steroidei, per i quali si ha un potenziamento degli effetti analgesici che consente una riduzione del dosaggio di morfina. Gli anticonvulsivanti del tipo della carbamazepina possono incrementare l'analgesia e la sedazione indotte dall'oppiaceo nei pazientiin cui il dolore ha una componente neurologica. Nelle nevralgie pure la morfina puo' risultare inattiva, cosi' come in alcuni stati dolorosi come la sindrome talamica e le lesioni del midollo spinale. In tali casi risulta utile l'impiego di anticonvulsivanti, antidepressivi e fenotiazine a lunga durata. Associazioni controindicate: farmaci inibitori delle Monoaminoossidasi (compreso il furazolidone). A causa dell'inibizione del Sistema Nervoso Centrale, la co-somministrazione puo' provocare ipotensione e depressione respiratoria (vedere paragrafo 4.3); naltrexone. In caso di co-somministrazione, il paziente puo' risultareinsensibile all'effetto antalgico della morfina. Associazioni sconsigliate: alcool. L'alcool incrementa l'effetto sedativo della morfina. L'alterazione della vigilanza puo' rendere pericolosi la guida e l'uso di macchine. L'assunzione di bevande alcoliche e di farmaci contenentialcool e' sconsigliata. Associazioni che richiedono particolari precauzioni d'impiego: rifampicina. La co-somministrazione causa una diminuzione della concentrazione e dell'attivita' della morfina e del suo metabolita attivo. Durante e al termine della terapia con rifampicina, occorre tenere sotto osservazione il paziente, ed eventualmente procedere ad una modifica della posologia della morfina; cimetidina e altri farmaci inibitori del sistema del citocromo-P450. Tali farmaci comportano un rallentamento nella degradazione della morfina, determinandone un aumento della concentrazione plasmatica; inibitore del recettore P2Y12. In pazienti con sindrome coronarica acuta trattati con morfina e' stata osservata un'esposizione ritardata e ridotta alla terapia antipiastrinica con inibitore del recettore P2Y12 per via orale. Questa interazione puo' essere correlata alla ridotta motilita' gastrointestinalee si applica ad altri oppioidi. La rilevanza clinica non e' nota, ma i dati indicano il potenziale di efficacia ridotta dell'inibitore del recettore P2Y12 nei pazienti in cui sono co-somministrati morfina e uninibitore del recettore P2Y12 (vedere paragrafo 4.4). Nei pazienti con sindrome coronarica acuta, in cui il trattamento con morfina non puo' essere sospeso e una rapida inibizione del P2Y12 e' ritenuta cruciale, puo' essere preso in considerazione un trattamento con un inibitoreparenterale del recettore P2Y12. Associazioni da tenere in considerazione: barbiturici; medicinali sedativi quali benzodiazepine o medicinali correlati ad esse: l'uso concomitante di oppioidi con medicinali sedativi quali le benzodiazepine o correlati ad esse aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell'effetto depressivo aggiuntivo sul SNC. La dose e la durata del trattamentocombinato devono essere limitate (vedere paragrafo 4.4); altri analgesici morfinici agonisti (alfentanil, codeina, destromoramide, destropropossifene, diidrocodeina, fentanil, ossicodone, petidina, fenoperidina, remifentanil, sufentanil, tramadolo); antitussivi morfino-simili (destrometorfano); antitussivi morfinici (codeina); altri farmaci sedativi (neurolettici, antidepressivi, miorilassanti, antistaminici). La co-somministrazione puo' causare un incremento della depressione centrale, con aumentato rischio di alterazione dello stato di vigilanza, che puo' rendere pericolosa la guida e l'uso di macchinari; anticoagulantiorali (tra cui il dicumarolo). La morfina puo' potenziarne gli effetti; diuretici. L'azione diuretica puo' risultare ridotta.
EFFETTI INDESIDERATI
Di seguito sono riportati gli effetti indesiderati della morfina, organizzati secondo la classificazione sistemica organica MedDRA. Non sono disponibili dati sufficienti per stabilire la frequenza dei singoli effetti elencati. Disturbi del sistema immunitario: reazioni anafilattoidi. Patologie endocrine: la morfina riduce l'increzione del fattore di rilascio della corticotropina (CRF) conseguente a stress e di gonadoreline. Di conseguenza si ha una diminuzione di produzione di ACTH e di glucocorticoidi, cosi' come di LH, FSH e di steroidi sessuali. La morfina aumenta inoltre l'increzione di prolattina, che puo' accentuarele conseguenze della ridotta produzione di testosterone nel maschio. Infine, puo' aumentare la produzione di ormone antidiuretico (ADH). Disturbi psichiatrici: sono possibili modificazioni psicologiche, come eccitazione, insonnia, irritabilita', agitazione, euforia e disforia, ovvero sedazione ed astenia, depressione del tono dell'umore, ottundimento mentale e stati di indifferenza, ansia e dipendenza. Patologie delsistema nervoso: cefalea, vertigini, aumento della pressione endocranica che puo' aggravare preesistenti patologie dell'encefalo. Allodinia, iperalgesia (vedere 4.4). Iperidrosi. Patologie dell'occhio: miosi, turbe della visione. Patologie vascolari: la somministrazione acuta dimorfina produce vasodilatazione periferica, riduce le resistenze periferiche e attenua i riflessi vasomotori. Questi effetti non sono avvertiti dal paziente in posizione supina, ma possono dar luogo a episodi di ipotensione ortostatica e sincope se il paziente assume la posizione eretta. A questi effetti insorge tolleranza dopo poche somministrazioni ripetute a breve distanza di tempo. La morfina, anche a dosi terapeutiche, determina depressione respiratoria ed in minor misura depressione circolatoria. Comunque, anche a seguito di somministrazione oraleo parenterale di narcotici-analgesici, sono stati segnalati casi di grave depressione respiratoria e circolatoria fino all'arresto respiratorio ed al collasso. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Depressione respiratoria: la depressione respiratoria e', in genere,di grado lieve o moderato e senza conseguenze di rilievo nei soggetticon integrita' della funzione respiratoria; tuttavia, puo' indurre gravi conseguenze nei pazienti con affezioni bronco-polmonari come la formazione di aree di atelectasia. Comunque, anche a seguito di somministrazione orale o parenterale di narcotici-analgesici, sono stati segnalati casi di grave depressione respiratoria e circolatoria fino all'arresto respiratorio ed al collasso. Patologie gastrointestinali: la somministrazione acuta di morfina puo' produrre nausea e conati di vomito, sia per stimolazione della CTZ che per una sensibilizzazione alla stimolazione labirintica. La morfina riduce la secrezione gastrica e duodenale, aumenta il tono della muscolatura liscia intestinale e rallenta la progressione dell'onda peristaltica. Produce stipsi di tipo spastico. Bocca secca. Patologie epatobiliari: la somministrazione acuta dimorfina produce costrizione dello sfintere di Oddi e conseguente aumento della pressione nelle vie biliari, che puo' accentuare il senso dinausea e fastidio epigastrico e accentuare o scatenare il dolore da colica biliare. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: la somministrazione acuta di morfina puo' produrre arrossamento del volto, del collo e delle regioni superiori del torace, sudorazione, prurito, orticaria e altre eruzioni cutanee. Patologie renali e urinarie La morfina aumenta il tono muscolare degli ureteri, ma l'effetto e' bilanciato dall'oliguria di origine ormonale. Prolunga i tempi di svuotamento della vescica, ma a questo effetto compare rapida tolleranza. Patologiesistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: sindrome di sospensione (astinenza) da sostanza d'abuso. Farmacodipendenza e sindrome da sospensione (astinenza): l'uso di analgesici oppioidi puo' essere associato allo sviluppo di dipendenza fisica e/o psicologicao tolleranza. Una sindrome da astinenza puo' essere accelerata quandola somministrazione di oppioidi viene improvvisamente interrotta o vengono somministrati antagonisti oppioidi, oppure puo' talora verificarsi tra una dose e l'altra. Per la gestione, vedere 4.4. I sintomi dell'astinenza fisiologica includono: dolori muscolari, tremori, sindrome delle gambe senza riposo, diarrea, colica addominale, nausea, sintomi simil-influenzali, tachicardia e midriasi. I sintomi psicologici includono umore disforico, ansia e irritabilita'. Nella dipendenza da sostanze, sovente e' coinvolto il "desiderio intenso di farmaco". Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistemanazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Fertilita': studi su animali hanno dimostrato che la morfina puo' ridurre la fertilita' (vedere il paragrafo 5.3 Dati preclinici di sicurezza). Gravidanza: non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso di morfina in donne in gravidanza. Gli studi su animali sono insufficienti per evidenziare gli effetti sulla gravidanza/e sullo sviluppo embrio-fetale, sul parto e sullo sviluppo post-natale (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. La morfina cloridrato non deve essere usata durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita', come la presenza di dolore grave. Occorre tenere presente che, come tutti gli analgesici stupefacenti, puo' provocare depressione respiratoria nel neonato per somministrazioni acute o sindromed'astinenza per somministrazioni ripetute. In ogni caso la somministrazione acuta deve essere evitata nei parti prematuri o durante la seconda fase del travaglio quando la dilatazione del collo uterino raggiunge i 4-5 cm. I neonati le cui madri hanno ricevuto analgesici oppioididurante la gravidanza devono essere monitorati per i segni di sindrome da sospensione (astinenza) neonatale. Il trattamento puo' includere una terapia oppioide e di supporto. Allattamento: la morfina e' escreta nel latte materno. Pertanto, nelle donne che allattano, occorre un'attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio e decidere sull'opportunita' di somministrare il farmaco, rinunciando a nutrire al seno illattante o, viceversa, proseguire l'allattamento evitando la somministrazione del medicinale.
Codice: 029611050
Codice EAN:
- Sistema nervoso
- Analgesici
- Oppioidi
- Alcaloidi naturali dell'oppio
- Morfina
Forma farmaceutica
SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza
24 MESI
Confezionamento
FIALA