NIFEDIPINA MY 50CPR 20MG RP Produttore: MYLAN SPA
- FARMACO MUTUABILE
- RICETTA MEDICA RIPETIBILE
DENOMINAZIONE
NIFEDIPINA MYLAN GENERICS 20 MG COMPRESSE A RILASCIO PROLUNGATO
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Calcio-antagonisti. Derivati diidropiridinici.
PRINCIPI ATTIVI
Una compressa a rilascio prolungato contiene: nifedipina 20 mg.
ECCIPIENTI
Cellulosa microcristallina, amido di mais, lattosio monoidrato, polisorbato 80, magnesio stearato. Rivestimento della compressa: idrossipropilmetilcellulosa, polietilenglicole 4000, titanio biossido (E 171), ferro ossido rosso (E 172).
INDICAZIONI
Trattamento dell'angina pectoris: angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo). Trattamento dell'ipertensione arteriosa.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Non deve essere usato in caso di ipersensibilita' nota alla nifedipina o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Non deve essere usato in caso di shock cardiovascolare. Non deve essere usato in combinazione con rifampicina in quanto l'induzione enzimatica non consente di ottenere livelli plasmatici efficaci di nifedipina. Non deve essere usata in caso di gravidanza accertata o presunta ed in corso di allattamento.
POSOLOGIA
Il trattamento va possibilmente adattato alle necessita' individuali in funzione della gravita' della malattia e della risposta del paziente. In ogni caso, in rapporto al quadro clinico, la dose deve essere raggiunta gradualmente. Salvo diversa prescrizione medica per l'adulto valgono le seguenti direttive posologiche. In caso di angina pectoris -angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo): 1 cpr di nifedipina 2 volte al dì. In alcuni casi può risultare opportuno incrementare la dose fino ad un massimo di 60 mg al dì. Qualora in pazienti affetti da angina pectoris non si ottenga un sufficiente risultato terapeuticodopo circa 14 giorni di trattamento, si consiglia su prescrizione medica la somministrazione di nifedipina capsule (10 mg) a rapida azione.In caso di ipertensione arteriosa: 1 cpr di nifedipina 2 volte al dì.In alcuni casi può risultare opportuno incrementare la dose fino ad un massimo di 60 mg al dì. In caso di somministrazione contemporanea diinibitori o induttori del CYP 3A4, può essere necessario adattare il dosaggio della nifedipina o addirittura evitarne l'uso. Modo di somministrazione. Uso orale. In genere le compresse ritardo vanno deglutite intere, con poco liquido, indipendentemente dai pasti. Le compresse non devono essere masticate nè spezzate. L'ingestione contemporanea di alimenti ritarda l'assorbimento ma non lo riduce. È da evitare l'assunzione di succo di pompelmo. Intervallo di tempo fra due assunzioni di compresse è di circa 12 ore e non dovrebbe essere inferiore a 4 ore. Durata del trattamento. La durata del trattamento deve essere stabilitadal medico curante. In relazione alla pronunciata attivita' antiischemica ed antiipertesiva della nifedipina, il trattamento dovrebbe essere sospeso gradualmente, in particolare quando vengono impiegati dosaggi elevati. Popolazioni Speciali. Popolazione pediatrica. La sicurezza e l'efficacia di nifedipina nei bambini al di sotto dei 18 anni di eta' non sono state stabilite. Pazienti anziani. Poiche' la farmacocinetica della nifedipina e' modificata nei soggetti anziani, in questi soggetti possono essere necessarie dosi di nifedipina minori rispetto ai pazienti piu' giovani. Pazienti con compromissione della funzionalita' epatica. Nei pazienti con lieve, moderata o grave compromissione dellafunzionalita' epatica puo' rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e nei casi gravi una riduzione del dosaggio. Pazienti con compromissione della funzionalita' renale. Poiche' la nifedipina viene eliminata in forma non modificata dal rene in piccola percentuale rispetto alla dose somministrata (0,1%), non e' necessarioun adattamento della dose in pazienti con compromissione della funzionalita' renale.
CONSERVAZIONE
La nifedipina, sostanza fotosensibile, e' sostanzialmente protetta dalla luce mediante filmatura e utilizzo di blister colorato. Si consiglia tuttavia di non esporre a lungo le compresse alla luce solare diretta.
AVVERTENZE
Per gli effetti della nifedipina sulle resistenze vascolari periferiche e' raccomandabile prudenza in caso di pressione sanguigna molto bassa (ipotensione grave con pressione sistolica inferiore a 90 mmHg) ed e' necessario controllare attentamente la pressione arteriosa all'inizio della terapia e fino a quando non sia stata raggiunta la posologia di mantenimento. Per lo stesso motivo la nifedipina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca, grave stenosi aortica e in quelli in trattamento con beta-bloccanti o farmaci ipotensivi. La nifedipina non deve essere somministrata durante la gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano un trattamento con nifedipina. La nifedipina deve essere riservata solo a donne congrave ipertensione che non rispondono alla terapia standard. Le informazioni disponibili non consentono di escludere la possibilita' di effetti indesiderati sul nascituro e sul neonato. Pertanto, l'impiego in gravidanza dopo la 20. settimana richiede una valutazione molto accurata del rapporto rischio/beneficio e dovrebbe essere preso in considerazione solo qualora tutte le altre opzioni terapeutiche non siano indicate o si siano rivelate inefficaci. In situazioni di emergenza ipertensiva, quale ad esempio l'eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilita' e lo stretto controllo del medico. Si raccomanda un attento monitoraggio della pressione sanguigna anche quando si somministra nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, a causa di una possibile eccessiva caduta pressoria, che potrebbe danneggiare sia la madre che il feto. La nifedipina non e' raccomandata per l'uso durante l'allattamento perche' e' stato segnalato che viene escreta nel latte materno e gli effetti dell'assorbimento orale di piccole quantita' di nifedipina non sono noti. Nei pazienti con lieve, moderata o grave compromissione della funzionalita' epatica puo' rendersi necessario un accurato controllo e, una riduzione del dosaggio. Poiche' la farmacocinetica della nifedipina non e' stata studiatain pazienti con grave compromissione della funzionalita' epatica il medicinale deve essere somministrato con cautela in questo target di pazienti. La comparsa di edema periferico in pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia rende necessaria la differenziazione degliedemi dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento della funzionalita' ventricolare sinistra. Durante il trattamento dipazienti diabetici o a rischio diabetico, la glicemia deve essere accuratamente controllata; se compare iperglicemia la terapia deve esseresospesa. La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina. Farmaci, che sono deboli o moderati inibitori del sistema del citocromo P450 3A4 e che quindi possono dare luogo ad un incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina,sono ad esempio: antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina); inibitori delle proteasi anti-HIV (ad es. ritonavir); antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo); gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina; quinupristin/dalfopristin; acido valproico; cimetidina. In caso di somministrazione contemporanea di questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina. Il farmaco contiene lattosio monoidrato.I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
INTERAZIONI
La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina. La rifampicina, per il suo spiccato effetto d'induzione enzimatica sul sistema del citocromo P450 3A4, quando somministrata in associazione a nifedipina, riduce sensibilmente la biodisponibilita' della nifedipina, riducendone la sua efficacia. Per tale motivo l'impiego di nifedipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato. Il diltiazem diminuisce la clearance della nifedipina per cui i due principi attivi dovrebbero essere associati con cautela. E' noto come alcuni antibiotici macrolidi inibiscano il metabolismo di altri farmaci mediato dal citocromo P450 3A4 per cui non si puo' escludere un potenziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina. L'azitromicina e' priva di attivita' inibente il CYP3A4. E' noto come certi inibitori delle proteasi anti-HIV inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4. Nel caso in cui vengano somministrati insieme con la nifedipina non puo' essere escluso un sostanziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina dovuto ad un ridotto metabolismo di primo passaggio e ad una ridotta eliminazione. La pressionearteriosa deve essere monitorata. E' noto come certi antimicotici azolici inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4. Quando tali farmacivengano somministrati per via orale con la nifedipina non si puo' escludere un sostanziale incremento della biodisponibilita' della nifedipina legato ad un ridotto metabolismo di primo passaggio. La pressione arteriosa deve essere monitorata. E' stato dimostrato che la fluoxetina inibisce in vitro il metabolismo della nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4. Percio' non puo' essere escluso un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito della somministrazione contemporanea dei due farmaci. La pressione arteriosa deve essere monitorata. E' noto come il nefazodone inibisca il metabolismo di altri farmaci, mediato dal citocromo P450 3A4. Pertanto, non si puo' escludere unincremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina, in seguitoalla somministrazione concomitante dei due farmaci. La pressione arteriosa deve essere monitorata. La simultanea somministrazione di quinupristin/dalfopristin e nifedipina puo' determinare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina. La pressione arteriosa deve essere monitorata. Acido valproico: si e' dimostrato in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche della nimodipina attraverso inibizioneenzimatica. Non si puo' escludere un aumento delle concentrazioni plasmatiche, e quindi d'efficacia, anche per la nifedipina. La cimetidinaper il suo effetto di inibizione sul sistema del citocromo P450 3A4 eleva i livelli plasmatici di nifedipina e puo' potenziarne l'effetto antiipertensivo. La contemporanea somministrazione di cisapride e nifedipina puo' portare ad un aumento dei livelli plasmatici di nifedipina.La fenitoina induce il sistema del citocromo P450 3A4. La contemporanea somministrazione di fenitoina e nifedipina determina una riduzione della biodisponibilita' e quindi dell'efficacia della nifedipina. Qualora i due farmaci vengano somministrati contemporaneamente, la risposta clinica alla nifedipina dovrebbe essere controllata e, se necessario, la sua dose aumentata. Carbamazepina o fenobarbitale: si sono dimostrati in grado di ridurre le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso un processo d'induzione enzimatica, non si puo' escludere una riduzione delle concentrazioni plasmatiche, e quindi dell'efficacia, anche per la nifedipina. La nifedipina puo' accentuare l'effetto ipotensivo di altri antipertensivi somministrati in associazione, quali: diuretici; beta-bloccanti; ACE-inibitori; antagonisti del recettore dell'angiotensina 1 (AT-1); altri calcio-antagonisti; alfa-bloccanti; inibitori della PDE5; alfa-metildopa. La terapia concomitante con farmaci beta-bloccanti e' generalmente ben tollerata. Monitorare accuratamente, per ipotensione di grado elevato ed esacerbazione dell'angina. La concomitante somministrazione di nifedipina con agenti ipotensivi puo' favorire l'incidenzadi grave ipotensione. La contemporanea somministrazione di nifedipinae di digossina puo' condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di digossina. Controllare sintomi di sovradosaggio di digossina per aggiustare il dosaggio. Contemporanea somministrazione di nifedipina e chinidina: livelli ridotti di chinidina o, dopo sospensione di nifedipina,un netto aumento dei livelli plasmatici di chinidina. La pressione arteriosa va attentamente controllata qualora la chinidina venga ad essere associata ad una preesistente terapia con nifedipina: se necessario, il dosaggio della nifedipina va ridotto. Il tacrolimus viene metabolizzato attraverso il sistema del citocromo P450 3A4. Il dosaggio di tacrolimus possa essere ridotto quando esso sia somministrato contemporaneamente alla nifedipina. Controllare le concentrazioni plasmatiche ditacrolimus considerando la riduzione del dosaggio di tacrolimus. Il succo di pompelmo inibisce il sistema del citocromo P450 3A4 e produce un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina e ne prolunga l'azione a causa di un ridotto metabolismo di primo passaggio o una diminuzione della clearance. L'effetto antiipertensivo puo' risultare aumentato. Il consumo di pompelmo/succo di pompelmo dev'essere evitatodurante il trattamento con nifedipina. Non sono stati dimostrati effetti sulla farmacocinetica della nifedipina quando somministrata contemporaneamente a: acido acetilsalicilico, benazepril, doxazosin, orlistat, pantoprazolo, ranitidina, talinololo e triamterene idroclorotiazide. Non sono stati dimostrati effetti clinicamente rilevanti sulla farmacocinetica della nifedipina quando somministrata contemporaneamente adomeprazolo o rosiglitazone. La concomitante somministrazione di nifedipina ed ajmalina non ha effetto sul metabolismo dell'ajmalina. La concomitante somministrazione di nifedipina e debrisochina non ha effettosul metabolismo della debrisochina. La concomitante somministrazione di nifedipina e candesartan cilexetil non ha effetto sulla farmacocinetica dei due farmaci. La concomitante somministrazione di nifedipina eirbesartan non ha effetto sulla farmacocinetica dell'irbesartan. Altre forme di interazione. La valutazione dei valori urinari dell'acido vanilil-mandelico effettuata con il metodo spettrofotometrico, in presenza di nifedipina, puo' evidenziare falsi incrementi dell'acido stesso. Tali valori non vengono, invece, modificati utilizzando il metodo HPLC.
EFFETTI INDESIDERATI
Gli effetti indesiderati della nifedipina sono, in genere, transitorie di lieve entita' e sono da attribuire alla sua azione vasodilatatrice; raramente si rende necessario ricorrere alla sospensione del trattamento o ad un adeguamento posologico. Vengono elencate di seguito le reazioni avverse al farmaco (ADRs) segnalate nel corso degli studi clinici condotti con nifedipina verso placebo, e classificate secondo le categorie di frequenza CIOMS III. Le reazioni avverse classificate come "comuni" sono state osservate con una frequenza inferiore al 3%, conl'eccezione dell'edema (9,9%) e della cefalea (3,9%). Le frequenze delle reazioni avverse segnalate con i prodotti a base di nifedipina sono riassunte di seguito. All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravita'. Le frequenze sono definite come: comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1.000, < 1/100) e raro (>= 1/10.000, < 1/1.000). Le reazioni avverse identificate solo durante la sorveglianza post-marketing e per le quali non e' stato possibile definire la frequenza, sono riportate sotto "Non nota". Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota:Agranulocitosi, leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazione allergica, edema allergico/ angioedema (incluso edema laringeo, potenzialmente pericoloso per la Vita); raro: prurito, orticaria, eruzione cutanea; non nota: Reazione anafilattica/ anafilattoide. Disturbi psichiatrici. Non comune: reazioni ansiose, disturbi del sonno, irritabilità. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non nota: Iperglicemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; Non comune: vertigine, emicrania, capogiro, tremore; raro: Parestesia/ disestesia; non nota: ipoestesia, sonnolenza. Patologie dell'occhio. Non comune: disturbi visivi; non nota: Dolore oculare. Patologie cardiache. Non comune: tachicardia, Palpitazioni; non nota: dolore toracico (angina pectoris). Patologie vascolari. Comune: edema, vasodilatazione (arrossamento, vampate di calore) ; non comune: ipotensione, Sincope. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non Comune: epistassi, congestione nasale; non nota: dispnea, edema Polmonare. Patologie gastrointestinali. Comune: costipazione; Non comune: dolore gastrointestinale e addominale, nausea, Dispepsia, flatulenza, secchezza delle fauci, diarrea; raro: Iperplasia gengivale, disturbi gastroenterici (sensazione di Ingombro gastro-enterico); non nota: vomito, insufficienza Dello sfintere gastroesofageo. Patologie epatobiliari. Non Comune: incremento transitorio degli enzimi epatici; raro: Alterazione degli indici di funzionalità epatica (aumento della Transaminasi, colestasi intraepatica); non nota: ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: Eritema, esantema; non nota: necrolisi epidermica tossica, Reazione fotoallergica, porpora palpabile. Patologie del Sistemamuscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non Comune: crampi muscolari, gonfiore articolare; non nota: Artralgia, mialgia. Patologie renali e urinarie. Non comune: Poliuria, disuria. Patologie dell'apparatoriproduttivo e della Mammella. Non comune: disfunzione erettile. Patologie Sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: sensazione di malessere, astenia (stanchezza); non Comune: dolore aspecifico, brividi. Nei pazienti dializzati con ipertensione maligna ed ipovolemia si puo' verificare una importante caduta dei valori pressori a causa della vasodilatazione periferica. Effetti indesiderati che si possono manifestare in casi sporadici (frequenza d'incidenza <= 0,01%) sono: ginecomastia, eritromelalgia, dermatite esfoliativa.Sono stati, occasionalmente, segnalati anche: anemia, trombocitopenia, epatite, aumento della fosfatasi alcalina o LDH, disturbi della sfera sessuale, pirosi gastrica, crampi intestinali, insonnia, mal di gola, tosse, asma, rigidita' ed infiammazioni articolari, sudorazione, febbre. Altre formulazioni di nifedipina: reazione allergica (reazione anafilattica). Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
La nifedipina e' controindicata in corso di gravidanza. La nifedipinanon deve essere somministrata durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano un trattamento con nifedipina.La nifedipina deve essere riservata solo a donne con grave ipertensione che non rispondono alla terapia standard. Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza. E' stato osservato edema polmonare acuto con la somministrazione di farmaci calcio-antagonisti, tra cui nifedipina, come agenti tocolitici durante la gravidanza, soprattutto in casi di gravidanza multipla (gemellare o plurigemellare), per via endovenosa e/o in associazione a beta-2 agonisti. Le informazioni disponibili sono inadeguate ad escludere effetti avversi del farmaco sul nascituro e sul neonato. Dall'evidenza clinica disponibile non e' stato identificato uno specifico rischio prenatale. Tuttavia, sono stati segnalati aumento dei casi di asfissia perinatale, di parto cesareo cosi' come di prematurita' e di ritardo della crescita intrauterina. Non e' chiaro se queste segnalazioni siano dovute all'ipertensione di base, al suo trattamento o ad uno specifico effetto del farmaco.In studi su animali la nifedipina si e' dimostrata in grado di provocare embriotossicita', fetotossicita' e teratogenicita'. La nifedipina si e' dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto e nel coniglio, comprese le anomalie digitali, malformazioni delle estremita', palatoschisi, schisi sternale, malformazioni costali. Le anomalie digitali e le malformazioni delle estremita' sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino. La somministrazione del principio attivo ha comportato una varieta' di effettitossici a carico dell'embrione, della placenta e del feto come scarsosviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni e deifeti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridottasopravvivenza neonatale (ratto; non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici e fetotossicierano tossici per l'organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori la posologia massima indicata per l'impiego umano. La nifedipina viene escreta nel latte materno. Poiche' non esistono dati sui possibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo l'allattamento dovrebbe essere interrotto. La concentrazione di nifedipina nel latte e' quasi comparabile alla concentrazione sierica della madre. Per leformulazioni a rilascio immediato, si raccomanda di ritardare l'allattamento al seno o l'estrazione del latte da 3 a 4 ore dopo la somministrazione del medicinale per diminuire l'esposizione alla nifedipina del neonato. In singoli casi di fecondazione in vitro i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetutoinsuccesso della fecondazione in vitro , non riconducibili ad altri motivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina dovrebbero essere considerati come possibile causa.
Codice: 033026030
Codice EAN:
- Sistema cardiovascolare
- Calcio-antagonisti
- Calcio-antagonisti selettivi con preval.effetto vascolare
- Derivati diidropiridinici
- Nifedipina
Forma farmaceutica
COMPRESSE RILASCIO PROLUNGATO
Scadenza
36 MESI
Confezionamento
BLISTER