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ACCOFIL 10SIR 48MU 0,5ML+AGO Produttore: ACCORD HEALTHCARE ITALIA SRL

  • FARMACO OSPEDALIERO
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

ACCOFIL 48 MU/0,5 ML SOLUZIONE INIETTABILE O PER INFUSIONE IN SIRINGAPRERIEMPITA

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Immunostimolanti, fattori stimolanti le colonie.

PRINCIPI ATTIVI

Ogni mL di soluzione contiene 96 milioni di unita' (MU) (equivalenti a 960 microgrammi [mcg]) di filgrastim. Ogni siringa preriempita contiene 48 MU (equivalenti a 480 microgrammi difilgrastim) in0,5mL di soluzione iniettabile o per infusione. Filgrastim (fattore ricombinante umano metioninico stimolante le colonie granulocitarie) e' prodotto in Escherichia coli (BL21) con tecnologia del DNA ricombinante. Eccipientecon effetti noti: ogni mL di soluzione contiene 50 mg di sorbitolo (E420). Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Acido acetico glaciale, sodio idrossido, sorbitolo (E420), polisorbato 80, acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Accofil e' indicato per la riduzione della durata della neutropenia edell'incidenza di neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica standard per patologie maligne (con l'eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche) e per la riduzione della durata della neutropenia in pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo e considerati ad alto rischio di neutropenia severa prolungata. La sicurezza el'efficacia di Accofil sono simili negli adulti e nei bambini trattati con chemioterapia citotossica. Accofil e' indicato per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC). Nei pazienti, bambini o adulti, con neutropenia congenita severa, ciclica o idiopatica, con conta assoluta di neutrofili (ANC) di <= 0,5 x 10^9 /L eanamnesi di infezioni severe o ricorrenti, la somministrazione a lungo termine di Accofil e' indicata per incrementare la conta di neutrofili e ridurre l'incidenza e la durata degli eventi correlati alle infezioni. Accofil e' indicato per il trattamento della neutropenia persistente (ANC inferiore o uguale a 1,0 x 10^9 /L) in pazienti con infezione avanzata da virus dell'immunodeficienza umana (HIV), per ridurre il rischio di infezioni batteriche quando altre opzioni per la gestione della neutropenia sono inadeguate.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

POSOLOGIA

La terapia con Accofil deve essere effettuata unicamente in collaborazione con un centro oncologico con esperienza nel trattamento con il fattore stimolante le colonie granulocitarie (G-CSF) e in campo ematologico, e che disponga delle attrezzature diagnostiche necessarie. Le procedure di mobilizzazione e aferesi devono essere effettuate in collaborazione con un centro di oncologia-ematologia con esperienza adeguatanel campo e presso il quale possa essere correttamente effettuato il monitoraggio delle cellule progenitrici emopoietiche. Posologia. Chemioterapia citotossica standard: la dose raccomandata di filgrastim e' 0,5 MU/kg/die (5 microgrammi/kg/die). La prima dose di Accofil non deveessere somministrata prima di 24 ore dopo la chemioterapia citotossica. Negli studi clinici randomizzati e' stata utilizzata una dose sottocutanea di 230 microgrammi/m^2/die (da 4,0 a 8,4 microgrammi/kg/die). La somministrazione giornaliera di filgrastim deve proseguire fino a quando l'atteso nadir dei neutrofili non sia stato superato e la conta dei neutrofili non sia tornata ad un livello normale. Dopo chemioterapia standard per tumori solidi, linfomi e leucemie linfoidi, si prevedeche la durata del trattamento necessario per soddisfare tali criteri ammonti a un massimo di 14 giorni. Dopo terapia di induzione e consolidamento nella leucemia mieloide acuta, la durata del trattamento puo' essere considerevolmente piu' lunga (fino a 38 giorni) in funzione deltipo, della dose e dello schema di chemioterapia citotossica utilizzato. Nei pazienti sottoposti a chemioterapia citotossica si osserva tipicamente un aumento transitorio della conta dei neutrofili 1 - 2 giorni dopo l'inizio della terapia con filgrastim. Tuttavia, per ottenere una risposta terapeutica prolungata, il trattamento con filgrastim non deve essere interrotto fino a quando l'atteso nadir dei neutrofili nonsia stato superato e la conta dei neutrofili non sia tornata ad un livello normale. L'interruzione prematura della terapia con filgrastim prima del raggiungimento dell'atteso nadir dei neutrofili non e' raccomandata. Pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo: la dose iniziale raccomandata di filgrastim e' 1,0 MU/kg/die (10 microgrammi/kg/die). La prima dose di filgrastim deve essere somministrata almeno 24 ore dopo la chemioterapia citotossica ealmeno 24 ore dopo l'infusione di midollo osseo. Una volta superato il nadir dei neutrofili, la dose giornaliera di filgrastim deve essere aumentata gradualmente in base alla risposta dei neutrofili come riportato di seguito. Conta dei neutrofili: > 1,0 x 10^9/l per 3 giorni consecutivi; aggiustamento posologico di filgrastim: ridurre a 0,5 mu (5 mcg)/kg/die. Conta dei neutrofili: quindi, se l'ANC rimane > 1,0 x 10^9/l per altri 3 giorni consecutivi; aggiustamento posologico di filgrastim: sospendere il trattamento con filgrastim. Se l'ANC scende a valori < 1,0 x 10^9/l durante il trattamento, la dose di filgrastim deve essere ripristinata in modo scalare in base alle indicazioni precedenti. ANC = conta assoluta dei neutrofili. Per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC) nei pazienti sottopostia terapia mielosoppressiva o mieloablativa seguita da trapianto di PBPC autologhe: la dose raccomandata di filgrastim per la mobilizzazionedelle PBPC, quando usato da solo, e' di 1,0 MU (10 mcg) /kg/die per 5-7 giorni consecutivi. La tempistica delle leucoaferesi: sono spesso sufficienti 1 o 2 leucoaferesi nei giorni 5 e 6. In altri casi possono essere necessarie ulteriori leucoaferesi. La somministrazione di filgrastim deve proseguire fino all'ultima leucoaferesi. La dose raccomandata di filgrastim per la mobilizzazione delle PBPC dopo chemioterapia mielosoppressiva e' di 0,5 MU (5 mcg)/kg/die, da somministrarsi giornalmente dal primo giorno dopo il completamento della chemioterapia fino a quando l'atteso nadir dei neutrofili sia stato superato e la conta dei neutrofili sia tornata a un livello normale. La leucoaferesi deve essere effettuata nel periodo in cui l'ANC aumenta da < 0,5 x 10^9 /l a> 5,0 x 10^9 /l. Nei pazienti non sottoposti a chemioterapia estensiva, un'unica leucoaferesi e' spesso sufficiente. In altri casi sono raccomandate ulteriori leucoaferesi. Per la mobilizzazione delle PBPC, nei donatori sani prima del trapianto di PBPC allogeniche Per la mobilizzazione delle PBPC nei donatori sani, filgrastim deve essere somministrato a dosi di 1,0 MU (10 mcg)/kg/die per 4 - 5 giorni consecutivi. Laleucoaferesi deve iniziare il giorno 5 e proseguire, se necessario, fino al giorno 6, in modo da ottenere 4 x 10^6 cellule CD34^+ /kg di peso corporeo del ricevente. Pazienti con neutropenia cronica severa (NCS) Neutropenia congenita La dose iniziale raccomandata e' di 1,2 MU (12 mcg)/kg/die in dose singola o suddivisa in piu' dosi. Neutropenia idiopatica o ciclica: la dose iniziale raccomandata e' di 0,5 MU/ (5 mcg)/kg/die in dose singola o suddivisa in piu' dosi. Modifiche della dose: Filgrastim deve essere somministrato giornalmente tramite iniezionesottocutanea fino a quando la conta dei neutrofili abbia raggiunto e possa essere mantenuta a valori superiori a 1,5 x 10^9 /L. Quando la risposta e' stata ottenuta, deve essere determinata la dose minima efficace per mantenere tale livello. Per mantenere una conta dei neutrofili idonea e' necessaria la somministrazione giornaliera a lungo termine. Dopo una o due settimane di terapia, la dose iniziale puo' essere raddoppiata o dimezzata a seconda della risposta del paziente. Successivamente, la dose puo' essere adattata individualmente ogni 1 - 2 settimane per mantenere una conta dei neutrofili media compresa tra 1,5 x 10^9 /l e 10 x 10^9 /l. Nei pazienti con infezioni severe puo' essere preso in considerazione uno schema piu' rapido di incremento progressivodella dose. Negli studi clinici, il 97% dei pazienti responsivi ha ottenuto una risposta completa a dosi <= 24 mcg/kg/die. La sicurezza a lungo termine per la somministrazione di filgrastim a dosi superiori a 24 mcg/kg/die) in pazienti con NCS non e' stata stabilita. Pazienti con infezione da HIV. Recupero della neutropenia: la dose iniziale raccomandata di filgrastim e' 0,1 MU (1 mcg/kg/die con aumenti graduali fino a un massimo di 0,4 MU (4 mcg) /kg/die fino al raggiungimento e al mantenimento di una conta dei neutrofili normale (ANC > 2,0 x 10^9 /L).Negli studi clinici, piu' del 90% dei pazienti ha risposto a queste dosi, ottenendo il recupero della neutropenia in un periodo mediano di 2 giorni. In un piccolo numero di pazienti (<10%), sono state richieste dosi fino a 1,0 MU (10 mcg)/kg/die per ottenere il recupero della neutropenia.

CONSERVAZIONE

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Non congelare. Unasingola esposizione accidentale a temperatura di congelamento non ha effetti negativi sulla stabilita' di Accofil. Se l'esposizione ha avuto una durata superiore a 48 ore o se e' stato congelato ripetutamente,Accofil NON deve essere usato. Entro il periodo di validita' e per l'impiego ambulatoriale, il paziente puo' togliere il medicinale dal frigorifero e conservarlo a temperatura ambiente (non al di sopra di 25 gradi C) per un singolo periodo fino a 15 giorni. Al termine di questo periodo, il medicinale non deve essere rimesso in frigorifero e deve essere eliminato. Tenere la siringa nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce. La stabilita' chimica e fisica durante l'uso della soluzione per infusione diluita e' stata dimostrata per 30ore a 25 gradi C +/- 2 gradi C. Dal punto di vista microbiologico, ilmedicinale deve essere usato immediatamente. Se non viene usato immediatamente, l'utilizzatore e' responsabile della durata e delle condizioni di conservazione prima dell'uso; il medicinale puo' essere conservato per un massimo di 30 ore a 25 gradi C +/- 2 gradi C, a meno che ladiluizione non sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e validate.

AVVERTENZE

Tracciabilita': al fine di migliorare la tracciabilita' dei fattori stimolanti le colonie di granulociti (G-CSFs), il nome commerciale del prodotto somministrato deve essere chiaramente registrato nel fascicolo del paziente. Avvertenze speciali e precauzioni per tutte le indicazioni: Filgrastim non deve essere utilizzato per aumentare la dose della chemioterapia citotossica oltre i regimi posologici standard. Filgrastim non deve essere somministrato a pazienti affetti da neutropenia congenita severa che sviluppano leucemia o che presentano evidenza di evoluzione leucemica. Ipersensibilita': nei pazienti trattati con filgrastim e' stata osservata ipersensibilita', tra cui le reazioni anafilattiche, che si verifica durante la terapia iniziale o successiva. La terapia con filgrastim deve essere interrotta permanentemente nei pazienti che mostrano un'ipersensibilita' clinicamente significativa. Filgrastim non deve essere somministrato ai pazienti con anamnesi di ipersensibilita' a filgrastim o pegfilgrastim. Immunogenicita': come per tutte le proteine terapeutiche, sussiste un potenziale di immunogenicita'. I tassi di generazione di anticorpi a filgrastim sono generalmente bassi. Gli anticorpi leganti si sviluppano come per tutti i farmaci biologici; tuttavia al momento non sono stati associati alla neutralizzazione dell'azione. Precauzioni particolari nei pazienti con leucemia mieloide acuta (LMA) Proliferazione di cellule maligne Il G-CSF puo' favorire la proliferazione di cellule mieloidi in vitro ed effetti similipossono essere osservati anche su alcune cellule non mieloidi in vitro. Sindrome mielodisplastica o leucemia mieloide cronica: la sicurezzae l'efficacia della somministrazione di filgrastim in pazienti con sindrome mielodisplastica o leucemia mielogena cronica non sono state stabilite. Pertanto, l'uso di filgrastim non e' indicato in tali situazioni. Particolare attenzione deve essere posta nella diagnosi differenziale tra trasformazione blastica nella leucemia mieloide cronica e leucemia mieloide acuta. Leucemia mieloide acuta: a causa dei dati limitati di sicurezza ed efficacia nei pazienti con LMA secondaria, filgrastim deve essere somministrato con cautela. La sicurezza e l'efficacia della somministrazione di filgrastim in pazienti di eta' < 55 anni con LMA primaria e citogenetica favorevole [t (8; 21), t(15; 17) e inv(16)] non sono state stabilite. Altre precauzioni particolari. Osteoporosi: il monitoraggio della densita' ossea puo' essere indicato nei pazienti con sottostante malattia osteoporotica sottoposti a terapia continua con filgrastim per piu' di 6 mesi. Reazioni avverse polmonari: in seguito alla somministrazione di G-CSF sono state descritte reazioni avverse polmonari, in particolare polmonite interstiziale. I pazienti conanamnesi recente di infiltrati polmonari o polmonite possono essere maggiormente a rischio. La comparsa di segni polmonari come tosse, febbre e dispnea in associazione a segni radiologici di infiltrati polmonari e deterioramento della funzionalita' polmonare possono essere segnipreliminari della sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS). In questi casi, la somministrazione di filgrastim deve essere interrotta e deve essere avviato un trattamento adeguato. Sindrome da aumentata permeabilita' capillare: dopo somministrazione del G-CSF e' statariscontrata sindrome da aumentata permeabilita' capillare (CLS), caratterizzata da ipotensione, ipoalbuminemia, edema e emoconcentrazione. I pazienti che sviluppano i sintomi della sindrome da aumentata permeabilita' capillare devono essere strettamente monitorati e ricevere il trattamento sintomatico standard, che puo' comprendere la necessita' di terapia intensiva (vedere paragrafo 4.8). Glomerulonefrite: nei pazienti che ricevono filgrastim o pegfilgrastim sono stati segnalati casidi glomerulonefrite. In genere, gli eventi glomerulonefritici si sonorisolti dopo la riduzione della dose o la sospensione di filgrastim opegfilgrastim. Si raccomanda il monitoraggio tramite analisi delle urine. Precauzioni particolari nei pazienti oncologici. Splenomegalia e rottura splenica: in seguito alla somministrazione di filgrastim sono stati riportati dei casi di splenomegalia e rottura splenica con poca frequenza. Alcuni casi di rottura di milza hanno avuto esito letale. La diagnosi di ingrossamento o rottura della milza deve essere presa inconsiderazione nei pazienti trattati con filgrastim che presentano undolore al quadrante addominale superiore sinistro o all'apice della spalla. Si e' osservato il rallentamento o l'arresto dell'ingrossamentodella milza nei pazienti con neutropenia cronica grave legato alla riduzione della dose di filgrastim, mentre nel 3% dei pazienti e' stata necessaria una splenectomia. Leucocitosi: in meno del 5% dei pazienti trattati con filgrastim a dosi superiori a 0,3 MUI/kg/die (3 microgrammi/kg/die) e' stata osservata una conta leucocitaria pari o superiore a 100 x 10^9 /L. Non sono stati segnalati effetti indesiderati direttamente attribuibili a tale grado di leucocitosi. Tuttavia, in considerazione dei potenziali rischi associati a una leucocitosi severa, la conta leucocitaria deve essere determinata durante la terapia con filgrastim a intervalli regolari. Il trattamento con filgrastim deve essere interrotto immediatamente se la conta leucocitaria supera 50 x 10^9 /L dopo il nadir atteso. Tuttavia, durante il periodo di somministrazionedi filgrastim per la mobilizzazione delle PBPC, il trattamento deve essere interrotto o la dose deve essere ridotta se la conta leucocitaria supera 70 x 10^9 /L. Rischi associati alla chemioterapia ad alte dosi: occorre prestare particolare attenzione nel trattamento dei pazienti con chemioterapia ad alte dosi perche' un miglioramento della risposta tumorale non e' stato dimostrato e perche' la somministrazione di chemioterapici ad alte dosi puo' aumentare gli effetti tossici, comprendenti effetti cardiaci, polmonari, neurologici e dermatologici (fare riferimento alle informazioni prescrittive degli agenti chemioterapici specifici utilizzati). Effetto della chemioterapia su eritrociti e trombociti: il trattamento con solo filgrastim non impedisce la comparsa di trombocitopenia e anemia dovute alla chemioterapia mielosoppressiva. A causa della possibilita' di ricevere dosi piu' alte di chemioterapia (ad es. dosi piene secondo lo schema posologico previsto), il paziente puo' essere esposto a un rischio maggiore di trombocitopenia e anemia. Si raccomandano pertanto controlli regolari della conta piastrinica e dell'ematocrito. Occorre prestare particolare attenzione durante la somministrazione, sia in monoterapia sia in associazione, di agentichemioterapici che notoriamente inducono trombocitopenia severa.

INTERAZIONI

La sicurezza e l'efficacia di filgrastim somministrato lo stesso giorno della chemioterapia citotossica mielosoppressiva non sono state stabilite in modo definitivo. Dal momento che le cellule mieloidi in rapida divisione sono sensibili alla chemioterapia citotossica mielosoppressiva, l'uso di filgrastim non e' raccomandato nel periodo compreso tre le 24 ore precedenti e le 24 ore successive alla chemioterapia. Datipreliminari ottenuti in un piccolo numero di pazienti trattati congiuntamente con filgrastim e 5-fluorouracile indicano che la neutropenia puo' peggiorare. Le possibili interazioni con altri fattori di crescita emopoietici e citochine non sono ancora state analizzate in studi clinici. Poiche' il litio favorisce il rilascio dei neutrofili, e' probabile che potenzi l'effetto di filgrastim. Sebbene questa interazione non sia stata studiata formalmente, non vi e' alcuna evidenza che sia nociva.

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza. Le reazioni avverse piu' gravi dovute al trattamento con filgrastim comprendono: reazione anafilattica,reazioni avverse polmonari gravi (tra cui polmonite interstiziale e ARDS), sindrome da perdita capillare, splenomegalia grave/ rottura splenica, trasformazione in sindrome mielodisplastica o leucemia nei pazienti con NCS, GvHD nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di midollo osseo o trapianto autologo di cellule progenitrici ematiche periferiche e crisi falciformi nei pazienti affetti da anemia a cellule falciformi. Le reazioni avverse piu' comuni sono piressia, dolore muscoloscheletrico (che comprende dolore osseo, dolore dorsale, artralgia, mialgia, dolore agli arti, dolore muscoloscheletrico, dolore toracico muscoloscheletrico, cervicalgia), anemia, vomito e nausea. Negli studi clinici, il dolore muscoloscheletrico dei pazienti oncologici era lieve o moderato nel 10% e grave nel 3% dei pazienti. Elenco delle reazioni avverse: i dati riportati negli elenchi seguenti descrivono le reazioni avverse riportate negli studi clinici e segnalazioni spontanee. All'interno di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravita'. La valutazione degli effetti indesiderati si basa sui seguenti dati di frequenza: molto comune: >= 1/10, comune: >= 1/100, <1/10, non comune: >= 1/1.000, <1/100, raro:>= 1/10.000, <1/1.000, molto raro: <1/10.000, non nota: non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili. Infezioni ed infestazioni. Comune: sepsi, bronchiti, infezione del tratto respiratorio superiore, infezione del tratto urinario. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: trombocitopenia, anemia^e; comune: splenomegalia^a, calo dell'emoglobina^e; non comune: leucocitosi^a; raro: rottura splenica^a, anemia falciforme con crisi. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: malattia del trapianto verso l'ospite^b, ipersensibilità afarmaci^a, ipersensibilità; raro: reazione anafilattica. Disturbi delmetabolismo e della nutrizione. Comune: riduzione dell'appetito^e, aumento della lattato deidrogenasi nel sangue; non comune: iperuricemia,aumento dell'acido urico nel sangue; raro: ipoglicemia, pseudogotta^a(condrocalcinosi da cristalli di pirofosfato), disturbi del volume idrico. Disturbi psichiatrici. Comune: insonnia. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea^a; comune: vertigini, ipoestesia, parestesia. Patologie vascolari. Comune: ipotensione, ipertensione; non comune: malattia veno-occlusiva^d; raro: sindrome da aumentata permeabilità capillare^a, aortite. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: emottisi, dispnea, tosse^a, dolore orofaringeo^a,e, epistassi; non comune: sindrome da distress respiratorio acuto^a, insufficienza respiratoria^a, edema polmonare^a, pneumopatia interstiziale^a, infiltrazione polmonare^a, emorragia polmonare, ipossia. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea^a,e, vomito^a,e, nausea^a; comune: stitichezza^e, dolore orale. Patologie epatobiliari. Comune: aumentodella fosfatasi alcalina nel sangue, epatomegalia; non comune: aumento della gammaglutamil transferasi, aumento dell'aspartato amminotransferasi. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: alopecia^a; comune: eruzione cutanea^a, eritema; non comune: rash maculopapulare; raro: sindrome di sweet (dermatosi acuta febbrile neutrofilia), vasculite cutanea^a. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: dolore muscoloscheletrico^c; comune: spasmi muscolari; non comune: osteoporosi; raro: diminuzione della densità ossea, peggioramento dell'artrite reumatoide. Patologie renali e urinarie. Comune: disuria, ematuria; non comune: proteinuria; raro: anomalia delle urine, glomerulonefrite. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: affaticamento^a, infiammazione della mucosa^a, piressia; comune: dolore toracico^a, astenia^a, dolore^a, malessere^e, edema periferico^e; non comune:reazione nel sito di iniezione. Traumatismo avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: reazioni trasfusionali^e. ^a Vedere paragrafo 4.8, Descrizione delle reazioni avverse selezionate. ^b Nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di midollo osseo sono stati descritti casi di GvHD e decessi (vedere paragrafo 4.8, Descrizione delle reazioni avverse selezionate). ^c Comprende dolore osseo, dorsalgia, artralgia, mialgia, dolore alle estremita', dolore muscoloscheletrico, dolore muscoloscheletrico toracico, cervicalgia. ^d Sono stati osservaticasi nell'esperienza post-marketing con filgrastim in pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo o mobilizzazione delle PBPC. ^e Eventi avversi con maggiore incidenza nei pazienti trattati con filgrastimrispetto a quelli trattati con placebo e associati a postumi di tumore maligno e chemioterapia citotossica Descrizione di reazioni avverse selezionate GvHD: nei pazienti trattati con G-CSF dopo trapianto allogenico di midollo osseo sono stati descritti casi di GvHD) e decessi (vedere paragrafi 4.4 e 5.1). Sindrome da aumentata permeabilita': nellafase post-marketing sono stati riscontrati casi di sindrome da aumentata permeabilita' capillare associate all'uso di G-CSF. Tali casi si sono verificati generalmente in pazienti affetti da patologie maligne avanzate, sepsi, trattati con piu' farmaci chemioterapici oppure sottoposti ad aferesi (vedere paragrafo 4.4). Negli studi clinici randomizzati, controllati con placebo, filgrastim non ha aumentato l'incidenza degli effetti indesiderati associati alla chemioterapia citotossica. Inquesti studi clinici, gli effetti indesiderati riportati con uguale frequenza nei pazienti con tumore trattati con filgrastim / chemioterapia e placebo / chemioterapia comprendono nausea e vomito, alopecia, diarrea, astenia, anoressia, mucositi, cefalea, tosse, rash cutaneo, dolore toracico, debolezza generalizzata, mal di gola, stipsi e dolore. Nel periodo post-marketing e' stata riportata vasculite cutanea in pazienti trattati con filgrastim. Il meccanismo della vasculite nei pazienti trattati con filgrastim e' sconosciuto. La frequenza derivata dai dati degli studi clinici e' stimata come non comune. Sindrome di Sweet Casi di sindrome di Sweet (dermatosi febbrile acuta) sono stati riportati nel post-marketing. La frequenza derivata dai dati degli studi clinici e' stimata come non comune. Eventi avversi polmonari: negli studiclinici e nell'esperienza post-marketing sono stati segnalati eventi avversi polmonari tra cui la malattia polmonare interstiziale, edema polmonare e l'infiltrazione polmonare, in alcuni casi, con esiti di insufficienza respiratoria o sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4).

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: i dati relativi all'uso di filgrastim in donne in gravidanza non ci sonoo sono in numero limitato. Gli studi condotti sugli animali hanno mostrato la tossicita' riproduttiva. Nei conigli si e' osservata una maggiore incidenza di perdite degli embrioni ad elevata esposizione clinica e in presenza di tossicita' materna (vedere paragrafo 5.3). Nella letteratura sono descritti casi nei quali e' stata dimostrata la diffusione placentare di filgrastim nelle donne in gravidanza. L'uso di filgrastim durante la gravidanza non e' raccomandato. Allattamento: non e' noto se filgrastim o i suoi metaboliti vengano escreti nel latte umano. Il rischio nel lattante non puo' essere escluso. Si dovra' decidere se interrompere l'allattamento o interrompere/astenersi dalla terapia con filgrastim, tenendo in considerazione il vantaggio dell'allattamento per il bambino e della terapia per la madre. Fertilita': Filgrastim non ha limitato la prestazione riproduttiva o la fertilita' nei ratti di entrambi i sessi (vedere paragrafo 5.3).

Codice: 043615160
Codice EAN:

Codice ATC: L03AA02
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Immunostimolanti
  • Fattori di stimolazione delle colonie
  • Filgrastim
Temperatura di conservazione: da +2 a +8 gradi, al riparo dalla luce, non congelare
Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: SIRINGA

SOLUZIONE INIETTABILE

36 MESI

SIRINGA