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ACIDO IBANDR ACC 1FL 2MG 2ML Produttore: ACCORD HEALTHCARE ITALIA SRL

  • FARMACO DI CLASSE C
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

ACIDO IBANDRONICO ACCORD CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Medicinali per il trattamento delle patologie ossee, bifosfonati.

PRINCIPI ATTIVI

Un flaconcino da 2 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 2 mg di acido ibandronico (come sodio monoidrato). Un flaconcino da 6 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 6 mg di acido ibandronico (come sodio monoidrato). Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Sodio cloruro, sodio acetato triidrato, acido acetico glaciale, acquaper preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

L'acido ibandronico e' indicato negli adulti per: prevenzione degli eventi scheletrici (fratture patologiche, complicanze ossee che richiedono l'uso della radioterapia o della chirurgia) in pazienti affette datumore della mammella e metastasi ossee; trattamento dell'ipercalcemia indotta da tumori con o senza metastasi.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; ipocalcemia.

POSOLOGIA

I pazienti trattati con acido ibandronico devono ricevere il foglietto illustrativo e la scheda promemoria del paziente. La terapia con l'acido ibandronico deve essere iniziata solamente da medici esperti nel trattamento dei tumori. Posologia. Prevenzione degli eventi scheletrici in pazienti affette da cancro alla mammella e metastasi ossee: il dosaggio raccomandato per la prevenzione degli eventi scheletrici in pazienti affette da cancro alla mammella e metastasi ossee e' di 6 mg periniezione endovenosa somministrati ogni 3-4 settimane. La dose deve essere infusa nell'arco di almeno 15 minuti. Un tempo di infusione inferiore (ad es. 15 minuti) deve essere utilizzato solamente in pazienti con una funzionalita' renale normale o con insufficienza renale lieve.Non vi sono dati disponibili che sostengano l'utilizzo di un tempo diinfusione inferiore nei pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 50 ml/min. I medici devono consultare il paragrafo "Pazienti con insufficienza renale" di seguito per le raccomandazioni relativeal dosaggio e alla somministrazione del farmaco in questa popolazionedi pazienti. Trattamento dell'ipercalcemia indotta da tumori: prima del trattamento con l'acido ibandronico il paziente deve essere adeguatamente reidratato con una soluzione 9 mg/ml di cloruro di sodio (0,9%). Vanno considerati sia la gravita' dell'ipercalcemia sia il tipo di tumore. In generale, pazienti con metastasi osteolitiche richiedono dosi inferiori rispetto ai pazienti con ipercalcemia di tipo umorale. Nella maggior parte dei pazienti con ipercalcemia severa (calcemia corretta per i valori di albumina* >=3 mmol/l o >=12 mg/dl), 4 mg costituiscono una dose singola adeguata. Nei pazienti con moderata ipercalcemia (calcemia corretta per i valori di albumina <3 mmol/l o <12 mg/dl), 2 mg costituiscono un dosaggio efficace. La piu' alta dose usata negli studi clinici e' stata di 6 mg, ma questo dosaggio non determina un ulteriore beneficio in termini di efficacia. * Si noti che le concentrazioni di calcio plasmatiche corrette per i valori di albumina sono calcolate come segue. Calcemia [mmol/l] corretta per i valori di albumina =calcemia [mmol/l] - [0,02 x valori di albumina (g/l)] + 0,8; oppure, calcemia [mg/dl] corretta per i valori di albumina = calcemia [mg/dl] + 0,8 x [4 - valori di albumina (g/dl)]. Per convertire i valori di calcemia corretta per i valori di albumina da mmol/l a mg/dl, moltiplicare per 4. Nella maggior parte dei casi un'aumentata calcemia puo' venire riportata a valori normali entro 7 giorni. Il tempo mediano della ricaduta (reincremento della calcemia corretta per i valori di albuminaa livelli superiori a 3 mmol/l) e' stato di 18-19 giorni per le dosi di 2 mg e 4 mg. Per la dose di 6 mg il tempo mediano della ricaduta e'stato di 26 giorni. Un numero limitato di pazienti (50 pazienti) ha ricevuto una seconda infusione per il ripresentarsi dell'ipercalcemia. Sono possibili trattamenti ripetuti in caso di ipercalcemia ricorrenteo per insufficiente efficacia. Acido Ibandronico concentrato per soluzione per infusione deve essere somministrato come infusione endovenosa nell'arco di 2 ore. Popolazioni speciali. Pazienti con insufficienzaepatica: non e' richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2). Pazienti con insufficienza renale: nelle pazienti con insufficienza renale lieve (CLcr >=50 e <80 ml/min) non e' necessario alcun aggiustamento della dose. Nelle pazienti con insufficienza renale moderata (CLcr >=30 e <50 ml/min) o insufficienza renale severa (CLcr <30 ml/min) che sono in trattamento per la prevenzione degli eventi scheletrici conseguenti a carcinoma mammario e malattia ossea metastatica,devono essere seguite le seguenti raccomandazioni per il dosaggio (vedere paragrafo 5.2). Clearance della creatinina: >= 50 clcr < 80 ml/min. Dosaggio: 6 mg (6 ml di concentrato per soluzione per infusione). Volume di infusione ^1 e tempo ^2: 100 ml oltre 15 minuti. Clearance della creatinina: >= 30 clcr < 50 ml/min. Dosaggio: 4 mg (4 ml di concentrato per soluzione per infusione). Volume di infusione ^1 e tempo ^2:500 ml oltre 1 ora. Clearance della creatinina: < 30 ml/min. Dosaggio: 2 mg (2 ml di concentrato per soluzione per infusione). Volume di infusione ^1 e tempo ^2: 500 ml oltre 1 ora. ^1 Soluzione allo 0,9% di cloruro di sodio o soluzione al 5% di glucosio. ^2 Somministrazione ogni 3-4 settimane. Il tempo di infusione di 15 minuti non e' stato studiato in pazienti affette da tumore con una clearance della creatinina (CLCr) inferiore a 50 ml/min. Popolazione anziana (> 65 anni): non e' richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2). Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia di dell'acido ibandroniconei bambini e negli adolescenti di eta' inferiore ai 18 anni non sonostate stabilite. Non sono disponibili dati (vedere paragrafo 5.1 e paragrafo 5.2). Modo di somministrazione: per somministrazione endovenosa. Il contenuto del flaconcino deve essere utilizzato come segue: prevenzione degli eventi scheletrici - aggiunto a 100 ml di soluzione isotonica di cloruro di sodio o 100 ml di soluzione di destrosio al 5% e infuso nell'arco di almeno 15 minuti. Vedere anche la sezione sopra indicata relativa a pazienti con insufficienza renale; trattamento di ipercalcemia indotta da tumore - aggiunto a 500 ml di soluzione isotonicadi cloruro di sodio o 500 ml di soluzione di destrosio al 5% e infusonell'arco di 2 ore. Solo per dose singola. La soluzione deve essere usata solo se si presenta limpida e priva di particelle. Acido Ibandronico concentrato per soluzione per infusione deve essere somministrato come infusione endovenosa. Occorre assicurarsi di non somministrare Acido Ibandronico concentrato per soluzione per infusione per via endoarteriosa o paravenosa, poiche' tale eventualita' potrebbe determinare danni tissutali.

CONSERVAZIONE

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione. Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.

AVVERTENZE

Pazienti con disturbi del metabolismo osseo e minerale: l'ipocalcemiae gli altri disturbi del metabolismo osseo e minerale devono essere trattati efficacemente prima di iniziare la terapia con l'acido ibandronico per la malattia metastatica ossea. E' importante un'adeguata assunzione di calcio e vitamina D in tutti i pazienti. I pazienti devono ricevere un supplemento di calcio e/o vitamina D se l'assunzione con gli alimenti e' inadeguata. Reazione anafilattica/shock: casi di reazione anafilattica/shock, inclusi eventi fatali, si sono manifestati in pazienti trattati con acido ibandronico via endovena. Un adeguato supporto medico e misure di controllo devono essere prontamente disponibili quando l'iniezione di acido ibandronico viene effettuata per via endovenosa. Nel caso si verificassero reazioni anafilattiche o altre gravi reazioni di ipersensibilita'/allergiche, interrompere immediatamente l'iniezione e avviare un trattamento appropriato. Osteonecrosi della mandibola: l'osteonecrosi della mandibola (ONJ) e' stata segnalata moltoraramente in seguito all'immissione in commercio in pazienti trattaticon acido ibandronico per indicazioni oncologiche (vedere paragrafo 4.8). L'inizio del trattamento o di un nuovo ciclo di trattamento dovrebbe essere posticipato in pazienti con lesioni aperte non guarite del tessuto molle all'interno della bocca. Si raccomanda una visita odontoiatrica con una profilassi dentale e una valutazione individuale del rapporto beneficio/rischio prima del trattamento con acido ibandronico in pazienti con concomitanti fattori di rischio. I seguenti fattori dirischio devono essere considerati quando si valuta il rischio di un paziente di sviluppare ONJ: potenza del medicinale che inibisce il riassorbimento osseo (rischio piu' elevato per composti altamente potenti), via di somministrazione (rischio piu' elevato con la somministrazione per via parenterale) e dose cumulativa della terapia del riassorbimento osseo; tumore, comorbidita' (ad es. anemia, coagulopatie, infezione), fumo; terapie concomitanti: corticosteroidi, chemioterapia, inibitori dell'angiogenesi, radioterapia della regione testa-collo; scarsa igiene orale, malattia parodontale, protesi dentarie non inserite correttamente, anamnesi di affezioni dentali, procedure odontoiatriche invasive, p.es. estrazioni dentarie. Durante il trattamento con acido ibandronico, tutti i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a mantenere una buona igiene orale, sottoporsi a controlli odontoiatrici periodici,e segnalare immediatamente qualsiasi sintomo riscontrato a livello orale come mobilita' dentale, dolore o gonfiore, oppure la mancata guarigione di piaghe o la presenza di secrezioni. Durante il trattamento, le procedure odontoiatriche invasive dovrebbero essere eseguite soltanto dopo un'attenta valutazione e devono essere evitate in prossimita' della somministrazione di acido ibandronico. Il programma di gestione dei pazienti che sviluppano ONJ dovrebbe essere definito in stretta collaborazione tra il medico curante e un dentista o un chirurgo maxillo-facciale con esperienza nel trattamento dell'ONJ. La sospensione temporanea del trattamento con acido ibandronico dovrebbe essere valutata fino alla risoluzione della malattia e, ove possibile, alla mitigazionedei fattori di rischio che hanno contribuito al suo insorgere. Osteonecrosi del canale uditivo esterno: l'osteonecrosi del canale uditivo esterno e' stata segnalata in concomitanza con l'uso di bifosfonati, principalmente in associazione a terapie di lungo termine. I possibili fattori di rischio dell'osteonecrosi del canale uditivo esterno includono l'uso di steroidi e la chemioterapia e/o fattori di rischio locali quali infezioni o traumi. La possibilita' di osteonecrosi del canale uditivo esterno dovrebbe essere valutata nei pazienti trattati con bifosfonati che presentano sintomi a carico dell'orecchio, tra cui infezioni croniche all'orecchio. Fratture atipiche del femore: sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l'osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possonoverificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all'inguine, spesso associatoa evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. E' stata riportata anche unalimitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l'interruzione della terapia con bisfosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale. Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all'anca o all'inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un'incompleta frattura del femore. Pazienti con insufficienza renale: gli studi clinici non hanno dimostrato evidenze di deterioramento della funzionalita' renale durante la terapia a lungo termine con l'acido ibandronico. Tuttavia, in accordo con la valutazione clinica delsingolo paziente, si raccomanda che la funzionalita' renale e i livelli sierici di calcio, fosfato e magnesio siano controllati nei pazienti trattati con l'acido ibandronico (vedere paragrafo 4.2). Pazienti con insufficienza epatica: poiche' non sono disponibili dati clinici, non possono essere raccomandate le dosi per pazienti con insufficienza epatica severa (vedere paragrafo 4.2). Pazienti con insufficienza cardiaca: l'iperidratazione va evitata nei pazienti a rischio di insufficienza cardiaca. Pazienti con accertata ipersensibilita' ad altri bisfosfonati: essere prudenti con quei pazienti con nota ipersensibilita' ad altri bifosfonati. Eccipienti con effetto noto: questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per flaconcino, cioe' e' praticamente 'senza sodio'.

INTERAZIONI

Le interazioni metaboliche non sono considerate probabili in quanto l'acido ibandronico non inibisce i principali isoenzimi epatici del citocromo P450 umano ed e' stato dimostrato che non induce il sistema epatico del citocromo P450 nel ratto (vedere paragrafo 5.2). L'acido ibandronico e' eliminato solamente per secrezione renale e non soggiace adalcuna biotrasformazione. E' necessario essere prudenti quando si somministrano bifosfonati assieme ad aminoglicosidi perche' ambedue le sostanze possono abbassare la calcemia per periodi di tempo prolungati. Bisogna anche tenere conto di un'eventuale contemporanea ipomagnesemia.

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza: le reazioni avverse segnalate di maggiore gravita' sono state reazione anafilattica/shock, fratture atipiche del femore, osteonecrosi della mandibola e infiammazione oculare(vedere paragrafo "Descrizione di alcune reazioni avverse" e paragrafo 4.4). Il trattamento dell'ipercalcemia indotta da tumore e' piu' frequentemente associato ad un aumento della temperatura corporea. Meno frequentemente, si segnala una diminuzione dei livelli sierici di calcio al di sotto dei valori di normalita' (ipocalcemia). Nella maggior parte dei casi non e' necessario alcun trattamento specifico e i sintomiscompaiono dopo un paio di ore/giorni. Nella prevenzione degli eventischeletrici in pazienti con carcinoma mammario e metastasi ossee, il trattamento e' piu' frequentemente associato ad astenia seguita da un aumento della temperatura corporea e mal di testa. Elenco delle reazioni avverse. Di seguito sono elencate le reazioni avverse riportate da studi principali di fase III (trattamento dell'ipercalcemia indotta datumore: 311 pazienti trattati con 2 mg o 4 mg di acido ibandronico; prevenzione di eventi scheletrici in pazienti con carcinoma mammario e metastasi ossee: 152 pazienti trattati con 6 mg di acido ibandronico) e dall'esperienza successiva alla commercializzazione. Le reazioni avverse sono elencate secondo la classificazione per sistemi e organi e la categoria di frequenza stabilite da MedDRA. Le categorie di frequenza sono definite mediante la seguente convenzione: molto comune (>1/10); comune (>=1/100, <1/10); non comune (>=1/1.000, <1/100); raro (>=1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di ciascun gruppo di frequenza le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravita'. Reazioni avverse verificatesi in pazienti trattati con acido ibandronico somministrato per via endovenosa. Infezioni e infestazioni. Comune: infezioni; non comune: cistite, vaginite,candidiasi orale. Tumori benigni, maligni e non specificati. Non comune: neoplasia benigna della cute. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: anemia, discrasia ematica. Patologie del sistema immunitario. Molto raro: ipersensibilita' ^+, broncospasmo ^+, angioedema ^+, reazione anafilattica / shock ^+**; non nota: esacerbazione dell'asma ^+. Patologie endocrine. Comune: disturbi delle paratiroidi. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: ipocalcemia**; non comune: ipofosfatemia. Disturbi psichiatrici. Non comune: disturbi del sonno, ansia, labilita' affettiva. Patologie del sistema nervoso. Comune:cefalea, vertigini, disgeusia (alterazione del gusto); non comune: disturbi cerebrovascolari, lesione delle radici nervose, amnesia, emicrania, nevralgia, ipertonia, iperestesie, parestesie periorali, parosmia. Patologie dell'occhio. Comune: cataratta; raro: infiammazione oculare^+**. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comune: sordita'. Patologie cardiache. Comune: blocco di branca; non comune: ischemia del miocardio, disturbi cardiovascolari, palpitazioni. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: faringite; non comune: edemapolmonare, stridore. Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, vomito, dispepsia, dolore gastrointestinale, disordini dentari; non comune: gastroenterite, gastrite, ulcerazioni del cavo orale, disfagia, cheilite. Patologie epatobiliari. Non comune: colelitiasi. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: disturbi cutanei, ecchimosi; non comune: eruzione cutanea, alopecia; molto raro: sindrome di Stevens-Johnson ^+, eritema multiforme ^+, dermatite bollosa ^+. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: osteoartrite, mialgia, artralgia, disturbi articolari, dolore osseo; raro: fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie femorali ^+; moltoraro: osteonecrosi della mandibola ^+**, osteonecrosi del canale uditivo esterno (reazione avversa alla classe dei bifosfonati) ^+. Patologie renali e urinarie. Non comune: ritenzione urinaria, cisti renale. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: dolore pelvico. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: piressia, sindrome simil-influenzale**, edemi periferici, astenia, sete; non comune: ipotermia. Esami diagnostici. Comune: aumento delle gamma-GT, aumento della creatinina; non comune: aumento delle fosfatasi alcaline plasmatiche, riduzione del peso corporeo. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Non comune: trauma, dolore al sito di iniezione. ** Vedere le ulteriori informazioni sotto riportate. ^+ Identificato nell'esperienza successiva allacommercializzazione. Descrizione di alcune reazioni avverse. Ipocalcemia: una diminuzione dell'escrezione renale del calcio puo' essere accompagnata da una riduzione dei livelli sierici del fosfato che, comunque, non richiede interventi terapeutici. I livelli sierici di calcio possono scendere a valori di ipocalcemia. Malattia simil-influenzale: si e' verificata una malattia simil-influenzale con febbre, brividi, dolori ossei e/o muscolari. Nella maggior parte dei casi non e' stato necessario alcun trattamento specifico e i sintomi sono scomparsi dopo un paio di ore/giorni. Osteonecrosi della mandibola: casi di osteonecrosi della mandibola sono stati segnalati principalmente in pazienti contumore trattati con medicinali che inibiscono il riassorbimento osseo, quali l'acido ibandronico (vedere paragrafo 4.4.). Casi di ONJ si sono manifestati successivamente all'immissione in commercio dell'acido ibandronico. Infiammazione oculare: con l'utilizzo dell'acido ibandronico sono stati riportati eventi infiammatori oculari come uveiti, episcleriti e scleriti. In alcuni casi, questi eventi non si sono risolti fino alla sospensione della terapia con acido ibandronico. Reazione anafilattica/shock: casi di reazione anafilattica/shock, inclusi eventi fatali, si sono manifestati in pazienti trattati con acido ibandronicoad uso endovenoso. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: non vi sono dati sufficienti sull'uso di acido ibandronico nelle donne in gravidanza. Studi condotti nei ratti hanno dimostratouna tossicita' riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l'uomo e' sconosciuto. Di conseguenza, l'acido ibandronico non deve essere somministrato durante la gravidanza. Allattamento: non e' noto se l'acido ibandronico venga escreto nel latte materno. Studi condotti nei ratti in fase di allattamento hanno dimostrato la presenzadi bassi livelli di acido ibandronico nel latte dopo somministrazioneendovenosa. L'acido ibandronico non deve essere usato durante l'allattamento. Fertilita': non vi sono dati sugli effetti dell'acido ibandronico nell'uomo. Negli studi di riproduzione condotti nei ratti utilizzando la somministrazione orale, l'acido ibandronico ha ridotto la fertilita'. Negli studi condotti nei ratti utilizzando la somministrazioneendovenosa, l'acido ibandronico ha ridotto la fertilita' a dosi giornaliere alte (vedere paragrafo 5.3).

Codice: 042505014
Codice EAN:

Codice ATC: M05BA06
  • Sistema muscolo-scheletrico
  • Farmaci per il trattamento delle malattie delle ossa
  • Farmaci che agiscono su struttura ossea e mineralizzazione
  • Bifosfonati
  • Acido ibandronico
Temperatura di conservazione: nessuna particolare condizione di conservazione
Forma farmaceutica: CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FLACONE

CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

36 MESI

FLACONE