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CLINDAMICINA HIK 5F 600MG/4ML Produttore: HIKMA ITALIA SPA

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

CLINDAMICINA FOSFATO HIKMA SOLUZIONE INIETTABILE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Macrolidi, lacosamidi e streptogramine.

PRINCIPI ATTIVI

Clindamicina Fosfato Hikma 300 mg/2 ml soluzione iniettabile. Una fiala contiene il seguente principio attivo: Clindamicina-2-diidrogeno fosfato 356,46 mg pari a Clindamicina 300 mg. Clindamicina Fosfato Hikma600 mg/4 ml soluzione iniettabile. Una fiala contiene il seguente principio attivo: Clindamicina-2-diidrogenofosfato 712,92 mg pari a Clindamicina 600 mg.

ECCIPIENTI

Alcool benzilico, sodio edetato, sodio idrato, acqua p.p.i.

INDICAZIONI

La clindamicina e' indicata nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da germi anaerobi sensibili, nonche' nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da stafilococchi, streptococchi e pneumococchi. Un trattamento con clindamicina, per lo piu' associata ad un antibiotico aminoglicosidico, puo' essere preso in considerazione come alternativa nella terapia di infezioni ginecologiche e pelviche acute da Clamydia trachomatis quando l'impiego dell'antibiotico di scelta, le tetracicline, e' controindicato. La clindamicina si e' dimostrata efficace nel trattamento di infezioni da stafilococchi resistenti ad altri antibiotici; prima dell'impiego e' necessario, tuttavia, eseguire opportunitest microbiologici al fine di stabilire la sensibilita' in vitro delgerme verso l'antibiotico. Trattamento delle infezioni opportunistiche da Toxoplasma gondii e Pneumocystis carinii in pazienti immunocompromessi.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

La clindamicina e' controindicata in pazienti che in precedenza sono risultati sensibili alla Clindamicina, lincomicina ed ai singoli componenti della formulazione, o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencatial paragrafo 6.1 (Elenco degli eccipienti). Gravidanza ed allattamento (v. par. 4.6): Clindamicina Fosfato soluzione per iniezione non deveessere somministrata a nati prematuri o neonati per il contenuto di alcol benzilico (vedere paragrafo 4.6)

POSOLOGIA

La posologia e la via di somministrazione devono essere determinate dalla gravita' dell'infezione, dalle condizioni del paziente e dalla sensibilita' del microrganismo responsabile. Adulti: somministrazione per via intramuscolare profonda o per fleboclisi. Infezioni gravi da cocchi aerobi Gram-positivi e anaerobi piu' sensibili (generalmente non sono inclusi il Bacteroides fragilis, i Peptococchi ed i Clostridi diversi dal Clostridium perfringens): 600-1200 mg/die suddivisi in due, tre o quattro somministrazioni. Infezioni gravissime, particolarmente quelle dovute ad accertato o sospetto Bacteroides fragilis, Peptococchi o Clostridi diversi dai Clostridium perfringens: 1200-2700 mg/die suddivisi in due, tre o quattro somministrazioni. Questi dosaggi, se il caso lo richiede, possono essere aumentati fino a 4800 mg/die da somministrare per flebo in quelle infezioni che possono compromettere la vitadel paziente. Non somministrare per via intramuscolare dosi singole superiori a 600 mg. Clindamicina Fosfato Hikma non deve essere iniettato per via endovenosa sotto forma di bolo non diluito, ma deve essere infuso in un periodo di almeno 10-60 minuti. Il farmaco puo' essere somministrato per la prima volta mediante fleboclisi rapida e successivamente mediante fleboclisi lenta secondo lo schema seguente. Per mantenere concentrazioni ematiche di clindamicina superiori a: 4 mcg/ml; iniziare con fleboclisi rapida di: 10 mg/min per 30'; indi continuare con:0,75 mg/min. Per mantenere concentrazioni ematiche di clindamicina superiori a: 5 mcg/ml; iniziare con fleboclisi rapida di: 15 mg/min per 30'; indi continuare con: 1,00 mg/min. Per mantenere concentrazioni ematiche di clindamicina superiori a: 6 mcg/ml; iniziare con fleboclisi rapida di: 20 mg/min per 30'; indi continuare con: 1,25 mg/min. Nella malattia infiammatoria pelvica: 900 mg per ogni 8 ore per via endovenosa in associazione ad un appropriato antibiotico attivo sugli aerobi gram negativi. Continuare la terapia per almeno 4 giorni e, comunque, per 48 ore dopo che si e' osservato un miglioramento nella paziente. Toxoplasmosi cerebrale in pazienti immunodeficienti ad alto rischio: 600-1200 mg di clindamicina fosfato per via endovenosa. Polmonite da Pneumocystis carinii in pazienti immunodeficienti ad alto rischio: clindamicina fosfato per via endovenosa 600 mg ogni 6 ore o 900 mg ogni 8 ore. Bambin: al di sopra dei due anni di eta', somministrazione per via intramuscolare profonda o per fleboclisi. Infezioni gravi: 15-25 mg/kg/die suddivisi in 3-4 somministrazioni. Infezioni gravissime: 25-40 mg/kg/die suddivisi in 3-4 somministrazioni. Il dosaggio da somministrareai bambini puo', in alternativa, essere valutato in base alla superficie corporea: 350 mg/m^2/die per le infezioni gravi e 450 mg/m^2/die per le infezioni gravissime. Se si dovesse manifestare una grave diarrea, sospendere l'antibiotico. In caso di infezioni da streptococco beta-emolitico, continuare il trattamento per almeno 10 giorni. Diluizionee velocita' di somministrazione Non somministrare per via intramuscolare dosi singole superiori a 600 mg. La concentrazione di clindamicinanel diluente per infusione non deve superare 18 mg/ml e la velocita' di infusione non deve superare 30 mg al minuto. La somministrazione diClindamicina Fosfato Hikma mediante fleboclisi va effettuata secondo lo schema seguente. Dose: 300 mg; diluire in: 50 ml; tempo di somministrazione: 10 minuti. Dose: 600 mg; diluire in: 50 ml; tempo di somministrazione: 20 minuti. Dose: 900 mg; diluire in: 50 -100 ml; tempo di somministrazione: 30 minuti. Dose: 1200 mg; diluire in: 100 ml; tempo di somministrazione: 40 minuti. Si raccomanda di non somministrare piu'di 1200 mg in una singola infusione della durata di un'ora. Compatibilita'. Clindamicina Fosfato e' risultata fisicamente e chimicamente compatibile per almeno 24 ore, in soluzioni iniettabili di destrosio al 5% e cloruro di sodio 0,9% contenente i seguenti antibiotici nelle concentrazioni comunemente impiegate: amikacina, aztreonam, cefamandolo, cefazolina, cefotaxima, cefoxitina, ceftazidima, ceftizoxima, gentamicina, netilmicina, piperacillina e tobramicina. La compatibilita' e la durata di stabilita' delle miscele di farmaci variano in funzione della concentrazione e di altre condizioni. E' invece incompatibile con ampicillina, difenilidantoina, barbiturici, aminofillina, solfato di magnesio e gluconato di calcio.

CONSERVAZIONE

Non conservare al di sopra di 25 gradi C.

AVVERTENZE

L'impiego della Clindamicina deve essere riservato ai pazienti allergici alla penicillina o a pazienti per i quali, a giudizio del Medico, la penicillina non sia indicata. Per la possibilita' di coliti, il Medico prima di prescrivere la clindamicina, deve valutare la natura dell'infezione e la possibilita' di impiego di farmaci meno tossici. La formulazione iniettabile di clindamicina fosfato contiene alcool benzilico (9,45 mg/ml). L'alcool benzilico e' stato segnalato essere associato a "Sindrome di Gasping" nei neonati prematuri. L'alcool benzilico puo' causare reazioni tossiche e reazioni anafilattiche nei neonati e nei bambini fino ai 3 anni di eta'. Il quantitativo di benzil alcool in corrispondenza del quale si puo' verificare tossicita' non e' noto. A seguito della somministrazione di Clindamicina Fosfato sono stati segnalati casi di diarrea di modesta entita' che possono regredire alla semplice sospensione della terapia. Sono anche stati riportati alcuni casi di diarrea persistente e grave. Il trattamento con agenti antibatterici altera la normale flora batterica del colon portando ad una crescita di Clostridium difficile. Questo evento e' stato segnalato con l'uso di quasi tutti gli agenti antibatterici, inclusa la clindamicina. Il Clostridium difficile produce tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo di diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD) ed e' unadelle principali cause di "colite antibiotico-associata". E' importante considerare la diagnosi di CDAD in pazienti che presentano diarrea successiva alla somministrazione di agenti antibatterici. Questo puo' portare a colite, inclusa colite pseudo membranosa (vedi paragrafo 4.8), che puo' variare da moderata a colite fatale. Se si sospetta o si conferma diarrea antibiotico-associata o colite antibiotico-associata, il trattamento in corso con agenti antibatterici, inclusa la clindamicina, deve essere interrotto e devono immediatamente essere intraprese adeguate misure terapeutiche. I farmaci che inibiscono la peristalsi sono in questi casi controindicati. In concomitanza alla diarrea e' stata riscontrata, a volte, la presenza di sangue e muco nelle feci che in qualche caso e' esitata in colite acuta anche ad esito infausto. Coliti antibiotico-dipendenti possono insorgere durante la somministrazione od anche dopo due-tre settimane dalla fine della terapia. Dagli studi e' emerso che una delle cause primarie delle coliti antibiotico dipendenti e' rappresentata da una tossina prodotta dai clostridia. La colite e' usualmente caratterizzata da grave e persistente diarrea con crampi addominali e puo' esservi presenza di sangue e muco nelle feci. La colite se non e' diagnosticata e trattata tempestivamente puo' evolvere a peritonite, shock e megacolon tossico. L'esame endoscopico puo'rivelare colite pseudomembranosa. Se esiste un sospetto di colite si raccomanda un esame rectosigmoidoscopico. La presenza di colite puo' essere ulteriormente confermata dall'esame colturale delle feci per il Clostridium difficile in una media selettivo e dal saggio per la tossina del C. Difficile. I casi di colite lieve possono risolversi spontaneamente con l'interruzione della somministrazione di clindamicina. I casi di colite moderata o grave devono essere trattati prontamente con somministrazioni di soluzioni di elettroliti e proteine. Gli antiperistaltici, gli oppiacei e il difenossilato piu' atropina possono prolungare e/o peggiorare le condizioni. La vancomicina e' risultata efficacenel trattamento delle coliti pseudomembranose antibioticodipendenti prodotte dal Clostridium difficile. Il dosaggio per gli adulti e' da 500 mg a 2 g/die di vancomicina per via orale suddivisa in tre-quattro somministrazioni per un periodo di 7-10 giorni. La colestiramina si lega alla tossina in vitro: pero' questa resina si lega anche alla vancomicina. Pertanto nel caso di somministrazione contemporanea di colestiramina e vancomicina e' consigliabile somministrare ciascun farmaco ad orari diversi. Sono stati descritti alcuni rari casi di ricaduta dopo trattamento con vancomicina. I dati finora disponibili mettono in luceche i pazienti anziani e/o gravemente ammalati tollerano meno bene ladiarrea; qualora questi pazienti dovessero essere trattati con clindamicina occorre prestare particolare attenzione alle variazioni della frequenza dell'evacuazione. Clindamicina Fosfato Hikma deve essere prescritto con cautela ad individui con anamnesi positiva per malattie gastro-intestinali, particolarmente coliti, ed agli individui atopici. Qualora dovesse manifestarsi una superinfezione intraprendere le misure terapeutiche adeguate. L'emivita del farmaco e' risultata solo lievemente modificata negli epatonefro pazienti. Pertanto, nelle affezioni epatiche e renali di lieve o media gravita' non e' necessaria di norma una riduzione della dose che puo' essere richiesta nei casi di grave deterioramento della funzione del fegato e del rene. Dal momento che la clindamicina non diffonde adeguatamente nel fluido cerebrospinale, il farmaco non deve essere usato nel trattamento della meningite. In casodi prolungamento della terapia devono essere eseguiti esami delle funzioni renale ed epatica. Sono state riferite non frequentamente lesioni traumatiche renali acute, inclusa insufficienza renale acuta. Nei pazienti affetti da compromissione renale preesistente o che assumono inconcomitanza farmaci nefrotossici deve essere preso in considerazioneil monitoraggio della funzione renale (vedere paragrafo 4.8). L'uso di clindamicina fosfato puo' portare a crescita eccessiva di microorganismi non suscettibili, in particolare di lieviti. Clindamicina fosfatonon deve essere somministrata non diluita come bolo per endovena, ma deve essere infusa in circa 10-60 minuti secondo le istruzioni.

INTERAZIONI

La clindamicina somministrata per iniezione ha dimostrato di possedere proprieta' di bloccante neuromuscolare e cio' puo' potenziare l'azione di altri agenti bloccanti neuromuscolari. Di conseguenza deve essere usata con cautela in pazienti che ricevono tali farmaci. La clindamicina puo' potenziare l'effetto di blocco neuromuscolare dei farmaci specifici per questa azione (per esempio: etere, tubocurarina, pancuronio). "In vitro" e' stato dimostrato un antagonismo fra clindamicina ed eritromicina mentre e' riportata un'azione sinergica con il metronidazolo nei confronti del Bacteroides fragilis. L'associazione con gentamicina puo' determinare occasionalmente un sinergismo e mai un antagonismo. E' stata dimostrata una reattivita' crociata fra clindamicina e lincomicina. La somministrazione di clindamicina e primachina in volontari HIV-positivi non ha influito significativamente sui parametri farmacocinetici della zidovudina. Antagonisti della vitamina K: Test di coagulazione aumentati (PT/INR) e/o emorragie sono stati riportati in pazienti trattati con clindamicina in associazione con antagonisti della vitamina K (es. warfarin, acenocumarolo, e fluindione). Pertanto, i test di coagulazione nei pazienti in trattamento con antagonisti della vitamina K devono essere frequentemente monitorati

EFFETTI INDESIDERATI

A seguito di somministrazione di clindamicina sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: apparato gastrointestinale: dolore addominale, nausea, vomito e diarrea (vedi "Avvertenze speciali e specialiprecauzioni per l'uso"), ittero ed alterazioni della funzionalita' epatica; reazioni di ipersensibilita': esantemi maculopapulosi, orticaria ed esantemi morbilliformi generalizzati (che sono tra le reazioni collaterali piu' frequenti); rari casi di eritema multiforme, alcuni tipo sindrome di Stevens-Johnson e di reazioni anafilattoidi. Qualora si verifichi uno di questi effetti collaterali, la terapia con clindamicina deve essere sospesa; se le reazioni sono gravi trattarle come di consueto (adrenalina, corticosteroidi, antistaminici); sistema ematopoietico: si sono verificati casi di neutropenia transitoria (leucopenia),eosinofilia, agranulocitosi e trombocitopenia in cui non era dimostrabile alcuna correlazione eziologica con la clindamicina, Sistema cardiovascolare: dopo somministrazione endovenosa troppo rapida sono stati riportati rari casi di ipotensione e di arresto cardiocircolatorio. Rene: sebbene non sia stata stabilita una causa diretta e' stata osservata in rare occasioni disfunzione renale con aumento dell'azotemia, oliguria e/o proteinuria. Reazioni locali: irritazione, dolore ed ascessilocali sono stati osservati dopo somministrazione per via intramuscolare e tromboflebite dopo somministrazione endovenosa. Queste reazioni possono essere evitate praticando le iniezioni intramuscolari profondamente nei glutei ed evitando la somministrazione per endovena (somministrazione mediante fleboclisi). Cute e mucose: sono stati osservati prurito, rash cutanei, orticaria, vaginiti e rari casi di dermatite esfoliativa e bollosa. Di seguito si elencano le reazioni avverse identificate attraverso esperienze su studi clinici e sorveglianza post-marketing per classe organo sistemica e per frequenza. Le reazioni avverse identificate da esperienze post-marketing sono inserite in differente carattere. Il gruppo di frequenza e' definito usando la seguente convenzione: molto comune (>= 1/10); comune (da >= 1/100 a < 1/10); non comune (da >= 1/1000 a < 1/100); raro (da >= 1/10.000 a < 1/1000); molto raro (< 1/10.000); non noto (non puo' essere stabilito sulla base dei dati disponibili). All'interno di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravita' decrescente. Infezioni ed infestazioni. Non nota: infezione vaginale. Disturbi del sangue edel sistema linfatico. Non nota: agranulocitosi, leucopenia, neutropenia, trombocitopenia, eosinofilia. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazione anafilattica, reazione al farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (dress). Disturbi del sistema nervoso. Non comune: disgeusia. Disturbi cardiaci. Non comune: arresto cardiocircolatorio, ipotensione. Disturbi vascolari. Comune: tromboflebiti. Disturbi gastrointestinali. Comune: colite pesudomembranosa (vedi par. 4.4); non comune: diarrea, nausea; non nota: dolore addominale, vomito. Disturbi epatobiliari. Comune: anomali test di funzionalita' epatica; non nota: itterizia. Patologie renali e urinarie. Non nota: lesione traumatica renale acuta^#. Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo. Comune:eruzioni maculopapulari; non comune: eritema multiforme, prurito, orticaria; non nota: necrolisi epidermica tossica, sindrome di stevens-johnson, esantema pustoloso generalizzato acuto (agep), dermatite esfoliativa, dermatite bollosa, rash morbilliforme. Disturbi generali e condizioni legate al sito di somministrazione. Non comune: dolore ascesso;non nota: irritazione al sito di iniezione. ^# Vedere paragrafo 4.4. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: studi sulla tossicita' riproduttiva orale e sub cutanea nei ratti e nei conigli non hanno evidenziato alcun dato-relativo a danno sulla fertilita' o danno al feto dovuto alla clindamicina, tranne che per dosi che hanno causato tossicita' materna. Studi sulla riproduzione animale non sempre sono predittivi della risposta sull'uomo. Nell'uomo la clindamicina attraversa la placenta. Dopo dosi multiple le concentrazioni nel liquido amniotico sono risultate approssimativamente del 30% rispetto a quelle materne. L'alcool benzilico puo' attraversare la placenta (vedi paragrafo 4.3). In studi clinici con donne gravide, la somministrazione sistemica di clindamicina durante il secondo ed il terzo trimestre non e' risultato associato ad un aumento della frequenza di anomalie congenite. Non sono disponibili studi adeguati e bencontrollati nelle donne gravide durante il primo trimestre di gravidanza. La clindamicina deve essere usata in gravidanza solo se chiaramente necessario. Allattamento: la clindamicina somministrata per via orale e parenterale viene escreta nel latte umano in quantita' che vanno da 0,7 a 3,8 mcg/ml. A causa della possibilita' di reazioni avverse gravi nei neonati allattati la clindamicina non deve essere assunta da madri che allattano. Fertilita': studi sulla fertilita' nei ratti trattati oralmente con clindamicina non hanno evidenziato alcun effetto sulla fertilita' o la capacita' riproduttiva.

Codice: 035388026
Codice EAN:

Codice ATC: J01FF01
  • Antimicrobici generali per uso sistemico
  • Antibatterici per uso sistemico
  • Macrolidi, lincosamidi e streptogramine
  • Lincosamidi
  • Clindamicina
Temperatura di conservazione: non superiore a +25 gradi
Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 24 MESI
Confezionamento: FIALA

SOLUZIONE INIETTABILE

24 MESI

FIALA