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CLINDAMICINA IBI IM EV F 600MG Produttore: I.B.I.GIOVANNI LORENZINI SPA

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

CLINDAMICINA IBI 600 MG/4ML SOLUZIONE INIETTABILE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antibatterici per uso sistemico.

PRINCIPI ATTIVI

Una fiala da 4 ml contiene: principio attivo: clindamicina fosfato mg712,92 equivalente a mg 600 di clindamicina base. Eccipienti con effetti noti: ogni ml di soluzione contiene 10 mg di alcool benzilico e 7,76 mg di sodio. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Alcol benzilico, sodio idrato, EDTA, acqua p.p.i.

INDICAZIONI

La clindamicina e' indicata nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da germi anaerobi sensibili, nonche' nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da stafilococchi, streptococchi e pneumococchi. Un trattamento con clindamicina, per lo piu' associata ad un antibiotico aminoglicosidico, puo' essere preso in considerazione come alternativa nella terapia di infezioni ginecologiche e pelviche acute da Chlamydia trachomatis quando l'impiego dell'antibiotico di scelta, la tetraciclina, e' controindicato. Trattamento delle infezioni opportunistiche da Toxoplasma gondii e Pneumocystis carinii in pazienti immunocompromessi.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo, ad altri chinoloni o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 Il medicinale e' controindicato nei pazienti che alla anamnesi dovessero risultare ipersensibili alla clindamicina o alla lincomicina o verso gli altri componenti del prodotto. Per la presenza di alcol benzilico il prodotto non deve essere somministrato ai nati prematuri, ai neonati, ai bambini al di sotto dei due anni (vedere paragrafo 4.4 e 4.6). In gravidanza e durante l'allattamento.

POSOLOGIA

Posologia: la posologia e la via di somministrazione devono essere determinate dalla gravita' dell'infezione, dalle condizioni del pazientee dalla sensibilita' del microrganismo responsabile. Popolazione pediatrica: al di sopra dei due anni di eta' somministrazione per via intramuscolare profonda o per fleboclisi. Infezioni gravi: 15 - 25 mg/kg/die suddivisi in 3 - 4 somministrazioni. Infezioni gravissime: 25 - 40 mg/kg/die suddivisi in 3-4 somministrazioni. Il dosaggio da somministrare ai bambini puo' in alternativa essere valutato in base alla superficie corporea: 350 mg/m^2/die per le infezioni gravi e 450 mg/m^2/die per le infezioni gravissime. Se si dovesse manifestare una diarrea grave sospendere l'antibiotico. Adulti: somministrazione per via intramuscolare profonda o per fleboclisi. Infezioni gravi da cocchi aerobi gram-positivi e anaerobi piu' sensibili (generalmente non sono inclusi ilBacteroides fragilis, i Peptococchi ed i Clostridi diversi dal Clostridium perfringens): 600 - 1200 mg/die suddivisi in due, tre o quattro somministrazioni. Infezioni gravissime: particolarmente quelle dovute ad accertato o sospetto Bacterioides fragilis, Peptococchi o Clostrididiversi dai Clostridium perfringens: 1200 - 2700 mg/die suddivisi in due, tre o quattro somministrazioni. Questi dosaggi se il caso lo richiede possono essere aumentati fino a 4800 mg/die da somministrare per flebo in quelle infezioni che possono compromettere la vita del paziente. Modo di somministrazione: non somministrare per via intramuscolaredosi singole superiori a 600 mg di Clindamicina Ibi. La clindamicina non deve essere iniettata per via endovenosa sotto forma di bolo non diluito, ma deve essere infusa in un periodo di almeno 10 - 60 minuti. Il medicinale puo' essere somministrato per la prima volta mediante fleboclisi rapida e successivamente mediante fleboclisi lenta secondo ilseguente schema. Per ottenere concentrazioni ematiche di clindamicinasuperiori a: 4 mcg/ml; iniziare con fleboclisi rapida di: 10 mg/min x30'; indi continuare con: 0,75 mg/min. Per ottenere concentrazioni ematiche di clindamicina superiori a: 5 mcg/ml; iniziare con fleboclisi rapida di: 15 mg/min x 30'; indi continuare con: 1,00 mg/min. Per ottenere concentrazioni ematiche di clindamicina superiori a: 6 mcg/ml; iniziare con fleboclisi rapida di: 20 mg/min x 30'; indi continuare con:1,25 mg/min. Nella malattia infiammatoria pelvica: 900 mg ogni 8 ore per via endovenosa in associazione ad un appropriato antibiotico attivo sugli aerobi gram negativi. Continuare la terapia per almeno 4 giorni e comunque per 48 ore dopo che si e' osservato un miglioramento nella paziente. Toxoplasmosi cerebrale in pazienti immunodeficienti ad alto rischio: 600 - 1200 mg di clindamicina per via endovenosa ogni 6 oreper 2 settimane, proseguire il trattamento con preparazioni per via orale fino a 8-10 settimane. Polmonite da Pneumocystis carinii in pazienti immunodeficienti ad alto rischio: 600 mg di clindamicina per via endovenosa ogni 6 ore, somministrata per 21 giorni, e 15-30 mg di primachina somministrata per os 1 volta al giorno per 21 giorni. Diluizionee velocita' di somministrazione: non somministrare per via intramuscolare dosi singole superiori a 600 mg. La concentrazione di clindamicina nel diluente per infusione non deve superare 12 mg/ml e la velocita'di infusione non deve superare 30 mg al minuto. La somministrazione di clindamicina mediante fleboclisi va effettuata secondo lo schema seguente. Dose: 300 mg; diluire in: 50 ml; tempo di somministrazione: 10 minuti. Dose: 600 mg; diluire in: 50 ml; tempo di somministrazione: 20minuti. Dose: 900 mg; diluire in: 100 ml; tempo di somministrazione: 30 minuti. Dose: 1200 mg; diluire in: 100 ml; tempo di somministrazione: 40 - 60 minuti. Si raccomanda di non somministrare piu' di 1200 mg in una singola infusione della durata di un'ora.

CONSERVAZIONE

Conservare a temperatura non superiore a 25 gradi C.

AVVERTENZE

Il suo impiego deve essere riservato ai pazienti allergici alla penicillina o ai pazienti per i quali a giudizio del medico la penicillina non sia indicata. La clindamicina si e' dimostrata efficace nel trattamento di infezioni da stafilococchi resistenti ad altri antibiotici; prima dell'impiego e' necessario tuttavia eseguire opportuni test microbiologici al fine di stabilire la sensibilita' in vitro dei germi verso l'antibiotico. Per la possibilita' di coliti prima di prescrivere laclindamicina il medico deve valutare la natura dell'infezione e la possibilita' di impiego di farmaci meno tossici. La soluzione iniettabile di clindamicina fosfato contiene alcool benzilico (10 mg/ml) come conservante. L'impiego dell'alcool benzilico e' stato associato a "Gasping Sindrome " con esito fatale in bambini prematuri e neonati. L' alcool benzilico puo' causare reazioni tossiche e anafilattoidi in neonatie bambini fino ai 3 anni di eta'. Non e' nota la quantita' di alcool benzilico alla quale si puo' manifestare la tossicita'. Il rischio di tossicita' da alcool benzilico dipende dalla quantita' somministrata edalla capacita' epatica di eliminare la sostanza. Nei neonati prematuri sottopeso puo' esservi maggiore probabilita di sviluppare tossicita'. A seguito della somministrazione di clindamicina fosfato sono statisegnalati casi di diarrea di modesta entita' che possono regredire alla semplice sospensione della terapia. Sono anche stati riportati alcuni casi di diarrea persistente e grave. In concomitanza alla diarrea e' stata riscontrata a volte la presenza di sangue e muco nelle feci che in qualche caso e' esitata in colite acuta anche ad esito infausto. Coliti antibiotico dipendenti possono insorgere durante la somministrazione od anche dopo due o tre settimane dalla fine della terapia. Per la possibilita' di coliti, il medico prima di prescrivere la clindamicina, deve valutare la natura dell'infezione e la possibilita' di impiego di farmaci meno tossici. Il trattamento con gli antibiotici altera la normale flora del colon e porta a una crescita eccessiva di Clostridium difficile . Cio' e' stato riferito con l'uso di quasi tutti gli antibiotici, compresa la clindamicina. Il Clostridium difficile producele tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD) ed e' una causa primaria di "colite da antibiotici". E' necessaria un'attenta anamnesi poiche' i casi didiarrea associata a C. difficile sono stati segnalati anche oltre duemesi dopo la somministrazione di antibiotici. Nei pazienti che presentano diarrea dopo somministrazione di antibiotici e' importante prendere in considerazione la diagnosi di CDAD. Essa puo' evolvere in colite, compresa la colite pseudo membranosa (vedere paragrafo 4.8), la cui gravita' puo' variare da colite lieve a fatale. Se si sospetta o vieneconfermata la presenza di diarrea da antibiotici o di colite da antibiotici, si deve interrompere il trattamento in corso con antibiotici, compresa la clindamicina, e si devono prendere immediatamente provvedimenti terapeutici adeguati. In questa situazione sono controindicati ifarmaci che inibiscono la peristalsi. Dagli studi e' emerso che una delle cause primarie delle coliti antibiotico dipendenti e' rappresentata da una tossina prodotta dai clostridia. La colite e' usualmente caratterizzata da grave e persistente diarrea con crampi addominali e puo' esservi presenza di sangue e muco nelle feci. La colite se non e' diagnosticata e trattata tempestivamente puo' evolvere a peritonite, shock e megacolon tossico. L'esame endoscopico puo' rivelare colite pseudomembranosa. Se esiste un sospetto di colite si raccomanda un esame rectosigmoidoscopico. La presenza di colite puo' essere ulteriormente confermata dall'esame colturale delle feci per il Clostridium difficile in un media selettivo e dal saggio per la tossina del C. difficile. I casi di colite lieve possono risolversi spontaneamente con l'interruzione della somministrazione di clindamicina. I casi di colite moderata o grave devono essere trattati prontamente con somministrazioni di soluzioni di elettroliti e proteine. Gli antiperistaltici, gli oppiacei eil difenossilato piu' atropina possono prolungare e/o peggiorare le condizioni. La vancomicina e' risultata efficace nel trattamento delle coliti pseudomembranose antibiotico dipendenti prodotte dal Clostridium difficile. Il dosaggio per gli adulti e' da 500 mg a 2 grammi/die divancomicina per via orale suddivisa in tre-quattro somministrazioni per un periodo di 7 - 10 giorni. Sono stati descritti alcuni rari casi di tachicardia dopo trattamento con vancomicina. La colestiramina si lega alla tossina in vitro, pero' questa resina si lega anche alla vancomicina. Pertanto nel caso di somministrazione contemporanea di colestiramina e vancomicina e' consigliabile somministrare ciascun farmaco aorari diversi. I dati finora disponibili mettono in luce che i pazienti anziani e/o gravemente ammalati tollerano meno bene la diarrea; qualora questi pazienti dovessero essere trattati con clindamicina occorre prestare particolare attenzione alle variazioni della frequenza delle evacuazioni. La clindamicina fosfato deve essere prescritta con cautela ad individui con anamnesi positiva per malattie gastrointestinali e particolarmente coliti ed agli individui atopici. L'uso di antibiotici, compresa clindamicina fosfato, puo' provocare lo sviluppo di germiresistenti, in particolare lieviti. Qualora dovesse manifestarsi una superinfezione intraprendere le misure terapeutiche adeguate. Durante una terapia prolungata si devono effettuare esami periodici della funzionalita' epatica e renale ed esami emocromocitometrici. L'emivita delfarmaco e' risultata solo lievemente modificata negli epato-nefro pazienti. Pertanto nelle affezioni epatiche e renali di lieve o media gravita' non e' necessaria di norma una riduzione della dose che puo' essere richiesta nei casi di grave deterioramento della funzione del fegato e del rene. La clindamicina ha mostrato di possedere proprieta' di blocco neuromuscolare che possono potenziare l'effetto di farmaci specifici per questa azione; particolare cautela va quindi osservata nell'impiego della clindamicina in associazione a questi farmaci. E' stato dimostrato antagonismo in vitro tra la clindamicina e l'eritromicina che quindi non andrebbero somministrate contemporaneamente. Non si raggiungono livelli significativi di clindamicina nel liquido cefalorachidiano, pertanto il farmaco non deve essere impiegato per il trattamentodelle meningiti. La clindamicina non deve essere iniettata per via endovenosa sotto forma di bolo non diluito, ma deve essere infusa in un periodo di almeno 10 - 60 minuti.

INTERAZIONI

La clindamicina somministrata per iniezione ha dimostrato di avere proprieta' di blocco neuromuscolare e puo' potenziare l'effetto di blocco neuromuscolare dei farmaci specifici per questa azione (per esempio etere, tubocurarina, pancuronio). Pertanto, si deve fare attenzione nei pazienti ai quali vengono somministrate questi medicinali. In vitro e' stato dimostrato un antagonismo fra clindamicina ed eritromicina mentre e' riportata un'azione sinergica con il metronidazolo nei confronti del Bacteroides fragilis. L'associazione con gentamicina puo' determinare occasionalmente un sinergismo e mai un antagonismo. E' stata dimostrata una reattivita' crociata fra clindamicina e lincomicina. Antagonisti della Vitamina K: test di coagulazione aumentati (PT/INR) e/o emorragie sono stati riportati in pazienti trattati con clindamicina in associazione con antagonisti della Vitamina K (es. warfarin, acenocumarolo e fluindione). Pertanto, i test di coagulazione nei pazienti intrattamento con antagonisti della vitamina K devono esssere frequentemente monitorati.

EFFETTI INDESIDERATI

La seguente elenco presenta le reazioni avverse individuate attraverso gli studi clinici e la sorveglianza postmarketing, ordinate in base alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza. Le reazioni avverse individuate attraverso l'esperienza post-marketing sono riportate in corsivo. I gruppi di frequenza sono definiti in base alla seguente convenzione: molto comune (>=1/10); comune (>=1/100 e <1/10); non comune (>=1/1.000 e <1/100); raro (>=1/10.000 e <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di ogni gruppo di frequenza glieffetti indesiderati vengono presentati in ordine decrescente di gravita'. Infezioni ed infestazioni. Non nota: infezione della vagina. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: agranulocitosi, leucopenia, neutropenia, trombocitopenia, eosinofilia. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazione anafilattoide, reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (dress). Patologie del sistema nervoso. Non comune: disgeusia. Patologie cardiache. Non comune: arresto cardio-respiratorio, ipotensione. Patologie vascolari. Comune: tromboflebiti. Patologie gastrointestinali. Comune: colite pseudomembranosa (vedere par. 4.4); non comune: diarrea, nausea; non nota: dolore addominale, vomito. Patologie epatobiliari. Comune: test di funzionalità epaticaalterati; non nota: ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash maculo-papulare; non comune: eritema multiforme, prurito, orticaria; non nota: necrolisi epidermica tossica, sindrome di stevens - johnson, pustolosi esantematica acuta generalizzata (agep), dermatite esfoliativa, dermatite bollosa, esantema morbilliforme. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: dolore ascesso; non nota: irritazione in sede di iniezione. A seguito di somministrazione di clindamicina sono stati segnalatianche ittero ed alterazioni della funzionalita' epatica. Sebbene non sia stata stabilita una causa diretta e' stata osservata in rare occasioni disfunzione renale con aumento dell'azotemia, oliguria e/o proteinuria. E' stata osservata tromboflebite dopo somministrazione endovenosa che puo' essere evitata evitando la somministrazione per endovena (somministrare mediante fleboclisi). Esantemi maculopapulosi, orticariaed esantemi morbilliformi generalizzati (che sono tra le reazioni collaterali piu' frequenti), rari casi di eritema multiforme, alcuni tiposindrome di Stevens-Johnson e di reazioni anafilattoidi. Qualora si verifichi uno di questi effetti collaterali la terapia con clindamicinadeve essere sospesa; se le reazioni sono gravi trattarle come di consueto (adrenalina, corticosteroidi, antistaminici). Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionaledi segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: gli studi sulla tossicita' riproduttiva condotti su rattie conigli a seguito di somministrazione per via orale e sottocutanea non hanno mostrato segni di compromissione della fertilita' o di dannial feto causati dalla clindamicina, se non a dosi tali da indurre tossicita' nella madre. Non sempre gli studi sulla riproduzione negli animali sono predittivi della risposta nella specie umana. Nella specie umana la clindamicina attraversa la placenta. Dopo dosi ripetute, le concentrazioni nel liquido amniotico sono risultate pari al 30% circa delle concentrazioni nel sangue materno. Negli studi clinici su donne ingravidanza, la somministrazione sistemica di clindamicina nel secondoe nel terzo trimestre non e' risultata associata a un aumento della frequenza delle anomalie congenite. Non esistono studi adeguati e ben controllati su donne nel primo trimestre di gravidanza. In gravidanza la clindamicina deve essere utilizzata solo se strettamente necessaria (vedere paragrafo 4.4). L'alcol benzilico puo' attraversare la placenta (vedere paragrafo 4.3). Allattamento: la clindamicina somministrata per via orale e parenterale e' stata rinvenuta nel latte materno in concentrazioni comprese tra 0,7 e 3,8 mcg/ml. A causa delle possibili reazioni avverse serie nei bambini allattati al seno, le donne che allattano non devono assumere la clindamicina. Fertilita': gli studi sulla fertilita' nei ratti trattati con clindamicina per via orale non hannomostrato effetti sulla fertilita' o sulla capacita' riproduttiva. Clindamicina Ibi e' controindicato nelle donne in gravidanza o durante l'allattamento.

Codice: 033745011
Codice EAN:

Codice ATC: J01FF01
  • Antimicrobici generali per uso sistemico
  • Antibatterici per uso sistemico
  • Macrolidi, lincosamidi e streptogramine
  • Lincosamidi
  • Clindamicina
Temperatura di conservazione: non superiore a +25 gradi
Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 24 MESI
Confezionamento: FIALA

SOLUZIONE INIETTABILE

24 MESI

FIALA