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EXTAVIA SC 15FL 250MCG/ML+15SI Produttore: NOVARTIS FARMA SPA

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

EXTAVIA 250 MCG/ML, POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE INIETTABILE.

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Interferoni.

PRINCIPI ATTIVI

Contiene 300 mcg (9,6 milioni di UI) di interferone beta-1b ricombinante per flaconcino. Interferone beta-1b* ricombinante 250 mcg (8,0 milioni di UI) per ml di soluzione ricostituita. Prodotto per ingegneria genetica da un ceppo di Escherichia coli.

ECCIPIENTI

Polvere, albumina umana, mannitolo (E421), solvente, sodio cloruro, acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Il farmaco e' indicato per il trattamento di: pazienti che abbiano manifestato un singolo evento demielinizzante con un processo infiammatorio attivo abbastanza grave da giustificare il trattamento con corticosteroidi per via endovenosa, per i quali siano state escluse altre diagnosi, e che siano considerati ad alto rischio per lo sviluppo di una sclerosi multipla clinicamente definita; pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente caratterizzata da due o piu' recidive nell'arco degli ultimi due anni; pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva con malattia in fase attiva, evidenziata da recidive.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Inizio del trattamento in gravidanza; pazienti con pregressa storia di ipersensibilita' all'interferone beta naturale o ricombinante, all'albumina umana o ad uno qualsiasi degli eccipienti; pazienti che presentano una grave depressione e/o ideazione suicida; pazienti con scompenso epatico.

POSOLOGIA

Adulti: la dose raccomandata del farmaco e' di 250 mcg (8,0 milioni di UI), contenuti in 1 ml di soluzione ricostituita, da iniettare sottocute a giorni alterni. Non sono stati condotti studi clinici specificio studi di farmacocinetica su bambini e adolescenti. Tuttavia, i limitati dati pubblicati suggeriscono che il profilo di sicurezza negli adolescenti dai 12 ai 16 anni d'eta' che hanno assunto il farmaco alla dose di 8,0 milioni di UI per via sottocutanea a giorni alterni sia simile a quello osservato negli adulti. Non ci sono informazioni sull'usodel farmaco nei bambini al di sotto di 12 anni d'eta', quindi non utilizzare il farmaco in questa tipologia di pazienti. In generale si raccomanda la titolazione della dose all'inizio del trattamento. Si consiglia di cominciare con 62,5 mcg (0,25 ml) per via sottocutanea a giorni alterni e di aumentare lentamente la dose fino a raggiungere 250 mcg(1,0 ml) a giorni alterni. Il periodo di titolazione puo' essere modificato in caso di comparsa di una qualsiasi reazione avversa significativa. Per ottenere una buona efficacia e' opportuno arrivare ad una dose di 250 mcg (1,0 ml) a giorni alterni. Schema di titolazione. Giornodi trattamento: 1, 3, 5, dose: 62,5 mcg, volume: 0,25 ml. Giorno di trattamento: 7, 9, 11, dose: 125 mcg, volume: 0,5 ml. Giorno di trattamento: 13, 15, 17, dose: 187,5 mcg, volume: 0,75 ml. Giorno di trattamento: >= 19, dose: 250 mcg, volume: 1,0 ml. La dose ottimale non e' stata chiaramente definita. Attualmente non e' noto per quanto tempo il paziente debba essere trattato. Sono disponibili dati di follow-up raccolti nell'ambito di studi clinici controllati fino a 5 anni per pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente e fino a 3 anniper pazienti affetti da sclerosi multipla secondaria progressiva. Nella sclerosi multipla recidivante-remittente e' stata dimostrata l'efficacia del trattamento per i primi due anni. I dati disponibili per i restanti tre anni supportano l'efficacia del trattamento col farmaco per l'intero periodo. Nei pazienti che abbiano manifestato un singolo evento clinico indicativo di sclerosi multipla, l'efficacia e' stata dimostrata per un periodo di tre anni. Il trattamento non e' consigliato nei pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente che abbiano avuto meno di due recidive nei 2 anni precedenti o nei pazienticon sclerosi multipla secondaria progressiva che non hanno presentatouna forma attiva della malattia nei 2 anni precedenti. Se il pazientenon risponde, per esempio si riscontra una progressione costante allaEDSS ("Expanded Disability Status Scale") per 6 mesi, o e' necessariala somministrazione per almeno 3 cicli di ormone adrenocorticotropo (ACTH) o di corticosteroidi nel corso di un anno malgrado la terapia col farmaco, il trattamento col medicinale deve essere interrotto.

CONSERVAZIONE

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Non congelare.

AVVERTENZE

La somministrazione di citochine a pazienti con preesistente gammopatia monoclonale è stata associata con lo sviluppo della sindrome da alterata permeabilità capillare sistemica, con sintomatologia shock-simile ed esito fatale. In rari casi è stata osservata pancreatite durante l'uso del farmaco, spesso associata a ipertrigliceridemia. Somministrare il farmaco con prudenza nei pazienti che presentano o che hanno presentato disturbi depressivi, in particolare in quelli con precedenti di ideazione suicida. È noto che la depressione e l'ideazione suicida si manifestano più comunemente nei pazienti affetti da sclerosi multipla e in associazione all'uso di interferone. Monitorare i pazienti che manifestino depressione durante la terapia col farmaco; considerare lasua sospensione. Somministrare il farmaco con cautela nei pazienti con pregressa storia di convulsioni e in quelli trattati con anti-epilettici, soprattutto se l'epilessia non è ben controllata con anti-epilettici. Poiché questo prodotto contiene albumina umana può comportare unrischio potenziale di trasmissione di malattie virali. Il rischio di trasmissione della malattia di Creutzfeld-Jacob (CJD) non può essere escluso. Nei pazienti con pregressa storia di disfunzione tiroidea sonoraccomandati test di funzionalità tiroidea. Prima di iniziare il trattamento col farmaco e ad intervalli regolari in corso di terapia, oltre ai test di laboratorio normalmente richiesti con sclerosi multipla effettuare una conta completa delle cellule ematiche ed una conta leucocitaria differenziale, una conta delle piastrine ed esami chimici del sangue, tra cui i test di funzionalità epatica, da ripetere poi periodicamente in assenza di sintomi clinici. Monitoraggio accurato ai pazienti con anemia, trombocitopenia o leucopenia della conta completa delle cellule ematiche, associata a conta differenziale e piastrinica. Monitorare i soggetti che vanno incontro a neutropenia per la possibile insorgenza di febbre o di infezioni. Sono noti episodi di trombocitopenia con notevole diminuzione della conta piastrinica. Aumenti asintomatici delle transaminasi sieriche, normalmente leggere e transitorie, sisono verificati comunemente in pazienti trattati col farmaco durante gli studi clinici. Lesioni epatiche gravi, inclusi i casi di insufficienza epatica, sono stati riportati raramente nei pazienti che assumonoil farmaco. Gli eventi più gravi: presentati spesso in pazienti esposti ad altri medicinali o sostanze note per essere associate con epatotossicità o in presenza di condizione medica di comorbidità. Controllare i pazienti per i sintomi della lesione epatica. Il riscontro di un innalzamento delle transaminasi sieriche richiede sorveglianza ed analisi. Prendere in considerazione la sospensione del trattamento col farmaco in caso di incremento significativo dei livelli o di presenza contemporanea di sintomi clinici, come l'ittero. In assenza di evidenza clinica di un danno epatico e dopo normalizzazione dei livelli degli enzimi epatici, considerare di riprendere il trattamento effettuando un appropriato monitoraggio delle funzioni epatiche. Usare cautela e monitorare i pazienti con grave insufficienza renale se viene loro somministrato interferone beta. Somministrare il farmaco con cautela nei pazienti affetti da preesistenti alterazioni cardiache. Monitorare i pazienti con significativi disturbi cardiaci preesistenti per il possibile peggioramento delle condizioni cardiache, in particolare all'inizio deltrattamento. Mentre il farmaco non presenta nessuna tossicità cardiaca nota ad azione diretta, i sintomi della sindrome simil-influenzale associati agli interferoni beta possono rivelarsi stressanti per pazienti affetti da significativa malattia cardiaca preesistente. Durante ilperiodo post-marketing molto raramente è stato riferito un peggioramento delle condizioni cardiache in soggetti con significativa malattia cardiaca preesistente, temporaneamente associato all'inizio della terapia col farmaco. Sono noti rari casi di cardiomiopatia. Se ciò dovesseverificarsi e fosse sospettata una correlazione col farmaco, interrompere il trattamento. Si possono riscontrare reazioni serie di ipersensibilità. In presenza di reazioni gravi, sospendere il farmaco. E' notala comparsa di necrosi nella sede di iniezione. Questa può essere estesa e interessare lo strato muscolare così come lo strato adiposo causando quindi la formazione di cicatrici. Raramente è necessario lo sbrigliamento e, meno comunemente, un innesto cutaneo e la guarigione può richiedere fino a 6 mesi. Nei pazienti con lesioni multiple interrompere il farmaco fino a guarigione avvenuta. I pazienti con lesioni singole possono continuare il trattamento col farmaco se la necrosi non è troppo estesa, poiché alcuni pazienti hanno riscontrato la guarigione delle lesioni cutanee necrotiche mentre erano ancora in trattamento colfarmaco. Per ridurre al minimo il rischio di necrosi: adottare tecniche di iniezione in asepsi, alternare le sedi di iniezione, utilizzare un autoiniettore. Riverificare le procedure di autoiniezione periodicamente specialmente nel caso in cui si siano verificate reazioni nella sede d'iniezione. È presente un potenziale di immunogenicità. In studiclinici controllati, sono stati raccolti campioni di siero ogni tre mesi per monitorare lo sviluppo di anticorpi al farmaco. Nei differentistudi clinici controllati il 23% - 41% dei pazienti ha sviluppato un'attività sierica neutralizzante per l'interferone beta-1b confermata da almeno due titolazioni positive consecutive; di tali pazienti il 43%- 55% è passato a uno stato negativo stabile degli anticorpi durante il successivo periodo di osservazione del rispettivo studio. Lo sviluppo di attività neutralizzante è associato ad una riduzione dell'efficacia clinica solo per quanto riguarda l'insorgenza di recidive. Nello studio condotto con pazienti che abbiano manifestato un singolo evento clinico indicativo di una sclerosi multipla, l'attività neutralizzantemisurata ogni 6 mesi è stata riscontrata almeno una volta nel 32% (88) dei pazienti trattati subito col farmaco; di questi, il 47% (41) è risultato negativo entro tre anni. Durante questo periodo lo sviluppo di un'attività neutralizzante non è risultato associato alla riduzione dell'efficacia clinica. Nuovi eventi avversi non sono stati associati allo sviluppo dell'attività neutralizzante. È stato dimostrato in vitro che il farmaco ha una reazione crociata con l'interferone beta naturale. Tuttavia, ciò non è stato indagato in vivo e il suo significato clinico è incerto. La decisione se proseguire o meno il trattamento deve essere basata sull'andamento clinico della malattia piuttosto che sulla positività agli anticorpi neutralizzanti.

INTERAZIONI

Non sono stati effettuati studi di interazione. L'effetto della somministrazione a giorni alterni di 250 mcg (8,0 milioni di UI) del farmaco sul metabolismo di farmaci in pazienti con sclerosi multipla non e' noto. La somministrazione, per periodi fino a 28 giorni, di corticosteroidi o di ACTH per la terapia delle recidive e' risultata ben tollerata dai soggetti in trattamento col farmaco. Data la mancanza di esperienza clinica, nei pazienti con sclerosi multipla l'uso concomitante del farmaco e di immunomodulatori diversi dai corticosteroidi o dall'ACTH e' sconsigliato. E' stato segnalato che gli interferoni riducono l'attivita' degli enzimi epatici dipendenti dal citocromo P450 nell'uomo e negli animali. E' necessario essere prudenti nei casi in cui il farmaco venga somministrato in associazione a farmaci che presentano un ristretto indice terapeutico e la cui clearance e' largamente dipendentedal sistema del citocromo P450 epatico, ad esempio gli antiepilettici. Adottare ulteriore cautela in caso di associazione con farmaci che abbiano effetti sul sistema ematopoietico. Non sono stati condotti studi d'interazione con antiepilettici.

EFFETTI INDESIDERATI

Infezioni e infestazioni: infezione, ascesso. Alterazioni del sangue e del sistema linfatico: diminuzione conta linfocitaria (<1500/mm^3); diminuzione conta assoluta neutrofili (<1500/mm^3); diminuzione conta leucocitaria (<3000/mm³ ); linfadenopatia. Alterazioni del metabolismoe della nutrizione: glicemia ridotta (<55 mg/dl). Disturbi psichiatrici: depressione, ansia. Alterazioni del sistema nervoso. cefalea; vertigini; insonnia; emicrania; parestesia. Disturbi oculari: congiuntivite; anomalie della visione. Alterazioni dell'apparato uditivo e vestibolare: otalgia. Alterazioni cardiache: palpitazioni. Alterazioni del sistema vascolare: vasodilatazione; ipertensione. Alterazioni dell'apparato respiratorio, del torace e del mediastino: infezione delle vie respiratorie superiori; sinusite; aumento della tosse; dispnea. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale: diarrea, costipazione; nausea; vomito; dolore addominale. Alterazioni del sistema epatobiliare. Aumento dell'alanina aminotrasferasi (SGPT >5 volte il basale); aumento dell'aspartato aminotransferasi (SGOT >5 volte il basale). Alterazioni dellacute e del tessuto sottocutaneo: disturbi della pelle; rash. Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: ipertonia; mialgia; miastenia; dolore alla schiena; dolori alle estremità. Alterazioni renali e delle vie urinarie: ritenzione urinaria; presenza di proteine nelle urine (>1+); frequenza della minzione; incontinenza urinaria; urgenza di minzione. Disordini del sistema riproduttivo e della mammella: dismenorrea; disturbi mestruali; metrorragie; impotenza.Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione: reazione nella sede d'iniezione (di vario tipo); necrosi nella sede d'iniezione; sintomi simil-influenzali; febbre; dolore; dolore toracico; edemaperiferico; astenia; brividi; sudorazione; malessere. Viene usato il termine MedDRA piu' adatto per descrivere una determinata reazione, i suoi sinonimi e le patologie correlate. Valori sulla base sulla segnalazione spontanea di eventi avversi da parte del farmaco. Frequenza di manifestazione: molto comuni (>=1/10), comuni (da >=1/100 a <1/10), non comuni (da >=1/1000 a <1/100), rari (da >=1/10 a <1/1000). Alterazioni del sangue e del sistema linfatico. Non comuni: anemia, trombocitopenia, leucopenia; rari: linfadenopatia. Alterazioni del sistema immunitario. Rari: reazioni anafilattiche. Alterazioni del sistema endocrino. Rari: ipertiroidismo, ipotiroidismo, disturbi della tiroide. Alterazioni del metabolismo e della nutrizione. Rari: aumento dei trigliceridi nel sangue, anoressia. Disturbi psichiatrici. Non comuni: depressione; rari: confusione, ansia, instabilità emotiva, tentativo di suicidio. Alterazioni del sistema nervoso. rari: convulsioni. Alterazioni cardiache. Rari: cardiomiopatia, tachicardia, palpitazioni. Alterazioni del sistema vascolare. Non comuni: ipertensione. Alterazioni dell'apparato respiratorio, del torace e del mediastino. Rari: bronco-spasmo, dispnea. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale. Non comuni: vomito,nausea; rari: pancreatite. Alterazioni del sistema epatobiliare. Non comuni: aumento dell'alanina amino-transferasi, aumento dell'aspartatoamino-transferasi; rari: aumento della bilirubinemia, aumento della gamma-glutamil-transferasi, epatite. Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comuni: orticaria, rash, prurito, alopecia; rari:alterazione del colorito cutaneo. Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comuni: mialgia, ipertonia. Disordini del sistema riproduttivo e della mammella. Rari: disturbi mestruali. Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione. Molto comuni: sintomi similinfluenzali, brividi, febbre, reazioni nella sede d'iniezione, infiammazione nella sede d'iniezione, dolore nellasede d'iniezione; comuni: necrosi nella sede d'iniezione; rari: dolore toracico, malessere, sudorazione. Indagini diagnostiche. Rari: perdita di peso. Viene usato il termine MedDRA piu' adatto per descrivere una determinata reazione, i suoi sinonimi e le patologie correlate.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Le informazioni relative all'uso del farmaco in gravidanza sono limitate. I dati disponibili indicano che puo' esserci un rischio maggiore di aborto spontaneo. L'inizio del trattamento durante la gravidanza e'controindicato. Le donne in eta' fertile devono adottare adeguati metodi contraccettivi. Se la paziente da' inizio ad una o programma di dare inizio ad una gravidanza nel periodo in cui sta utilizzando il farmaco, informarla sui rischi potenziali e considerare la sospensione della terapia. In pazienti con un alto grado di recidive prima dell'inizio del trattamento, deve essere valutato il rischio di una recidiva grave in seguito alla sospensione del farmaco in caso di gravidanza rispetto al possibile maggior rischio di aborto spontaneo. Non e' noto se l'interferone beta-1b venga escreto nel latte materno. A causa del rischio potenziale di reazioni avverse gravi nel lattante, occorre decidere se sospendere l'allattamento o il trattamento col farmaco.

Codice: 038545024
Codice EAN:

Codice ATC: L03AB08
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Immunostimolanti
  • Interferoni
  • Interferone beta-1b
Temperatura di conservazione: non superiore a +25 gradi, non congelare
Forma farmaceutica: POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 24 MESI
Confezionamento: FLACONE

POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE INIETTABILE

24 MESI

FLACONE