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FABRAZYME IV 1FL 35MG Produttore: SANOFI SRL

  • FARMACO OSPEDALIERO
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

FABRAZYME

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Prodotti dell'apparato gastrointestinale e del metabolismo, enzimi.

PRINCIPI ATTIVI

Agalsidasi beta.

ECCIPIENTI

Mannitolo; fosfato di sodio monobasico, monoidrato; fosfato di sodio dibasico, eptaidrato.

INDICAZIONI

Il medicinale e' indicato per la terapia enzimatica sostitutiva a lungo termine nei pazienti con diagnosi confermata di malattia di Fabry (deficit di alfa-galattosidasi A); indicato negli adulti, nei bambini enegli adolescenti a partire dagli 8 anni.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' potenzialmente letale (reazione anafilattica) al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

POSOLOGIA

Il trattamento con il medicinale deve essere somministrato sotto controllo di un medico esperto nella gestione dei pazienti affetti da malattia di Fabry o da altre patologie metaboliche ereditarie. La dose consigliata e' 1 mg/kg di peso corporeo, somministrato una volta ogni 2 settimane come infusione endovenosa. Negli studi clinici sono stati utilizzati regimi posologici inferiori. In uno di questi studi, effettuato su pazienti maschi adulti, dopo una dose iniziale di 1,0 mg/kg ogni 2 settimane per 6 mesi, la dose di 0,3 mg/kg ogni 2 settimane e' in grado di mantenere la clearance di GL-3 in alcune tipologie cellulari sualcuni pazienti; non e' stata tuttavia stabilita la rilevanza clinicaa lungo termine di questi risultati. L'iniziale velocita' di infusione non deve superare 0,25 mg/min (15 mg/ora), per ridurre la potenzialeinsorgenza di reazioni connesse all'infusione. Dopo aver appurato la tolleranza del paziente e' possibile accrescere gradualmente la velocita' di infusione nelle successive infusioni. Per i pazienti che tollerano bene le infusioni, e' possibile valutare la somministrazione a domicilio delle infusioni di medicinale. La decisione di passare alla somministrazione a domicilio dell'infusione deve essere presa dopo valutazione e raccomandazione da parte del medico curante. I pazienti che sperimentano eventi avversi durante l'infusione a domicilio, devono interrompere l'infusione immediatamente e contattare un operatore sanitario. Le infusioni successive probabilmente dovranno essere eseguite in ambiente ospedaliero. La dose e la velocita' di infusione dovranno rimanere identiche a quelle usate nella somministrazione a domicilio e nondovranno subire alcun cambiamento senza la supervisione di un operatore sanitario. Insufficienza renale: non e' necessario un aggiustamentodella dose. Insufficienza epatica: non sono stati eseguiti studi su pazienti con insufficienza epatica. Anziani: la sicurezza e l'efficaciadel farmaco nei pazienti di eta' superiore a 65 anni non sono state stabilite. Pertanto, nessuna posologia puo' essere attualmente raccomandata in questi pazienti. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia del prodotto nei bambini di eta' compresa fra 0 e 7 anni non sono state ancora stabilite; non si puo' fare alcuna raccomandazione sulla posologia nei bambini fra 5 e 7 anni. Non sono disponibili dati nei bambini fra 0 e 4 anni. Nei bambini fra 8 e 16 anni non e' necessario un aggiustamento della dose.

CONSERVAZIONE

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C).

AVVERTENZE

Immunogenicita': poiche' agalsidasi beta (r-halfaGAL) e' una proteinaricombinante, nei pazienti che presentano una attivita' enzimatica residua scarsa o nulla e' atteso lo sviluppo di anticorpi IgG. La maggior parte dei pazienti ha sviluppato anticorpi IgG alla r-halfaGAL, normalmente entro 3 mesi dalla prima infusione del prodotto. Nel tempo la maggior parte dei pazienti sieropositivi negli studi clinici ha evidenziato una tendenza alla riduzione dei titoli (sulla base di una riduzione > a 4 volte del titolo, dalla misurazione di picco all'ultima misurazione) (40% dei pazienti), tollerizzazione (assenza di livelli anticorpali rilevabili, confermata da 2 analisi consecutive con radioimmunoprecipitazione (RIP)) (14% dei pazienti), oppure il raggiungimento di un plateau (35% dei pazienti). Reazioni associate all'infusione: i pazienti che presentano anticorpi alla r-halfaGAL sono maggiormente suscettibili a reazioni connesse all'infusione (IARs), definite come qualunque evento avverso insorto il giorno dell'infusione. Tali pazienti vanno trattati con cautela in caso di risomministrazione dell'agalsidasi beta. Lo stato anticorpale deve essere regolarmente monitorato. Negli studi clinici, il sessantasette percento (67%) dei pazienti ha avuto almeno una reazione connessa all'infusione. La frequenza delle IARs diminuiva nel tempo. Negli studi clinici i pazienti che presentavano reazioni connesse all'infusione lievi o moderate in corso di terapia con agalsidasi beta hanno proseguito la terapia dopo riduzione della velocita' di infusione (circa 0,15 mg/min; 10 mg/ora) e/o pre- trattamento con antistaminici, paracetamolo, ibuprofene e/o corticosteroidi. Ipersensibilita': sono possibili reazioni di ipersensibilita' di tipo allergico. Un numero limitato di pazienti ha avuto reazioni che suggerisconoipersensibilita' immediata (Tipo I). Se insorgono reazioni severe di tipo allergico o anafilattico, e' necessario considerare l'interruzione immediata della somministrazione del prodotto e l'avvio di un trattamento appropriato. E' necessario attenersi agli standard medici correnti in materia di trattamento di emergenza. In uno studio clinico con un attento rechallenge, il farmaco e' stato risomministrato a tutti i 6pazienti risultati positivi per la presenza di anticorpi IgE o con test cutaneo positivo per il medicinale. In questo particolare studio, inizialmente la somministrazione di rechallenge e' avvenuta a basse dosi e con una ridotta velocita' di infusione (mezza della dose terapeutica a 1/25 dell'iniziale velocita' standard raccomandata). Se il paziente tollera l'infusione e' possibile aumentare la dose, fino a giungerealla dose terapeutica di 1 mg/kg. Inoltre, la velocita' di infusione puo' essere aumentata, accrescendo gradualmente la titolazione secondola tollerabilita' del paziente. Pazienti con malattia renale in stadio avanzato: l'effetto del trattamento con il farmaco sui reni puo' essere limitato nel caso di pazienti con malattia renale in stadio avanzato.

INTERAZIONI

Non sono stati effettuati studi di interazione e sul metabolismo in vitro . In base al suo metabolismo, e' improbabile che l'agalsidasi beta possa dare adito ad interazioni tra farmaci mediate dal citocromo P450. Non somministrare il farmaco insieme a clorochina, amiodarone, benochina o gentamicina, considerato il rischio teorico di inibizione dell'attivita' intracellulare della alfa-galattosidasi A.

EFFETTI INDESIDERATI

L'agalsidasi beta (r-halfaGAL) e' una proteina ricombinante, pertantoe' atteso che i pazienti con attivita' enzimatica residua scarsa o assente sviluppino anticorpi IgG. I pazienti con anticorpi anti-r-halfaGAL presentano una maggior probabilita' di sperimentare reazioni associate all'infusione (IAR). In un piccolo numero di pazienti sono state riportate delle reazioni che suggeriscono un'immediata ipersensibilita', tipo I. Reazioni avverse molto comuni includono brividi, piressia, sensazione di freddo, nausea, vomito, cefalea e parestesia. Nell'esperienza successiva all'immissione in commercio sono state riportate reazioni anafilattiche. Classificazione per sistemi e organi e per frequenza (molto comune: >=1/10; comune: >1/100, <1/10; non comune: >1/1000 , <1/100). La comparsa di una reazione avversa in un singolo paziente e'definita come non comune alla luce del numero relativamente limitato di pazienti trattati. L'elenco seguente include anche le reazioni avverse segnalate unicamente durante il periodo post-marketing, nella categoria di frequenza "non nota". Infezioni e infestazioni. Comune: nasofaringite; non comune: rinite. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazione anafilattoide. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea, parestesia; comune: capogiro, sonnolenza, ipoestesia, sensazione di bruciore, letargia, sincope; non comune: iperestesia, tremore. Patologie dell'occhio. Comune: aumentata lacrimazione; non comune: prurito oculare, iperemia oculare. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito, vertigini; non comune: gonfiore auricolare, otalgia. Patologie cardiache. Comune: tachicardia, palpitazioni, bradicardia; non comune: bradicardia sinusale. Patologie vascolari. Comune: rossore, ipertensione, pallore, ipotensione, arrossamento; non comune: estremita' fredde. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea, congestione nasale, tensione della gola, sibilo, tosse, dispnea esacerbata; non comune: broncospasmo, dolore faringo- laringeo, rinorrea, tachipnea, congestione delle vie respiratorie superiori;non nota: ipossia. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea,vomito; comune: dolore addominale, dolore addominale superiore, disturbi addominali, disturbi allo stomaco, ipoestesia orale, diarrea; non comune: dispepsia, disfagia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito, orticaria, rash, eritema, prurito generalizzato, edema angioneurotico, facciale tumefazione del viso, esantema maculo-papulare; non comune: livedo reticularis, esantema eritematoso, esantema pruriginoso, alterazione del colore della cute, fastidio cutaneo; non nota: vasculite leucocitoclastica. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore delle estremita',dolore dorsale, spasmi muscolari, artralgia, tensione muscolare, rigidita' muscoloscheletrica., mialgia; non comune: dolore muscoloscheletrico. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: brividi, piressia, sensazione di freddo; comune: fatica, fastidio al torace, sentire caldo, edema periferico, dolore,astenia, dolore toracico, edema facciale, ipertermia; non comune: sentire caldo e freddo, malattia simil- influenzale, dolore in sede di infusione, reazione in sede di infusione, trombosi in sede di iniezione,malessere, edema. Esami diagnostici. Non nota: saturazione di ossigeno diminuita. Reazioni associate all'infusione: le reazioni associate all'infusione hanno comportato principalmente febbre e brividi. Si sonoavuti ulteriori sintomi, comprese dispnea da lieve o moderata, ipossia (riduzione della saturazione dell'ossigeno), senso di oppressione della gola e disturbi toracici, vampate, prurito, orticaria, edema facciale, edema angioneurotico, rinite, broncospasmo, tachipnea, sibilo, ipertensione, ipotensione, tachicardia, palpitazioni; dolori addominali,nausea, vomito, dolore associato all'infusione, tra cui dolori delle estremita', mialgia e cefalea. Le reazioni associate all'infusione sono state controllate mediante la riduzione della velocita' di infusione, accompagnata dalla somministrazione di medicinali antinfiammatori non steroidei, antistaminici e/o corticosteroidi. Il sessantasette percento (67%) dei pazienti ha riferito almeno una reazione associata all'infusione. La frequenza di tali reazioni diminuiva nel tempo. La maggior parte di queste reazioni puo' essere attribuita alla formazione di anticorpi IgG e/o all'attivazione del complemento. E' stata dimostrata la presenza di anticorpi IgE in un numero ridotto di pazienti. Popolazione pediatrica: le limitate informazioni da studi clinici suggeriscono che il profilo di sicurezza del trattamento con il medicinale nei pazienti pediatrici di 5-7 anni di eta', trattati sia con 0,5mg/kg ogni 2 settimane che con 1,0 mg/kg ogni 4 settimane e' sovrapponibile a quello dei pazienti (di eta' superiore a 7 anni) trattati con 1,0 mg/kg ogni 2 settimane. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso dell'agalsidasi beta in donne in gravidanza. Gli studi su animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sullo sviluppo embrionale/fetale. Il medicinale non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. L'agalsidasi beta potrebbe essere escreto nel latte materno. In assenza di dati circa gli effetti sui neonati esposti all'agalsidasi beta tramite il latte materno, si consiglia di interrompere l'allattamento durante l'uso del prodotto. Non sono stati eseguiti studi per valutare i potenziali effetti del medicinale sulla compromissione della fertilita'.

Codice: 035275015
Codice EAN:

Codice ATC: A16AB04
  • Apparato gastrointestinale e metabolismo
  • Altri farmaci dell'apparato gastrointest. e del metabolismo
  • Enzimi
  • Agalsidasi beta
Temperatura di conservazione: da +2 a +8 gradi
Forma farmaceutica: POLVERE PER CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FLACONE

POLVERE PER CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

36 MESI

FLACONE