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FENIDINA 14CPR RIV 30MG RM Produttore: S.F. GROUP SRL

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

FENIDINA COMPRESSE RIVESTITE CON FILM A RILASCIO MODIFICATO

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Calcioantagonisti, derivati diidropiridinici.

PRINCIPI ATTIVI

Una compressa da 30 mg contiene: nifedipina 30 mg. Una compressa da 60 mg contiene: nifedipina 60 mg.

ECCIPIENTI

Questo farmaco da 30 mg compresse rivestite con film a rilascio modificato: idrossipropilmetilcellulosa 50,35 mg, polivinilpirrolidone 12,5mg, carbossimetilcellulosa 40 mg, magnesio stearato 2 mg, silice colloidale 1 mg, talco 6,73 mg, polietilenglicole 6000 1,73 mg, simeticone0,08 mg, titanio biossido (E 171) 0,85 mg, ferro ossido rosso (E172) 0,26 mg. Questo farmaco da 60 mg compresse rivestite con film a rilascio modificato: idrossipropilmetilcellulosa 93,8 mg, polivinilpirrolidone 25 mg, carbossimetilcellulosa 80 mg, magnesio stearato 4 mg, silicecolloidale 2 mg, talco 12,3 mg, polietilenglicole 6000 2,3 mg, simeticone 0,11 mg, titanio biossido (E 171) 1,15 mg, ferro ossido rosso (E172) 0,34 mg.

INDICAZIONI

Trattamento dell'ipertensione arteriosa. Trattamento della cardiopatia ischemica (condizioni caratterizzate da insufficiente apporto di ossigeno al miocardio): angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo).

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasidegli eccipienti. Gravidanza accertata o presunta ed in corso di allattamento. La nifedipina non deve essere usata nei casi di shock cardiovascolare. La nifedipina non deve essere usata in associazione a rifampicina in quanto l'induzione enzimatica non consente di ottenere livelli plasmatici efficaci di nifedipina.

POSOLOGIA

Posologia: il trattamento va possibilmente adattato alle necessita' individuali in funzione della gravita' della malattia e della risposta del paziente. Qualsiasi aggiustamento ai dosaggi superiori o inferiorideve essere effettuato solo sotto controllo medico. Nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa puo' rendersi necessario un accuratocontrollo della situazione pressoria e, nei casi gravi, una riduzionedel dosaggio. Salvo diversa prescrizione medica valgono le seguenti direttive posologiche. Ipertensione arteriosa: una compressa da 30 mg al giorno, per via orale. In alcuni casi puo' risultare opportuno incrementare gradualmente la dose, secondo le esigenze individuali, fino adun dosaggio massimo di 60 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. Cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo): una compressa da 30 mg al giorno, per via orale. La dose puo' essere gradatamente aumentata, in accordo con le esigenze individuali dei pazienti, fino ad un dosaggio massimo di 120 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia della nifedipina nei bambini al di sotto dei 18 anni di eta' non e' stata dimostrata. I dati ad oggi disponibili per l'uso della nifedipina nell'ipertensione sono descritti. Modo di somministrazione: la compressa rivestita con film deve essere inghiottita con un po'di acqua al mattino a digiuno: le compresse non devono essere masticate o spezzate. Qualsiasi aggiustamento ai dosaggi superiori o inferiori deve essere effettuato solo sotto controllo medico. La nifedipina e'altamente fotosensibile, pertanto le compresse non devono essere rotte perche' la protezione dalla luce non e' piu' assicurata. Inoltre, benche' la nifedipina sia sostanzialmente protetta dalla luce all'interno ed al di fuori della confezione, si consiglia di non esporre a lungole compresse alla luce solare diretta. La protezione dall'umidita' e'garantita solo all'interno della confezione; le compresse dovrebbero quindi essere estratte dall'astuccio solo immediatamente prima dell'uso. Durata del trattamento: secondo prescrizione del medico curante.

CONSERVAZIONE

Il principio attivo fotosensibile e' sostanzialmente protetto dalla luce all'interno ed al di fuori della confezione; si consiglia tuttaviadi non esporre a lungo le compresse alla luce solare diretta. La protezione dall'umidita' e' garantita solo all'interno della confezione; le compresse dovrebbero quindi essere estratte dall'astuccio solo immediatamente prima dell'uso.

AVVERTENZE

Per gli effetti che la nifedipina esercita a livello delle resistenzevascolari periferiche e' richiesta cautela nei pazienti con pressionesanguigna molto bassa (ipotensione grave con pressione sistolica inferiore a 90 mmHg) ed e' necessario controllare attentamente la pressione arteriosa all'inizio della terapia e fino a quando non sia stata raggiunta la posologia di mantenimento. Per lo stesso motivo la nifedipina deve essere usata con cautela nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia conclamata, grave stenosi aortica ed in quelli intrattamento con beta-bloccanti o farmaci ipotensivi. La nifedipina non deve essere somministrata in gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con nifedipina. L'uso della nifedipina deve essere limitato a donne con ipertensione grave che non rispondono alla terapia standard. In corso di gravidanza in situazioni di emergenza ipertensiva, quali ad esempio l'eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilita' e lo stretto controllo del medico. E' necessario un attento controllo della pressione arteriosa anche quando si somministri nifedipina in associazione a solfatodi magnesio per via endovenosa, per la possibilita' di un'eccessiva caduta pressoria, che puo' nuocere sia alla madre che al feto. L'impiego di nifedipina non e' raccomandato durante l'allattamento al seno in quanto e' stato segnalato che nifedipina viene escreta nel latte umanoe non si conoscono gli effetti dell'assorbimento orale di piccole quantita' di nifedipina. Come per altri materiali non deformabili deve essere usata prudenza qualora si somministri questo farmaco a pazienti con gravi stenosi pre-esistenti del tratto gastrointestinale, poiche' possono insorgere dei sintomi ostruttivi. Eccezionalmente e' possibile la formazione di bezoari che possono richiedere la terapia chirurgica.In singoli casi sono stati descritti sintomi ostruttivi anche senza riscontro anamnestico di disturbi gastrointestinali. Questo medicinale non deve essere usata nei pazienti portatori di tasca di Kock (ileostomia dopo proctocolectomia). Nel corso di indagini radiologiche (raggi X) con contrasto di bario, questo farmaco puo' dare delle immagini falsamente positive (come dei difetti di riempimento interpretabili come polipi). Nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa puo' rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, neicasi gravi, anche una riduzione del dosaggio. La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4. Tutti i farmaci che sono noti per inibire o indurre questo sistema enzimatico possono quindi alterare l'effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina. Farmaci che sono deboli o moderati inibitori del sistema del citocromo P450 3A4 e quindi possono dare luogo ad un incremento nelle concentrazioni di nifedipina, sono ad esempio: antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina), inibitori delle proteasi anti-HIV (ad es. ritonavir), antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo), gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina, quinupristin/dalfopristin, acido valproico, cimetidina. In caso di somministrazione contemporanea di questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina. Nei pazientisotto dialisi, affetti da ipertensione maligna e insufficienza renaleirreversibile con ipovolemia, occorre prestare attenzione in quanto si puo' verificare un notevole calo pressorio a causa della vasodilatazione. Nei rari casi in cui compare dolore in ambito toracico (talora disturbi tipo angina pectoris), deve essere consultato il medico curante. Qualora si manifesti un edema periferico in pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia, occorre differenziare gli edemi dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento della funzione ventricolare sinistra. Durante il trattamento di pazienti diabetici o a rischio diabetico, deve essere accuratamente controllata la glicemia; se compare iperglicemia la terapia deve essere sospesa.

INTERAZIONI

Effetti di altri farmaci sulla nifedipina: la nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4, localizzato sia a livello della mucosa intestinale che del fegato. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio (dopo somministrazione orale) o la clearance della nifedipina. Si deve tenere conto dell'entita' e della durata delle interazioni qualora si somministri nifedipina in associazioneai seguenti farmaci. Diltiazem: il diltiazem diminuisce la clearance della nifedipina per cui i due principi attivi dovrebbero essere associati con cautela considerando, eventualmente, la riduzione del dosaggio di nifedipina. Rifampicina: la rifampicina e' un forte induttore delsistema del citocromo P450 3A4. In caso di somministrazione concomitante con rifampicina, la biodisponibilita' della nifedipina viene ridotta sensibilmente con conseguente indebolimento della sua efficacia. Per tale motivo l'impiego di nifedipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato. In caso di somministrazione contemporanea dei seguenti farmaci, deboli o moderati inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina. Antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina): non e' stato condotto nessuno studio specifico sull'interazione tra nifedipina ed antibiotici macrolidi. E' noto come alcuni macrolidi inibiscano il metabolismo di altri farmaci mediato dal citocromo P450 3A4 per cui non si puo' escludere un potenziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito di somministrazione contemporanea dei due farmaci. L'azitromicina, sebbene strutturalmente correlata alla classe degli antibiotici macrolidi, e' priva di attivita' inibente il CYP3A4. Inibitori delle proteasi anti-HIV (ad es. ritonavir): non e' ancora stato condotto uno studio clinico per indagare la potenziale interazione tra la nifedipina e certi inibitori delle proteasi anti-HIV. E' noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4. Inoltre e' stato dimostrato che essi inibiscono in vitro il metabolismo della nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4. Quando siano somministrati insieme con la nifedipina non puo' essere escluso un sostanziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina dovuto ad un ridotto metabolismo di primo passaggio ed a ridotta eliminazione. Antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo): uno studio formale sulla possibile interazione tra nifedipina e certi antimicotici azolici non e' stato ancora eseguito. E' noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4. Quando tali farmaci vengano somministrati per via orale con la nifedipina non si puo' escludere un sostanziale incremento della biodisponibilita' sistemica della nifedipina legato ad un ridotto metabolismo di primo passaggio. Fluoxetina: non e' ancora stato condotto uno studio clinico per indagare la potenziale interazione tra la nifedipina e la fluoxetina. E' stato dimostrato che la fluoxetina inibisce in vitro il metabolismo della nifedipina mediatodal citocromo P450 3A4. Percio' non puo' essere escluso un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito della somministrazione contemporanea dei due farmaci. Nefazodone: uno studio clinico sulla possibile interazione tra nifedipina e nefazodone non e' stato ancora eseguito. E' noto come il nefazodone inibisca il metabolismo di altri farmaci, mediato dal citocromo P450 3A4. Percio' non puo' essereescluso un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito della somministrazione contemporanea dei due farmaci. Quinupristin/dalfopristin: la simultanea somministrazione di quinupristin/dalfopristin e nifedipina puo' determinare elevazione delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina. Acido valproico: non sono stati condotti degli studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra la nifedipina e l'acido valproico. Tuttavia, dato che quest'ultimo si e' dimostrato in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso inibizione enzimatica, non si puo' escludere un aumento delle concentrazioni plasmatiche, e quindi d'efficacia, anche per la nifedipina. Cimetidina: la cimetidina per il suo effetto di inibizione sul sistema del citocromo P450 3A4 eleva i livelli plasmatici di nifedipina e puo' potenziarne l'effetto antiipertensivo. Altri studi. Cisapride: la contemporanea somministrazione di cisapride e nifedipina puo' condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di nifedipina. Antiepilettici induttori del sistema del citocromo P450 3A4, come la fenitoina, la carbamazepina e il fenobarbitale: la fenitoina induce il sistema del citocromo P450 3A4. La contemporanea somministrazione di fenitoina e nifedipina determina una riduzione della biodisponibilita' e quindi dell'efficacia della nifedipina.

EFFETTI INDESIDERATI

Vengono elencate di seguito le reazioni avverse al farmaco (ADRs) segnalate nel corso degli studi clinici condotti con nifedipina verso placebo, e classificate secondo le categorie di frequenza CIOMS III (datitratti dal database di studi clinici: nifedipina n=2.661; placebo n=1.486; status: 22 febbraio 2006 - e dati tratti dallo studio ACTION: nifedipina n=3.825; placebo n=3.840). Le reazioni avverse classificate come "comuni" sono state osservate con una frequenza inferiore al 3%, con l'eccezione dell'edema (9,9%) e della cefalea (3,9%). Le frequenze delle reazioni avverse segnalate con i prodotti a base di nifedipina sono riassunte di seguito. Nell'ambito di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati vengono presentati in ordine decrescente di gravita'. Le frequenze sono definite come: comune (>=1/100 - <1/10); non comune (>=1/1.000 - <1/100) e raro (>=1/10.000 - <1/1.000). Le reazioni avverse identificate solo durante la sorveglianza post-marketing e perle quali non e' stato possibile definire la frequenza sono riportate sotto "Non nota". Patologie del sistema emolinfopoietico.non nota: agranulocitosi, leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune:reazione allergica, edema, allergico/angioedema (incluso edema della laringe1); raro: prurito, orticaria, eruzione cutanea;raro: reazione anafilattica/anafilattoide. Disturbi psichiatrici. Non comune: reazioniansiose, disturbi del sonno. Disturbi del metabolismo e della nutrizione.comune: edema periferico; raro: iperglicemia. Patologie del sistema nervoso.comune: cefalea; non comune: vertigini, emicrania, capogiri,tremore, insonnia, nervosismo; raro: parestesia/disestesia; raro: ipoestesia, sonnolenza. Patologie dell'occhio. Non comune: disturbi dellavista; raro: dolore oculare. Patologie cardiache. Non comune: tachicardia, palpitazioni; raro: dolore toracico (angina pectoris). Patologievascolari. Comune: edema, vasodilatazione (vampate, sensazione di calore); non comune: ipotensione, sincope. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: epistassi, congestione nasale; raro: dispnea, edema polmonare. Patologie gastrointestinali. Comune: costipazione; non comune: dolori gastrointestinali e addominali, nausea, dispepsia, flatulenza, secchezza della bocca, diarrea; raro: iperplasia gengivale; raro: bezoari, disfagia, ostruzione intestinale, ulcera intestinale, vomito, insufficienza dello sfintere gastroesofageo. Patologieepatobiliari. Non comune: aumento transitorio degli enzimi epatici, colestasi intraepatica; raro: ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: eritema; raro: dermatite fotosensibile; raro: necrolisi epidermica tossica, reazione fotoallergica, porpora palpabile. Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: crampi muscolari, gonfiore articolare; raro: artralgia, mialgia. Patologie renali ed urinarie. Non comune: poliuria, disuria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile; raro: ginecomastia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: senso di malessere, astenia (stanchezza); non comune: dolore aspecifico, brividi, dolori alle estremità. Sono stati riportati anche sintomatologia simil anginosa, edema periferico, alterazione della funzionalita' epatica (colestasi intraepatica), dermatite fotosensibile. Occasionalmente sono stati segnalati casi di: nausea, pirosi gastrica, flatulenza, iperglicemia, congestione nasale, mal di gola, tosse, crampi muscolari, rigidita'articolare, sudorazione, brivido, febbre, disturbi della sfera sessuale. In rari casi sono stati segnalati aumenti lievi o moderati di fosfatasi alcalina, LDH, SGOT, SGPT e episodi di epatite, trombocitopenia,porpora, anemia, leucopenia, iperplasia gengivale. Con altre formulazioni di nifedipina: agranulocitosi, dermatite esfoliativa, eritromelalgia. Nei pazienti in dialisi con ipertensione maligna ed ipovolemia sipuo' verificare, a seguito della vasodilatazione, una marcata caduta della pressione arteriosa. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazioneavversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: la nifedipina e' controindicata in corso di gravidanza accertata o presunta. La nifedipina non deve essere somministrata in gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con nifedipina. l'uso della nifedipina deve essere limitatoa donne con ipertensione grave che non rispondono alla terapia standard. Non sono stati condotti studi adeguati e ben controllati su donne in gravidanza. Le informazioni disponibili sono insufficienti per escludere effetti avversi sul feto e sul neonato. Negli studi sugli animali la nifedipina si e' dimostrata in grado di provocare effetti embriotossici, fetotossici e teratogeni nel ratto e nel coniglio, comprese leanomalie digitali. Tali anomalie sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino. La somministrazione del principio attivo ha comportato una varieta' di effetti tossici a carico dell'embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofiadei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni e dei feti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenzaneonatale (ratto; non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici e fetotossici erano tossiciper l'organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori la posologia massima indicata per l'impiego umano. L'evidenza clinica attualmente disponibile non ha permesso di identificare uno specifico rischio prenatale. Questo, nonostante sia stato segnalato un aumento dei casi di asfissia perinatale, parto cesareo, prematurita' e ritardo di crescita intrauterina. Non e' chiaro se questi riscontri sianodovuti all'ipertensione stessa, al suo trattamento o ad uno specificoeffetto del farmaco. E' stato osservato edema polmonare acuto con la somministrazione di farmaci calcio-antagonisti, tra cui nifedipina, come agenti tocolitici durante la gravidanza, soprattutto in casi di gravidanza multipla (gemellare o plurigemellare), per via endovenosa e/o in associazione a beta-2 agonisti. Allattamento: la nifedipina viene escreta nel latte materno, ma non e' attualmente noto se il trattamentoin corso nella madre possa condizionare nel lattante un'azione farmacologica. Pertanto si consiglia, per motivi precauzionali, di sospendere l'allattamento materno. La concentrazione di nifedipina nel latte e'pressoche' comparabile a quella della madre in siero. Per le formulazioni a rilascio immediato, si propone di ritardare l'allattamento al seno o di non tirare il latte nelle 3 o 4 ore successive alla somministrazione del farmaco per ridurre l'esposizione del neonato alla nifedipina. Fertilita': in singoli casi di fecondazione in vitro i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile compromissione funzionale dello sperma. Nei casi diripetuto insuccesso della fertilizzazione in vitro, non riconducibiliad altri motivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina dovrebbero essere considerati come possibile causa.

Codice: 026586014
Codice EAN:

Codice ATC: C08CA05
  • Sistema cardiovascolare
  • Calcio-antagonisti
  • Calcio-antagonisti selettivi con preval.effetto vascolare
  • Derivati diidropiridinici
  • Nifedipina
Temperatura di conservazione: al riparo da luce e umidita'
Forma farmaceutica: COMPRESSE RIVESTITE RILASCIO MODIFICATO
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: BLISTER OPACO

COMPRESSE RIVESTITE RILASCIO MODIFICATO

36 MESI

BLISTER OPACO