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INFLECTRA EV 2FL 100MG Produttore: PFIZER ITALIA SRL

  • FARMACO OSPEDALIERO
  • RICETTA LIMITATIVA

DENOMINAZIONE

INFLECTRA 100 MG POLVERE PER CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Immunosoppressori, inibitori del fattore di necrosi tumorale alfa (TNF alfa).

PRINCIPI ATTIVI

Un flaconcino contiene 100 mg di infliximab*. Dopo ricostituzione, ogni mL contiene 10 mg di infliximab. * Infliximab e' un anticorpo monoclonale umano-murino chimerico IgG1 prodotto in cellule di ibridoma murino con tecnologia DNA ricombinante. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Saccarosio, polisorbato 80, sodio diidrogeno fosfato monoidrato, disodio fosfato diidrato.

INDICAZIONI

Artrite reumatoide: Inflectra, in associazione con metotrexato, e' indicato per la riduzione dei segni e dei sintomi e il miglioramento della funzione fisica in pazienti adulti con malattia in fase attiva quando la risposta ai medicinali anti-reumatici che modificano la malattia(DMARD disease-modifying anti-rheumatic drug), incluso il metotrexato, sia stata inadeguata; pazienti adulti con malattia severa, in fase attiva e progressiva non trattata precedentemente con metotrexato o conaltri DMARD. In questa popolazione di pazienti e' stato dimostrato, mediante valutazione radiografica, una riduzione del tasso di progressione del danno articolare (vedere paragrafo 5.1). Malattia di Crohn negli adulti. Inflectra e' indicato per: il trattamento della malattia diCrohn in fase attiva, di grado da moderato a severa, in pazienti adulti che non abbiano risposto nonostante un trattamento completo ed adeguato con corticosteroidi e/o immunosoppressori; o in pazienti che non tollerano o che presentano controindicazioni mediche per le suddette terapie; il trattamento della malattia di Crohn fistolizzante in fase attiva, in pazienti adulti che non abbiano risposto nonostante un ciclodi terapia completo ed adeguato con trattamento convenzionale (inclusi antibiotici, drenaggio e terapia immunosoppressiva). Malattia di Crohn nei bambini: Inflectra e' indicato per il trattamento della malattia di Crohn severa in fase attiva nei bambini e negli adolescenti di eta' compresa tra 6 e 17 anni che non hanno risposto alla terapia convenzionale con un corticosteroide, un immunomodulatore e una terapia nutrizionale primaria o in pazienti che non tollerano o che presentano controindicazioni per le suddette terapie. Infliximab e' stato studiato solo in associazione con la terapia immunosoppressiva convenzionale. Colite ulcerosa: Inflectra e' indicato per il trattamento della colite ulcerosa in fase attiva, di grado da moderato a severo, in pazienti adulti che non hanno risposto in modo adeguato alla terapia convenzionaleinclusi corticosteroidi e 6-mercaptopurina (6-MP) o azatioprina (AZA), o che risultano intolleranti o per cui esista una controindicazione medica a queste terapie. Colite ulcerosa pediatrica: Inflectra e' indicato per il trattamento della colite ulcerosa in fase attiva di grado severo in bambini e adolescenti da 6 a 17 anni di eta', che non hanno risposto in modo adeguato alla terapia convenzionale inclusi corticosteroidi e 6-MP o AZA, o che risultano intolleranti o per cui esista unacontroindicazione medica a queste terapie. Spondilite anchilosante: Inflectra e' indicato per il trattamento della spondilite anchilosante severa in fase attiva in pazienti adulti che non hanno risposto in modo adeguato alle terapie convenzionali. Artrite psoriasica: Inflectra e' indicato per il trattamento dell'artrite psoriasica attiva e progressiva in pazienti adulti qualora sia stata inadeguata la risposta a precedenti trattamenti con DMARD. Inflectra deve essere somministrato: inassociazione con metotrexato; singolarmente in pazienti che risultanointolleranti al metotrexato o per i quali esso sia controindicato. Infliximab ha mostrato di migliorare la funzione fisica in pazienti con artrite psoriasica e di ridurre il tasso di progressione del danno alle articolazioni periferiche, misurato con i raggi X in pazienti con sottotipi simmetrici poliarticolari della malattia (vedere paragrafo 5.1). Psoriasi: Inflectra e' indicato per il trattamento della psoriasi aplacche di grado da moderato a severo nei pazienti adulti che non hanno risposto o per i quali siano controindicati o che sono risultati intolleranti ad altri trattamenti sistemici inclusi la ciclosporina, il metotrexato o lo psoralene ultravioletto A (PUVA) (vedere paragrafo 5.1).

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo, ad altre proteine murine o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; pazienti con tubercolosi o altre infezioni severe quali sepsi, ascessi, e infezioniopportunistiche (vedere paragrafo 4.4); pazienti con insufficienza cardiaca da moderata a severa (Classe III/IV NYHA - New York Heart Association -) (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).

POSOLOGIA

Il trattamento con Inflectra deve essere iniziato e supervisionato damedici specialisti esperti nella diagnosi e nel trattamento dell'artrite reumatoide, delle malattie infiammatorie intestinali, della spondilite anchilosante, dell'artrite psoriasica o della psoriasi. Inflectradeve essere somministrato per via endovenosa. Le infusioni di Inflectra devono essere somministrate da operatori sanitari qualificati e istruiti nel riconoscere qualsiasi problematica correlata all'infusione. Ai pazienti trattati con Inflectra, deve essere consegnato il foglio illustrativo e la Scheda di promemoria per il paziente. Durante il trattamento con Inflectra, deve essere ottimizzato l'uso di altre terapie concomitanti quali ad esempio corticosteroidi ed immunosoppressori. Posologia. Adulti (>= 18 anni). Artrite reumatoide: una infusione endovenosa di 3 mg/kg seguita da infusioni supplementari di 3 mg/kg alle settimane 2 e 6 dalla prima infusione, quindi ogni 8 settimane. Inflectradeve essere somministrato in concomitanza con metotrexato. I dati disponibili suggeriscono che la risposta clinica viene raggiunta solitamente entro 12 settimane dall'inizio del trattamento. Se un paziente ha una risposta inadeguata o perde la risposta dopo questo periodo, puo' essere preso in considerazione un aumento graduale del dosaggio di 1,5mg/kg, fino ad un massimo di 7,5 mg/kg, ogni 8 settimane. In alternativa, si puo' prendere in considerazione la somministrazione di 3 mg/kgogni 4 settimane. Se si raggiunge una risposta adeguata, si devono continuare a trattare i pazienti con il dosaggio o la frequenza scelti. E' necessario valutare attentamente se continuare la terapia nei pazienti che non mostrano evidenza di beneficio terapeutico entro le prime 12 settimane di trattamento o dopo l'aggiustamento del dosaggio. Malattia di Crohn in fase attiva, di grado da moderato a severo: 5 mg/kg somministrati in infusione endovenosa seguita da una infusione supplementare di 5 mg/kg a 2 settimane dalla prima infusione. Se un paziente non risponde alla terapia dopo 2 dosi, non gli si deve somministrare nessun ulteriore trattamento con infliximab. I dati disponibili non supportano un ulteriore trattamento con infliximab nei pazienti che non rispondono entro 6 settimane dalla prima infusione. Nei pazienti che rispondono, le soluzioni alternative per un trattamento continuo sono le seguenti. Mantenimento: infusione supplementare di 5 mg/kg alla settimana 6 dopo la prima dose, seguita da infusioni ripetute ogni 8 settimane; o risomministrazione: una infusione di 5 mg/kg se i segni e i sintomi della malattia si ripresentano (vedere sotto "Risomministrazione" eil paragrafo 4.4). Sebbene manchino dati comparativi, dati limitati in pazienti che inizialmente hanno risposto alla terapia con 5 mg/kg mache hanno perso la risposta, indicano che alcuni pazienti possono recuperare la risposta aumentando la dose (vedere paragrafo 5.1). La terapia continuata deve essere attentamente riconsiderata in pazienti che non mostrano evidenza di beneficio terapeutico dopo l'aggiustamento della dose. Malattia di Crohn fistolizzante in fase attiva: 5 mg/kg somministrati in infusione endovenosa seguita da infusioni supplementari di 5 mg/kg alla settimana 2 e 6 dalla prima infusione. Se un paziente non risponde dopo 3 dosi, non gli si deve somministrare nessun ulteriore trattamento con infliximab. Nei pazienti che rispondono, le soluzioni alternative per un trattamento continuo sono le seguenti. Mantenimento: infusioni supplementari di 5 mg/kg ogni 8 settimane; o risomministrazione: una infusione di 5 mg/kg se i segni e i sintomi della malattia si ripresentano, seguita da infusioni di 5 mg/kg ogni 8 settimane (vedere sotto "Risomministrazione" e il paragrafo 4.4). Sebbene manchinodati comparativi, dati limitati in pazienti che inizialmente hanno risposto alla terapia con 5 mg/kg ma che hanno perso la risposta, indicano che alcuni pazienti possono recuperare la risposta aumentando la dose (vedere paragrafo 5.1). La terapia continuata deve essere attentamente riconsiderata in pazienti che non mostrano evidenza di beneficio terapeutico dopo l'aggiustamento della dose. Nella malattia di Crohn, l'esperienza di risomministrazione, se i segni e i sintomi della malattia si ripresentano, e' limitata e non sono disponibili dati comparativi di rischio/beneficio delle terapie alternative per un trattamento continuo. Colite ulcerosa: una infusione endovenosa di 5 mg/kg seguita da infusioni supplementari di 5 mg/kg alle settimane 2 e 6 dalla prima infusione, poi ripetute ogni 8 settimane. I dati disponibili suggeriscono che la risposta clinica viene solitamente raggiunta entro 14 settimane dall'inizio del trattamento, cioe' dopo tre somministrazioni. E' necessario valutare attentamente se continuare la terapia nei pazientiche non rispondono entro questo periodo di tempo. Spondilite anchilosante: una infusione endovenosa di 5 mg/kg seguita da infusioni supplementari di 5 mg/kg alle settimane 2 e 6 dalla prima infusione, poi ripetute dopo un tempo che puo' variare dalle 6 alle 8 settimane. Se un paziente non risponde entro 6 settimane (cioe' dopo 2 dosi) non deve ricevere nessun ulteriore trattamento con infliximab. Artrite psoriasica:una infusione endovenosa di 5 mg/kg seguita da infusioni supplementari di 5 mg/kg alle settimane 2 e 6 dalla prima infusione, poi ripetute ogni 8 settimane. Psoriasi: una infusione endovenosa di 5 mg/kg seguita da infusioni supplementari di 5 mg/kg alle settimane 2 e 6 dalla prima infusione, poi ripetute ogni 8 settimane. Se un paziente non risponde entro 14 settimane (cioe' dopo 4 dosi), non si devono somministrareulteriori trattamenti di infliximab. Risomministrazione per la malattia di Crohn e l'artrite reumatoide: se i segni e i sintomi della malattia si ripresentano, infliximab puo' essere somministrato nuovamente entro 16 settimane dall'ultima infusione. Negli studi clinici, le reazioni di ipersensibilita' ritardata sono state "non comuni" e si sono verificate dopo intervalli di tempo senza somministrazione di infliximabinferiori ad 1 anno (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). La sicurezza e l'efficacia della risomministrazione non e' stata stabilita dopo un periodo superiore alle 16 settimane senza somministrazione di infliximab. Questo vale sia per i pazienti affetti da malattia di Crohn sia per i pazienti affetti da Artrite reumatoide. Risomministrazione per la coliteulcerosa: non sono state stabilite la sicurezza e l'efficacia delle risomministrazioni effettuate ad intervalli diversi dalle 8 settimane (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Risomministrazione per la spondilite anchilosante: non sono state stabilite la sicurezza e l'efficacia delle risomministrazioni diverse da quelle effettuate con un intervallo da 6 a8 settimane (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).

CONSERVAZIONE

Conservare in frigorifero (2 gradi C-8 gradi C). Per le condizioni diconservazione fino a 25 gradi C prima della ricostituzione vedere paragrafo 6.3. Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione vedere paragrafo 6.3.

AVVERTENZE

Tracciabilita': al fine di migliorare la tracciabilita' dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministratodevono essere chiaramente registrati. Reazioni all'infusione e ipersensibilita': infliximab e' stato associato a reazioni acute correlate all'infusione, che includono shock anafilattico e reazioni da ipersensibilita' ritardata (vedere paragrafo 4.8). Reazioni acute all'infusioneincluse reazioni anafilattiche si possono verificare durante (entro secondi) o entro poche ore seguenti l'infusione. Se si verificano reazioni acute all'infusione, l'infusione deve essere interrotta immediatamente. Deve essere tenuto a disposizione un equipaggiamento d'emergenza, quale adrenalina, antistaminici, corticosteroidi ed un ventilatore artificiale. I pazienti possono essere pretrattati, ad es. con un antistaminico, idrocortisone e/o paracetamolo per prevenire gli effetti lievi e transitori. Si possono sviluppare anticorpi contro l'infliximab esono stati associati ad una maggiore frequenza di reazioni all'infusione. Una bassa percentuale di reazioni all'infusione era rappresentatada gravi reazioni allergiche. E' stata inoltre osservata un'associazione tra lo sviluppo di anticorpi contro infliximab e una riduzione della durata della risposta. La somministrazione concomitante di immunomodulatori e' stata associata ad una minore incidenza di anticorpi contro infliximab e ad una riduzione della frequenza delle reazioni all'infusione. L'effetto di una terapia immunomodulatoria concomitante era piu' intenso nei pazienti trattati episodicamente che in pazienti soggetti alla terapia di mantenimento. I pazienti che abbiano sospeso la terapia con gli immunosoppressori prima o durante il trattamento con infliximab, presentano un maggiore rischio di sviluppare tali anticorpi. Gli anticorpi contro infliximab non possono essere sempre rilevati nei campioni di siero. Se si verificano reazioni gravi, deve essere approntato un trattamento sintomatico e non devono essere somministrate ulteriori infusioni di infliximab (vedere paragrafo 4.8.). Negli studi clinici sono state riportate reazioni di ipersensibilita' ritardata. I dati disponibili suggeriscono un aumento del rischio di ipersensibilita'ritardata all'aumento della durata degli intervalli di tempo senza somministrazione di infliximab. I pazienti devono essere informati di contattare immediatamente il medico in caso si manifestasse una reazioneavversa di tipo ritardato (vedere paragrafo 4.8). Se i pazienti vengono ritrattati dopo un periodo prolungato, devono essere strettamente controllati per verificare la comparsa di segni e sintomi di ipersensibilita' ritardata. Infezioni: prima, durante e dopo il trattamento con infliximab i pazienti devono essere strettamente monitorati per le infezioni tra cui la tubercolosi. Poiche' l'eliminazione di infliximab puo' richiedere fino a sei mesi, il monitoraggio deve continuare durantequesto periodo. L'ulteriore trattamento con infliximab non deve essere somministrato qualora un paziente sviluppi infezioni gravi o sepsi. E' necessaria cautela nell'utilizzo di infliximab in pazienti con infezione cronica o anamnesi di infezioni ricorrenti, inclusa la terapia concomitante con immunosoppressori. Si devono informare in modo appropriato i pazienti circa la necessita' di evitare l'esposizione a potenziali fattori di rischio di infezioni. Il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF alfa ) media l'infiammazione e modula le risposte immunitarie cellulari. Dati sperimentali dimostrano che il TNF alfa e' essenziale per la risoluzione delle infezioni intracellulari. L'esperienza clinica dimostra che le difese immunitarie dell'ospite sono compromesse in alcuni pazienti trattati con infliximab. Va evidenziato che la soppressione del TNF alfa puo' mascherare i sintomi di un'infezione quali la febbre. Un riconoscimento precoce di manifestazioni cliniche atipiche di infezioni gravi e di manifestazioni cliniche tipiche di infezioni rare e inusuali e' un punto critico per minimizzare ritardi nella diagnosi e nel trattamento. I pazienti che assumono medicinali bloccanti il TNF sono piu' soggetti ad infezioni serie. In pazienti trattati con infliximab sono state osservate tubercolosi, infezioni batteriche, incluse la sepsi e la polmonite, infezioni micotiche invasive, virali ed altre infezioni opportunistiche. Alcune di queste infezioni hanno avuto esito fatale; le infezioni opportunistiche piu' frequentemente riportate con una percentuale di mortalita' > 5% includono pneumocistosi, candidiasi, listeriosi e aspergillosi. I pazienti che sviluppano una nuova infezione in corso di trattamento coninfliximab, devono essere attentamente monitorati e sottoposti ad una accurata valutazione diagnostica. La somministrazione di infliximab deve essere interrotta se un paziente sviluppa una nuova infezione seria o sepsi e deve essere iniziataun'appropriata terapia antimicrobica o antifungina fino a quando l'infezione non e' risolta. Tubercolosi: in pazienti trattati con infliximab sono stati riportati casi di tubercolosi attiva. Va evidenziato chenella maggioranza di questi casi, si trattava di tubercolosi extrapolmonare, sia localizzata che diffusa. Prima di iniziare il trattamento con infliximab, tutti i pazienti devono essere valutati per tubercolosi sia attiva che inattiva ('latente'). Questa valutazione deve includere una dettagliata anamnesi che comprenda una storia personale di tubercolosi o un possibile precedente contatto con una fonte di contagio di tubercolosi e precedenti e/o concomitanti terapie immunosoppressive.In tutti i pazienti devono essere effettuati appropriati test diagnostici (ad esempio test cutanei della tubercolina, radiografia del torace, e/o test del Rilascio dell'Interferone Gamma) (possono essere applicate le linee guida locali). Si raccomanda che l'effettuazione di questi test venga riportata sulla Scheda di promemoria per il paziente. Siricorda ai medici prescrittori il rischio di falsi negativi del test cutaneo della tubercolina in particolare in pazienti severamente ammalati o immunocompromessi. Qualora sia diagnosticata una tubercolosi attiva, la terapia con infliximab non deve essere iniziata (vedere paragrafo 4.3). In caso di sospetta tubercolosi latente deve essere consultato un medico con esperienza nel trattamento della tubercolosi. In tutte le situazioni sotto descritte, il rapporto rischio/beneficio della terapia con infliximab deve essere valutato molto attentamente. Qualorafosse diagnosticata una tubercolosi latente, prima di iniziare la terapia con infliximab deve essere iniziata una terapia anti tubercolare per una tubercolosi latente in accordo alle linee guida locali.

INTERAZIONI

Non sono stati effettuati studi d'interazione. Ci sono indicazioni che l'uso concomitante di metotrexato e altri immunomodulatori in pazienti affetti da artrite reumatoide, artrite psoriasica e malattia di Crohn riduca la formazione di anticorpi contro l'infliximab ed aumenti leconcentrazioni plasmatiche di infliximab. Tuttavia i risultati non sono certi a causa dei limiti dei metodi utilizzati per il dosaggio di infliximab e degli anticorpi contro infliximab nel siero. Non sembra che i corticosteroidi alterino la farmacocinetica di infliximab in modo clinicamente rilevante. Non e' raccomandata l'associazione di infliximab con altre terapie biologiche usate per trattare le stesse condizioni diinfliximab, compresi anakinra e abatacept, (vedere paragrafo 4.4).E' raccomandato che i vaccini vivi non vengano somministrati contemporaneamente ainfliximab. E' inoltre raccomandato che i vaccini vivi nonvengano somministrati ai lattanti dopo l'esposizione in utero a infliximab per12 mesi dopo la nascita. Se i livelli sierici di infliximab non sono rilevabili nel lattante o la somministrazione di infliximab e'stata limitata al primo trimestre di gravidanza, la somministrazione di un vaccino vivo puo' essere considerata piu' precocemente, se vi e'un chiaro beneficio clinico per il singolo lattante (vedere paragrafo4.4). La somministrazione di un vaccino vivo a un lattante in allattamento mentre la madre sta ricevendo infliximab non e' raccomandata a meno che i livelli sierici di infliximab del lattante siano non rilevabili (vedere paragrafi 4.4 e 4.6). Gli agenti terapeutici infettivi nondevono essere somministrati contemporaneamente a infliximab (vedere paragrafo 4.4).

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza: l'infezione delle vie aeree superiori e' stata la piu' comune reazione avversa (ADR) riportata negli studi clinici, riscontrata nel 25,3% dei pazienti trattati con infliximab rispetto al 16,5% dei pazienti di controllo. Le piu' gravi ADR associate all'uso degli inibitori del TNF, riportate per infliximab, includono riattivazione del virus HBV, insufficienza cardiaca congestizia (CHF, Congestive Heart Failure), infezioni gravi (incluse sepsi, infezioni opportunistiche e TB), malattia da siero (reazioni di ipersensibilita' ritardata), reazioni ematologiche, lupus eritematoso sistemico/sindrome simil-lupus, malattie demielinizzanti, eventi epatobiliari, linfoma, HSTCL, leucemia, carcinoma a cellule di Merkel, melanoma, neoplasia maligna pediatrica, sarcoidosi/reazione di tipo sarcoide, ascesso intestinale o perianale (nella malattia di Crohn) e gravi reazioni all'infusione (vedere paragrafo 4.4). Elenco delle reazioni avverse: di seguito sono elencate le ADR segnalate in corso di studi clinici, cosi' come le reazioni avverse, alcune con esito fatale, riportate dopo la commercializzazione. Nell'ambito della Classificazione per Sistemi e Organi, le reazioni avverse sono elencate in base alla frequenza utilizzando le seguenti categorie: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1 000, < 1/100); raro (>= 1/10 000, < 1/1 000); molto raro (< 1/10 000); non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravita'. Reazioni avverse in corso di studi clinici e dopola commercializzazione. Infezioni ed infestazioni. Molto comune: infezione virale (es. Influenza, infezione da herpes virus); comune: infezioni batteriche (es. Sepsi, cellulite, ascesso); non comune: tubercolosi, infezioni fungine (es. Candidiasi, onicomicosi); raro: meningite, infezioni opportunistiche (quali infezioni fungine invasive [pneumocistosi, istoplasmosi, aspergillosi, coccidioidomicosi, criptococcosi, blastomicosi] infezioni batteriche [micobatterica atipica, listeriosi, salmonellosi], e infezioni virali [citomegalovirus]), infezioni parassitarie, riattivazione di epatite b; non nota: infezione breakthrough davaccino (dopo l'esposizione in utero a infliximab)*. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Raro: linfoma, linfoma non-Hodgkin, malattia di Hodgkin, leucemia, melanoma, tumore della cervice; non nota: linfoma epatosplenico a cellule t- (essenzialmente pazienti adolescenti e giovani maschi adulti con malattia di crohn o colite ulcerosa), carcinoma a cellule di Merkel, sarcoma di Kaposi. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: neutropenia, leucopenia, anemia, linfoadenopatia; non comune: trombocitopenia, linfopenia, linfocitosi; raro: agranulocitosi, (compresi i lattanti esposti in utero a infliximab), porpora trombotica trombocitopenica, pancitopenia, anemia emolitica, porpora trombocitopenica idiopatica. Disturbi del sistema immunitario. Comune: sintomi delle vie respiratorie su base allergica; non comune: reazione anafilattica, sindrome simil-lupus, malattiada siero o reazione simil-malattia da siero; raro: shock anafilattico, vasculite, reazione simil- sarcoidotica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune: dislipidemia. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione, insonnia; non comune: amnesia, ansia, confusione, sonnolenza, nervosismo; raro: apatia. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea; comune: vertigine, capogiro, ipoestesia, parestesia; non comune: convulsioni, neuropatia; raro: mielite trasversa, malattie demielinizzanti del sistema nervoso centrale (malattia simil-sclerosi multipla e neurite ottica), malattie demielinizzanti periferiche (come la sindrome di Guillain-Barre', le polineuropatie infiammatorie demielinizzanti croniche e le neuropatie motorie multifocali); non nota: accidenti cerebrovascolari in stretta associazione temporale con l'infusione. Patologie dell'occhio. Comune: congiuntivite; non comune: cheratite, edema perioculare, orzaiolo; raro: endoftalmite; non nota: perdita transitoria della vista che si manifesta durante o entro 2 ore dall'infusione. Patologie cardiache. Comune: tachicardia, palpitazioni;non comune: insufficienza cardiaca (nuova insorgenza o peggioramento), aritmia, sincope, bradicardia; raro: cianosi, versamento pericardico; non nota: ischemia miocardica/infarto miocardico. Patologie vascolari. Comune: ipotensione, ipertensione, ecchimosi, vampate di calore, rossore; non comune: ischemia periferica, tromboflebite, ematoma; raro: insufficienza circolatoria, petecchie, vasospasmo. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: infezione delle alte vierespiratorie, sinusite; comune: infezione delle basse vie respiratorie (es. Bronchite, polmonite),dispnea, epistassi; non comune: edema polmonare, broncospasmo, pleurite, versamento pleurico; raro: malattie polmonari interstiziali (incluse malattie rapidamente progressive, fibrosi polmonare e polmonite). Patologie gastrointestinali. Molto comune: dolore addominale, nausea; comune: emorragia gastrointestinale, diarrea, dispepsia, reflusso gastroesofageo, stipsi; non comune: perforazione intestinale, stenosi intestinale, diverticolite, pancreatite, cheilite. Patologie epatobiliari. Comune: alterazioni della funzionalita' epatica, aumento delle transaminasi; non comune: epatite, danno epatocellulare, colecistite; raro: epatite autoimmune, ittero; non nota: insufficienza epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: nuova insorgenza o aggravamento di psoriasi, inclusa la forma pustolosa (essenzialmente palmo-plantare), orticaria, rash cutaneo, prurito, iperidrosi, secchezza cutanea, dermomicosi, eczema, alopecia; non comune: eruzione bollosa, seborrea, acne rosacea, papilloma cutaneo, ipercheratosi, anomala pigmentazione della cute; raro: necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, foruncolosi, dermatosi bollosa da IgA lineari (LABD), pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP), reazioni lichenoidi; non nota: peggioramento dei sintomi di dermatomiosite. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia, mialgia, lombalgia. Patologie renali e urinarie. Comune: infezione del tratto urinario; non comune: pielonefrite. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: vaginite. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: reazioni correlate all'infusione, dolore; comune: dolore toracico, affaticamento, febbre, reazioni al sito di iniezione, brividi, edema; non comune: processo di cicatrizzazione alterato; raro: lesione granulomatosa.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Donne in eta' fertile: le donne in eta' fertile devono considerare l'uso di un adeguato metodo contraccettivo per prevenire la gravidanza econtinuarne l'uso per almeno 6 mesi dopo l'ultima somministrazione diinfliximab. Gravidanza: un numero moderato di dati raccolti in modo prospettico, su pazienti in gravidanza esposte a infliximab con esiti noti su nati vivi, delle quali circa 1 100 esposte durante il primo trimestre, non ha evidenziato un aumento del tasso di malformazione nel neonato. Sulla base di uno studio osservazionale condotto in nord Europa, e' stato osservato un aumentato rischio (OR, IC 95%; valore p) per la sezione C (1,50, 1,14-1,96; p = 0,0032), di nascita pretermine (1,48, 1,05-2,09; p = 0,024), di nati piccoli per eta' gestazionale (2,79, 1,54-5,04; p = 0,0007) e di basso peso alla nascita (2,03, 1,41-2,94; p = 0,0002) in donne esposte a infliximab durante la gravidanza (con osenza immunomodulatori/corticosteroidi, 270 gravidanze) rispetto alledonne esposte solamente a immunomodulatori e/o corticosteroidi (6 460gravidanze). Il potenziale contributo dell'esposizione a infliximab e/o la severita' della malattia di base in questi esiti non e' chiara. A causa dell'inibizione del TNF alfa, infliximab somministrato durantela gravidanza puo' alterare le normali risposte immunitarie del neonato. In uno studio di tossicita' sullo sviluppo effettuato sul topo, utilizzando un anticorpo analogo che inibisce selettivamente la funzionalita' del TNF alfa del topo, non e' stata riscontrata ne' tossicita' materna, ne' embriotossicita', ne' teratogenicita' (vedere paragrafo 5.3). L'esperienza clinica disponibile e' limitata. Infliximab deve essere utilizzato durante la gravidanza solo se chiaramente necessario. Infliximab passa attraverso la placenta ed e' stato rilevato nel siero dei lattanti fino a 12 mesi dopo la nascita. Dopo l'esposizione in utero a infliximab, i lattanti possono avere un rischio piu' elevato di infezione compresa un'infezione disseminata grave che puo' avere un esito fatale. La somministrazione di vaccini vivi (ad es. il vaccino BCG) a lattanti esposti in utero a infliximab non e' raccomandata per12 mesi dopo la nascita (vedere paragrafi 4.4 e 4.5). Se i livelli sierici di infliximab non sono rilevabili nel lattante o la somministrazione diinfliximab e' stata limitata al primo trimestre di gravidanza, la somministrazione di un vaccino vivo puo' essere considerata piu' precocemente, se vi e' un chiaro beneficio clinico per il singolo lattante. Sono stati segnalati anche casi di agranulocitosi (vedere paragrafo 4.8). Allattamento: dati limitati provenienti dalla letteratura pubblicataindicano che sono stati rilevati bassi livelli di infliximab nel latte materno a concentrazioni fino al 5% del livello del siero materno. Infliximab e' stato rilevato anche nel siero del lattante dopo esposizione ad infliximab attraverso il latte materno. Mentre si prevede che l'esposizione sistemica in un lattante in allattamento sia bassa poiche' infliximab e' ampiamente degradato nel tratto gastrointestinale, la somministrazione di vaccini vivi a un lattante in allattamento mentre la madre sta ricevendo infliximab non e' raccomandata a meno che i livelli sierici di infliximab del lattante siano non rilevabili. L'uso diinfliximab puo' essere preso in considerazione durante l'allattamento. Fertilita': sono disponibili dati preclinici insufficienti per trarre conclusioni sugli effetti di infliximab sulla fertilita' e sulla funzione riproduttiva generale (vedere paragrafo 5.3).

Codice: 043010026
Codice EAN:

Codice ATC: L04AB02
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Immunosoppressori
  • Inibitori del fattore di necrosi tumorale alfa
  • Infliximab
Temperatura di conservazione: da +2 a +8 gradi
Forma farmaceutica: POLVERE PER CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 60 MESI
Confezionamento: FLACONE

POLVERE PER CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

60 MESI

FLACONE