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IVREX 14CPR 2,5MG+12,5MG Produttore: S.F. GROUP SRL

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

IVREX COMPRESSE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

ACE inibitori e diuretici, ramipril e diuretici.

PRINCIPI ATTIVI

2,5 mg + 12,5 mg compresse. Una compressa divisibile contiene: ramipril 2,5 mg + idroclorotiazide 12,5 mg. 5 mg + 25 mg compresse. Una compressa divisibile contiene: ramipril 5 mg + idroclorotiazide 25 mg.

ECCIPIENTI

Ipromellosa, amido pregelatinizzato, cellulosa microcristallina, sodio stearilfumarato.

INDICAZIONI

Trattamento dell'ipertensione. Questa associazione a dose fissa e' indicata nei pazienti la cui pressione arteriosa non e' adeguatamente controllata con ramipril da solo o idroclorotiazide da sola.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo, ad altri ACE inibitori (inibitori dell'Enzima di Conversione dell'Angiotensina), ad idroclorotiazide,ad altri diuretici tiazidici, alle sulfonamidi o ad uno qualsiasi, degli eccipienti. L'uso concomitante di Ivrex con medicinali contenenti aliskiren e' controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocita' di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m^2). Riscontro anamnestico di angioedema (ereditario, idiopatico o pregresso angioedema con ACE inibitori o AIIRA). Trattamenti extracorporei che portano il sangue a contatto con superfici caricate negativamente. Stenosi bilaterale significativa dell'arteria renale o stenosi unilaterale in pazienti con rene unico funzionante. Secondo e terzo trimestre di gravidanza. Allattamento. Grave compromissione della funzione renale con clearance della creatinina inferiore a 30 ml/minin pazienti non in trattamento dialitico. Alterazioni degli elettroliti clinicamente rilevanti che potrebbero peggiorare in seguito al trattamento con Ivrex. Grave insufficienza epatica. Encefalopatia epatica.

POSOLOGIA

Si raccomanda che il farmaco venga assunto una volta al giorno alla stessa ora, solitamente al mattino. Il farmaco puo' essere assunto prima, durante o dopo i pasti, perche' l'assunzione di cibo non modifica la sua biodisponibilita'. Il farmaco deve essere deglutito con un liquido e non deve essere masticato o sbriciolato. Adulti. La dose deve essere individualizzata in accordo con il profilo del paziente ed il controllo della pressione arteriosa. La somministrazione della associazione fissa di ramipril e idroclorotiazide e' solitamente raccomandata dopo titolazione del dosaggio con uno dei componenti singoli. Il farmaco deve essere iniziato al piu' basso dosaggio disponibile. Se necessario, la dose puo' essere aumentata progressivamente per raggiungere il valore di pressione arteriosa richiesto; le dosi massime consentite sono10 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide al giorno. Popolazioni speciali. Pazienti trattati con diuretici. Si raccomanda cautela nei pazienti gia' in trattamento con diuretici, poiche' si puo' verificare ipotensione dopo l'inizio del trattamento. Si deve prendere in considerazione la riduzione della dose o la sospensione del diuretico prima di iniziare il trattamento. Pazienti con funzionalita' renale compromessa. Il farmaco e' controindicato in pazienti con grave compromissione della funzione renale a causa della presenza di idroclorotiazide (clearance della creatinina < 30 ml/min). Pazienti con i compromissione della funzione renale possono richiedere dosi ridotte. Pazienti con clearance della creatinina fra 30 e 60 ml/min devono essere trattati solo con la dose piu' bassa della associazione fissa di ramipril e idroclorotiazide dopo somministrazione di ramipril da solo. Le dosi massime consentite sono 5 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide al giorno. Pazienti con funzionalita' epatica compromessa. Nei pazienti con compromissione della funzionalita' epatica da lieve a moderata, il trattamento deve essere iniziato solo sotto stretto controllo medico e le dosi giornaliere massime consentite, sono 2,5 mg di ramipril e 12,5 mg di idroclorotiazide. Il farmaco e' controindicato nei pazienti con grave compromissione della funzionea epatica. Anziani. La dose iniziale deve essere la piu' bassa e la successiva titolazione deve essere piu' graduale a causa della maggiore probabilita' di effetti indesiderati in particolare in pazienti molto anziani o debilitati. Popolazione pediatrica Non e' raccomandato l'uso del farmaco in bambini, e adolescenti sotto i 18 anni di eta' in mancanza di dati sufficienti di sicurezza ed efficacia. Modo di somministrazione. Uso orale.

CONSERVAZIONE

Conservare a temperatura non superiore a 25 gradi C.

AVVERTENZE

L'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale. Il duplice blocco del RAAS non è pertanto raccomandato: se la terapia necessario, avvenga solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Non usare contemporaneamente gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II in pazienti con nefropatia diabetica. Osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non-melanoma associato all'aumento cumulativo della dose di idroclorotiazide assunta. L'effetto fotosensibilizzante dell'HCTZ potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell'NMSC. Controllare regolarmente la cute per la presenza di nuove lesioni e segnalare subito eventuali lesioni cutanee sospette. Esposizione limitata alla luce solare e airaggi UV e una protezione adeguata. Pazienti con particolare rischio di ipotensione. Pazienti con iperattivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone: possono incorrere in un notevole calo acuto della pressione arteriosa e nel deterioramento della funzione renale dovuto all'ACE inibizione, specie quando un ACE inibitore o un diuretico in associazione sono somministrali per la prima volta o al primo incremento della dose. Prevedere un'attivazione rilevante del sistema renina-angiotensina-aldosterone ed è necessaria una supervisione medica che includa il monitoraggio della pressione. Correggere la disidratazione, l'ipovolemia o la deplezione di sali prima di iniziare. Interrompere il trattamento con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensinaun giorno prima dell'intervento chirurgico. Pazienti a rischio di ischemia cardiaca o cerebrale in caso di ipotensione acuta: la fase iniziale richiede un'attenta supervisione medica. L'associazione ramipril eidroclorotiazide non rappresenta un trattamento di scelta dell'iperaldosteronismo primario. Le alterazioni degli elettroliti dovute alla terapia con diuretici inclusa idroclorotiazide possono causare encefalopatia epatica in pazienti con patologia epatica. Valutare la funzione renale prima e durante il trattamento ed aggiustare la dose specie nelle prime settimane. Con compromissione renale monitorare attentamente. Rischio di compromissione renale, specie con insufficienza cardiaca congestizia o dopo trapianto di rene o con malattia renovascolare. In pazienti con patologia renale, le tiazidi possono precipitare l'uremia. Con funzionalità renale compromessa si possono sviluppare effetti cumulativi del principio attivo. Se si evidenzia una progressiva compromissione della funzionalità renale rivalutare la terapia considerando la sospensione. Monitorare periodicamente gli elettroliti sierici. Le tiazidi possono causare sbilanciamento dei fluidi o degli elettroliti. Benché con l'uso dei diuretici tiazidici si possa sviluppare ipokaliemia, la terapia concomitante con ramipril può ridurre l'ipokaliemia indotta da diuretici. Il rischio di ipokaliemia è maggiore in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti con diuresi rapida, in pazienti che ricevono un inadeguato supplemento di elettroliti e in pazienti in terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH. Effettuare la prima valutazione dei livelli di potassio plasmatico nella prima settimana. Evidenziati bassi livelli di potassio, correggerli. Si può verificare iponatremia da diluizione che inizialmente può essere asintomatica: monitorare regolarmente specie in pazienti anziani e cirrotici. Le tiazidi aumentano l'escrezione urinaria di magnesio, che può determinare ipomagnesemia. Osservata iperkaliemia trattati con ACE inibitori. I pazienti a rischio di sviluppare iperkaliemia includono i soggetti con insufficienza renale, di età > 70 anni, con diabete mellito non controllato o quelli che utilizzano sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o altri principi attivi che fanno aumentare il livello plasmatico del potassio o condizioni quali disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica. Osservata sindrome SIADH e successiva iponatremia in alcuni pazienti: monitorare regolarmente i livelli di sodio nel sangue negli anziani e in altri pazienti a rischio di iponatremia. In pazienti con patologie epatiche, alterazioni degli elettroliti dovuti aterapia con diuretici possono causare encefalopatia epatica: interrompere subito. Idroclorotiazide stimola il riassorbimento renale del calcio e può causare ipercalcemia. Interrompere subito se segnalati casi di angioedema che potrebbe aumentare nei pazienti che assumono contemporaneamente medicinali come inibitori di mTOR o vildagliptin o racecadotril. Istituire subito un trattamento di emergenza. Durante terapia con ACE inibitori aumentano la probabilità e la gravità di reazioni anafilattiche o anafilattoidi in seguito a contatto con veleno di insettio altri allergeni. Osservate raramente neutropenia/agranulocitosi, edinoltre depressione del midollo osseo. Monitorare il numero dei globuli bianchi per individuare una possibile leucopenia. Monitorare piu' frequentemente nella fase iniziale e in pazienti con compromessa funzionalità renale, con concomitanti patologie del collagene e in quelli trattati con farmaci che possono causare alterazioni del quadro ematico.L'idroclorotiazide puo' causare una reazione di idiosincrasia, con conseguente miopia transitoria acuta e glaucoma acuto ad angolo chiuso che se non trattato può portare a una perdita permanente della vista: sospendere subito l'idroclorotiazide. il prima possibile. Gli ACE inibitori causano una maggiore incidenza di angioedema nei pazienti neri. Ramipril può essere meno efficace nell'abbassare la pressione nelle popolazioni nere, forse per una maggiore prevalenza nelle popolazioni nere di ipertensione con basso livello di renina. Idroclorotiazide può determinare positività ai test anti-doping. La terapia con tiazidi può compromettere la tolleranza al glucosio. Pazienti diabetici: può essererichiesto un aggiustamento del dosaggio di insulina o dei farmaci ipoglicemizzanti orali. Un diabete mellito latente può divenire manifestodurante la terapia con tiazidi. Verificatisi aumenti dei livelli di colesterolo e trigliceridi. In alcuni pazienti in terapia con tiazidi si può verificare iperuricemia o si può manifestare una gotta conclamata. Con l'uso degli ACE inibitori è stata riportata tosse non produttiva, persistente che si risolve con l'interruzione della terapia. Si possono verificare reazioni di sensibilizzazione in pazienti con o senza pregressa allergia o asma bronchiale. Segnalata la possibilità di esacerbazione del lupus eritematoso sistemico.

INTERAZIONI

Il RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale rispetto all'uso di un singolo agenteattivo sul sistema RAAS. Associazioni controindicate. Trattamenti extracorporei che portano a contatto il sangue con superfici con carica negativa quali dialisi o emofiltrazione con membrane ad alto flusso o aferesi delle lipoproteine a bassa densità per mezzo di destrano solfato sono controindicati a causa dell'aumento del rischio di gravi reazioni. Se è richiesto questo tipo di trattamento, considerare l'uso di membrane per dialisi differenti o una classe di antipertensivi differente. Sali di potassio, eparina, diuretici risparmiatori dì potassio e altri principi attivi che aumentano i livelli del potassio nel sangue: può verificarsi iperkaliemia, quindi monitorare attentamente i livelli sierici del potassio. Farmaci antipertensivì ed altri farmaci a potenziale effetto antipertensivo: prevedere un possibile potenziamento del rischio di ipotensione. asopressori simpaticomimetici ed altre sostanze che possono ridurre l'effetto antipertensivo di ramipril: monitorarela pressione arteriosa. Inoltre, l'effetto dei vasopressori simpaticomimetici può essere attenuato dall'idroclorotiazide. Allopurinolo, immunosoppressori, corticosteroidi, procainamide, citostatici e altri farmaci che possono alterare il quadro ematico: aumenta il rischio di reazioni ematologiche. Sali di litio: l'escrezione di litio può essere ridotta dagli ACE inibitori, e quindi puo' aumentare la tossicità del litio. Controllare i livelli sierici di litio. L'uso concomitante di diuretici tiazidici può aumentare il rischio di tossicità del litio e potenziare il rischio già incrementato della tossicità del litio con gli ACE inibitori. L'associazione di ramipril e idroclorotiazide con il litio non è pertanto raccomandata. Antidiabetici inclusa insulina: possono verificarsi reazioni ipoglicemiche. L'idroclorotiazide può attenuare gli effetti dei medicinali antidiabetici. Pertanto nella fase iniziale della co-somministrazione controllare bene la glicemia. Farmaci antinfiammatori non steroidei ed acido acetilsalicilico: quando gli ACE inibitori sono co-somministrati con farmaci anti-infiammatori non steroidei si può verificare un'attenuazione dell'effetto antipertensivo. L'uso concomitante di ACE inibitori e FANS può portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzione renale che comprende possibile insufficienza renale acuta e aumento dei livelli del potassio sierico,specialmente in pazienti con pre-esistente compromessa funzione renale. La combinazione deve essere somministrata con cautela specialmente negli anziani. Adeguatamente idratare i pazienti e considerare il monitoraggio della funzione renale all'inizio della terapia concomitante. Anticoagulanti orali: l'effetto degli anticoagulanti orali può essere diminuito dall'uso concomitante di idroclorotiazide. Corticosteroidi, ACTH, amfotericina B, carbenoxolone, elevate quantità di liquerizia, lassativi (in caso di uso prolungato) e altre sostanze con effetto kaliurelico o che diminuiscono il potassio plasmatico: aumentato rischio di ipokaliemia. Preparati a base di digitale, sostanze attive note per prolungare l'intervallo QT e antiaritmici: la loro tossicità proaritmica, può essere aumentata o i loro effetti, antiaritmici diminuiti in presenza di alterazioni degli elettroliti (es. ipokaliemia, ipomagnesemia). Metildopa: possibile emolisi. Colestiramina e altri scambiatori, ionici somministrati per via enterica: ridotto assorbimento di idroclorotiazide. I diuretici sulfonamidici devono essere presi almeno 1 ora prima o 4-6 ore dopo questi, medicinali. Miorilassanti di tipo curarico: possibile intensificazione e prolungamento degli effetti rilassantimuscolari. Sali di calcio e prodotti medicinali, che aumentano i livelli plasmatici di calcio: si può prevedere un aumento della concentrazione sierica di calcio in caso di somministrazione concomitante di idroclorotiazide; pertanto si richiede uno stretto monitoraggio del calcio sierico. Carbamazepina: rischio di iponatremia dovuto agli effetti additivi con idroclorotiazide. Mezzi di contrasto iodati: in caso di disidratazione indotta da diuretici inclusa idroclorotiazide, vi è il rischio dì insufficienza renale acuta, in particolare con l'uso di dosi importanti di mezzi di contrasto iodati. Penicillina: idroclorotiazideè escreta nel tubulo distale, e riduce l'escrezione di penicillina. Chinino: idroclorotiazide riduce l'escrezione di chinino. Eparina: possibile aumento della concentrazione di potassio sierico. Inibitori di mTOR e inibitori di DPP-IV: è possibile un aumento del rischio di angioedema in pazienti che assumono contemporaneamente medicinali quali gliinibitori di mTOR (ad esempio, temsirolimus, everolimus, sirolimus) ovildagliptin. Occorre cautela all'inizio della terapia. Racecadotril:un aumento potenziale del rischio di angioedema è stato segnalato perun uso concomitante di ACE inibitori e un NEP inibitore come racecadotril.

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza. II profilo di sicurezza dell'associazione ramipril e idroclorotiazide include reazioni avverse che si verificano nel contesto dell'ipotensione e/o deplezione di fluidi dovuta alla diuresi aumentata. Il principio attivo ramipril puo' indurre tosse secca persistente, mentre il principio attivo idroclorotiazide puo' portare ad un peggioramento del metabolismo di glucosio, lipidi e acido urico. I due principi attivi hanno effetti opposti sul potassio plasmatico. Reazioni avverse gravi comprendono angioedema o reazioni anafilattiche, compromissione epatica o renale, pancreatiti, reazioni cutanee gravi e neutropenia/agranulocitosi. La frequenza degli effetti indesiderati e' definita utilizzando la seguente convenzione: molto comuni (>= 1/10); comuni (>= 1/100, < 1/10); non comuni (>= 1/1.000, < 1/100); rari (>= 1/10.000, < 1/1.000); molto rari (< 1/10.000); non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno dei gruppi di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravita'. Patologie cardiache. Non comuni: ischemia miocardica che include: angina pectoris, tachicardia, aritmia, palpitazioni, edema periferico; non nota: infarto del miocardio. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comuni: diminuzione del numero dei globuli bianchi, diminuzione del numero dei globuli rossi, emoglobina ridotta, anemia emolitica conta delle piastrine diminuita; non nota: depressione del midollo osseo, neutropenia con agranulocitosi, pancitopenia, eosinofilia, emoconcentrazione nel contesto della deplezione di fluidi. Patologie del sistema nervoso. Comuni: cefalea, capogiri; non comuni: vertigini, parestesia, tremore, disturbo dell'equilibrio, sensazione di bruciore disgeusia, ageusia; non nota: ischemiacerebrale che include ictus ischemico e attacco ischemico transitorio, capacità psicomotorie compromesse, parosmia. Patologie dell'occhio. Non comuni: disturbi della vista inclusa visione offuscata, congiuntivite; non nota: xantopsia, lacrimazione diminuita dovuta a idroclorotiazide glaucoma acuto ad angolo chiuso dovuto a idroclorotiazide. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comuni: tinnito; non nota: danni all'udito. Patologie respiratone, toraciche e mediastiniche. Comuni:tosse secca non produttiva, bronchite; non comuni: sinusite, dispnea congestione nasale; non nota: broncospasmo con aggravamento dell'asma,alveolite allergica, edema polmonare non cardiogeno dovuto ad idroclorotiazide. Patologie gastrointestinali. Non comuni: infiammazione gastrointestinale disturbi della digestione, fastidio addominale, dispepsia, gastrite, nausea, stipsi. Gengivite, dovuta a idroclorotiazide; molto rari: vomito, stomatite aftosa, glossite, diarrea, dolore nella parte alta dell'addome, bocca secca; non nota: pancreatite (con gli ACE inibitori sono stati riportati molto eccezionalmente casi ad esito fatale), aumento degli enzimi pancreatici, angioedema del piccolo intestino. Scialoadenite dovuta a idroclorotiazide. Patologie renali e urinarie. Non comuni: danno renale che include insufficienza renale acuta, diuresi aumentata, urea ematica aumentata, creatinina ematica aumentata;non nota: peggioramento di proteinuria preesistente, nefrite interstiziale dovuta a idroclorotiazide. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comuni: angioedema: in casi veramente eccezionali, l'ostruzione delle vie aeree dovuta all'angioedema può avere esito fatale; dermatite psoriasi forme iperidrosi, eruzione cutanea in particolaremaculo papulare prurito, alopecia; non nota: necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens- Johnson, eritema multiforme, pemfigo, aggravamento della psoriasi, dermatite esfoliativa, reazioni di fotosensibilizzazione, onicolisi esantema o enantema pemfigoide o lichenoide, orticaria, lupus eritematoso sistemico dovuto a idroclorotiazide. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comuni: mialgia; non nota: artralgia, spasmi muscolari, debolezza muscolare,rigidità muscoloscheletrica, tetania dovuta a idroclorotiazide. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comuni: inadeguato controllo del diabete mellito, diminuita tolleranza al glucosio, glucosio ematicoaumentato, acido urico ematico aumentato, aggravamento della gotta, colesterolo e/o trigliceridi ematici aumentati a causa di idroclorotiazide; non comuni: anoressia, diminuzione dell'appetito potassio ematicodiminuito, sete causati da idroclorotiazide; molto rari: potassio ematico aumentato a causa di ramipril; non nota: sodio ematico diminuito,glicosuria, alcalosi metabolica, ipocloremia, ipomagnesemia, ipercalcemia, disidratazione dovuta a idroclorotiazide. Patologie vascolari. Non comuni: ipotensione, ipotensione ortostatica, sincope, rossore; nonnota: trombosi nel contesto di una grave deplezione di fluidi, stenosi vascolare, ipoperfusione, fenomeno di Raynaud, vasculite. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comuni: affaticamento, astenia; non comuni: dolore al petto, piressia; disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazioni anafilattiche o anafìlattoidi dovute a ramipril oppure reazioni anafilattiche dovute a idroclorotiazide, aumento degli anticorpi antinucleo. Patologie endocrine. Non nota: sindrome da secrezione inappropriata di ormone antidiuretico(SIADH). Patologie epatobiliari. Non comuni: epatite colestatica o citolitica (l'esito fatale è stato molto eccezionale), aumento degli enzimi epatici e/o della bilirubina coniugata, calcoli della colecisti dovuti a idroclorotiazide; non nota: insufficienza epatica acuta, itterocolestatico, danno epatocellulare. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Non nota: cancro cutaneo non melanoma (carcinoma basocellulare e carcinoma a cellule squamose). Patologiedell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comuni: impotenza erettile transitoria; non nota: diminuzione della libido, ginecomastia. Disturbi psichiatrici. Non comuni: umore depresso, apatia, ansietà, nervosismo, disturbi del sonno inclusa sonnolenza; non nota: stato confusionale, irrequietezza, disturbi dell'attenzione. Descrizione di reazioni avverse selezionate. Cancro cutaneo non melanoma: sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, e' stata osservata un'associazione tra HCTZ e NMSC, correlata alla dose cumulativa assunta. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

L'uso del farmaco non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza ed e' controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non puo' essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza perl'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad ACE inibitori/Antagonisti del Recettore dell'Angiotensina II (AIIRA) durante il secondoed il terzo trimestre induce tossicita' fetale (ridotta funzionalita'renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Sedovesse verificarsi un'esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assuntoACE inibitori devono essere attentamente osservati per quanto riguarda, ipotensione, oliguria e iperkaliemia. Idroclorotiazide, in caso di esposizione prolungala durante il terzo trimestre di gravidanza, puo' causare ischemia feto-placentare e il rischio di un ritardo della crescita. Inoltre, in caso di' esposizione vicino al termine sono stati riportati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia nei neonati, idroclorotiazide puo' ridurre il volume plasmatico e il flusso sanguigno uteroplacentare. Il farmaco e' controindicato durante l'allattamento. Ramipril e idroclorotiazide sono escreti nel latte materno in quantita' tali che gli effetti sul bambino allattato sono probabili se dosi terapeutiche di ramipril e idroclorotiazide vengono somministrate a donne che allattano. Sono disponibili informazioni insufficienti riguardanti l'uso del ramipril durante l'allattamento, ed e' da preferire un trattamento alternativo con comprovato profilo di sicurezza per l'allattamento, specialmente del neonato o del prematuro. Idroclorotiazide e' escreta nel latte umano. L'assunzione di tiazidi durante l'allattamento in madri che allattano e' stata associata con una diminuzione o anche soppressione della lattazione. Si possono verificare ipersensibilita' alle sostanze attive derivate della sulfonamide, ipokaliemia e ittero nucleare. A causa della possibilita' di reazioni serie da entrambe le sostanze attive in bambini allattati, si deve decidere se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia, considerando l'importanza della terapia per la madre.

Codice: 038368015
Codice EAN:

Codice ATC: C09BA05
  • Sistema cardiovascolare
  • Sostanze ad azione sul sistema renina-angiotensina
  • Ace inibitori, associazioni
  • Ace inibitori e diuretici
  • Ramipril e diuretici
Temperatura di conservazione: non superiore a +25 gradi
Forma farmaceutica: COMPRESSE DIVISIBILI
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: BLISTER OPACO

COMPRESSE DIVISIBILI

36 MESI

BLISTER OPACO