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LAMIVUDINA MY 30CPR RIV 150MG Produttore: MYLAN SPA

  • PARAFARMACO
  • Prezzo: libero

DENOMINAZIONE

LAMIVUDINA MYLAN COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antivirali per uso sistemico, nucleosidi e nucleotidi inibitori dellatrascrittasi inversa.

PRINCIPI ATTIVI

Ogni compressa rivestita con film da 150 mg contiene 150 mg di lamivudina. Ogni compressa rivestita con film da 300 mg contiene 300 mg di lamivudina. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina, sodio amido glicolato (tipo A), magnesio stearato. Rivestimento della compressa: ipromellosa, titanio biossido, glicole propilenico.

INDICAZIONI

Lamivudina Mylan e' indicata come componente della terapia di associazione antiretrovirale nel trattamento di adulti e bambini con infezione da Virus dell'Immunodeficienza Umana (HIV).

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' alla lamivudina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

POSOLOGIA

La terapia deve essere iniziata da un medico con esperienza nella gestione dell'infezione da HIV. Posologia. Adulti, adolescenti e bambini (con un peso di almeno 25 kg): la dose raccomandata di Lamivudina Mylan e' 300 mg al giorno. Questa dose puo' essere somministrata come 150 mg due volte al giorno oppure come 300 mg una volta al giorno (vedere paragrafo 4.4). Solo per il dosaggio da 300 mg: la compressa da 300 mge' idonea solo per la somministrazione una volta al giorno. Solo per il dosggio da 150 mg. Bambini (di peso inferiore ai 25 kg): si raccomanda per le compresse di lamivudina un dosaggio secondo fasce di peso. Bambini di peso >= 20 kg e <25 kg: la dose raccomandata e' di 225 mg al giorno. Questa puo' essere somministrata sia come 75 mg (meta' di una compressa da 150 mg) al mattino e 150 mg (una compressa intera da 150 mg) assunta alla sera, o 225 mg (una compressa e mezzo da 150 mg) presa una volta al giorno. Bambini di peso da 14 kg a <20 kg: la dose raccomandata e' di 150 mg al giorno. Questa puo' essere somministrata come 75 mg (meta' di una compressa da 150 mg) due volte al giorno, o 150mg (una compressa intera da 150 mg) una volta al giorno. Solo per il 300 mg. Bambini (di peso inferiore ai 25 kg). Bambini dai tre mesi di eta': dal momento che, in questa popolazione di pazienti, non puo' essere raggiunto un accurato dosaggio con la formulazione in compresse non divisibili da 300 mg, si raccomanda che venga utilizzato la formulazione di Lamivudina Mylan da 150 mg compresse divisibili e che vengano seguite le relative istruzioni di dosaggio raccomandato. Bambini di eta' inferiore a tre mesi: i dati limitati non sono sufficienti per proporre specifiche raccomandazioni posologiche (vedere paragrafo 5.2). I pazienti che intendono passare dalla somministrazione due volte al giorno alla somministrazione una volta al giorno, devono prendere la dosegiornaliera raccomandata una volta al giorno (come descritto sopra) circa 12 ore dopo l'ultima dose giornaliera da due volte al giorno, e successivamente continuare a prendere la dose giornaliera raccomandata una volta al giorno (come descritto sopra) circa ogni 24 ore. Se si intende tornare alla somministrazione due volte al giorno, i pazienti devono prendere la dose raccomandata due volte al giorno, circa 24 ore dopo l'ultima dose giornaliera. Popolazioni Speciali. Anziani: non esistono dati specifici, tuttavia si consiglia una speciale cautela in questo gruppo di eta' a causa dei cambiamenti correlati all'eta' come la diminuzione della funzionalita' renale e l'alterazione dei parametri ematologici. Compromissione renale: nei pazienti con insufficienza renale da moderata a severa, le concentrazioni di lamivudina sono aumentate a causa della ridotta clearance. Pertanto, nei pazienti con clearance della creatinina che diminuisca al di sotto di 30 ml/min la dose deve essere modificata, usando la formulazione di lamivudina in soluzioneorale. Posologia raccomandata negli adulti, negli adolescenti e bambini (con peso di almeno 25 kg). Clearance della creatinina: >= 50 ml/min. Prima dose: 300 mg o 150 mg; dose di mantenimento: 300 mg una voltaal giorno o 150 mg due volte al giorno. Clearance della creatinina: 30 a < 50 ml/min. Prima dose: 150 mg; dose di mantenimento: 150 mg una volta al giorno. Clearance della creatinina: < 30 ml/min. E' raccomandato l'impiego della soluzione orale quando sono necessarie dosi inferiori a 150 mg. Clearance della creatinina: 15 a <30 ml/min. Prima dose:150 mg; dose di mantenimento: 100 mg una volta al giorno. Clearance della creatinina: 5 a <15 ml/min. Prima dose: 150 mg; dose di mantenimento: 50 mg una volta al giorno. Clearance della creatinina: <5 ml/min.Prima dose: 50 mg; dose di mantenimento: 25 mg una volta al giorno. Non vi sono dati disponibili sull'uso di lamivudina nei bambini con compromissione renale. Presumendo che la clearance della creatinina e quella della lamivudina siano correlate in maniera simile nei bambini e negli adulti, si raccomanda di ridurre la posologia nei bambini con compromissione renale in base alla loro clearance della creatinina, in maniera proporzionale a come effettuato negli adulti. Lamivudina in soluzione orale puo' essere la formulazione piu' appropriata per raggiungere la dose raccomandata nei bambini con compromissione renale di eta' di almeno 3 mesi e peso corporeo inferiore a 25 kg. Posologia raccomandata nei bambini con almeno 3 mesi di eta' e peso minore di 25 kg. Clearance della creatinina: >= 50 ml/min. Prima dose: 10 mg/kg o 5 mg/kg;dose di mantenimento: 10 mg/kg una volta al giorno o 5 mg/kg due volte al giorno. Clearance della creatinina: 30 a < 50 ml/min. Prima dose:5 mg/kg; dose di mantenimento: 5 mg/kg una volta al giorno. Clearancedella creatinina: 15 a < 30 ml/min. Prima dose: 5 mg/kg; dose di mantenimento: 3,3 mg/kg una volta al giorno. Clearance della creatinina: 5a < 15 ml/min. Prima dose: 5 mg/kg; dose di mantenimento: 1,6 mg/kg una volta al giorno. Clearance della creatinina: <5 ml/min. Prima dose:1,6 mg/kg; dose di mantenimento: 0,9 mg/kg una volta al giorno. Compromissione epatica: i dati ottenuti nei pazienti con insufficienza epatica di grado moderato-grave mostrano che la cinetica della lamivudina non e' significativamente influenzata da disfunzioni epatiche. In basea tali dati, non e' necessario un aggiustamento della posologia nei pazienti con compromissione epatica di grado moderato-grave se non e' accompagnata da compromissione renale. Modo di somministrazione: uso orale. Lamivudina Mylan puo' essere somministrata con o senza cibo. Per assicurare la somministrazione dell'intera dose, la(e) compressa(e) dovrebbe idealmente essere deglutita senza essere frantumata. La lamivudina e' anche disponibile come soluzione orale per bambini con eta' superiore a 3 mesi e con peso minore di 14 kg o per i pazienti che sono incapaci di deglutire le compresse. I pazienti che cambiano dalla soluzione orale alle compresse devono seguire le raccomandazioni di dose che sono specifiche per la formulazione (vedere paragrafo 5.2). In alternativa, per i pazienti che non sono in grado di deglutire le compresse, le compresse possono essere frantumate ed aggiunte ad una piccola quantita' di cibo semi-solido o liquido, da consumarsi immediatamente (vedere paragrafo 5.2).

CONSERVAZIONE

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

AVVERTENZE

La lamivudina non e' raccomandata per l'impiego in monoterapia. Compromissione renale: nei pazienti con compromissione renale da moderata agrave, l'emivita plasmatica terminale della lamivudina e' aumentata acausa della riduzione della clearance, pertanto la dose deve essere modificata (vedere paragrafo 4.2). Terapia con tre nucleosidi: sono stati osservati casi di un'elevata frequenza di fallimento virologico e di comparsa di resistenza in fase precoce di trattamento quando la lamivudina veniva associata sia a tenofovir disoproxil fumarato e abacavirsia a tenofovir disoproxil fumarato e didanosina, somministrati una volta al giorno. Infezioni opportunistiche: i pazienti in terapia con lamivudina, o con altri farmaci antiretrovirali, possono continuare a sviluppare infezioni opportunistiche o altre complicazioni dell'infezione da HIV, pertanto devono rimanere sotto stretta osservazione clinicada parte di medici con esperienza nel trattamento di pazienti con le patologie associate all'HIV. Pancreatite: sono stati osservati rari casi di pancreatite. Tuttavia, non e' chiaro se tali casi siano dovuti al trattamento con antiretrovirali ovvero alla patologia di base da HIV. Il trattamento con Lamivudina Mylan deve essere sospeso immediatamente se compaiono segni clinici, sintomi o anomalie dei dati di laboratorio che possano essere indicativi di pancreatite. Disfunzione mitocondriale a seguito di esposizione in utero: gli analoghi nucleosidici e nucleotidici possono influenzare la funzione mitocondriale in grado variabile, cio' e' piu' pronunciato con la stavudina, didanosina e zidovudina. Sono stati riportati casi di disfunzione mitocondriale in neonati HIV-negativi esposti agli analoghi nucleosidici in utero e/o dopo lanascita; questi casi hanno prevalentemente interessato il trattamentocon regimi contenenti zidovudina. Le principali reazioni avverse riportate sono disturbi ematologici (anemia, neutropenia), disturbi metabolici (iperlattatemia e iperlipasemia). Queste reazioni sono state spesso transitorie. Sono stati segnalati raramente disturbi neurologici a comparsa ritardata (ipertonia, convulsioni, anomalie comportamentali).Al momento non e' noto se i disturbi neurologici siano transitori o permanenti. Questi risultati devono essere presi in considerazione per ogni bambino esposto in utero ad analoghi nucleosidici e nucleotidici,il quale presenta gravi eventi clinici di eziologia non nota, in particolare risultati neurologici. Queste osservazioni non hanno effetto sulle attuali linee guida nazionali di impiego della terapia antiretrovirale nelle donne in gravidanza per prevenire la trasmissione verticale dell'HIV. Parametri metabolici e peso: durante la terapia antiretrovirale possono verificarsi un aumento di peso e dei livelli di lipidi eglucosio nel sangue. Tali cambiamenti possono in parte essere collegati al controllo della malattia e dello stile di vita. Per quanto riguarda i lipidi, in alcuni casi vi e' prova di un effetto del trattamento, mentre per l'aumento di peso non vi sono forti evidenze che lo collegano ad alcun particolare trattamento. Per il monitoraggio dei lipidi e del glucosio nel sangue si fa riferimento alle linee guida stabiliteper il trattamento dell'HIV. Disordini del metabolismo lipidico devono essere gestiti in modo clinicamente appropriato. Sindrome da riattivazione immunitaria: nei pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento della istituzione della terapia antiretrovirale di associazione (CART), puo' insorgere una reazione infiammatoria a patogeni opportunisti asintomatici o residuali e causare condizioni cliniche gravi, o il peggioramento dei sintomi. Tipicamente, tali reazionisono state osservate entro le primissime settimane o mesi dall'iniziodella CART. Esempi rilevanti di cio' sono le retiniti da citomegalovirus, le infezioni micobatteriche generalizzate e/o focali e la polmonite da Pneumocystis jirovecii (spesso indicata come PCP). Qualsiasi sintomo infiammatorio deve essere valutato e deve essere instaurato un trattamento, se necessario. E' stato riportato che patologie autoimmuni (come il morbo di Graves ed epatite autoimmune) si verificano in un quadro di riattivazione immunitaria; tuttavia, il tempo di insorgenza segnalato e' molto variabile e questi eventi possono verificarsi molti mesi dopo l'inizio del trattamento. Malattia epatica: se la lamivudina viene impiegata in concomitanza per il trattamento dell'HIV e dell'HBV, nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) corrispondente sono disponibili ulteriori informazioni relative all'impiego di lamivudina nel trattamento dell'infezione da virus dell'epatite B. I pazienti con epatite cronica B o C e trattati con una terapia antiretrovirale di associazione sono considerati ad aumentato rischio di eventi avversi epatici gravi e potenzialmente fatali. In caso di terapia antivirale concomitante per l'epatite B o C si faccia riferimento alle relative informazioni di tali medicinali. Se Lamivudina Mylan viene sospesa nei pazienti con infezione concomitante da virus dell'epatite B, si raccomanda un controllo periodico sia dei test di funzionalita' epatica sia dei marker di replicazione dell'HBV, dal momento che la sospensione della lamivudina puo' condurre a una riacutizzazione dell'epatite (vedere RCP corrispondente). I pazienti con disfunzione epatica pre-esistente, comprendente l'epatite cronica attiva, presentano una aumentatafrequenza di anomalie della funzionalita' epatica durante la terapia antiretrovirale di associazione e devono essere monitorati secondo la prassi consueta. Qualora in tali pazienti si evidenzi un peggioramentodella malattia epatica, si deve prendere in considerazione l'interruzione o la sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.8). Popolazione pediatrica: in uno studio condotto in pazienti pediatrici (vedere paragrafo 5.1 studio ARROW), sono stati segnalati tassi piu' bassi di soppressione virologica e resistenza virale piu' frequente nei bambinitrattati con la soluzione orale di lamivudina rispetto a quelli trattati con la formulazione in compresse. Quando possibile nei bambini, deve essere preferibilmente usata lamivudina in formulazione compresse. Osteonecrosi: sebbene l'eziologia sia considerata multifattoriale (compreso l'impiego di corticosteroidi, il consumo di alcol, l'immunosoppressione grave, un piu' elevato indice di massa corporea), sono stati riportati casi di osteonecrosi soprattutto nei pazienti con malattia daHIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di associazione (CART). Ai pazienti deve essere raccomandato di rivolgersi al medico in caso di comparsa di fastidi, dolore e rigidita' alle articolazioni, o difficolta' nel movimento.

INTERAZIONI

Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti. La probabilita' di interazioni metaboliche e' bassa a causa del limitato metabolismo e del basso legame con le proteine plasmatiche e della clearance renale pressoche' completa. La somministrazione di trimetoprim/sulfametoxazolo 160 mg/800 mg determina un aumento del 40% nella esposizione alla lamivudina dovuto al componente trimetoprim; il componente sulfametoxazolo non interagisce. Tuttavia, non e' necessaria nessuna modifica posologica della lamivudina, a meno che il paziente non abbia insufficienza renale (vedere paragrafo 4.2). La lamivudina non ha alcun effetto sulla farmacocinetica del trimetoprim o del sulfametoxazolo. Quando e' giustificata tale somministrazione concomitante, i pazienti devono essere monitorati clinicamente. Deve essere evitata la somministrazione di lamivudina in concomitanza con alte dosi di cotrimoxazolo per il trattamento della polmonite da Pneumocystis jirovecii (PCP) e della toxoplasmosi. Deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di interazioni con altri medicinali somministrati in concomitanza, particolarmente quando la via di eliminazione principale e' la secrezionerenale attiva, per mezzo del sistema di trasporto dei cationi organici, come ad esempio con il trimetoprim. Altri medicinali (per es. ranitidina, cimetidina) sono eliminati solo in parte per mezzo di questo sistema e non hanno mostrato di interagire con la lamivudina. Gli analoghi dei nucleosidi (per es. la didanosina), come la zidovudina non sonoeliminati tramite questo sistema ed e' improbabile che interagiscano con la lamivudina. E' stato osservato un lieve aumento della C max (28%) della zidovudina quando viene somministrata in associazione alla lamivudina, tuttavia l'esposizione complessiva (AUC) non risulta alterata in modo significativo. La zidovudina non ha effetti sulla farmacocinetica della lamivudina (vedere paragrafo 5.2). A causa delle analogie,la lamivudina non deve essere somministrata in concomitanza con altrianaloghi della citidina, come emtricitabina. Inoltre, Lamivudina Mylan non deve essere assunta con altri medicinali contenenti lamivudina (vedere paragrafo 4.4). In vitro la lamivudina inibisce la fosforilazione intracellulare di cladribina portando ad un potenziale rischio di perdita di efficacia della cladribina in caso di associazione in ambitoclinico. Alcuni risultati clinici supportano anche una possibile interazione tra la lamivudina e cladribina. Pertanto, non e' raccomandato l'uso concomitante di lamivudina con cladribina (vedere paragrafo 4.4). Il metabolismo della lamivudina non coinvolge il CYP3A, rendendo improbabili interazioni con altri medicinali metabolizzati attraverso questo sistema (per es. i PI). La somministrazione concomitante di una soluzione di sorbitolo (3,2 g, 10,2 g, 13,4 g) con una singola dose di 300 mg di lamivudina soluzione orale, ha determinato diminuzioni di dose-dipendenti del 14%, 32% e 36% nell'esposizione a lamivudina (AUC infinito) e del 28%, 52% e 55% nella C max di lamivudina negli adulti. Quando possibile, evitare la co-somministrazione cronica di lamivudina con medicinali contenenti sorbitolo o altri poli-alcoli ad azione osmotica o alcoli monosaccaridici (per esempio xilitolo, mannitolo, lactitolo, maltitolo). Qualora la co-somministrazione cronica non possa essere evitata, prendere in considerazione un monitoraggio piu' frequente della carica virale dell'HIV 1.

EFFETTI INDESIDERATI

Durante la terapia per la malattia da HIV con lamivudina sono stati riportati i seguenti eventi avversi. Le reazioni avverse considerate almeno possibilmente associate al trattamento sono elencate di seguito secondo la classificazione per sistemi e organi, e frequenza assoluta. Le frequenze sono definite come molto comune (>=1/10), comune (>=1/100a <1/10), non comune (>= 1/1000 a <1/100), rara (>= 1/10.000 a <1/1000) o molto rara (<1/10.000). All'interno di ciascun gruppo di frequenza, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine di gravita' decrescente. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: neutropenia ed anemia (entrambe talvolta gravi), trombocitopenia; molto rara: aplasia eritrocitaria pura. Patologie del metabolismo e della nutrizione. Molto rara: acidosi lattica. Patologie del sistema nervoso. Comune:cefalea, insonnia; molto rara: neuropatia periferica (o parestesia). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: tosse, sintomatologia nasale. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, vomito, dolori o crampi addominali, diarrea; rara: pancreatite, aumenti dell'amilasi sierica. Patologie epatobiliari. Non comune: aumenti transitori degli enzimi epatici (AST, ALT); rara: epatite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea, alopecia; rara: angioedema. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia, disturbi muscolari; rara: rabdomiolisi. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: affaticamento, malessere, febbre. Il peso ed i livelli di lipidi e glucosio nel sangue possono aumentare durante la terapia antiretrovirale (vedere paragrafo 4.4). In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento dell'inizio della terapia antiretrovirale di associazione (CART), puo' insorgere una reazione infiammatoria a infezioni opportunistiche asintomatiche o residuali (vedere paragrafo 4.4). E' stato segnalato che malattie autoimmuni (come il morbodi Graves ed epatite autoimmune) si sono verificate anche in un quadro di riattivazione immunitaria; tuttavia, il tempo di insorgenza segnalato e' variabile e questi eventi possono verificarsi molti mesi dopo l'inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.4). Casi di osteonecrosi sono stati segnalati soprattutto in pazienti con fattori di rischio generalmente noti, con malattia da HIV in stadio avanzato o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di associazione (CART). La frequenza di tali casi e' sconosciuta (vedere paragrafo 4.4). Popolazione pediatrica: 1206 pazienti pediatrici con infezione da HIV di eta' compresa tra 3 mesi e 17 anni sono stati arruolati nello studio ARROW (COL105677), 669 di essi ricevevano abacavir e lamivudina o una volta o due volte al giorno (vedere paragrafo 5.1). Non sono stati individuatiproblemi di sicurezza supplementari in soggetti pediatrici trattati con il dosaggio o una o due volte al giorno rispetto agli adulti. Segnalazione di sospette reazioni avverse. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinalee' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: come regola generale, quando si decide di utilizzare agenti antiretrovirali per il trattamento dell'infezione da HIV nelle donne in gravidanza e di conseguenza per ridurre il rischio di trasmissione verticale dell'HIV al neonato, i dati sugli animali, nonche' l'esperienza clinica in donne in gravidanza, devono essere presi in considerazione. Gli studi con lamivudina su animali hanno mostrato un aumento di morti embrionali precoci nei conigli, ma non nei ratti (vedere paragrafo 5.3). E' stato dimostrato il verificarsi del passaggio placentaredella lamivudina negli esseri umani. Piu' di 1.000 parti con esposizione nel primo trimestre di gravidanza e piu' di 1.000 parti con esposizione nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, non hanno evidenziato alcuna malformazione ed effetto feto/neonatale. La lamivudina puo' essere usata in gravidanza se clinicamente necessario. Il rischio di malformazioni nell'uomo e' improbabile sulla base di tali dati. Per le pazienti con infezione concomitante da virus dell'epatite B che vengono trattate con lamivudina e successivamente iniziano una gravidanza, si deve considerare la possibilita' di una ricomparsa dell'epatite a seguito della sospensione della lamivudina. Disfunzione mitocondriale: gli analoghi nucleosidici e nucleotidici sia in vivo che in vitro hannodimostrato di causare un grado variabile di danno mitocondriale. Sonostati riportati casi di disfunzione mitocondriale in neonati esposti agli analoghi nucleosidici in utero e/o dopo la nascita (vedere paragrafo 4.4). Allattamento: dopo la somministrazione orale, la lamivudina e' escreta nel latte materno a concentrazioni simili a quelle ritrovate nel siero. Sulla base di piu' di 200 coppie madre/figlio trattati per l'HIV, le concentrazioni sieriche della lamivudina nei bambini allattati al seno da madri trattate per l'HIV sono molto basse (<4% delle concentrazioni sieriche materne) e progressivamente diminuiscono a livelli non rilevabili quando i bambini allattati al seno arrivano a 24 settimane di vita. Non ci sono dati disponibili sulla sicurezza della lamivudina quando somministrata a bambini con meno di tre mesi. Si raccomanda che le donne sieropositive allattino al seno i loro bambini, al fine di evitare la trasmissione dell'HIV. Fertilita': studi sugli animali hanno dimostrato che la lamivudina non ha avuto effetti sulla fertilita' (vedere paragrafo 5.3).

Codice: 040485017
Codice EAN:

Codice ATC: J05AF05
  • Antimicrobici generali per uso sistemico
  • Antivirali per uso sistemico
  • Antivirali ad azione diretta
  • Nucleosidi e nucleotidi inibitori della transcrittasi invers
  • Lamivudina
Temperatura di conservazione: nessuna particolare condizione di conservazione
Forma farmaceutica: COMPRESSE RIVESTITE DIVISIBILI
Scadenza: 48 MESI
Confezionamento: BLISTER

COMPRESSE RIVESTITE DIVISIBILI

48 MESI

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