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PEYONA EV OS 10F 1ML 20MG/ML Produttore: CHIESI FARMACEUTICI SPA

  • FARMACO DI CLASSE C
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

PEYONA 20 MG/ML

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Psicostimolanti, agenti utilizzati per l'ADHD e nootropi.

PRINCIPI ATTIVI

Caffeina citrato.

ECCIPIENTI

Acido citrico monoidrato; sodio citrato; acqua per preparazioni iniettabili .

INDICAZIONI

Trattamento dell'apnea primaria nei neonati prematuri.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

POSOLOGIA

Somministrare il trattamento soltanto presso un'unita' di cure intensive neonatali dotata di attrezzature idonee per la sorveglianza ed il monitoraggio dei pazienti. Il regime di dosaggio raccomandato per i neonati non trattati precedentemente e' una dose di attacco di 20 mg di caffeina citrato per kg di peso corporeo da somministrare lentamente attraverso un'infusione endovenosa in un arco di 30 minuti, utilizzandouna pompa per infusione a siringa o un altro dispositivo per infusione ad erogazione dosata. Dopo un intervallo di 24 ore, si possono somministrare dosi di mantenimento di 5 mg per kg di peso corporeo ogni 24 ore mediante una lenta infusione endovenosa della durata di 10 minuti.In alternativa, si possono somministrare dosi di mantenimento di 5 mgper kg di peso corporeo per via orale ogni 24 ore, attraverso un sondino nasogastrico. Di seguito viene precisato anche il rapporto tra il volume di prodotto da somministrare e le dosi somministrate espresse in quantita' di caffeina citrato. La dose espressa come caffeina base e' pari alla meta' di una dose espressa come caffeina citrato (20 mg dicaffeina citrato corrispondono a 10 mg di caffeina base). >>Dose di attacco. Dose di caffeina citrato (Volume): 1,0 ml/kg di peso corporeo.Dose di caffeina citrato (mg/kg di peso corporeo): 20 mg/kg di peso corporeo. Via di somministrazione: infusione endovenosa (in un arco di 30 minuti). Frequenza: una volta soltanto. >>Dose di mantenimento (coninizio 24 ore dopo la dose di attacco). Dose di caffeina citrato (Volume): 0,25 ml/kg di peso corporeo. Dose di caffeina citrato (mg/kg di peso corporeo): 5 mg/kg di peso corporeo. Via di somministrazione: infusione endovenosa (in un arco di 10 minuti) o somministrazione orale. Frequenza: ogni 24 ore. In neonati prematuri che hanno riportato una risposta clinica insufficiente alla dose d'attacco raccomandata puo' essere somministrata dopo 24 ore una seconda dose di attacco di 10-20 mg/kg di peso corporeo al massimo. In caso di risposta insufficiente, sipossono considerare dosi di mantenimento piu' elevate, pari a 10 mg/kg di peso corporeo, tenendo presente la possibilita' di accumulo dellacaffeina a causa della sua lunga emivita nei neonati prematuri, e la capacita' progressivamente crescente di metabolizzare la caffeina in relazione all'eta' post-mestruale. Laddove clinicamente indicato, e' necessario monitorare i livelli plasmatici della caffeina. La diagnosi di apnea della prematurita' puo' richiedere una rivalutazione qualora ipazienti non rispondano adeguatamente ad una seconda dose d'attacco oad una dose di mantenimento pari a 10 mg/kg/die. Quando somministrataper via endovenosa, somministrare la caffeina citrato mediante un'infusione endovenosa controllata, soltanto attraverso una pompa per infusione a siringa o altro dispositivo per infusione ad erogazione dosata.Usare la caffeina citrato sia non diluita, sia diluita in soluzioni sterili per infusione quali glucosio 50 mg/ml (5%), cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%) o calcio gluconato 100 mg/ml (10%) immediatamente dopo ilprelievo dalla fiala. Nella maggior parte dei neonati prematuri non e' necessario un controllo di routine dei livelli plasmatici della caffeina. Puo' essere necessario controllare periodicamente le concentrazioni plasmatiche della caffeina durante il trattamento nei casi di una risposta incompleta o di segni di tossicita'. Inoltre puo' essere necessario regolare il dosaggio dopo un controllo di routine delle concentrazioni plasmatiche della caffeina in situazioni di rischio quali casidi: neonati molto prematuri (< 28 settimane di gestazione e/o peso corporeo <1000 g) specialmente quando sono nutriti per via parenterale; neonati con insufficienza epatica e renale; neonati con disturbi convulsivi; neonati con malattie cardiache note e clinicamente importanti; neonati trattati contemporaneamente con medicinali di cui sia nota l'interferenza con il metabolismo della caffeina; neonati le cui madri assumono caffeina durante l'allattamento al seno. E' consigliabile determinare i livelli basali della caffeina in: neonati le cui madri possano aver assunto elevate quantita' di caffeina prima del parto; neonati trattati precedentemente con teofillina, che per metabolismo si trasforma in caffeina. La caffeina presenta un'emivita prolungata nei neonati prematuri ed esiste la possibilita' di un accumulo della sostanza, che puo' rendere necessario il controllo dei neonati trattati per periodi lunghi. Prelevare i campioni di sangue per i controlli immediatamente prima della somministrazione successiva in caso di fallimento dellaterapia, e da 2 a 4 ore dopo la somministrazione precedente nei casi in cui vi sia sospetto di tossicita'. Sebbene non sia stato determinato in letteratura un range di concentrazioni plasmatiche terapeutiche, i livelli di caffeina che sono stati associati ad un beneficio clinicosecondo alcuni studi oscillavano tra 8 e 30 mg/l e normalmente non sono state sollevate osservazioni circa la sicurezza con livelli plasmatici inferiori a 50 mg/l. Somministrare la caffeina citrato sia mediante infusione endovenosa, sia per via orale. Non somministrare il medicinale per iniezione intramuscolare, sottocutanea, intratecale o intraperitoneale. La durata ottimale del trattamento non e' stata stabilita. Si raccomanda di interrompere la somministrazione della caffeina citrato quando il paziente non ha presentato per 5-7 giorni un attacco di apnea importante. In caso di apnea ricorrente, la somministrazione della caffeina citrato puo' essere ripresa con un dosaggio di mantenimentooppure con un dosaggio pari alla meta' della dose di attacco, a seconda del tempo trascorso tra la sospensione della caffeina citrato e la ricorrenza dell'apnea. A causa della lenta eliminazione della caffeinain questa popolazione di pazienti, non c'e' alcuna necessita' di ridurre gradualmente la dose al momento della cessazione del trattamento. Poiche' esiste la possibilita' di ricorrenza delle apnee dopo la cessazione del trattamento con caffeina citrato, il controllo del paziente deve proseguire per circa una settimana. Pazienti con insufficienza epatica o renale: non e' stata stabilita la sicurezza della caffeina citrato; vi e' una maggiore possibilita' di accumulo della sostanza. In tale caso e' necessaria una dose di mantenimento ridotta della caffeinacitrato e stabilire tale dosaggio in base ai livelli plasmatici dellacaffeina. In neonati molto prematuri, la clearance della caffeina nondipende dalla funzione epatica. Il metabolismo epatico della caffeinasi sviluppa progressivamente, nel corso delle settimane successive alla nascita, e per i neonati di eta' maggiore una disfunzione epatica puo' indicare la necessita' di controllare i livelli plasmatici della caffeina e puo' richiedere qualche aggiustamento del dosaggio.

CONSERVAZIONE

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

AVVERTENZE

L'apnea della prematurita' e' una diagnosi che si fa per esclusione. Si deve escludere o trattare opportunamente ogni altra possibile causadi apnea (quali disturbi del sistema nervoso centrale, una malattia polmonare primaria, anemia, sepsi, disturbi del metabolismo, anomalie cardiovascolari o apnea ostruttiva) prima di iniziare il trattamento con caffeina citrato. La mancata risposta terapeutica alla caffeina (da confermare, se necessario, con la misurazione dei livelli plasmatici) potrebbe stare ad indicare un'altra causa dell'apnea. Per i neonati damadri che hanno assunto elevate quantita' di caffeina prima del partosi devono misurare le concentrazioni plasmatiche basali della caffeina prima di iniziare il trattamento con caffeina citrato, poiche' la caffeina attraversa rapidamente la barriera della placenta e passa nellacircolazione fetale. Le madri che allattano neonati trattati con caffeina citrato non devono assumere alimenti e bevande o medicinali contenenti caffeina, in quanto la caffeina passa nel latte materno. Nei neonati trattati precedentemente con teofillina si devono misurare le concentrazioni plasmatiche basali della caffeina prima di iniziare il trattamento con caffeina citrato in quanto i neonati prematuri metabolizzano la teofillina a caffeina. La caffeina e' uno stimolante del sistema nervoso centrale e sono stati segnalati episodi di convulsioni in caso di sovradosaggio. E' necessario prestare estrema cautela quando si usa la caffeina citrato in neonati con disturbi convulsivi. Da studi pubblicati risulta che la caffeina aumenta il ritmo cardiaco, l'output del ventricolo sinistro e lo stroke volume. Pertanto, la caffeina citrato deve essere utilizzata con cautela nei neonati con disturbi cardiaci diagnosticati. Esistono prove che la caffeina provoca tachiaritmie in soggetti suscettibili. Nei neonati, di solito si tratta di una semplice tachicardia sinusale. Qualora siano risultati irregolarita' del ritmo cardiaco in un tracciato cardiotocografico (CTG) prima della nascita, la caffeina citrato deve essere somministrata con cautela. La caffeina citrato deve essere somministrata con cautela nei neonati prematuri con insufficienza renale o epatica. Le dosi devono essere regolatemonitorando le concentrazioni plasmatiche della caffeina per evitare effetti tossici in questa popolazione di pazienti. L'enterocolite necrotizzante e' una causa comune di morbidita' e di morbilita' nei neonati prematuri. Esistono segnalazioni di un possibile legame tra l'uso delle metilxantine e lo sviluppo dell'enterocolite necrotizzante. Tuttavia non e' stato stabilito un nesso causale tra l'uso di caffeina o di altre metilxantine e l'enterocolite necrotizzante. Come per tutti i neonati prematuri, quelli trattati con caffeina citrato devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di enterocolite necrotizzante. La caffeina citrato deve essere utilizzata con cautela nei neonati affetti da reflusso gastro-esofageo, in quanto il trattamento con tale sostanza puo' aggravare questa condizione. La caffeina citrato determinaun aumento generale del metabolismo che puo' tradursi in maggiori esigenze energetiche e nutritive durante il trattamento. La diuresi e la perdita di elettroliti causate dalla caffeina citrato puo' rendere necessario correggere eventuali disturbi a carico dei liquidi e degli elettroliti.

INTERAZIONI

Nei neonati prematuri ha luogo un'inter-conversione tra caffeina e teofillina. Tali principi attivi non devono essere utilizzati contemporaneamente. Il citocromo P450 1A2 (CYP1A2) e' l'enzima principale implicato nel metabolismo della caffeina nella specie umana. Pertanto, la caffeina ha la potenzialita' di interagire con principi attivi che rappresentano substrati per il CYP1A2, lo inibiscono o lo inducono. Tuttavia, il metabolismo della caffeina in neonati prematuri e' limitato a causa dell'immaturita' dei loro sistemi enzimatici epatici. Sebbene esistano scarsi dati circa le interazioni tra caffeina e altre principi attivi nei neonati prematuri, possono essere necessarie dosi minori di caffeina citrato dopo la contemporanea somministrazione di principi attivi di cui sia stata segnalata la capacita' di ridurre l'eliminazione della caffeina negli adulti (quali la cimetidina ed il ketoconazolo), mentre potrebbero essere necessarie dosi maggiori di caffeina citrato dopo una somministrazione contemporanea di principi attivi che favoriscono l'eliminazione della caffeina (quali il fenobarbital e la fenitoina). In caso di dubbi sulle possibili interazioni, si devono misurare le concentrazioni plasmatiche della caffeina. Poiche' un'ipercrescita batterica nell'intestino e' associata allo sviluppo di enterocolite necrotizzante, la contemporanea somministrazione di caffeina citrato e medicinali che sopprimono la secrezione acida gastrica (antistaminici bloccanti del recettore H2 o inibitori della pompa protonica) puo', in teoria, fare aumentare il rischio di enterocolite necrotizzante. L'usocontemporaneo di caffeina e doxapram potrebbe potenziare i loro effetti stimolanti sui sistemi cardio-respiratorio e nervoso centrale. Qualora sia necessario l'uso contemporaneo di tali agenti, il ritmo cardiaco e la pressione arteriosa vanno controllati attentamente.

EFFETTI INDESIDERATI

Le nozioni farmacologiche e tossicologiche sulla caffeina e su altre metilxantine consentono di prevedere le possibili reazioni avverse alla caffeina citrato. Gli effetti descritti consistono in una stimolazione del sistema nervoso centrale (SNC) che causa irritabilita', agitazione e nervosismo nonche' effetti cardiaci quali tachicardia, ipertensione ed un aumentato stroke volume. Tali effetti sono dose-correlati e possono richiedere la misurazione dei livelli plasmatici della sostanza ed una riduzione del suo dosaggio. Le reazioni avverse descritte nella letteratura pubblicata, relativa ai dati a breve ed a lungo termineed associabili alla caffeina citrato, sono riportate di seguito secondo la Classificazione per sistemi e organi (MedDRA) La frequenza e' definita: molto comune (>= 1/10), comune (>=1/100 - <1/10), non comune (>=1/1.000 - <1/100), rara (>=1/10.000 - <1/1.000), molto rara (<1/10,000) e non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Infezioni ed infestazioni. Non nota: sepsi. Disturbidel sistema immunitario. Rara: reazione di ipersensibilita'. Disturbidel metabolismo e della nutrizione. Non nota: ipoglicemia, iperglicemia, crescita stentata, intolleranze alimentari. Patologie del sistema nervoso. Non nota: irritabilita', nervosismo, agitazione, lesioni cerebrali, convulsioni. Sono state osservate lesioni cerebrali, convulsioni e sordita', ma queste erano piu' frequenti nel gruppo trattato con placebo. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non nota: sordita'. Patologie cardiache. Non nota: tachicardia, talvolta associata ad un aumento dell'output del ventricolo sinistro e dello stroke volume. Patologie gastrointestinali. Non nota: rigurgito, aumento dell'aspirato gastrico, enterocolite necrotizzante. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: flebite e/o infiammazione nella sede di somministrazione. Esami diagnostici. Non nota: aumento del flusso di urina, aumento del sodio e del calcio nelle urine, diminuzione dell'emoglobina, diminuzione della tiroxina. La caffeina puo'sopprimere la sintesi di eritropoietina e quindi ridurre la concentrazione dell'emoglobina qualora utilizzata per un trattamento prolungato. Nei neonati sono state osservate diminuzioni transitorie della tiroxina (T4) all'inizio della terapia, ma queste non si sono mantenute durante la terapia di mantenimento. Le evidenze disponibili non indicano alcuna reazione avversa a lungo termine della terapia neonatale con caffeina per quanto riguarda l'esito dello sviluppo neurologico, la crescita o i sistemi cardiovascolare, gastrointestinale o endocrino. La caffeina non sembra aggravare l'ipossia cerebrale o acuire qualsiasi danno ad essa conseguente, sebbene tale possibilita' non si possa escludere del tutto. Enterocolite necrotizzante: l'enterocolite necrotizzantee' una causa comune di morbidita' e di mortalita' nei neonati prematuri. Esistono segnalazioni di un possibile legame tra l'uso di metilxantine e lo sviluppo dell'enterocolite necrotizzante. Tuttavia, un nessodi causa tra l'uso di caffeina o di altre metilxantine e l'enterocolite necrotizzante non e' stato stabilito. In uno studio in doppio-cieco, controllato con placebo, con somministrazione di caffeina citrato a 85 neonati prematuri, l'enterocolite necrotizzante e' stata diagnosticata nella fase 'cieca' dello studio in due neonati in terapia attiva con caffeina ed in un neonato trattato con placebo, ed in tre neonati trattati con caffeina durante la fase open-label dello studio. Tre dei neonati che hanno sviluppato enterocolite necrotizzante durante lo studio sono deceduti. Un ampio studio multicentrico (n=2006), volto ad osservare l'esito a lungo termine di neonati prematuri trattati con caffeina citrato, non ha evidenziato un aumento della frequenza dell'enterocolite necrotizzante nel gruppo trattato con caffeina rispetto a quanto osservato nel gruppo trattato con placebo. Come per tutti i neonatiprematuri, quelli trattati con caffeina citrato devono essere seguitiattentamente per lo sviluppo di enterocolite necrotizzante.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

In studi con dosi elevate effettuati sugli animali, la caffeina ha dimostrato proprieta' embriotossiche e teratogene. Tali effetti non sonorilevanti in caso di somministrazione a neonati prematuri per periodibrevi. La caffeina passa nel latte materno e attraversa rapidamente la placenta entrando nella circolazione del feto. Le madri che allattano neonati trattati con caffeina citrato non devono assumere alimenti, bevande o medicinali contenenti caffeina. Nei neonati di madri che hanno assunto elevate quantita' di caffeina prima del parto si devono misurare le concentrazioni plasmatiche basali della caffeina prima di iniziare il trattamento con caffeina citrato.

Codice: 040889026
Codice EAN:

Codice ATC: N06BC01
  • Sistema nervoso
  • Psicoanalettici
  • Psicostimolanti, agenti utilizzati per l'adhd e nootropi
  • Derivati xantinici
  • Caffeina
Temperatura di conservazione: nessuna particolare condizione di conservazione
Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FIALA

SOLUZIONE PER INFUSIONE

36 MESI

FIALA