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PRIVIGEN EV 3FL 100ML 100MG/ML Produttore: CSL BEHRING SPA

  • FARMACO DI CLASSE C
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

PRIVIGEN 100 MG/ML SOLUZIONE PER INFUSIONE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Sieri immuni e immunoglobuline: immunoglobuline, umane normali, per somministrazione endovascolare

PRINCIPI ATTIVI

Immunoglobulina umana normale (IVIg). Un ml contiene: immunoglobulinaumana normale 100 mg (purezza: almeno 98% IgG) Ogni flaconcino da 25 ml di soluzione contiene: 2,5 g di immunoglobulina umana normale.. Ogni flaconcino da 50 ml di soluzione contiene: 5 g di immunoglobulina umana normale Ogni flaconcino da 100 ml di soluzione contiene: 10 g di immunoglobulina umana normale Ogni flaconcino da 200 ml di soluzione contiene: 20 g di immunoglobulina umana normale Ogni flaconcino da 400 ml di soluzione contiene: 40 g di immunoglobulina umana normale. Distribuzione delle sottoclassi di IgG (valori approssimativi): IgG 1 69% IgG 2 26% IgG 3 3% IgG 4 2% Il massimo contenuto in IgA e' 25 microgrammi/ml. *Prodotto da plasma di donatori umani.

ECCIPIENTI

L-prolina. Acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Terapia sostitutiva in adulti, bambini e adolescenti (0-18 anni) per:sindromi da immunodeficienza primaria (PID) con alterata produzione di anticorpi; immunodeficienze secondarie (SID) in pazienti che soffrono di infezioni gravi o ricorrenti, trattamento antimicrobico inefficace e con insufficienza anticorpale specifica accertata (PSAF), o livelli sierici di IgG <4 g/l. PSAF = incapacita' ad incrementare di almeno 2 volte il titolo anticorpale di IgG a seguito di vaccinazione anti-pneumococcica con antigene polisaccaridico e polipeptidico. Immunomodulazione in adulti, bambini e adolescenti (0-18 anni) per: trombocitopenia immune primaria (ITP) in pazienti ad alto rischio di emorragia o prima di interventi chirurgici, per il ripristino della conta piastrinica; sindrome di Guillain-Barre'; morbo di Kawasaki; polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP). Esistono solo esperienze limitate sull'uso delle immunoglobuline endovenose nei bambini con CIDP; neuropatia motoria multifocale (MMN).

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Ipersensibilita' alle immunoglobuline umane, in particolare nei pazienti con anticorpi anti-IgA. Pazienti con iperprolinemia di tipo I o II.

POSOLOGIA

La terapia sostitutiva deve essere iniziata e monitorata sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento dell'immunodeficienza. Posologia. La dose e il regime posologico dipendono dall'indicazione. Nella terapia sostitutiva può rendersi necessario personalizzare la dose per ciascun paziente in base alla risposta clinica. I regimi posologici riportati di seguito sono indicativi. Terapia sostitutiva nelle sindromi da immunodeficienza primaria (PID). Il regime posologico deve indurre il raggiungimento di una concentrazione minima di IgG (misurata prima della successiva infusione) di almeno 5 - 6 g/l. Sono necessari da tre a sei mesi dall'inizio della terapia per raggiungere l'equilibrio. La dose iniziale raccomandata è compresa tra 0,4 e 0,8 g/kg di peso corporeo (p.c.) da somministrare una volta, seguita da almeno 0,2 g/kg p.c. da somministrare ogni 3-4 settimane. La dose necessaria per ottenere una concentrazione minima di 5-6 g/l è compresa tra 0,2 e 0,8g/kg p.c./mese. L'intervallo tra le dosi dopo il raggiungimento dellostato stazionario è compreso tra 3 e 4 settimane. Le concentrazioni minime devono essere misurate e valutate congiuntamente alla risposta clinica del paziente. In base alla risposta clinica (ad es. tasso di infezione), per ottenere livelli minimi più elevati possono essere presein considerazione modifiche della dose e/o dell'intervallo tra le dosi. Immunodeficienze secondarie. La dose raccomandata è 0,2 - 0,4 g/kg ogni tre o quattro settimane. I livelli minimi di IgG devono essere misurati e valutati unitamente all'incidenza di infezioni. Se necessarioil dosaggio deve essere modificato per ottenere una protezione ottimale contro le infezioni, può essere necessario un aumento del dosaggio in pazienti con infezione persistente; una riduzione del dosaggio può essere presa in considerazione quando il paziente rimane libero da infezione. Trombocitopenia immune primaria (ITP). Sono disponibili due opzioni terapeutiche alternative: 0,8-1g/kg p.c. il giorno 1, somministrazione che può essere ripetuta una volta entro 3 giorni; 0,4 g/kg p.c.ogni giorno per 2 -5 giorni. In caso di recidiva, il trattamento può essere ripetuto. Sindrome di Guillain-Barré. 0,4 g/kg p.c./die per 5 giorni. Morbo di Kawasaki. La dose raccomandata è di 1,6 - 2,0 g/kg p.c. in dosi frazionate in 2-5 giorni, oppure 2,0 g/kg p.c. in dose singola. I pazienti devono essere trattati contemporaneamente con acido acetilsalicilico. Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP). La dose iniziale raccomandata è di 2 g/kg p.c. suddivisa in 2-5 giorni consecutivi, seguita da dosi di mantenimento di 1 g/kg p.c. in 1-2 giorni consecutivi ogni 3 settimane. Neuropatia motoria multifocale (MMN). Dose iniziale: 2 g/kg ripartiti in 2-5 giorni consecutivi. Dose di mantenimento: 1 g/kg ogni 2-4 settimane o 2 g/kg ogni 4-8 settimane. L'effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se dopo 6 mesi non si osserva alcun effetto, il trattamento deve essereinterrotto. Se il trattamento è efficace, un trattamento a lungo termine deve essere sottoposto alla discrezionalità del medico, in base alla risposta del paziente. La dose e gli intervalli possono richiedere un adattamento in base al decorso individuale della malattia. I dosaggi raccomandati sono riassunti di seguito. Terapia sostitutiva. Sindromi da immunodeficienza primaria (PID). dose iniziale: 0,4 - 0,8 g/kg p.c. dose di mantenimento: 0,2 - 0,8 g/kg p.c. ogni 3-4 settimane per ottenere una concentrazione minima di IgG di almeno 5-6 g/l. Immunodeficienze secondarie. 0,2 - 0,4 g/kg p.c. ogni 3-4 settimane. Immunomodulazione. Trombocitopenia immune primaria (ITP). 0,8 - 1 g/kg p.c. oppure0,4 g/kg p.c./die il giorno 1, eventualmente da ripetersi una volta entro 3 giorni per 2-5 giorni. Sindrome di Guillain-Barré. 0,4 g/kg p.c./die per 5 giorni. Morbo di Kawasaki. 1,6 - 2 g/kg p.c. oppure 2 g/kgp.c. in dosi divise nell'arco di 2-5 giorni, in associazione con acido acetilsalicilico in una dose in associazione con acido acetilsalicilico. Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP). doseiniziale: 2 g/kg p.c. dose di mantenimento: 1 g/kg p.c in dosi divisenell'arco di 2-5 giorni ogni 3 settimane nell'arco di1-2 giorni. Neuropatia Motoria Multifocale (MMN). dose iniziale: 2 g/kg p.c. dose di mantenimento: 1 g/kg p.c. o 2 g/kg p.c. in dosi divise nell'arco di 2-5giorni consecutivi ogni 2-4 settimane o ogni 4-8 settimane nell'arco di 2-5 giorni consecutivi. Popolazione pediatrica. La posologia nei bambini e negli adolescenti (0-18 anni) non è diversa dalla posologia negli adulti in quanto, per ogni indicazione, è basata sul peso corporeoe viene modificata a seconda dell'esito clinico delle condizioni sopra citate. Modo di somministrazione. Per uso endovenoso. Privigen deve essere infuso per via endovenosa, a una velocità di infusione inizialedi 0,3 ml/kg p.c./h per circa 30 minuti. Se ben tollerata (vedere paragrafo 4.4), la velocità di somministrazione può essere aumentata gradualmente a un massimo di 4,8 ml/kg/p.c./h. Nei pazienti con PID che hanno tollerato bene l'infusione alla velocità di 4,8 ml/kg/p.c./h, la velocità può essere ulteriormente aumentata gradualmente fino a un massimo di 7,2 ml/kg/p.c./h. Se si desidera una diluizione prima dell'infusione, Privigen può essere diluito con una soluzione di glucosio al 5%fino a una concentrazione finale di 50 mg/ml (5%).

CONSERVAZIONE

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Non congelare. Tenere il flaconcino nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce. Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura del medicinale e dopo la diluizione.

AVVERTENZE

Determinate reazioni avverse severe possono essere correlate con la velocita' di infusione. La velocita' di infusione raccomandata deve essere rispettata scrupolosamente. I pazienti devono essere sottoposti a stretto monitoraggio e attenta osservazione per evidenziare la comparsa di qualsiasi sintomo per tutta la durata dell'infusione. Alcune reazioni avverse possono verificarsi con maggiore frequenza: in caso di alta velocita' di infusione; in pazienti affetti da ipogammaglobulinemiao agammaglobulinemia, con o senza deficit di IgA; nei pazienti trattati per la prima volta con immunoglobulina umana normale o, raramente, quando il prodotto a base di immunoglobulina umana normale viene cambiato, o dopo un lungo intervallo di tempo dalla precedente infusione. Le potenziali complicanze possono spesso essere evitate se ci si assicura che i pazienti: non siano sensibili all'immunoglobulina umana normale, con un'infusione inizialmente lenta del prodotto (0,3 ml/kg/h); siano sottoposti ad attento monitoraggio per evidenziare la comparsa di qualsiasi sintomo per tutta la durata dell'infusione. In particolare, i pazienti mai trattati con immunoglobulina umana normale, i pazienti precedentemente trattati con un altro prodotto contenente IVIg o i pazienti per i quali sia trascorso un lungo intervallo di tempo dalla precedente infusione devono essere sottoposti a monitoraggio durante la prima infusione e nell'ora successiva alla prima infusione, al fine di rilevare eventuali reazioni avverse. Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dopo la somministrazione. In presenza di reazioni avverse occorre ridurre la velocita' di somministrazione o interrompere l'infusione. Il trattamento necessario dipende dalla natura e dall'entita' della reazione avversa. In caso di shock, procedere al trattamento medico standard per lo shock. In tutti i pazienti, la somministrazione di IVIg richiede: un'idratazione adeguata prima di iniziare l'infusione di IVIg; il monitoraggio della diuresi; il monitoraggio dei livelli sierici di creatinina; evitare l'uso concomitante di diuretici dell'ansa. Per i pazienti affetti da diabete mellito che necessitano di una diluizione di Privigen a concentrazioni inferiori, si tenga in considerazione la presenza di glucosio nel diluente consigliato. Ipersensibilita'. Le vere reazioni di ipersensibilita' sono rare e possono manifestarsi nei pazienti con anticorpi anti-IgA. Le IVIg non sono indicate nei pazienti con deficit selettivo di IgA se il deficit di IgA costituisce l'unica anomalia di rilievo. Raramente, l'immunoglobulina umana normale puo' indurre un calo della pressione arteriosa con reazione anafilattoide, anche nei pazienti che in precedenza hanno tollerato un trattamento con immunoglobulina umana normale. Anemia emolitica. I prodotti contenenti IVIg possono contenere anticorpi algruppo sanguigno che possono agire come emolisine e indurre un rivestimento in vivo dei globuli rossi con immunoglobulina, causando una reazione antiglobulina diretta positiva (test di Coombs) e, raramente, l'emolisi. L'anemia emolitica puo' svilupparsi a seguito della terapia con IVIg a causa dell'aumentato sequestro dei globuli rossi. Sono statiosservati casi isolati di disfunzione renale/insufficienza renale correlata all'emolisi o di coagulazione intravascolare disseminata e decesso. I seguenti fattori di rischio sono associati allo sviluppo di emolisi: dosi elevate, sia in somministrazione singola, sia suddivise in diversi giorni; gruppo sanguigno diverso da 0; stato infiammatorio preesistente. Poiche' tale evento e' stato segnalato comunemente nei pazienti di gruppo sanguigno diverso da 0 che ricevono dosi elevate per indicazioni diverse da PID, si raccomanda una maggiore vigilanza. L'emolisi e' stata segnalata raramente nei pazienti sottoposti a terapia sostitutiva per PID. I pazienti che ricevono IVIg devono essere sottoposti a monitoraggio per la rilevazione di segni clinici e sintomi di emolisi. Se durante o dopo un'infusione di IVIg si manifestano segni e/o sintomi di emolisi, il medico deve prendere in considerazione l'interruzione del trattamento. Sindrome della meningite asettica (aseptic meningitis syndrome, AMS). La sindrome della meningite asettica e' stata segnalata in associazione al trattamento con IVIg. L'interruzione del trattamento con IVIg ha consentito la remissione dell'AMS entro diversigiorni, in assenza di sequele. La sindrome inizia, generalmente, entro un periodo compreso tra diverse ore e 2 giorni dopo il trattamento con IVIg. Le analisi del liquido cerebrospinale sono spesso positive, con pleiocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm^3, prevalentemente della serie granulocitica, e livelli proteici elevati fino a diverse centinaia di mg/dl. L'AMS puo' verificarsi piu' frequentemente inassociazione a dosi elevate di IVIg (2 g/kg). Tromboembolia Esistono evidenze cliniche di una correlazione tra la somministrazione di IVIg ed eventi tromboembolici, quali infarto miocardico, accidente vascolare cerebrale (ictus cerebrale incluso), embolia polmonare e trombosi venosa profonda, presumibilmente legati a un aumento relativo della viscosita' del sangue dovuto all'elevato afflusso di immunoglobuline nei pazienti a rischio. Si raccomanda cautela nella prescrizione e infusione di IVIg nei pazienti obesi e nei pazienti con fattori di rischio preesistenti per gli eventi trombotici (quali eta' avanzata, ipertensione, diabete mellito e patologie vascolari o episodi trombotici all'anamnesi, pazienti con disturbi trombofilici acquisiti o ereditari, pazienti costretti a periodi prolungati di immobilizzazione, pazienti gravemente ipovolemici, pazienti con patologie che aumentano la viscosita' del sangue). Nei pazienti a rischio di reazioni avverse tromboemboliche,i prodotti IVIg devono essere somministrati con la velocita' di infusione e la dose piu' basse possibili. Insufficienza renale acuta. Sono stati osservati casi di insufficienza renale acuta in pazienti trattati con IVIg. Nella maggior parte dei casi sono stati individuati fattori di rischio, quali insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, uso concomitante di medicinali nefrotossici o eta' superiore a 65 anni.

INTERAZIONI

Vaccini con virus vivi attenuati La somministrazione di immunoglobuline puo' ridurre, per un periodo compreso tra un minimo di 6 settimane e un massimo di 3 mesi, l'efficacia dei vaccini contenenti virus vivi attenuati, quali morbillo, rosolia, parotite e varicella. Dopo la somministrazione di questo medicinale si dovrebbe attendere 3 mesi prima di somministrare un vaccino contenente virus vivi attenuati. Nel caso del morbillo, la riduzione dell'efficacia del vaccino puo' persistere fino a 1 anno. Pertanto, nei pazienti vaccinati contro il morbillo si raccomanda di controllare il titolo anticorpale. Popolazione pediatrica. Pur essendo disponibili solo dati limitati, si prevede che le stesseinterazioni possano verificarsi nella popolazione pediatrica.

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza. Possono verificarsi, occasionalmente, reazioni avverse quali brividi, cefalea, capogiro, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, ipotensione arteriosa e moderata lombalgia, in associazione alla somministrazione endovenosa di immunoglobuline umane. Raramente, le immunoglobuline umane normali possono indurre una riduzione improvvisa della pressione arteriosa e, in casi isolati, shock anafilattico, anche se il paziente non ha manifestato reazioni di ipersensibilità in occasione di somministrazioni precedenti. Dopo la somministrazione di immunoglobulina umana normale sono stati osservati casi di meningite asettica reversibile e casi rari di reazioni cutanee transitorie (compreso il lupus eritematoso cutaneo - frequenza non nota). Reazioni emolitiche reversibili sono state osservate nei pazienti, soprattutto in quelli con gruppi sanguigni diversi da 0, durante un trattamento immunomodulatorio. Raramente può svilupparsiun'anemia emolitica richiedente trasfusione dopo un'alta dose di trattamento con IVIg. Sono stati osservati aumenti dei livelli di creatinina nel siero e/o insufficienza renale acuta. Molto raramente: danno polmonare acuto associato alla trasfusione e reazioni tromboemboliche, quali infarto miocardico, ictus cerebrale, embolia polmonare e trombosivenosa profonda. Elenco delle reazioni avverse. Sono stati condotti sei studi clinici con Privigen, che hanno incluso pazienti affetti da PID, PTI e CIDP. Nello studio cardine PID sono stati arruolati e trattati con Privigen 80 pazienti. Di questi, 72 hanno completato i 12 mesi di trattamento. Nello studio PID di estensione sono stati arruolati e trattati con Privigen 55 pazienti. I due studi PTI sono stati condotticon 57 pazienti ciascuno. I due studi CIDP sono stati condotti con 28e 207 pazienti rispettivamente. La maggior parte delle reazioni avverse al farmaco (adverse reactions, ADRs) osservate nei sei studi clinici è stata di entità da lieve a moderata. La seguente tabella mostra una panoramica delle ADRs osservate nei cinque studi clinici classificate in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA (SOC), livello di termine preferito (PT, Preferred Term) e frequenza. La frequenza è stata valutata secondo le convenzioni seguenti: Molto comune (>=1/10), Comune (>=1/100, <1/10), Non comune (>=1/1.000, <1/100), Raro (>=1/10.000, <1/1.000), Molto raro (<1/10.000). Per le ADRs post-marketing spontanee, la frequenza di segnalazione è classificata come non nota. All'interno di ciascun raggruppamento di frequenza, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine di frequenza decrescente. Infezionied infestazioni. Non comune: meningite asettica. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia, emolisi (tra cui anemia emolitica), leucopenia; non comune: anisocitosi (tra cui microcitosi), trombocitosi; non nota: diminuzione della conta dei neutrofili. Disturbi del sistema immunitario. Comune: ipersensibilità; non nota: shock anafilattico. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea (tra cui cefalea sinusale, emicrania, sensazione di fastidio al capo, cefalea tensiva); comune: capogiro (tra cui vertigine); non comune: sonnolenza, tremore. Patologie cardiache. Non comune: palpitazioni, tachicardia. Patologie vascolari. Comune: ipertensione, vampate (tra cui vampate di calore, iperemia), ipotensione; non comune: eventi tromboembolici, vasculite (tra cui patologia vascolare periferica); non nota: danno polmonare acuto associato alla trasfusione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea (tra cui dolore toracico, fastidio altorace, respirazione dolorosa). Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea; comune: vomito, diarrea, dolore addominale. Patologie epatobiliari. Comune: iperbilirubinemia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: patologie della cute (tra cui eruzione cutanea, prurito, orticaria, eruzione cutanea maculopapulare, eritema, esfoliazione cutanea). Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: mialgia (tra cui spasmi muscolari, rigidità muscoloscheletrica, dolore muscoloscheletrico). Patologie renali e urinarie. Non comune: proteinuria, aumento della creatina ematica; non nota: insufficienza renale acuta. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Dolore (tra cui mal di schiena, dolore estremità agli arti, artralgia, dolore al collo, dolore facciale), piressia (tra cui brividi), malattia simil-influenzale (tra cui nasofaringite, faringo-laringodinia, vescicole orofaringee, senso di costrizione alla gola); comune: affaticamento, astenia (tra cui debolezza muscolare); non comune: dolore al sito di iniezione. Esami diagnostici. Comune: diminuzione dell'emoglobina (tra cui diminuzione del numero di globuli rossi, ematocrito ridotto), test di Coombs (diretto) positivo,aumento dell'alanina aminotransferasi, aumento dell'aspartato aminotransferasi, aumento della lattato deidrogenasi ematica. Popolazione pediatrica. Negli studi clinici condotti su Privigen con pazienti in età pediatrica, la frequenza, la natura e la severità delle reazioni avverse non sono state dissimili fra i bambini e gli adulti. Nelle segnalazioni effettuate dopo la commercializzazione del medicinale, la percentuale di casi di emolisi in tutte le segnalazioni riferite ai bambini èleggermente superiore che negli adulti. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza. La sicurezza dell'uso di questo medicinale durante la gravidanza non e' stata stabilita in studi clinici controllati; pertanto,si raccomanda prudenza in caso di somministrazione durante la gravidanza o l'allattamento. I prodotti a base di IVIg attraversano la placenta, in quantita' progressivamente maggiori durante il terzo trimestre.Le esperienze cliniche con le immunoglobuline suggeriscono che non sono attesi effetti dannosi sul corso della gravidanza, sul feto o sul neonato. Studi sperimentali condotti su animali con l'eccipiente L-prolina non hanno evidenziato tossicita' diretta o indiretta riguardante la gravidanza, lo sviluppo embrionale o fetale. Allattamento. Le immunoglobuline sono escrete nel latte materno e possono contribuire a proteggere il neonato dai patogeni che si servono delle mucose come via d'ingresso. Fertilita'. L'esperienza clinica sulle immunoglobuline indicache non sono attesi effetti nocivi sulla fertilita'.

Codice: 039712056
Codice EAN:

Codice ATC: J06BA02
  • Antimicrobici generali per uso sistemico
  • Sieri immuni ed immunoglobuline
  • Immunoglobuline
  • Immunoglobulina umana normale
  • Immunoglobuline umane normali per somministr. intravascolare
Temperatura di conservazione: non superiore a +25 gradi, al riparo dalla luce e non congelare
Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FLACONE

SOLUZIONE PER INFUSIONE

36 MESI

FLACONE