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RHOPHYLAC 1SIR 200MCG/2ML Produttore: CSL BEHRING GMBH

  • FARMACO DI CLASSE C
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

RHOPHYLAC 200 mcg /2 ML SOLUZIONE INIETTABILE IN SIRINGA PRE-RIEMPITA

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Immunoglobuline e sieri immuni: immunoglobulina anti-D (Rh).

PRINCIPI ATTIVI

Ogni siringa pre-riempita contiene 1000 UI (200 mcg) di immunoglobulina umana anti-D. Un mL contiene 500 UI (100 mcg) di immunoglobulina umana anti-D. Il prodotto contiene un massimo di 25 mg/ml di proteine plasmatiche umane, di cui 10 mg/ml sono costituiti da albumina umana come stabilizzante. Almeno il 95% delle altre proteine plasmatiche e' costituito da IgG. Distribuzione delle sottoclassi di IgG (valori approssimativi): IgG1 84.1%; IgG2 7.6%; IgG3 8.1%; IgG4 1.0%. Il contenuto diimmunoglobulina A (IgA) non e' superiore a 5 mcg /mL.

ECCIPIENTI

Albumina umana, glicina, sodio cloruro, acqua per iniezioni.

INDICAZIONI

Prevenzione della isoimmunizzazione Rh(D) in donne Rh(D) -negative. Profilassi pre-parto. Profilassi pre-parto programmata. Profilassi pre-parto conseguente a complicazioni in gravidanza tra cui: aborto/minaccia di aborto, gravidanza ectopica o mola idatiforme, morte fetale intrauterina, emorragia transplacentare conseguente ad un'emorragia antepartum, amniocentesi, biopsia dei villi coriali, procedure di manipolazioni ostetriche come ad esempio: versione esterna, interventi invasivi,cordocentesi, trauma addominale chiuso o interventi terapeutici sul feto. Profilassi postpartum: Parto di un neonato Rh(D)- positivo (D, D^debole, D^parziale). Si assume che una gravidanza sia Rh(D) incompatibile se il feto/neonato e' o Rh(D) positivo o Rh(D) non noto oppure se il padre e' o Rh(D) positivo o Rh(D) non noto. Trattamento di adulti, bambini e adolescenti (0-18 anni) Rh(D) negativi dopo trasfusioni incompatibili di sangue Rh(D) positivo o altri prodotti contenenti globulirossi, per esempio: concentrato piastrinico.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Ipersensibilita' alle immunoglobuline umane. La via intramuscolare e' controindicata in soggetti con trombocitopenia grave o altri disordini dell'emostasi.

POSOLOGIA

La dose di immunoglobulina anti-D deve essere determinata in funzionedel livello di esposizione ai globuli rossi (RBCs) Rh(D) positivi e in base alla conoscenza che 0,5 mL di concentrato di RBCs Rh(D) positivi o 1 mL di sangue Rh(D) positivo vengono neutralizzati con circa 10 mcg (50 UI) di immunoglobuline anti-D. Lo schema posologico che segue, viene raccomandato sulla base degli studi clinici condotti con Rhophylac.Il dosaggio e lo schema posologico per le immunoglobuline umane anti-D per uso intramuscolare e endovenoso devono anche tenere conto delle raccomandazioni presenti nelle altre linee guida ufficiali. Prevenzione della isoimmunizzazione Rh(D) in donne Rh(D)-negative. Profilassi pre-parto: la dose raccomandata e' una dose singola pari a 300 mcg (1500 UI) somministrata per via endovenosa od intramuscolare. Profilassi pre-parto programmata: una singola dose di 300 mcg tra la ventottesimae la trentesima settimana di gravidanza. Profilassi pre-parto conseguente a complicanze in gravidanza: una singola dose di 300 mcg deve essere somministrata nel piu' breve tempo possibile e comunque entro 72 ore. Se necessario la dose puo' essere ripetuta ad intervalli di 6 - 12settimane per l'intera durata della gravidanza. Profilassi post-parto: la dose raccomandata e' una singola dose da 300 mcg (1500 UI) somministrata attraverso iniezione endovenosa o intramuscolare. In caso di somministrazione endovenosa, puo' essere sufficiente una dose minima di200 mcg a patto che possa essere esclusa una emorragia materno-fetalemassiva. Nell'utilizzo nel post-parto il prodotto deve essere somministrato alla madre il prima possibile entro 72 ore dal parto di un neonato Rh(D)-positivo (D, D^debole, D^parziale). Se si superano le 72 oredal parto, il prodotto deve essere comunque somministrato il piu' presto possibile. La dose post-parto deve essere comunque somministrata anche quando e' stata effettuata una profilassi pre-parto e quando l'attivita' anticorpale residua della profilassi pre-parto e' ancora presente nel siero materno. Se si sospetta una emorragia materno-fetale massiva [> 4 ml (0,7-0,8% delle donne)], ad esempio in caso di anemia fetale/neonatale o di morte fetale intrauterina, deve essere determinata la sua entita' con metodi appropriati, ad esempio il test di eluizioneacida di Kleihauer-Betke per la determinazione del livello di HbF fetale o la citometria a flusso per l'identificazione specifica dei globuli rossi Rh(D) positivi. In questi casi devono essere somministrate ulteriori dosi di immunoglobuline anti-D come indicato (10 mcg o 50 UI) ogni 0,5 ml di RBCs fetali. Trasfusioni incompatibili di RBCs in pazienti Rh(D) negativi: la dose raccomandata e' di 20 mcg (100 UI) di immunoglobulina anti-D ogni 2 ml di sangue Rh(D)-positivo od ogni 1 ml di RBC concentrato trasfuso. Il dosaggio appropriato deve essere calcolato con la consulenza di uno specialista in materia di trasfusione di sangue. Il test per RBCs Rh(D) positivi deve essere effettuato ogni 48 ore e devono essere somministrate altre immunoglobuline anti-D fino alla scomparsa dal circolo sanguigno delle RBCs Rh(D) positive. E' sufficiente una dose massima di 3000 mcg (15000 UI), anche se sono stati trasfusi piu' di 300 ml di sangue Rh(D)-positivo o 150 ml di concentrato di eritrociti. Si raccomanda l'infusione endovenosa in modo tale da raggiungere immediatamente livelli plasmatici adeguati. Se viene preferita l'iniezione intramuscolare, il volume elevato di prodotto deve essere somministrato in piu' giorni. Popolazione pediatrica: poiche' la posologia in caso di trasfusione incompatibile dipende dal volume di sangue Rh(D) positivo o dal concentrato di RBCs trasfuso, la dose raccomandata nei bambini e adolescenti (0-18 anni) non e' diversa da quella degli adulti. Tuttavia, la dose appropriata deve essere determinata conla consulenza di uno specialista in trasfusioni di sangue. Uso negli anziani: poiche' la posologia in caso di trasfusione incompatibile dipende dal volume di sangue Rh(D) positivo o dal concentrato di RBCs trasfuso la dose raccomandata nei pazienti anziani (>= 65 anni di eta') non e' diversa da quella degli adulti. La dose appropriata deve essere determinata con la consulenza di uno specialista in trasfusioni di sangue. Modo di somministrazione: i pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti in seguito alla somministrazione del farmaco. Per viaendovenosa o per via intramuscolare, somministrare mediante lenta iniezione. Se si rende necessaria la somministrazione di dosi totali elevate (> 2 mL in bambini o >5 ml in adulti) e si sceglie l'iniezione intramuscolare, si raccomanda la somministrazione di dosi divise in differenti siti di iniezione. Se la somministrazione intramuscolare e' controindicata (disturbi della coagulazione), il medicinale deve essere somministrato per via endovenosa. Pazienti in sovrappeso Nei pazienti con un indice di massa corporea (BMI) >= 30 deve essere considerata la somministrazione endovenosa.

CONSERVAZIONE

Conservare in frigorifero (tra 2 gradi C e 8 gradi C). Non congelare.Il prodotto non deve essere usato dopo la data di scadenza (SCAD) indicata sulla confezione esterna. Tenere la siringa nel blister originale nell'imballaggio esterno per tenerla al riparo dalla luce.

AVVERTENZE

Nel caso di uso post-parto, l'immunoglobulina anti D e' riservata alla somministrazione materna. Essa non deve essere iniettata al neonato.Il prodotto non deve essere usato in soggetti Rh(D) positivi ne' in soggetti precedentemente immunizzati per l'antigene Rh(D). Ipersensibilita': le reazioni allergiche all'immunoglobulina anti-D si possono verificare anche in pazienti che hanno tollerato precedenti somministrazioni. I pazienti devono essere informati dei segni precoci delle reazioni di ipersensibilita' comprendenti pomfi, orticaria generalizzata, senso di costrizione toracica, dispnea, ipotensione e anafilassi. Il trattamento richiesto dipende dalla natura e dalla gravita' dell'effetto collaterale. In caso di shock, devono essere osservati gli attuali standard medici per il trattamento dello shock. Se si verificano i sintomi di reazioni di tipo allergico o anafilattico, e' necessario sospendere immediatamente la somministrazione. La concentrazione di IgA nel medicinale e' risultata essere al di sotto del limite di rilevazione di 5 mcg /ml. Tuttavia, il prodotto puo' contenere tracce di IgA. Sebbenel'immunoglobulina anti-D sia stata impiegata con successo per il trattamento di pazienti selezionati che presentavano carenza di IgA, i pazienti con deficit di IgA sono a rischio di sviluppare anticorpi IgA e possono andare incontro a reazioni anafilattiche dopo somministrazionedi componenti del sangue contenenti IgA. Pertanto, il medico deve attentamente valutare il beneficio del trattamento con il farmaco verso irischi potenziali di reazioni di ipersensibilita'. Reazioni emolitiche: pazienti sottoposti a trasfusioni incompatibili, ai quali sono somministrate dosi molto elevate di immunoglobuline anti-D, devono essere attentamente monitorati dal punto di vista clinico e dei parametri biologici per il rischio di una reazione emolitica. Obesita': ci sono state segnalazioni di aumentato rischio di mancanza di efficacia in caso di somministrazione intramuscolare del farmaco in pazienti con un indice di massa corporea (BMI) >= 30. Pertanto, nei pazienti con un BMI >=30 deve essere considerata la somministrazione endovenosa. Il prodotto contiene fino a 11,5 mg (0,5 mmol) di sodio per siringa. Cio' deve essere tenuto in considerazione per i pazienti che seguono una dieta iposodica. Informazioni sulla sicurezza nei confronti di agenti trasmissibili. Provvedimenti standard per prevenire infezioni che risultino dall'uso di medicinali derivati da sangue o plasma umano comprendono la selezione dei donatori, il controllo delle singole donazioni e dei pool di plasma per la presenza di specifici marcatori di infezione e l'adozione di fasi di produzione efficaci per l'inattivazione/rimozione dei virus. Cio' nonostante, quando vengono somministrati medicinali derivati da sangue o plasma umano, non puo' essere totalmente esclusa la possibilita' di trasmissione di agenti infettivi. Cio' vale anche per virus sconosciuti o emergenti e per altri patogeni. I provvedimenti adottati sono considerati efficaci nei confronti di virus capsulati come il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), il virus dell'epatite B (HBV) e il virus dell'epatite C (HCV). Tali provvedimenti possono esseredi valore limitato nei confronti di virus non capsulati come il virusdell'epatite A (HAV) e il parvovirus B19. Esiste una rassicurante esperienza clinica in merito alla non trasmissione dell'epatite A o del parvovirus B19 con la somministrazione di immunoglobuline e si ritiene anche che il contenuto anticorpale rappresenti un importante contributo alla sicurezza contro i virus. Si raccomanda fortemente che, ogni qual volta si somministra il prodotto ad un paziente, si registrino sia il nome del paziente stesso che il numero di lotto del prodotto, in modo da stabilire un collegamento fra il nome del paziente e il numero del lotto.

INTERAZIONI

Vaccini contenenti virus vivi attenuati: l'immunizzazione attiva con vaccini contenenti virus vivi (ad esempio, morbillo, parotite, rosoliao varicella) deve essere differita fino a 3 mesi dall'ultima somministrazione di immunoglobulina anti-D, in quanto puo' essere compromessa l'efficacia del vaccino contenente virus vivo. Se vi e' necessita' di somministrare l'immunoglobulina anti-D da 2 a 4 settimane dopo una vaccinazione con virus vivo, l'efficacia di tale vaccinazione puo' esserecompromessa. Interferenze con test sierologici. Dopo l'iniezione di immunoglobulina, il transitorio aumento di vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente puo' causare un risultato falsamente positivo dei test sierologici. La trasmissione passiva di anticorpi contro antigeni eritrocitari, es. gruppi sanguigni A, o B, Rh (C), Rh (D) puo' interferire con alcuni test sierologici per gli anticorpi verso i globuli rossi, ad es. test dell'antiglobulina (Test di Coombs), in modo particolare in neonati Rh(D) positivi la cui madre abbia ricevuto una profilassi pre-parto.

EFFETTI INDESIDERATI

Reazioni allergiche o di ipersensibilita' sono state le piu' gravi reazioni avverse osservate durante il trattamento; in rari casi esse possono evolvere verso una improvvisa caduta della pressione arteriosa eduno shock anafilattico anche quando il paziente non ha mostrato ipersensibilita' a precedenti somministrazioni. In caso di somministrazionedelle immunoglobuline anti D per via intramuscolare, possono verificarsi dolore locale e indolenzimento a livello del sito d'iniezione. Frequenze reazioni avverse: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, fino a <1/10), non comune (>= 1/1.000, fino a <1/100), raro (>= 1/10.000,fino a <1/1.000), molto raro (<1/10.000). Patologie del sistema immunitario. Raro: ipersensibilita', shock anafilattico. Patologie del sistema nervoso. Non comune: cefalea. Patologie cardiache. Raro: tachicardia. Patologie vascolari. Raro: ipotensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Raro: dispnea. Patologie gastrointestinali. Raro: nausea, vomito. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: reazioni cutanee, eritema, prurito. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Raro: artralgia. Patologie sistemiche e alla sede di somministrazione. Non comune: febbre, malessere generale, brividi; raro: sede di somministrazione: gonfiore, dolore, eritema, indurimento, calore, prurito, rash. Ci sono state segnalazioni spontanee di severa emolisi intravascolare con l'uso di anti-D somministrato per via intravenosa in pazienti Rh(D) positivi affetti da trombocitopenia immune primaria (ITP). Sono stati riportati decessi dovuti a emolisi. L'esatta frequenza di questo evento avverso non e' nota. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta attraverso il sistema nazionale di segnalazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Non sono stati condotti studi della fertilita' in animali con il farmaco. Tuttavia, l'esperienza clinica con le immunoglobuline umane anti-D suggerisce che non si devono attendere effetti dannosi sulla fertilita'. Questo medicinale viene usato in gravidanza. Non sono stati segnalati da studi clinici eventi avversi correlabili con il farmaco in bambini nati da 432 donne che hanno ricevuto una somministrazione pre-parto di 300 mcg del farmaco. Allattamento: questo medicinale puo' essereusato nelle donne durante il periodo di allattamento. Le immunoglobuline sono escrete nel latte umano. Non sono stati segnalati da studi clinici eventi avversi correlati con il farmaco in bambini nati da 256 donne che hanno ricevuto una somministrazione post-parto di 300 mcg delprodotto ne' in bambini nati da 139 donne che hanno ricevuto una somministrazione post-parto di 200 mcg del medicinale.

Codice: 036161014
Codice EAN:

Codice ATC: J06BB01
  • Antimicrobici generali per uso sistemico
  • Sieri immuni ed immunoglobuline
  • Immunoglobuline
  • Immunoglobuline specifiche
  • Immunoglobulina anti-d
Temperatura di conservazione: da +2 a +8 gradi, al riparo dalla luce, non congelare
Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: SIRINGA

SOLUZIONE INIETTABILE

36 MESI

SIRINGA