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RIXIMYO EV 2FL 50ML 10MG/ML Produttore: SANDOZ SPA

  • FARMACO DI CLASSE C
  • USO OSPEDALIERO

DENOMINAZIONE

RIXIMYO CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Cio' permettera' la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta. Vedere paragrafo 4.8 per informazioni sulle modalita' di segnalazione delle reazioni avverse).

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Agenti antineoplastici, anticorpi monoclonali.

PRINCIPI ATTIVI

Riximyo 100 mg concentrato per soluzione per infusione Ogni flaconcino da 10 mL contiene 100 mg di rituximab. Riximyo 500 mg concentrato per soluzione per infusione Ogni flaconcino da 50 mL contiene 500 mg di rituximab. Il rituximab e' un anticorpo monoclonale chimerico murino/umano ottenuto con tecniche di ingegneria genetica, costituito da una immunoglobulina glicosilata con le regioni costanti IgG1 di origine umana e con le sequenze della regione variabile della catena leggera e della catena pesante di origine murina. L'anticorpo viene prodotto utilizzando una coltura di cellule di mammifero in sospensione (ovariche diHamster Cinese) e purificato con cromatografia affine e scambio ionico, incluse procedure specifiche di inattivazione e rimozione virale. Eccipiente con effetti noti Ogni flaconcino da 10 mL contiene 2,3 mmol (52,6 mg) di sodio. Ogni flaconcino da 50 mL contiene 11,5 mmol (263,2mg) di sodio. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Sodio citrato (E331), polisorbato 80 (E433), cloruro di sodio, idrossido di sodio (per aggiustamento del pH; E524), acido cloridrico (per aggiustamento del pH; E507), acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Riximyo e' indicato negli adulti per le seguenti indicazioni. Linfomanon-Hodgkin (LNH): Riximyo e' indicato per il trattamento di pazientiadulti affetti da linfoma follicolare in III-IV stadio precedentemente non trattati, in associazione a chemioterapia. La terapia di mantenimento con Riximyo e' indicata per il trattamento di pazienti adulti con linfoma follicolare che rispondono a terapia di induzione. Riximyo in monoterapia e' indicato per il trattamento di pazienti adulti con linfoma follicolare in III-IV stadio che sono chemioresistenti o sono inseconda o successiva ricaduta dopo chemioterapia. Riximyo e' indicatoper il trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma non-Hodgkin,CD20 positivo, diffuso a grandi cellule B, in associazione a chemioterapia CHOP (ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, prednisolone). Riximyo in associazione a chemioterapia e' indicato per il trattamentodi pazienti pediatrici (di eta' compresa tra >= 6 mesi e < 18 anni) con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) CD20 positivo, linfoma di Burkitt (BL)/leucemia di Burkitt (leucemia acuta a cellule B mature;BAL) o linfoma simil Burkitt (BLL) in stadio avanzato precedentementenon trattato. Leucemia linfatica cronica (LLC): Riximyo in associazione a chemioterapia e' indicato per il trattamento di pazienti con leucemia linfatica cronica precedentemente non trattata e recidiva/refrattaria. Sono disponibili solo dati limitati sull'efficacia e la sicurezza per pazienti precedentemente trattati con anticorpi monoclonali, incluso rituximab, o per pazienti refrattari a un trattamento precedente con rituximab piu' chemioterapia. Vedere paragrafo 5.1 per ulteriori informazioni. Granulomatosi con poliangite e poliangite microscopica: Riximyo in associazione con glucocorticoidi e' indicato per il trattamento di pazienti adulti con granulomatosi con poliangite (di Wegener) (GPA) e poliangite microscopica (MPA) attiva di grado severo. Riximyo in associazione con glucocorticoidi e' indicato per l'induzione della remissione in pazienti pediatrici (di eta' >= 2 e < 18 anni) con GPA (di Wegener) e MPA attiva di grado grave. Pemfigo volgare Riximyo e' indicato per il trattamento di pazienti con pemfigo volgare (PV) da moderato a grave.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Controindicazioni all'uso nel linfoma non-Hodgkin e nella leucemia linfatica cronica: ipersensibilita' al principio attivo, alle proteine di origine murina o ad uno qualsiasi degli altri eccipienti elencati alparagrafo 6.1. Infezioni attive, gravi (vedere paragrafo 4.4). Pazienti in uno stato di immunocompromissione severa. Controindicazioni all'uso nell'artrite reumatoide, nella granulomatosi con poliangite, nellapoliangite microscopica e nel pemfigo volgare Ipersensibilita' al principio attivo, alle proteine di origine murina o ad uno qualsiasi degli altri eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Infezioni attive, gravi (vedere paragrafo 4.4). Pazienti in uno stato di immunocompromissione severa. Scompenso cardiaco grave (classe IV New York Heart Association) o malattia cardiaca grave e non controllata (vedere paragrafo 4.4 per altri disordini cardiaci).

POSOLOGIA

Riximyo deve essere somministrato sotto lo stretto controllo di un operatore sanitario esperto e in un ambiente con immediata disponibilita' di apparecchiature per la rianimazione (vedere paragrafo 4.4). Premedicazione e trattamento profilattico: la premedicazione con un farmacoantipiretico ed un antistaminico, ad esempio paracetamolo e difenidramina, deve sempre essere assunta prima di ogni somministrazione di Riximyo. In pazienti adulti affetti da linfoma non-Hodgkin e leucemia linfatica cronica la premedicazione con glucocorticoidi deve essere presain considerazione se Riximyo non e' somministrato in associazione conchemioterapia contenente glucocorticoidi. Nei pazienti pediatrici affetti da linfoma non-Hodgkin deve essere somministrata una premedicazione con paracetamolo e antistaminico anti-H1 (= difenidramina o equivalente) 30-60 minuti prima dell'inizio dell'infusione di Riximyo. Occorre inoltre somministrare prednisone come indicato di seguito. Per i pazienti con LLC si raccomanda la profilassi con adeguata idratazione e somministrazione di uricostatici iniziando 48 ore prima dell'inizio della terapia per ridurre il rischio di sindrome da lisi tumorale. Per i pazienti con LLC la cui conta dei linfociti e' > 25 x 10^9 /L si raccomanda di somministrare prednisone/prednisolone 100 mg per via endovenosa immediatamente prima dell'infusione di Riximyo per diminuire la percentuale e la gravita' delle reazioni acute da infusione e/o la sindrome da rilascio di citochine. In pazienti affetti da GPA o MPA o da pemfigo volgare, la premedicazione con 100 mg di metilprednisolone per via endovenosa deve essere completata 30 minuti prima di ogni infusione di Riximyo, al fine di ridurre l'incidenza e la gravita' delle reazioni correlate all'infusione (IRR). In pazienti adulti affetti da GPA o MPA e' raccomandata la somministrazione di metilprednisolone per via endovenosa alla dose di 1.000 mg/die da 1 a 3 giorni prima della prima infusione di Riximyo (l'ultima dose di metilprednisolone puo' essere somministrata nello stesso giorno della prima infusione di Riximyo). Questa deve essere seguita da prednisone per via orale alla dose di 1 mg/kg/die (non si devono superare gli 80 mg/die e la riduzione a scalare della dose deve avvenire quanto piu' rapidamente possibile secondo la condizione clinica) durante e dopo la fase di induzione di 4 settimanedel trattamento con Riximyo. Per i pazienti adulti con GPA o MPA o con pemfigo volgare, durante e dopo il trattamento con Riximyo, e' raccomandata la profilassi per la polmonite da Pneumocystis jiroveci (PJP),come appropriato in accordo alle linee guida locali sulla pratica clinica. Popolazione pediatrica In pazienti pediatrici affetti da GPA o MPA, prima della prima infusione endovenosa di Riximyo, devono essere somministrate tre dosi giornaliere di metilprednisolone per via endovenosa da 30 mg/kg/die (non si deve superare 1 g/die) per trattare i sintomi gravi di vasculite. Prima della prima infusione di Riximyo possonoessere somministrate fino a tre ulteriori dosi giornaliere di metilprednisolone per via endovenosa da 30 mg/kg. Una volta completata la somministrazione di metilprednisolone per via endovenosa i pazienti devono ricevere prednisone per via orale alla dose di 1 mg/kg/die (non si devono superare i 60 mg/die) e la riduzione a scalare della dose deve avvenire quanto piu' rapidamente possibile secondo la condizione clinica (vedere paragrafo 5.1). Per i pazienti pediatrici con GPA o MPA, durante e dopo il trattamento con Riximyo, e' raccomandata la profilassi per la polmonite da Pneumocystis jirovecii (PJP), come appropriato. Posologia: e' importante controllare l'etichetta del medicinale al fine di garantire la somministrazione al paziente della formulazione appropriata come prescritto. Linfoma non-Hodgkin Linfoma non-Hodgkin follicolare. Terapia di associazione: la dose raccomandata di Riximyo in associazione con chemioterapia per il trattamento di induzione di pazienticon linfoma follicolare precedentemente non trattati o ricaduti/refrattari e' di 375 mg/m^2 di superficie corporea per ciclo, fino a 8 cicli. Riximyo deve essere somministrato il giorno 1 di ogni ciclo di chemioterapia, dopo somministrazione e.v. della componente glucocorticoidea della chemioterapia, se applicabile. Terapia di mantenimento: linfoma follicolare precedentemente non trattato. La dose raccomandata di Riximyo usata come trattamento di mantenimento per pazienti con linfoma follicolare precedentemente non trattati che hanno risposto al trattamento di induzione e': 375 mg/m^2 di superficie corporea una volta ognidue mesi (iniziando 2 mesi dopo l'ultima dose della terapia di induzione) fino alla progressione della malattia o per un periodo massimo didue anni (12 infusioni in totale). Linfoma follicolare ricaduto/refrattario: la dose raccomandata di Riximyo usata come trattamento di mantenimento per pazienti con linfoma follicolare ricaduto/refrattario chehanno risposto al trattamento di induzione e' di 375 mg/m^2 di superficie corporea una volta ogni 3 mesi (iniziando 3 mesi dopo l'ultima dose della terapia di induzione) fino alla progressione della malattia oper un periodo massimo di due anni (8 infusioni totali). Monoterapia - Linfoma follicolare ricaduto/refrattario: la dose raccomandata di Riximyo in monoterapia usata come trattamento di induzione per pazienti adulti con linfoma follicolare allo stadio III-IV che sono chemioresistenti o che sono alla seconda o successiva ricaduta dopo chemioterapiae' di 375 mg/m^2 di superficie corporea, somministrata come infusionee.v. una volta alla settimana per quattro settimane. Per il ritrattamento con Riximyo in monoterapia per pazienti che hanno risposto al precedente trattamento con rituximab in monoterapia per linfoma follicolare ricaduto/refrattario, la dose raccomandata e' di 375 mg/m^2 di superficie corporea, somministrata come infusione endovenosa una volta alla settimana per quattro settimane (vedere paragrafo 5.1). Linfoma non-Hodgkin diffuso a grandi cellule B in pazienti adulti: Riximyo deve essere impiegato in associazione a chemioterapia CHOP. Il dosaggio raccomandato e' di 375 mg/m^2 di superficie corporea, somministrato il giorno 1 di ogni ciclo di chemioterapia per 8 cicli dopo infusione endovenosa della componente glucocorticoidea del CHOP. Non sono ancora state stabilite la sicurezza e l'efficacia di rituximab in associazione ad altre chemioterapie nel linfoma nonHodgkin diffuso a grandi cellule B. Aggiustamenti del dosaggio durante il trattamento Non sono raccomandate riduzioni della dose di Riximyo. Quando Riximyo e' somministrato in associazione con chemioterapia, si devono applicare le riduzioni standard del dosaggio per i medicinali chemioterapici.

CONSERVAZIONE

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Tenere il contenitore nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce. Per le condizioni di conservazione dopo diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.

AVVERTENZE

Tracciabilita': al fine di migliorare la tracciabilita' dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministratodevono essere chiaramente registrati. Leucoencefalopatia multifocale progressiva: a tutti i pazienti in terapia con Riximyo per l'artrite reumatoide, la GPA, la MPA o il pemfigo volgare deve essere consegnata la scheda di allerta per il paziente ad ogni infusione. La scheda di allerta contiene importanti informazioni di sicurezza per i pazienti riguardo il rischio potenzialmente maggiore di infezioni, compresa la leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML). Casi fatali molto raridi PML sono stati riportati in seguito all'utilizzo di rituximab. I pazienti devono essere monitorati ad intervalli regolari per ogni sintomo neurologico nuovo o in peggioramento o per segni suggestivi di PML.In caso di sospetta PML, le ulteriori somministrazioni devono essere sospese fino a quando la diagnosi di PML sia stata esclusa. Il medico deve valutare il paziente per determinare se i sintomi sono indicatividi disfunzione neurologica e, se cosi' fosse, se questi sintomi sono possibilmente suggestivi di PML. Deve essere richiesta una consulenza neurologica se clinicamente indicata. In caso di dubbio, deve essere presa in considerazione un'ulteriore valutazione, che includa esami quali la RMN preferibilmente con contrasto, il test del liquido cerebrospinale (CSF) per valutare il DNA del virus JC e ripetute valutazioni neurologiche. Il medico deve essere particolarmente attento ai sintomi suggestivi di PML che il paziente puo' non notare (ad esempio sintomi cognitivi, neurologici o psichiatrici). Occorre inoltre consigliare al paziente di informare il proprio partner o chi si prende cura di lui riguardo il trattamento, poiche' essi possono notare sintomi dei quali il paziente non e' a conoscenza. Se un paziente sviluppa PML, la somministrazione di Riximyo deve essere definitivamente interrotta. A seguito di ricostituzione del sistema immunitario nei pazienti immunocompromessi con PML, si sono notati stabilizzazione o miglioramento. Non e' noto se la diagnosi precoce di PML e la sospensione della terapia con rituximab possano portare ad una stabilizzazione o ad un miglioramentosimili. Linfoma non-Hodgkin e leucemia linfatica cronica: reazioni correlate all'infusione Rituximab e' associato a reazioni correlate all'infusione, a loro volta potenzialmente associate al rilascio di citochine e/o altri mediatori chimici. La sindrome da rilascio di citochine puo' risultare clinicamente indistinguibile dalle reazioni acute di ipersensibilita'. Questo insieme di reazioni, che include sindrome da rilascio di citochine, sindrome da lisi tumorale e reazioni anafilattiche e di ipersensibilita', e' descritto di seguito. Durante l'uso successivo alla commercializzazione di rituximab in formulazione endovenosa sono state segnalate reazioni correlate all'infusione severe e con esito fatale, la cui insorgenza si e' verificata in un intervallo di tempo compreso tra 30 minuti e 2 ore dopo l'inizio della prima infusione endovenosa di rituximab. Tali reazioni sono state caratterizzate da eventi polmonari e in alcuni casi hanno compreso rapida lisi tumorale e sintomi della sindrome da lisi tumorale oltre a febbre, brividi, tremito, ipotensione, orticaria, angioedema e altri sintomi (vedere paragrafo 4.8). La sindrome grave da rilascio di citochine e' caratterizzata da dispnea grave, spesso accompagnata da broncospasmo e ipossia, oltre a febbre, brividi, tremito, orticaria e angioedema. Questa sindrome puo' essere associata ad alcune caratteristiche della sindrome da lisi tumorale come iperuricemia, iperkaliemia, ipocalcemia, iperfosfatemia, insufficienza renale acuta, concentrazione elevata di lattato deidrogenasi (LDH) e puo' essere associata ad insufficienza respiratoria acutae morte. L'insufficienza respiratoria acuta puo' essere accompagnata da eventi quali l'infiltrazione interstiziale polmonare o l'edema polmonare, visibili alla radiografia del torace. La sindrome si manifesta frequentemente entro una o due ore dall'inizio della prima infusione. I pazienti con anamnesi di insufficienza polmonare o con infiltrazionetumorale del polmone possono essere esposti a un rischio superiore discarsi risultati e devono essere trattati con maggiore cautela. Ai pazienti che sviluppano sindrome grave da rilascio di citochine deve essere immediatamente sospesa l'infusione (vedere paragrafo 4.2) e deve essere somministrato un trattamento sintomatico aggressivo. Poiche' il miglioramento iniziale dei sintomi clinici puo' essere seguito da un peggioramento, questi pazienti devono essere monitorati attentamente fino alla risoluzione o all'esclusione della sindrome da lisi tumorale edell'infiltrazione polmonare. L'ulteriore trattamento dei pazienti dopo la completa risoluzione di sintomi e segni ha raramente portato al ripetersi della sindrome grave da rilascio di citochine. I pazienti con elevata massa tumorale o con elevato numero (>= 25 x 10^9 /L) di cellule neoplastiche circolanti come i pazienti con LLC, che possono essere esposti a un rischio maggiore di sindrome da rilascio di citochine particolarmente grave, devono essere trattati con estrema cautela. Questi pazienti devono essere monitorati molto attentamente per tutto il corso della prima infusione. In tali pazienti deve essere preso in considerazione, per la prima infusione, l'utilizzo di una velocita' di infusione ridotta o una suddivisione della dose in due giorni durante ilprimo ciclo e in ogni ciclo successivo se la conta dei linfociti e' ancora > 25 x 10^9 /L. Nel 77% dei pazienti trattati con rituximab sonostate osservate reazioni avverse di ogni tipo correlate all'infusione(compresa la sindrome da rilascio di citochine accompagnata da ipotensione e broncospasmo nel 10% dei pazienti) (vedere paragrafo 4.8). Questi sintomi sono generalmente reversibili con l'interruzione dell'infusione di rituximab e con la somministrazione di farmaci antipiretici, antistaminici e occasionalmente ossigeno, soluzioni saline endovena o farmaci broncodilatatori, e glucocorticoidi se necessario. Per le reazioni gravi vedere la sindrome da rilascio di citochine descritta sopra. In seguito alla somministrazione endovenosa di proteine sono state riportate nei pazienti reazioni di tipo anafilattico e altre reazioni di ipersensibilita'. Diversamente dalla sindrome da rilascio di citochine, le reazioni di ipersensibilita' si verificano tipicamente entro minuti dall'inizio dell'infusione. In caso di reazione allergica nel corso della somministrazione di rituximab, i prodotti medicinali per il trattamento delle reazioni di ipersensibilita', ad es. epinefrina (adrenalina), antistaminici e glucocorticoidi, devono essere disponibili per l'uso immediato.

INTERAZIONI

Al momento si hanno dati limitati sulla possibile interazione di farmaci con rituximab. In pazienti con LLC, la co-somministrazione con rituximab non sembra avere un effetto sulla farmacocinetica di fludarabina o ciclofosfamide. In aggiunta, non c'e' un apparente effetto di fludarabina e ciclofosfamide sulla farmacocinetica di rituximab. La co-somministrazione con metotrexato non ha avuto alcun effetto sulla farmacocinetica di rituximab nei pazienti con artrite reumatoide. I pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-proteine murine (HAMA) o anticorpianti-farmaco (ADA) possono avere reazioni allergiche o di ipersensibilita' quando vengono trattati con altri anticorpi monoclonali diagnostici o terapeutici. In pazienti con artrite reumatoide, 283 pazienti hanno ricevuto successivamente una terapia con un DMARD biologico dopo rituximab. In questi pazienti, la percentuale di infezioni clinicamenterilevanti durante la terapia con rituximab e' stata 6,01 su 100 pazienti/anno confrontata con 4,97 su 100 pazienti/anno dopo il trattamentocon il DMARD biologico.

EFFETTI INDESIDERATI

Esperienza clinica nel linfoma non-Hodgkin e nella leucemia linfaticacronica nei pazienti adulti. Riassunto del profilo di sicurezza: il profilo di sicurezza globale di rituximab nel linfoma non-Hodgkin e nella leucemia linfatica cronica si basa su dati di pazienti in studi clinici e sulla sorveglianza post-marketing. Questi pazienti sono stati trattati con rituximab in monoterapia (come trattamento di induzione o come trattamento di mantenimento post-induzione) o in associazione a chemioterapia. Le reazioni avverse (ADR) osservate piu' frequentemente in pazienti che hanno ricevuto rituximab sono state le IRR che sono avvenute nella maggior parte dei pazienti durante la prima infusione. L'incidenza di sintomi correlati all'infusione diminuisce significativamente con le successive infusioni ed e' meno dell'1% dopo otto dosi di rituximab. Gli eventi infettivi (soprattutto batterici e virali) si sono verificati nel 30-55% circa dei pazienti con LNH trattati in studi clinici e nel 30-50% circa dei pazienti con LLC trattati in studi clinici. Le reazioni avverse gravi piu' frequentemente riportate o osservate sono state: IRR (incluse la sindrome da rilascio di citochine e la sindrome da lisi tumorale), vedere paragrafo 4.4. Infezioni, vedere paragrafo 4.4. Eventi cardiovascolari, vedere paragrafo 4.4. Altre ADR gravi riportate includono la riattivazione di epatite B e la PML (vedere paragrafo 4.4). Elenco delle reazioni avverse. Le frequenze delle ADR riportate con rituximab in monoterapia o in associazione con chemioterapia sono riassunte di seguito. La frequenza e' definita come molto comune (>= 1/10), comune (da >= 1/100 a < 1/10), non comune (da >= 1/1.000 a < 1/100), raro (da >= 1/10.000 a < 1/1.000) e molto raro (< 1/10.000) e non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravita'.Le ADR identificate solo durante la sorveglianza post-marketing e perle quali non e' possibile stimare una frequenza, sono elencate sotto la voce "non nota". ADR riportate negli studi clinici o durante la sorveglianza post-marketing in pazienti con LNH e LLC trattati con rituximab in monoterapia/mantenimento o in associazione a chemioterapia. Infezioni ed infestazioni. Molto comune: infezioni batteriche, infezioni virali, ^ +bronchite; comune: sepsi, ^+polmonite, ^+infezione febbrile, ^+herpes zoster, ^ +infezioni del tratto respiratorio, infezioni fungine, infezioni a eziologia sconosciuta, ^+bronchite acuta, ^+sinusite, epatite b^1; raro: infezioni virali gravi^2, pneumocystis jirovecii;molto raro: pml. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia, leucopenia, ^+neutropenia febbrile, ^ +trombocitopenia;comune: anemia, ^+pancitopenia, ^+granulocitopenia; non comune: disturbi della coagulazione, anemia aplastica, anemia emolitica, linfoadenopatia; molto raro: aumento transitorio nel siero del livello delle igm^3; non nota: neutropenia tardiva^3. Disturbi del sistema immunitario.Molto comune: reazioni correlate all'infusione^4, angioedema; comune:ipersensibilita'; raro: anafilassi; molto raro: sindrome da lisi tumorale, sindrome da rilascio delle citochine^4, malattia da siero; non nota: trombocitopenia acuta reversibile correlata all'infusione^3. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: iperglicemia, perditadi peso, edema periferico, edema facciale, aumento della ldh, ipocalcemia. Disturbi psichiatrici. Non comune: depressione, nervosismo. Patologie del sistema nervoso. Comune: parestesia, ipoestesia, agitazione,insonnia, vasodilatazione, capogiro, ansia; non comune: disgeusia; molto raro: neuropatia periferica, paralisi del nervo facciale^5; non nota: neuropatia dei nervi cranici, perdita di altri sensi^5. Patologie dell'occhio. Comune: disturbi della lacrimazione, congiuntivite; moltoraro: perdita grave della vista^5. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito, otalgia; non nota: perdita dell'udito^5. Patologie cardiache. Comune: ^+infarto miocardico^4 e 6, aritmia, ^+fibrillazione atriale, tachicardia, ^+disturbi cardiaci; non comune: ^+insufficienza del ventricolo sinistro, ^+tachicardia sopraventricolare, ^+tachicardia ventricolare, ^+angina, ^ +ischemia miocardica, bradicardia;raro: gravi patologie cardiache^4 e 6; molto raro: insufficienza cardiaca^4 e 6. Patologie vascolari. Comune: ipertensione, ipotensione ortostatica, ipotensione; molto raro: vasculite (soprattutto cutanea), vasculite leucocitoclastica. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: broncospasmo^4, patologie respiratorie, dolore toracico, dispnea, incremento della tosse, rinite; non comune: asma, bronchiolite obliterante, disturbi polmonari, ipossia; raro: malattia polmonare interstiziale^7; molto raro: insufficienza respiratoria^4; non nota:infiltrati polmonari. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea; comune: vomito, diarrea, dolore addominale, disfagia, stomatite, costipazione, dispepsia, anoressia, irritazione della gola; non comune:dilatazione addominale; molto raro: perforazione gastrointestinale^7.Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: prurito, rash, ^+alopecia; comune: orticaria, sudorazione, sudorazioni notturne, ^+patologie della cute; molto raro: reazioni cutanee bollose gravi, sindrome di stevensjohnson, necrolisi epidermica tossica (sindrome di lyell)^7. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: ipertonia, mialgia, artralgia, dolore alla schiena, dolore al collo, dolore. Patologie renali e urinarie. Molto raro: insufficienza renale^4. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: febbre, brividi, astenia, cefalea; comune: dolore in sede tumorale, vampate, malessere, sindrome da freddo, ^+stanchezza, ^+brividi, ^ +insufficienza multi-organo^4; non comune: dolore al sito di infusione. Esami diagnostici. Molto comune: diminuzione dei livelli di igg. Per ciascuna voce, la frequenza si e' basata sulle reazioni di qualsiasi grado (da lieve a grave) ad eccezionedelle voci contrassegnate con "+" dove la frequenza si e' basata solosulle reazioni gravi (? di grado 3 secondo i criteri di tossicita' comuni nci). E' riportata solo la frequenza piu' elevata osservata neglistudi. ^1 include riattivazione e infezioni primarie; frequenza basata sul regime r-fc nella llc recidiva/refrattaria. ^2 vedere anche la sottostante sezione "infezioni". ^3 vedere anche la sottostante sezione"reazioni avverse ematologiche". ^4 vedere anche la sottostante sezione relativa alle reazioni correlate all'infusione. Raramente riportaticasi fatali. ^5 segni e sintomi di neuropatia dei nervi cranici. Si e' manifestata in tempi diversi fino a vari mesi dal completamento della terapia con rituximab.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Contraccezione negli uomini e nelle donne: dato che rituximab ha un lungo tempo di ritenzione nei pazienti con deplezione di cellule B, le donne in eta' fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci nel corso del trattamento e fino a 12 mesi dal completamento della terapiacon Riximyo. Gravidanza: e' noto che le immunoglobuline IgG oltrepassano la barriera placentare. I livelli di cellule B nei neonati umani in seguito a esposizione materna a rituximab non sono stati valutati nel corso degli studi clinici. Non ci sono dati adeguati e ben controllati di studi su donne in gravidanza, comunque in neonati nati da madri esposte a rituximab durante la gravidanza sono state riportate transitoria deplezione delle cellule-B e linfocitopenia. Effetti simili sono stati osservati negli studi condotti sugli animali (vedere paragrafo 5.3). Per questo motivo non si deve somministrare Riximyo in donne in gravidanza ad eccezione che il possibile beneficio superi il potenzialerischio. Allattamento al seno: non e' noto se rituximab sia escreto nel latte materno. Tuttavia, poiche' le IgG materne sono escrete nel latte umano e il rituximab e' stato rilevato nel latte di scimmie che allattano, le donne non devono allattare al seno durante il trattamento con Riximyo e nei 12 mesi successivi al trattamento con Riximyo. Fertilita': gli studi condotti sugli animali non hanno rivelato effetti deleteri di rituximab a carico degli organi riproduttivi.

Codice: 045449042
Codice EAN:

Codice ATC: L01FA01
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Citostatici
  • Anticorpi monoclonali e coniugati anticorpo-farmaco
  • Inibitori di cd20
  • Rituximab
Temperatura di conservazione: da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Forma farmaceutica: CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FLACONE

CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

36 MESI

FLACONE